Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Assaggio di passione (eLit): eLit
Assaggio di passione (eLit): eLit
Assaggio di passione (eLit): eLit
E-book182 pagine2 ore

Assaggio di passione (eLit): eLit

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Cantare di fronte ai membri del Mayfair Gentlemen's Club non è la massima aspirazione per Issy Helligan. La situazione si fa ancora più umiliante quando riconosce tra il pubblico Gio Hamilton, che un tempo le ha spezzato il cuore. Perché si sente ancora tanto attratta da lui? Forse perché quell'assaggio di passione non è bastato a placare la loro sete reciproca?



Titoli legati:

1)Sexy tra le lenzuola

2)Ancora nel suo letto

3)Nel letto di uno sconosciuto

4)Assaggio di passione

5)Attrazione evidente
LinguaItaliano
Data di uscita31 ott 2016
ISBN9788858961513
Assaggio di passione (eLit): eLit
Autore

Heidi Rice

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

Leggi altro di Heidi Rice

Autori correlati

Correlato a Assaggio di passione (eLit)

Ebook correlati

Erotismo per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Assaggio di passione (eLit)

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Assaggio di passione (eLit) - Heidi Rice

    successivo.

    1

    I tacchi a spillo degli stivali di pelle, alti fino a metà coscia, risuonavano come spari sul pavimento di marmo dell'esclusivo club per soli uomini che l'aveva ingaggiata. Susseguendosi ritmati nel lungo corridoio, sembravano i colpi di un intero squadrone che si allenava al tiro a bersaglio.

    Abbigliamento decisamente appropriato.

    Sospirando, Issy si fermò davanti a una porta chiusa. Gli spari smisero, ma il suo stomaco continuò ad agitarsi. Riconoscendo i sintomi del panico da palcoscenico, Issy si premette il palmo della mano sul diaframma mentre cercava di trovare un minimo di concentrazione.

    Calmati. Puoi farcela. Sei una professionista del teatro, con sette anni di esperienza alle spalle.

    Sentendo il fragore delle risate maschili, cercò di tener ferme le ginocchia mentre, sotto l'impermeabile Versace di seconda mano, una sottile scia di sudore le scorreva lungo la schiena.

    Tante persone si fidano di te. Persone a cui sei affezionata. Gli sguardi lascivi di un gruppo di vecchi fossili sono un piccolo prezzo da pagare se paragonati alla possibilità di riuscire a conservare il posto di lavoro a tutti.

    Era un mantra che non aveva fatto altro che ripetersi durante l'ultima ora, senza però trarne grossi benefici.

    Dopo aver sciolto il nodo della cintura, si tolse l'impermeabile e lo sistemò sulla poltrona imbottita accanto alla porta. Quindi diede un'altra occhiata al costume che aveva indossato.

    Il satin rosso fuoco strizzava le sue curve abbondanti dandole un aspetto a clessidra e facendo apparire il solco tra i seni come un capriccio della natura.

    Tirò un profondo respiro, e le stecche del corpetto si conficcarono tra le sue costole.

    Mentre contava fino a dieci, si tolse la fascia dai capelli e lasciò che la massa di riccioli le ricadesse sulle spalle nude.

    In effetti, il costume adoperato nella produzione del Rocky Horror Picture Show della stagione precedente non si poteva certo dire sobrio, ma non c'era stata scelta con un così breve preavviso. E poi, l'uomo che aveva prenotato quell'esibizione non aveva in mente nulla di sobrio.

    «Provocante, mia cara. È questo il look che cerco» le aveva detto con quel suo detestabile accento di Eton. «Roderick sta per trasferirsi a Dubai. Vogliamo fargli vedere cosa si lascia dietro. Quindi, non lesinare su tette e culo, tesoro.»

    Ebbene, sì. Aveva usato proprio quella espressione. Issy era stata sul punto di dirgli di andare a quel paese e chiamare una spogliarellista, ma poi lui aveva menzionato la cifra astronomica che era disposto a sborsare per uno spettacolino decente, e così la sua lingua si era paralizzata.

    Dopo sei mesi passati a economizzare su tutto e a cercare disperatamente uno sponsor per il teatro, Issy aveva esaurito quasi tutte le speranze di riuscire a trovare un modo per raggranellare la cifra che le serviva per riuscire a tenere aperto il Crown and Feathers ancora per una stagione. L'agenzia di telegrammi cantati che aveva messo su era stata un'idea per trovare fondi che sulle prime aveva trovato brillante. Finora però avevano avuto soltanto sei richieste, e tutte da parte di amici che cercavano di aiutarli. Dal momento che in sette anni era passata da ultima ruota del carro a direttore generale del teatro, tutti confidavano in lei per non perdere il posto di lavoro.

    Issy sospirò. Il peso della responsabilità le dava il mal di testa, quasi quanto le stecche di balena del corpetto che le comprimevano i polmoni. Con la banca che chiedeva la restituzione anticipata del prestito, oltre alla copertura dello scoperto, gli scrupoli femministi erano un altro dei lussi che non poteva più permettersi.

    Quando, otto ore prima, aveva preso la prenotazione, si era decisa a vederla come un'opportunità d'oro. Aveva pensato di cimentarsi in un'interpretazione provocante ma con gusto di Life is a Cabaret, con un tantino di tette e culo sufficiente ad accontentare il cliente, e di portarsi così a casa una discreta somma da aggiungere al kit di sopravvivenza del Crown and Feathers. Inoltre, con quella performance il loro nome sarebbe potuto circolare tra nuovi potenziali clienti. Dopotutto, quello era uno dei club per soli uomini più esclusivi al mondo. Vantava tra i propri soci principi, duchi e lord, per non parlare dei più ricchi e potenti uomini d'affari europei.

    In effetti, avrebbe dovuto essere una passeggiata. Aveva chiarito molto bene in cosa consistesse un telegramma cantato al tizio che l'aveva prenotato. E non credeva che Roderick Carstairs e i suoi amici potessero essere più spinosi dei ventidue bambini scalmanati a cui aveva cantato Happy Birthday la settimana precedente.

    O almeno, sperava ardentemente che non lo fossero.

    Ma mentre apriva la pesante porta di quercia che dava nella East Wing Common Room del Mayfair Gentlemen's Club sentì una raffica di fischi e risate sguaiate provenire dall'interno, e quella speranza svanì come neve al sole.

    A giudicare dal vociare, il pubblico era molto più caldo di quanto avesse sperato, e per nulla preistorico. Sentiva il corpetto soffocarle la gabbia toracica mentre indugiava sotto l'arco della porta, ancora nascosta alla loro vista.

    Improvvisamente, mettere insieme uno spettacolino decente non sembrava più tanto una passeggiata.

    Issy rimase ferma a osservare le vecchie librerie che circondavano la stanza, cercando il coraggio di entrare nella tana del leone, quando notò un movimento sulla balconata di lato a lei. Una figura maschile alta e slanciata si stagliava nel buio. L'uomo andava su e giù parlando al cellulare. Era impossibile distinguere i suoi lineamenti, ma una sensazione di déjà vu le fece venire la pelle d'oca. Momentaneamente imbambolata mentre osservava le ampie spalle dello sconosciuto e l'incedere felino con cui si muoveva nello spazio angusto, Issy rabbrividì, pensando a una tigre che si aggirava in gabbia in cerca di una preda.

    Il coro infervorato di voci maschili che proveniva dall'ampia sala la fece però, sobbalzare, facendola tornare improvvisamente alla realtà.

    Concentrati, Issy, concentrati.

    Si drizzò e fece un passo avanti, ma il suo sguardo venne nuovamente attirato dall'uomo sulla balconata. Lo sconosciuto aveva smesso di camminare. Possibile che la stesse guardando a sua volta?

    Le tornò ancora in mente l'idea della tigre. Poi l'immaginazione le giocò un brutto scherzo. «Gio?»

    Senza fiato, Issy si sentì avvampare.

    Ignora quell'uomo.

    Distolse a fatica lo sguardo, contrariata dal fatto che il solo pensiero di Giovanni Hamilton avesse ancora il potere di sconvolgerla.

    Non essere ridicola.

    Quel tipo non poteva essere Gio, cercò di rassicurarsi. Non poteva essere così sfortunata. Trovarsi a faccia a faccia con uno degli errori più grandi della sua vita proprio mentre stava per farne un altro era davvero troppo. Era chiaramente lo stress a darle le allucinazioni.

    Drizzò le spalle e tirò il respiro più profondo che le stecche del corpetto le consentissero.

    Basta con le crisi nervose. Bisogna andare in scena.

    Dirigendosi verso il centro della sala, attaccò col capolavoro di Liza Minnelli, ma non appena si trovò davanti Roderick e i suoi amici, si paralizzò. Quella folla di giovani figli di papà depravati e completamente sbronzi balzò in piedi e, tra risate e ululati, sembrava volerla divorare.

    Issy si sentì stringere la gola. Un'immagine di sé come una novella Cappuccetto rosso data in pasto a un manipolo di lupi ubriachi le attraversò il cervello facendola rabbrividire d'orrore.

    Persino un plotone di esecuzione sarebbe stato più attraente in quel momento.

    Che diavolo era saltato in mente a Isadora Helligan? Perché aveva deciso di cominciare a fare la spogliarellista?

    Gio Hamilton era rimasto immobile e senza parole, gli occhi fissi sulla giovane donna che avanzava nella grande sala con la disinvoltura di una cortigiana. L'intera figura si muoveva in sintonia con quelle gambe lunghe e flessuose. Il costume era così succinto che avrebbe fatto arrossire una squillo.

    «Gio?» La voce del suo responsabile marketing che lo chiamava da Firenze crepitò a quel punto nel telefono.

    «Sì, sono io» rispose lui in italiano. Avvicinò il telefono all'orecchio e cercò di concentrarsi. «Abbiamo un problema con il progetto a Venezia» annunciò. «Sai bene quanto le autorità italiane adorino le lungaggini burocratiche, ma probabilmente si tratta solo di una formalità. Mi faccio sentire io appena ho buone notizie, okay?» Fece una pausa, poi concluse: «Sì, certo. Ciao, allora». Chiuse rapidamente la conversazione e tornò a osservare la donna, nascosto dal buio della balconata.

    No. Non poteva essere la ragazza dolce, impulsiva e incredibilmente ingenua con cui era cresciuto.

    Poi però notò la pelle chiara delle spalle tempestate di efelidi ed ebbe la conferma di quello che aveva temuto. Si sentì rimescolare il sangue nelle vene al solo pensiero dell'ultima volta che l'aveva vista... con quella pelle lentigginosa arrossata dalle sue furiose carezze e quei riccioli ribelli color tiziano arruffati dalle sue mani.

    Le note seducenti di una vecchia canzone che si udiva a stento tra le grida e le risate volgari lo riportarono bruscamente al presente. La voce di Issy, morbida e vellutata, gli diede i brividi, elettrizzandolo. Poi la canzone si interruppe bruscamente, soffocata dai ripetuti: «Nuda! Nuda!» che urlavano Carstairs e la sua cricca.

    Il disprezzo di Gio per quell'arrogante damerino e per i suoi amichetti si trasformò in disgusto quando Issy, raggelata, smise del tutto di cantare. Di colpo non era più la giovane e inesperta sirena tentatrice che lo aveva sedotto in una calda serata estiva di tanti anni prima, ma la ragazzina maldestra e adorante dagli occhi turchesi che gli era stata alle costole per tanto tempo durante la sua adolescenza.

    Si ricacciò in tasca il telefono, mentre la rabbia, l'eccitazione e qualcos'altro a cui preferiva non dare un nome lo sconvolgevano fin nel profondo.

    Poi Carstairs fece un balzo in avanti e afferrò Issy per la vita. Lei voltò la testa repentinamente per schivare quel bacio sbronzo.

    Al diavolo!, imprecò Gio tra i denti. Un bisogno primitivo di proteggerla si impadronì di lui.

    «Tieni le tue sporche mani giù da lei, Carstairs.»

    La minaccia echeggiò nella sala mentre undici paia di occhi si voltavano contemporaneamente nella sua direzione.

    Quando lo vide avvicinarsi a lei, Issy indietreggiò e lo fissò a occhi sgranati.

    Carstairs sollevò la testa, la faccia arrossata per lo champagne annebbiata dalla confusione.

    «Che diavolo...?»

    Gio gli centrò la mascella con un sinistro, e mentre Carstairs si accasciava al tappeto il dolore lo colpì di rimbalzo al braccio. «Dannazione!» imprecò tra i denti, strofinandosi le nocche doloranti.

    Percependo il respiro affannoso di Issy, si voltò nell'esatto momento in cui lei perdeva i sensi. La afferrò al volo impedendole di cadere e la sollevò tra le braccia. Decise di ignorare le battute e le urla di protesta che provenivano dagli amici di Carstairs. Nessuno di loro era sufficientemente sobrio, o abbastanza coraggioso, da creargli problemi.

    «Si liberi di questo rifiuto umano appena si riprende» ordinò al maggiordomo che si era affrettato a intervenire.

    Quest'ultimo fece un rapido inchino. «Sì, d'accordo. La signora si riprenderà?»

    «Starà bene. Quando avrà finito con Carstairs, faccia mandare un po' d'acqua con ghiaccio e del brandy nel mio appartamento...» borbottò lui.

    Mentre si avviava lungo il corridoio in direzione dell'ascensore, Gio tirò un profondo respiro e, sentendo il profumo dello shampoo di Issy, capì che non era solo la mano a dolergli.

    Dopo aver fatto un cenno del capo al maggiordomo, entrò in ascensore con Issy ancora priva di sensi tra le braccia. Fu solo allora che Gio poté guardarla per la prima volta bene in viso.

    Osservò la deliziosa spruzzata di lentiggini sul naso all'insù e le labbra carnose atteggiate in un irresistibile broncio. Nonostante il trucco pesante sugli occhi e lo strato consistente di rossetto vermiglio, quel viso a forma di cuore conservava ancora l'antica combinazione di innocenza e sensualità che gli aveva provocato tante nottate insonni in passato.

    Il suo sguardo indugiò sulla pienezza del décolleté, a stento contenuta dal corpetto di satin rosso scuro. Il vecchio ascensore vibrò quando si fermò al suo piano. Gio si sistemò meglio tra le braccia quel corpo esplosivo e cominciò a percorrere il corridoio che conduceva all'appartamento che aveva a disposizione al club.

    Anche a diciassette anni Issy Helligan era stata una forza della natura. Impossibile tanto da ignorare quanto da controllare. Nonostante lui fosse stato sempre uno coriaceo, Issy era comunque riuscita a fargli perdere la testa. E da quello che aveva potuto constatare, le cose non erano cambiate più di tanto.

    Spinse la porta della suite ed entrò nella stanza. Sistemando Issy sul letto, fece un passo indietro e rimase a osservarne nella penombra il corpo a malapena coperto dal costume.

    E ora che avrebbe fatto con lei?

    Non aveva idea di cosa lo avesse spinto a correre in suo soccorso. Ma dare a Carstairs un bel diretto e mettere quell'idiota al tappeto gli era parsa l'unica cosa sensata da fare in quel momento. Nonostante la splendente armatura, non era però il cavaliere di nessuno.

    A quel punto si accigliò e, mentre la osservava, la sua irritazione crebbe al pari dell'eccitazione.

    Di che diavolo era fatto quell'affare in cui era intrappolata? Era forse corazzato? Non c'era da meravigliarsi che fosse svenuta. Sembrava che facesse fatica persino a respirare.

    Imprecando tra sé,

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1