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Ricominciare a Samoa (eLit): eLit
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Ricominciare a Samoa (eLit): eLit
E-book146 pagine2 ore

Ricominciare a Samoa (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Una valigia per... Samoa - C'è solo la parola di Flynn a provare che sono marito e moglie, regolarmente sposati da due anni. Purtroppo Annie non si ricorda assolutamente nulla: come si sono conosciuti, innamorati e amati è tutto un oscuro mistero per lei. Ma, anche se le parole di Flynn fossero vere, come potrebbe fare da moglie a un perfetto sconosciuto? E poi ora si trova su una splendida isola nell'arcipelago di Samoa, dove tra l'altro ha incontrato...
LinguaItaliano
Data di uscita30 nov 2016
ISBN9788858962275
Ricominciare a Samoa (eLit): eLit

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    Anteprima del libro

    Ricominciare a Samoa (eLit) - Patricia Knoll

    successivo.

    1

    «Accidenti, che cipiglio, Flynn! Un orco infuriato ha un'aria da agnellino al confronto!»

    «Che?» fece Flynn Parker rallentando il passo e guardando la sorella minore, Brenna.

    «Ma non ti vedi proprio?» sbottò in una risata divertita Brenna. «Con quello sguardo, potresti incenerire all'istante chiunque abbia la sfortuna di incrociarti sul proprio cammino.»

    «Non capisco perché abbiano tutta quella frenesia addosso...» borbottò lui mentre osservava l'andirivieni del meccanico e del pilota. I due stavano cercando di apportare una piccola riparazione al velivolo che di lì a poco lo avrebbe trasportato all'isola di Upolu, nelle Samoa occidentali.

    La sorella lo prese sottobraccio e lo guardò con dolcezza e amorevole esasperazione. «La tua presenza li rende talmente nervosi, che non riescono a percorrere nemmeno dieci metri senza far cadere in terra tutti gli utensili. Secondo me, il pilota preferirebbe partire per una missione di combattimento, piuttosto che affrontare con te un viaggio così lungo.»

    «Non essere ridicola!» proruppe spazientito Flynn. «Che cosa ti induce a pensare che io trasmetta una tale tensione alle persone che mi circondano?»

    «Vuoi scherzare? La mamma e io abbiamo ricevuto un numero considerevole di petizioni da parte di ciascuno degli alberghi della catena in cui siamo state sollecitate a spedirti per un po' in vacanza, e il più lontano possibile!»

    «Molto divertente» commentò Flynn con un sorrisetto sarcastico. «Scommetto che si tratta di uno dei tuoi soliti scherzi... Soltanto tu avresti il coraggio di inviare quel genere di petizione!»

    «Grazie al cielo, non lavoro per te!» rise Brenna.

    Bionda e flessuosa, il sorriso sfrontato e uno spiccato senso dell'umorismo, Brenna era l'esatto contrario del resto della famiglia. Flynn e il padre, due perfetti stacanovisti, avevano l'abitudine di prendere tutto sul serio. Anche la madre era da sempre una donna tranquilla, posata e organizzata.

    Quando Flynn compì dieci anni, all'improvviso la loro vita fu scossa dalla nascita di Brenna. Fortunatamente, era sempre stata l'opinione di Flynn, altrimenti che noia sarebbe stata senza di lei! Occorreva proprio che arrivasse qualcuno a movimentare la loro piatta e banale esistenza, cadenzata soltanto dal lavoro.

    Brenna era una ragazza simpatica e molto estroversa. Amava stare a contatto con la gente ed era benvoluta da chiunque la avvicinasse. Ora stava frequentando l'ultimo anno di medicina veterinaria e Flynn era estremamente fiero dei suoi eccellenti risultati.

    Brenna aveva insistito per accompagnarlo di persona in aereo da San Francisco a Honolulu, dove era previsto lo scalo. Voleva infatti essere assolutamente certa che avrebbe preso il volo per Upolu per una breve vacanza e che non deviasse in qualcuno dei suoi alberghi, per portare avanti il solito lavoro.

    «Farai il possibile per rilassarti, vero?» gli chiese scrutandolo con i suoi occhi neri e vivi. «Promettimi che almeno per questa volta cercherai di non pensare agli affari, Flynn.» Subito dopo lanciò un'occhiata truce alla valigetta del fratello. «Speravo che vi avresti messo soltanto il costume da bagno e lo spazzolino da denti. Invece, scommetto che ci hai infilato anche il tuo inseparabile computer.»

    «Be', sai, devo finire un lavoro rimasto in sospeso, ma mi occuperà al massimo per qualche ora. Poi, come ti ho promesso, mi riposerò per tutto il tempo che trascorrerò laggiù.»

    «Mi rassicura solamente il fatto che quando fai una promessa la mantieni» sospirò Brenna. «Se non sbaglio, però, me ne avevi fatta un'altra...»

    Flynn sollevò il mento e volse altrove lo sguardo. La natura solare della ragazza pareva illuminare anche gli angoli più reconditi del suo animo, dove teneva custoditi i segreti del cuore.

    Guardò la vetrata dell'aeroporto e si fermò a osservare la propria immagine riflessa. Brenna aveva ragione: la sua espressione corrucciata era proprio terrificante! Il suo viso apparve ancora più tenebroso, ombreggiato dai folti capelli neri e dalle fitte sopracciglia che adombravano i suoi occhi verdi e profondi. Alla fine annuì. «Sì, ricordo.»

    «Sono già trascorsi due anni e tu non hai più avuto notizie di lei. Avesse almeno fatto un tentativo per contattarti!...»

    «Lo so, lo so» tagliò corto Flynn con uno scatto di impazienza per impedirle di ricordargli come si era conclusa quella triste storia.

    Invece di sentirsi offesa, Brenna gli diede un colpetto di incoraggiamento sulla spalla. «È tempo che tu riprenda a vivere, fratellone. Fatti coraggio! Sono certa che ce la farai.»

    Flynn si raddolcì e contraccambiò il gesto affettuoso. «Grazie. Ti prego di ripetermelo spesso.»

    La sorella fece un sospiro di rassegnazione. «Tanto so già che alla fine sarai sempre tu a prendere le tue decisioni. Come hai sempre fatto, del resto, e come farai sempre.»

    «D'altra parte, sono soltanto io che devo convivere con le conseguenze delle mie scelte.»

    «Mentre io e la mamma dobbiamo convivere con te, il che ultimamente non è un'impresa facile. Spero davvero che questa vacanza ti aiuti, Flynn.»

    «Mi aiuterà, perché quando sarò laggiù prenderò una decisione definitiva, in un senso o nell'altro.»

    «Bene» concluse Brenna abbracciandolo.

    Il pilota arrivò sulla soglia della saletta d'attesa e comunicò che l'aereo era pronto per il decollo.

    Flynn baciò la sorella e infine si incamminò verso la pista. Lo consolò il pensiero che a bordo sarebbe stato da solo. Detestava perdersi in chiacchiere inutili con altri passeggeri.

    Dopo alcune ore di viaggio al di sopra delle nubi, a un tratto un'ala del velivolo si inclinò. L'apparecchio cominciò a scendere di quota percorrendo il cielo in senso circolare. Fu così che Flynn vide per la prima volta Upolu, seconda isola in ordine di grandezza delle Samoa occidentali.

    Caratterizzata da spiagge bianchissime e da foreste lussureggianti di palme da cocco e di banani, risplendeva come un piccolo gioiello sullo sfondo verde giada dell'Oceano Pacifico. San Francisco, con i suoi grattacieli e le strade sempre dense di traffico, sembrava far parte di tutta un'altra galassia.

    Flynn contemplò dal finestrino la bellezza rigogliosa dell'isola. Cercò di puntare gli occhi sulla locanda in pietra a tre piani dove avrebbe alloggiato: la Apian Way. Oltre a quella, sull'isola avrebbe trovato anche campi da golf, sentieri ciclabili, campi da tennis e una stupenda baia dove era possibile fare il bagno o noleggiare barche per gite panoramiche.

    Il velivolo sarebbe atterrato all'aeroporto di Faleolo. Da lì Flynn avrebbe poi proseguito in automobile fino ad Apia, la capitale delle Samoa occidentali. La sua attenzione si concentrò successivamente sul largo e vide le onde cullare pigramente un incrociatore cabinato che traghettava i turisti in visita alle piccole isole di Manono e Apolima. Molti abitanti di Upolu addirittura ospitavano gli stranieri in vacanza nell'arcipelago sui loro pescherecci per battute di pesca che duravano anche un'intera giornata.

    Il luogo era magnifico e i servizi molto efficienti. Flynn aveva saputo che erano gestiti da uno dei proprietari della locanda. Sarebbe stato interessante osservare di persona come funzionavano le cose, pensò animato da un interesse di natura professionale.

    Emise un sospiro. La puntualità non era importante quel giorno, e non lo sarebbe stata per almeno due settimane. Aveva promesso alla sorella e alla madre di fare tutto il possibile per rilassarsi. Avrebbe pescato, giocato a tennis, camminato, preso il sole e nuotato nelle acque verdi dell'oceano. Da due anni non si concedeva una pausa!

    Già. Dalla morte del padre si era buttato a capofitto nel lavoro. Era sempre stato molto legato alla sua professione, ma da quando aveva ereditato l'intera compagnia, non vi era stato altro spazio nella sua esistenza che per la Parker Hotels.

    Del resto, non sapeva in quale altra maniera vivere. Se era vero che lavorare sodo scacciava i demoni, a quest'ora i suoi se l'erano data a gambe da un pezzo! Ora però doveva imparare a rilassarsi. Ecco perché aveva scelto quale luogo privilegiato per il proprio apprendistato la tranquilla isola di Upolu.

    Si sporse in avanti per ammirare il piccolo lembo di campo dietro la locanda. Era tutto fiorito!

    Mentre lo osservava, in un angolo del prato una ragazza dai capelli lunghi e biondo ramati volse in alto lo sguardo. Con la mano scostò una lunga ciocca dagli occhi, poi fece un gesto di saluto.

    Flynn sobbalzò e si aggrappò al sedile. Si sporse di nuovo nel tentativo di scorgere meglio il volto della ragazza, ma l'apparecchio all'improvviso fece una virata e il campo scomparve dalla sua visuale.

    Accidenti!, gemette in cuor suo abbandonandosi contro lo schienale. Perché sforzarsi di distinguere ciò che non avrebbe mai più rivisto? Da troppo tempo ormai qualsiasi donna dai capelli color del tramonto catturava la sua attenzione. Alla fine però nessuna era colei che aveva perduto nel nulla. Adesso ecco che aveva avuto nuovamente quella reazione! Era diventata quasi incontrollabile. E doveva finire!

    Grazie al suo temperamento ostinato e perseverante, aveva ottenuto sempre il successo pieno nel mondo degli affari. Non aveva mai mollato fino al raggiungimento del proprio obiettivo. Tranne quando si era trattato di lei...

    Brenna aveva ragione: era giunto il momento di lasciarsi il passato alle spalle. Era venuta l'ora di arrendersi e di accettare il fatto che non tutto nella vita poteva andare secondo i propri desideri, in particolare quando riguardava la relazione con altre persone. Sì, quella vacanza gli sarebbe servita per mettere a fuoco la situazione una volta per tutte e, sempre una volta per tutte, metterci una pietra sopra!

    Annie Locke ripose nel canestro le cesoie e i fiori recisi: un bel mazzo di margherite gialle e qualche fronda del suo arbusto preferito, il soffio del cielo. Si soffermò a guardare i fragili steli d'erba che ondeggiavano al vento provocato dal passaggio dell'aereo.

    Si passò una mano tremante sul viso e si asciugò le lacrime che erano scese abbondanti dai suoi profondi occhi azzurri. Quel velivolo era così simile a quello in cui avevano trovato la morte mamma e papà! Da allora non ce l'aveva più fatta a mettere piede su un aereo, ma almeno ora era in grado di guardarne uno senza rabbrividire di spavento.

    Con un sospiro si rialzò e a passi lenti uscì dal campo recintato. Si diresse alla locanda, lottando contro la forza del vento che la sospingeva indietro.

    Le era stato annunciato che oggi sarebbe giunto ad Apia un ospite molto speciale e per lui era andata nel campo a raccogliere quei fiori magnifici. Intanto Martin, il custode del campo, si era recato all'aeroporto di Faleolo per ricevere il nuovo cliente e accompagnarlo alla locanda con la sua jeep.

    Se si fosse affrettata, sarebbe arrivata in tempo

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