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Nella trappola del milionario: Harmony Collezione
Nella trappola del milionario: Harmony Collezione
Nella trappola del milionario: Harmony Collezione
E-book171 pagine2 ore

Nella trappola del milionario: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Bloccata in Italia contro la sua volontà, Katie Whittaker è scioccata di scoprire chi arriva in suo soccorso. Jared Caine, che anni prima l'ha umiliata rifiutando le sue avance, è diventato ancora più irresistibile, e a lei bastano poche ore per rendersi conto di desiderarlo ancora disperatamente!

Per riuscire a proteggerla al meglio, Jared porta Katie nella sua lussuosa villa. Con il passare dei giorni, l'attrazione fra loro cresce, e il solido autocontrollo di Jared rischia di crollare sotto l'attacco sensuale delle labbra dell'unica donna che ha in pugno il suo cuore.
LinguaItaliano
Data di uscita20 mar 2019
ISBN9788858995068
Nella trappola del milionario: Harmony Collezione
Autore

Heidi Rice

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Nella trappola del milionario - Heidi Rice

    successivo.

    Prologo

    È il tuo momento. Non rovinare tutto.

    Katie Whittaker premeva l'orecchio contro la porta del soggiorno, sforzandosi di captare la voce di Jared Caine, che stava parlando al cellulare. Il cuore le batteva forte in gola.

    «L'udienza di Lloyd Whittaker è fissata per domani. Ho incaricato Danners e Ramirez di scortarla in tribunale, per testimoniare. Sta reggendo bene. Non è brava a prendere ordini ma è abbastanza coraggiosa, per essere una bambina che ha visto picchiare brutalmente la sorella.»

    Una bambina?

    Una vampata di calore infernale le colorì le guance.

    Aveva diciannove anni!

    Non era più una bambina. Non dopo ciò che era accaduto due settimane prima.

    Un brivido le corse lungo la spina dorsale al ricordo delle grida di sua sorella Megan che implorava aiuto, dietro una porta chiusa.

    Non pensarci, ora...

    Adesso Megan era al sicuro, in Italia, con Dario De Rossi, il multimilionario che aveva salvato sua sorella, la notte in cui Lloyd Whittaker si era rivelato una bestia. Dario, l'uomo che stava per sposare.

    Katie inghiottì a fatica un nodo di panico.

    Megan meritava di essere felice. Meritava di essere la sorella Whittaker che si godeva la vita su un'isola privata in Italia, insieme al suo splendido fidanzato, perché era stata lei ad affrontare il loro padre, subendo la sua rabbia brutale, mentre Katie, come al solito, se l'era squagliata senza nessun danno.

    Invece di aprire quella maledetta porta e salvare Megan, era scappata e aveva chiamato Dario De Rossi perché facesse il lavoro per lei.

    Era per questo che Jared Caine, l'esperto di sicurezza cui Dario l'aveva affidata, pensava che fosse una bambina? Sapeva che razza di vigliacca era stata?

    Fin dal loro primo incontro, quando Dario le aveva presentato il suo amico Jared e lui le aveva stritolato la mano, Katie aveva desiderato piacergli. Ma tutti i tentativi che aveva fatto per attirare la sua attenzione, per farsi notare, erano caduti nel vuoto.

    Quando Katie eseguiva i suoi ordini alla lettera, Jared smetteva di farsi vedere, affidandola ai suoi uomini. Quando invece scalpitava, rifiutandosi di obbedire ciecamente, invece di rendersi conto che lei era troppo cresciuta per essere trattata come una bambina, lui si dimostrava ancora più distaccato mentre ascoltava le sue lamentele, continuando imperterrito a impartirle ordini.

    Ma quella sera la situazione era destinata a cambiare. Stava per dimostrare a Jared che non era più la bambina spaventata che era scappata, abbandonando la sorella in difficoltà. Stava per mostrargli la vera Katie. Che poteva essere forte, intelligente e coraggiosa, proprio come Megan.

    Se ci si metteva...

    Il panico costringeva il suo stomaco a lottare con l'hamburger che aveva mangiato a cena.

    Tutto quello che devi fare è mostrargli chi sei veramente. A quel punto afferrò la maniglia e cercò il coraggio di aprire la porta.

    Lo sai chi sei, Katie? Sei identica a tua madre! Quella frase ripetuta spesso da Lloyd Whittaker le balenò in mente, insidiosa, distruttiva e le sue dita si strinsero sulla maniglia.

    Non è vero!

    Lei non era affatto come Alexis Whittaker, la donna che aveva deluso tutti quelli che avevano osato amarla. Megan glielo aveva ripetuto per anni... ogni volta che Lloyd Whittaker l'aveva accusata di essere stupida, sconsiderata e superficiale. E comunque, due settimane prima, avevano scoperto che il padre aveva un'amante e l'unico motivo per cui non se n'era andato da un pezzo era stato l'accesso al loro fondo fiduciario, che stava saccheggiando da anni.

    Quindi che ne sapeva lui? Come osava parlare?

    La serratura scattò e Katie entrò nella stanza. Il respiro che aveva trattenuto fino ad allora uscì in un soffio quando Jared sollevò il viso dal suo cellulare.

    L'alta figura scura che si stagliava nel vano della finestra, alla luce dei lampioni della strada, scattò subito in allerta.

    «Katherine? C'è qualche problema?» Infilò il cellulare nella tasca posteriore dei pantaloni. L'intensità del suo sguardo la scaldò e le diede il coraggio di attraversare la stanza.

    Amava il modo in cui lui la guardava. Come se non riuscisse a vedere altro che lei. Come se fosse la sola persona che gli importava in quel momento. Nessuno l'aveva mai fissata con tanta concentrazione. Nemmeno Megan.

    Si sforzò di avanzare. I piedi scalzi affondavano silenziosamente nel tappeto.

    «Forse» disse, trattenendo il respiro.

    «Che succede?» Avvertì una nota di preoccupazione. Il battito del suo cuore era così accelerato che lo sentiva rimbombare nelle orecchie.

    Jared si preoccupava.

    Dietro quella cortina di distacco e professionalità si preoccupava per lei...

    Non si fermò fino a quando non fu a un passo da lui. Lasciò vagare lo sguardo sull'intrigante cicatrice che gli segnava il labbro, sui capelli in stile Marine degli Stati Uniti, che lo faceva sembrare capace di spazzare via una postazione talebana da solo, sulla bocca sensuale che non sorrideva mai, sugli impressionanti muscoli delle braccia e su quelli delle spalle che tendevano oltre ogni limite le cuciture della bella camicia bianca.

    Con il suo metro e settanta abbondante, si era sempre sentita troppo alta, ma Jared Caine aveva dovuto abbassare la testa per guardarla negli occhi.

    Rendersi conto di quanto fosse imponente le trasmise un fremito alle parti basse, mentre la stretta ai polmoni sembrò intensificarsi.

    «Perché non mi chiami Katie?» gli domandò.

    Il suo sguardo rimase fermo, l'azzurro dei suoi occhi era così profondo e intenso, alla luce dei lampioni, che Katie si sentì annegare. Ogni centimetro della sua pelle reagì pizzicando.

    La consapevolezza di lui era così forte che sentì liquefarsi i muscoli del ventre.

    Lo vide contrarre la mascella, sotto l'ombra scura della barba, mentre puntava lo sguardo verso il basso.

    Venne avvolta da una vampata di calore che le ricordò la forte scarica elettrica che aveva provato l'unica volta che era riuscita a toccarlo. Ma non si stavano toccando, ora.

    Il cotone della maglietta le raspava come carta vetrata i capezzoli inturgiditi.

    Si strinse le braccia al petto, pentendosi di non aver indossato un reggiseno.

    Poteva vedere l'effetto che aveva su di lei? Era una cosa buona o cattiva?

    Lui sospirò. «Vai a letto, Katherine» disse alla fine con un tono burbero.

    «Io non voglio andare a letto, voglio stare qui con te» rispose fissandogli la bocca e la sottile cicatrice bianca che attraversava il labbro superiore. Come sarebbe stato baciarlo? Ed essere baciata da lui?

    Il solo pensiero le diede le vertigini.

    «Non è una buona idea.» La sua voce era così roca che le riverberò tra le cosce, proprio dove si accarezzava di notte, quando pensava a lui.

    «Perché no?» Sentì il cuore svolazzarle nel petto quando Jared socchiuse le palpebre. Poteva sentire il suo profumo di sapone e muschio.

    «Penso che tu sappia il perché.»

    Era tutto l'incoraggiamento di cui aveva bisogno. Non la stava più guardando come se fosse una bambina. Una scarica di adrenalina cancellò tutti i suoi pensieri, tranne uno.

    Fallo! Bacialo...

    Si sollevò sulle punte e gli passò le braccia intorno al collo.

    I seni morbidi premettero contro quel petto d'acciaio, mentre posava le labbra sulle sue.

    Avvertì un fresco soffio di menta sulla guancia, quando Jared imprecò, ma il suo respiro affannoso sembrava accarezzarla dolcemente tra le gambe. Accecata dal desiderio passò la punta della lingua sulla cicatrice, infilandogli le dita tra i capelli. Lui socchiuse le labbra e Katie raccolse l'invito, esplorando ogni millimetro della sua bocca calda, assaporandolo famelica, insistente, bruciante di desiderio.

    Due grandi mani l'afferrarono alla vita, stringendo il cotone leggero della sua maglietta. Un senso di gioia e di trionfo le esplose dentro, mentre la lingua di Jared prendeva il sopravvento.

    Il frenetico pulsare della carne umida e arroventata tra le cosce era una tortura alla quale non si sarebbe sottratta per nulla al mondo.

    Ma prima che si lasciasse trascinare dall'euforia, lui distolse la bocca e fece un balzo indietro.

    «Dannazione, Katherine. Smettila!» Le afferrò i polsi costringendola ad abbassare le braccia poi gliele passò dietro la schiena. Gli occhi azzurri sembravano due cristalli di ghiaccio, su quel duro viso mascolino. «Che gioco pensi di fare?» Quelle parole sradicarono l'euforia alla radice, come un colpo di machete.

    «Scusa» borbottò. «Pensavo che...»

    «Cosa? Che volessi essere baciato da te?» Il tono gelido le solcò il cuore. «Be', non è così.»

    Raddrizzò le spalle e liberò i polsi dalla sua presa. Si strinse le braccia intorno alla vita, cercando di nascondere il tormento del suo rifiuto. Perché alla fine la respingevano tutti? Perché era indegna d'amore?

    Sarebbe voluta sparire. Farsi così piccola che nessuno sarebbe mai più riuscito a vederla. Soprattutto quando la domanda che non aveva mai osato fare le scivolò fuori dalle labbra.

    «Perché no?»

    Lui si passò le mani tra i capelli, più teso e agitato di come l'avesse mai visto. «Perché sei una ragazzina» le rispose, addolcendo un po' il tono della voce. «E io non bacio le ragazzine.»

    Schiacciata dall'umiliazione, si sforzò di sollevare la testa. Sembrava così scioccato e arrabbiato che a Katie sfuggì una risata quasi isterica, che andò a mascherare la ferita di quel rifiuto.

    Aveva voluto provocare una reazione in Jared Caine e ci era riuscita. Sfortunatamente era quella sbagliata.

    Lui aggrottò le sopracciglia. «Pensi che sia divertente?» sbottò.

    Non lo era... Infatti era il momento meno divertente della sua vita, ma non poteva permettergli di capirlo.

    «Sì, penso che sia divertente» mentì, raddrizzando di nuovo le spalle e sollevando il mento, assumendo la po-sa che aveva usato molto spesso davanti a Lloyd Whittaker per mascherare il dolore di sentirsi respinta.

    «Tu, mocciosa viziata!» L'espressione di Caine era dura, gelida. «Se fai ancora una cosa del genere ti prendo sulle ginocchia e ti sculaccio come meriti. Non mi importa di chi sei sorella!»

    «Non preoccuparti, non lo farò più» reagì. «Non sei nemmeno bravo.»

    Non era vero, naturalmente. Per quel breve istante di beatitudine, si era sentita in paradiso.

    Si voltò e corse fuori dalla stanza, sbattendo la porta.

    Ma per quanto corresse, non riusciva a liberarsi della tristezza che le dilagava dentro come un virus.

    Quando raggiunse il suo letto, nascose la testa nel cuscino per soffocare i singhiozzi.

    Non voleva che lui la sentisse piangere, ma l'angoscia mise in moto la memoria con feroce crudeltà. Le urla di suo padre, le parole terribili che aveva gridato a Megan mentre la frustava senza pietà con la cintura.

    Siete proprio come lei! Nessuna lealtà... nessun rispetto... siete due piccole sgualdrine!

    Katie si raggomitolò su se stessa, cercando di cancellare le immagini che la stavano tormentando da due interminabili settimane, ma continuavano a girarle in mente, come un film dell'orrore. Il corpo di Megan accasciato sul pavimento, le braccia sollevate per proteggersi la testa, mentre la pesante cinghia di cuoio si abbatteva senza sosta su di lei. Lo schiocco dei colpi tra le grida di suo padre...

    Katie era scossa dai singhiozzi a tal punto che non riusciva a respirare.

    Ma il desiderio pulsava ancora tra le sue cosce, sentiva le labbra turgide e le guance bruciare dallo sfregamento della barba di Caine.

    La verità cominciò a riecheggiarle nella mente, al-l'infinito, come un disco rotto.

    Lloyd Whittaker aveva sbagliato punendo Megan per i peccati della loro madre, ma su di lei aveva sempre a-vuto ragione.

    E ora lo sapeva anche Jared Caine.

    1

    Cinque anni dopo, Costiera Amalfitana, Italia

    Per favore non morire...

    Katie pregava con tutte le sue forze, ma il dio delle batterie non doveva essere in ascolto, perché lo schermo dello smartphone restava sul nero stabile.

    Si mise a piagnucolare e smise di camminare... o meglio di zoppicare, lungo la stradina di campagna, quando realizzò che essere stata rapinata di tutti i suoi beni da una coppia di ladri adolescenti non era la cosa peggiore che potesse capitarle quel giorno.

    Il sole era affondato di un altro centimetro verso l'orizzonte, allungando le ombre sulla distesa di agrumeti arroccati sulla collina.

    Quella mattina, all'alba, era stata rapita dalla meraviglia del panorama, quando si era avventurata lungo la strada deserta, sulla sua Vespa di seconda mano, in cerca di una baia appartata per dipingere. Ma ora l'ansia cresceva, aggiungendosi alla

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