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Una lezione per Bastien: Harmony Collezione
Una lezione per Bastien: Harmony Collezione
Una lezione per Bastien: Harmony Collezione
E-book152 pagine2 ore

Una lezione per Bastien: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Ottengo sempre ciò che voglio. E voglio te! Accumulare una fortuna e sedurre donne bellissime non è mai stato un problema per Bastien Zikos, come invece sembra esserlo dimenticare i capelli scuri, lo sguardo intenso e l'oltraggioso atteggiamento di sfida di Delilah Moore. Così, Bastien decide di fare in modo che la sola donna che lo abbia mai respinto torni da lui: se Delilah vuole salvare la società del padre, dovrà acconsentire ai suoi voleri. Ma come reagirà Bastien quando scoprirà quello che lei ancora non gli ha rivelato?



Miniserie "Domatrici di cuori" - Vol. 2/2
LinguaItaliano
Data di uscita19 ago 2016
ISBN9788858953693
Una lezione per Bastien: Harmony Collezione
Autore

Lynne Graham

Lynne Graham vive in una bellissima villa nelle campagne dell'Irlanda del Nord.Lynne ama occuparsi della casa e del giardino, soprattutto nel periodo che lei considera il più magico dell'anno, il Natale.

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    Una lezione per Bastien - Lynne Graham

    successivo.

    1

    «È finita, Reba» dichiarò Bastien Zikos.

    La bellissima bionda a cui si stava riferendo gli lanciò un'occhiata di rimprovero.

    «Ma... siamo stati benissimo insieme.»

    «Non ho mai finto che fosse qualcosa di diverso dal sesso» ribatté lui, impaziente.

    Reba sbatté le palpebre, come se stesse cercando di ricacciare indietro le lacrime. Bastien però non era uno sciocco; l'unica cosa che avrebbe spinto la bionda a piangere sarebbe stato un regalo d'addio misero. Era una donna dura e lui non era meno arrendevole. In realtà, quando si trattava di donne, era freddo e brutale. Sua madre, una cacciatrice di dote particolarmente abile nell'arte delle lacrime di coccodrillo e delle finte emozioni, era stata la prima a insegnare al figlio la diffidenza e il disprezzo per il suo sesso.

    «Ti sei stancato di me, vero?» lo accusò Reba. «Mi avevano avvertito che ti stufavi facilmente delle tue partner. Avrei dovuto dare retta a quelle voci.»

    Bastien sospirò infastidito. Reba era stata la sua amante e si erano divertiti in camera da letto, ma adesso era finita. Senza contare che le aveva regalato una piccola fortuna in gioielli. Non prendeva mai nulla gratis dalle donne.

    «Il mio commercialista si metterà in contatto con te» le disse asciutto.

    «C'è un'altra, non è vero?» sbottò la bionda.

    «Se anche fosse non sarebbero comunque affari tuoi» dichiarò lui gelandola con lo sguardo.

    Il suo autista lo stava aspettando fuori per accompagnarlo all'aeroporto.

    La traccia di un sorriso gli ammorbidì le labbra sensuali mentre saliva a bordo del suo jet privato.

    Qualcun'altra? Forse... o forse no.

    Il suo direttore finanziario, Richard James, era già seduto ad aspettarlo nell'opulenta cabina.

    «Posso chiederti quale fascino segreto possiede questa triste città del nord dove ci stiamo dirigendo? E, vorrei aggiungere, anche quella insulsa società fallita che hai acquistato?»

    «Puoi chiedere, ma non ti prometto una risposta» rispose Bastien accendendo il portatile.

    «Quindi c'è davvero qualcosa di speciale nella Moore Components che non ho colto? Un brevetto? Una nuova invenzione?»

    Lui rivolse a Richard un'occhiata divertita. «L'azienda è costruita su un terreno che vale parecchio» puntualizzò. «Quella è una zona eccellente da sviluppare.»

    «Sono anni che acquisti società per poi venderle a pezzi» sottolineò Richard mentre il resto del suo staff si imbarcava.

    Bastien aveva cominciato a comprare e vendere aziende ottenendo il massimo profitto possibile.

    Non c'era coscienza in quel genere di attività. Perdite e profitti erano un dato di fatto nel mondo degli affari. Le fortune si costruivano e sfumavano.

    Lui però aveva una capacità particolare nel guadagnare ingenti capitali. Aveva una intelligenza superiore alla media e la necessaria aggressività di un uomo che non aveva avuto alle spalle una famiglia ricca in grado di aiutarlo.

    Era un milionario che si era fatto da sé iniziando dal nulla e che era molto orgoglioso della sua indipendenza.

    In quel momento, però, non stava affatto pensando agli affari, bensì a Delilah Moore, l'unica donna che l'avesse respinto lasciandolo tormentato dal desiderio, oltre che frustrato per quella nuova esperienza. Il suo ego avrebbe retto quel secco rifiuto se lei fosse stata davvero disinteressata, ma lui sapeva bene che non era così perché aveva scorto nei suoi occhi il desiderio e percepito una certa tensione nel suo corpo.

    Poteva perdonare molto, ma non la sua disonesta insistenza che non lo voleva. Senza alcun timore gli aveva sbattuto in faccia la sua reputazione di sciupafemmine con lo stesso disprezzo con cui una signora avrebbe liquidato i maldestri approcci di un delinquente di strada.

    Dopo quasi due anni Bastien si sentiva ancora ribollire dentro per quella mancanza di rispetto nei suoi confronti, per non parlare delle menzogne e del suo immotivato attacco. E adesso la fortuna aveva voltato le spalle a Delilah Moore e alla sua famiglia, pensò soddisfatto. Dubitava che ora gli avrebbe vomitato addosso il suo disgusto.

    «Come sta?» chiese Lilah alla sua matrigna sottovoce, guardando il padre fuori nel cortile della sua casa.

    «Più o meno lo stesso» gemette Vickie, una graziosa bionda sulla quarantina, mentre lavava i piatti con la figlia piccola aggrappata a una gamba. «Ovviamente è depresso. Ha lavorato una vita intera per costruire quell'azienda e adesso è tutto finito. Si sente un fallito e il fatto di non riuscire a trovare un lavoro non lo aiuta di certo.»

    «Speriamo che salti fuori qualcosa presto» ribatté Lilah ottimista sollevando da terra Clara, la sorellina di due anni. Quando la vita si faceva difficile era convinta che fosse meglio trovare anche la minima ragione per essere contenti e celebrarla.

    Proprio in quel momento era intenta a ricordare a se stessa che sebbene il padre fosse in cattive acque dal punto di vista finanziario, in compenso la loro famiglia era unita e in buona salute. Allo stesso tempo la meravigliava il fatto di essersi avvicinata così tanto alla matrigna che un tempo aveva detestato. Aveva dato per scontato che Vickie fosse un'altra di quelle ragazze dedite solo al divertimento che piacevano tanto a suo padre. Poi però, a poco a poco, aveva dovuto ammettere che, malgrado i vent'anni di differenza, la coppia era profondamente innamorata.

    Il padre e Vickie si erano sposati quattro anni prima e Lilah adesso aveva due fratellini che adorava: Ben, di tre anni, e la piccola Clara. Attualmente la famiglia si era trasferita nella sua casetta composta da due stanze, un piccolo salotto e una cucina ancora più minuscola, ma finché il comune non avesse trovato loro un'altra sistemazione, o un lavoro al padre, non avevano molta scelta. La grande villa che possedevano una volta era sparita insieme all'azienda. Era stato venduto tutto per saldare i prestiti che erano stati chiesti alle banche nel disperato tentativo di salvare la Moore Components.

    «Spero ancora che Bastien Zikos lanci a tuo padre una cima di salvataggio» le confidò Vickie in un improvviso slancio di ottimismo. «Voglio dire, nessuno conosce la Moore Components meglio di Robert e di sicuro ci sarà qualche spazio dove potrà essere utile.»

    Lilah resistette a stento alla tentazione di ribattere che era più probabile che Bastien legasse un blocco di cemento ai piedi del genitore e lo buttasse in acqua. Del resto il milionario greco si era offerto di acquistare la società due anni prima, però la sua offerta era stata rifiutata.

    Il padre avrebbe dovuto vendere allora, pensò a malincuore. Tuttavia l'azienda navigava in acque tranquille e benché fosse stato tentato, alla fine Robert aveva deciso di non accettare la proposta. Non era nemmeno consolante il fatto che Bastien avesse previsto il disastro una volta resosi conto che il destino della Moore Components dipendeva da un unico, importante contratto. Non appena perso quello, l'azienda aveva iniziato a lottare per sopravvivere.

    «Ora sarà meglio che vada al lavoro» sospirò amareggiata chinandosi ad accarezzare il bassotto che si stava strusciando contro la sua gamba in cerca di attenzione. Da quando la sua famiglia si era trasferita lì Skippy era stato un pochino trascurato.

    Perplessa dall'allusione della matrigna, che vedeva Bastien Zikos come possibile salvatore, si infilò l'impermeabile e si strinse la cintura in vita.

    Lilah era magra e non particolarmente alta. Aveva i capelli neri e gli occhi blu. Era anche una dei pochi dipendenti ancora attivi all'interno della Moore Components adesso che era fallita. Soltanto il personale dell'ufficio Risorse Umane aveva conservato il posto mentre si occupava delle ultime incombenze amministrative. Presto anche lei sarebbe stata disoccupata.

    Vickie stava allacciando la giacca a Ben dato che Lilah lo avrebbe lasciato all'asilo mentre si recava al lavoro. Era una fredda giornata di primavera e c'era un vento gelido che le scompigliava i capelli. Si pentì di non esserseli legati. Sfortunatamente negli ultimi tempi soffriva di insonnia e si alzava a pezzi.

    Da quando aveva saputo che Bastien Zikos aveva acquistato la società del padre si sforzava di nascondere la sua apprensione. I curatori fallimentari erano entusiasti di avere un compratore e molti abitanti della zona speravano che il nuovo proprietario potesse riassumere alcuni dei dipendenti che avevano perso il lavoro.

    Soltanto lei, che aveva avuto modo di conoscere la gelida spietatezza di Bastien, era pessimista. Era davvero improbabile che lui arrivasse a dare buone notizie alla comunità.

    Tutto in quell'uomo la spaventava e la sua bellezza la innervosiva: il modo in cui guardava, parlava e si comportava.

    Sebbene Lilah avesse soltanto ventitré anni, era sempre stata alla larga dagli uomini belli, brillanti e sicuri di sé perché era convinta che la maggior parte di loro fosse bugiarda.

    Del resto persino suo padre un tempo era stato così: un adultero seriale le cui relazioni avevano procurato tanta infelicità alla madre. Sinceramente preferiva non ricordare quegli anni traumatici in cui aveva odiato il genitore. Per fortuna aveva smesso di comportarsi così dopo aver conosciuto Vickie e da allora si erano riavvicinati. Lei aveva imparato a rispettarlo e lo aveva perdonato.

    D'altro canto, Bastien non era mai stato un tipo da farsi una famiglia e non gli dispiaceva avere la reputazione di sciupafemmine. Era un predatore sessuale abituato a prendersi qualsiasi donna risvegliasse il suo desiderio. Era ricco, intelligente e incredibilmente sexy.

    Le donne cadevano ai suoi piedi non appena schioccava le dita, ma lei invece era corsa nella direzione opposta, determinata a non farsi spezzare il cuore da un maschio che la voleva solo per il suo corpo. Valeva molto di più, rammentò a se stessa. Lei desiderava un uomo che l'amasse davvero. Sentirsi attratta da Bastien Zikos era stato un incubo, così si era rifiutata di cedere alla tentazione.

    Ancora adesso, dopo due anni, ricordava la prima volta che lo aveva visto in una affollata sala d'aste. Bastien... alto, abbronzato e devastante con i suoi capelli scuri e gli occhi neri.

    Si trovava lì per un pendente che era appartenuto a sua madre e che Vickie, inconsapevole del suo affetto per quel gioiello, aveva venduto. Lei aveva deciso di riacquistarlo a quell'asta preferendo evitare un confronto con la matrigna. Già era stato sconvolgente scoprire che il padre avesse dato i gioielli di sua moglie alla nuova compagna!

    E la prima persona che aveva visto quel giorno era stato proprio Bastien, concentrato a esaminare un oggetto che gli stava mostrando un assistente.

    Quando si era diretta verso la medesima vetrina si era accorta che teneva fra le mani il cavalluccio marino in argento di sua madre.

    «Cosa stai facendo con quel pendente?» gli aveva chiesto con fare aggressivo.

    Bastien l'aveva trafitta con lo sguardo e in quell'istante lei aveva smesso di respirare; il cuore aveva

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