Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Le leggi del desiderio: Harmony Collezione
Le leggi del desiderio: Harmony Collezione
Le leggi del desiderio: Harmony Collezione
E-book163 pagine3 ore

Le leggi del desiderio: Harmony Collezione

Valutazione: 5 su 5 stelle

5/5

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Xanthe Carmichael ha appena scoperto due cose:

1. Il suo ex marito potrebbe strapparle metà della compagnia.

2. È ancora sposata con lui!

Così vola a New York, documenti per il divorzio alla mano, decisa a mettere definitivamente fine a uno dei periodi più bui della propria vita. Ma non è pronta alla scarica di desiderio che la attraversa non appena posa gli occhi su Dane Redmond. Possibile che il suo corpo non abbia alcuna memoria di tutto il dolore che lui le ha causato? Anche Dane sembra restio a firmare quei documenti: sta davvero verificando ogni clausola o sta pensando a un modo per riportarla nel proprio letto?
LinguaItaliano
Data di uscita20 ott 2017
ISBN9788858971383
Le leggi del desiderio: Harmony Collezione
Autore

Heidi Rice

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

Leggi altro di Heidi Rice

Autori correlati

Correlato a Le leggi del desiderio

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Le leggi del desiderio

Valutazione: 5 su 5 stelle
5/5

1 valutazione0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Le leggi del desiderio - Heidi Rice

    successivo.

    1

    Xanthe Carmichael entrò nello scintillante edificio di ventisei piani in acciaio e vetro che ospitava la Redmond Design nel West Side di Manhattan, soddisfatta di come il ticchettio dei tacchi sul pavimento suggerisse esattamente ciò che lei voleva dicessero.

    Attenzione, ragazzi, donna disprezzata sul piede di guerra.

    Dieci anni dopo che Dane Redmond l'aveva abbandonata nella squallida stanza di un motel alla periferia di Boston, Xanthe era pronta a tirare il sipario sulla loro breve e catastrofica relazione.

    Dopo sei ore di volo da Heathrow e due giorni e due notti trascorsi a pensare a come avrebbe potuto gestire la bomba inesplosa che il capo del suo ufficio legale, Bill Spencer, le aveva gettato ai piedi mercoledì pomeriggio, lei era pronta a ogni eventualità.

    Qualunque cosa Dane Redmond avesse significato un tempo, la situazione potenzialmente disastrosa che Bill le aveva svelato non rappresentava più nulla di personale. Si trattava soltanto di affari. E non c'era nulla che potesse intromettersi tra lei e gli affari.

    La Carmichael, una compagnia nautica con una storia di duecento anni, apparteneva alla sua famiglia da quattro generazioni e costituiva l'unica cosa che davvero contasse per lei, al momento. Avrebbe fatto l'impossibile per proteggere quest'ultima e la posizione recentemente acquisita di amministratore delegato e azionista di maggioranza.

    «Buongiorno, sono la signorina Sanders, di Londra» comunicò alla donna impeccabilmente vestita che trovò alla reception, fornendo il falso nome utilizzato quando aveva richiesto l'appuntamento. Per quanto sicura si sentisse, infatti, non avrebbe mai concesso alcun preavviso a un combattente come Dane. «Ho un appuntamento con il signor Redmond per discutere di un incarico.»

    La donna le rivolse un sorriso immacolato quanto il proprio aspetto. «È un piacere conoscerla, signorina Sanders.» Sfiorò lo schermo di fronte a sé e sollevò il telefono. «Se vuole accomodarsi, l'assistente del signor Redmond, Mel Mathews, la raggiungerà fra pochi minuti per accompagnarla al diciottesimo piano.»

    Il cuore di Xanthe prese a battere forte mentre attraversava l'atrio in cui campeggiava il modello di un enorme catamarano appeso al soffitto. Una targa d'ottone tirata a lucido annunciava come l'imbarcazione fosse valsa alla Redmond Design due prestigiosi trofei consecutivi.

    La bomba di Bill sarebbe risultata meno problematica se Dane fosse stato ancora il ragazzo che suo padre aveva allontanato con tanta facilità sminuendolo come un pezzente senza classe né prospettive; a ogni modo non si sarebbe lasciata intimidire dal fenomenale successo che Dane aveva acquisito nell'ultimo decennio.

    Era andata fin lì per dimostrargli con chi avesse a che fare. Ma mentre osservava l'ostentato design della nuova sede di New York, Xanthe dovette riconoscere che la fulminea ascesa nel mondo degli affari e la posizione di Dane come leader mondiale nella progettazione di barche a vela non fossero affatto sorprendenti.

    Era sempre stato molto intelligente e ambizioso, un marinaio nato, motivo per cui l'amministratore della tenuta estiva del padre lo aveva assunto quell'estate per gestire la manutenzione periodica dei due yacht di famiglia.

    Ma se Dane aveva gestito alla perfezione la piccola flotta di Charles Carmichael, ancor meglio aveva fatto con la figlia di lui.

    Il ricordo ancora vivido delle sue audaci dita che le sfioravano la pelle la fece rabbrividire, ma ancora una volta Xanthe tentò di non lasciarsi condizionare.

    Tutta quella energia l'aveva attirata verso di lui come un missile termico, quella e il superpotere che insieme avevano scoperto: l'incredibile abilità di lui di condurla a strabilianti orgasmi in meno di sessanta secondi.

    Appoggiò la valigetta su un tavolino, poi si sedette su una delle poltrone di pelle.

    Accidenti, Xan, non pensare al superpotere.

    Accavallò le gambe, determinata ad arrestare la conflagrazione che già sentiva tra le cosce. Perché neppure il superpotere di Dane sarebbe stato sufficiente a compensare il dolore che lui stesso aveva provocato.

    Nascose quella devastante consapevolezza dietro a un tirato sorriso, mentre una donna sulla trentina le si avvicinava in fretta. Riprendendo la ventiquattrore che conteneva i documenti per cui aveva percorso di persona tremila miglia Xanthe si alzò in piedi, felice di constatare come ancora riuscisse a controllare il tremore alle gambe.

    Dane Redmond non era il solo tipo tosto in città. Non più, almeno.

    Cinque minuti più tardi, mentre l'assistente personale di Dane Redmond l'accompagnava fino al diciottesimo piano, Xanthe passò dal sentirsi un tipo tosto a un agnello sacrificale. Persino il picchiettio dei tacchi sembrava essere stato smorzato dalla moquette industriale.

    L'adrenalina che aveva sentito scorrere nelle vene per quarantotto ore e che l'aveva tenuta in piedi, scemò drasticamente nell'attimo stesso in cui si avvicinavano all'ufficio dalle pareti di cristallo e all'uomo all'interno di esso. Lo shock di quella vista trasformò la voragine allo stomaco in un immenso abisso.

    Le spalle ampie e i fianchi stretti erano elegantemente avvolti da un paio di pantaloni grigi e da una camicia bianca, ma l'altezza imponente, i muscoli evidenti sotto le maniche arrotolate della camicia e il tatuaggio che gli copriva il braccio sinistro fino al gomito non sarebbero mai riusciti a camuffare il lupo che si nascondeva sotto quei vestiti costosi.

    Sentì il sudore tra i seni, la seta del capo di abbigliamento che indossava ruvida come carta vetrata.

    Con determinazione mise un piede davanti all'altro mentre l'assistente bussava alla porta e la conduceva dritta nella tana del lupo.

    Due occhi blu le trafissero il viso.

    Uno sfarfallio di scioccata incredulità addolcì gli aspri lineamenti di lui prima che la mascella si irrigidisse, rendendo la fossetta sul mento ancor più evidente.

    Lo sguardo che le rivolse le fece vacillare il cuore.

    Davvero si era illusa che l'età, il denaro e il successo avessero addomesticato Dane o che lo avessero reso meno temibile? Perché, in tal caso, si era sbagliata di grosso.

    «La signorina Sanders da...»

    «Lasciaci soli, Mel» la interruppe subito. «E chiudi la porta.»

    Quel roco comando le fece balzare il cuore in gola, rammentandole tutti gli altri ordini che Dane aveva pronunciato con il medesimo tono intimidatorio. E l'umiliante rapidità con cui lei aveva obbedito a ognuno di loro.

    Quando la segretaria si chiuse la porta alle spalle, Xanthe strinse con forza la ventiquattrore e sollevò il mento. «Ciao, Dane» lo salutò con voce sorprendentemente ferma.

    Non si sarebbe lasciata distrarre da una reazione fisica che arrivava con dieci anni di ritardo. Dopotutto non era più la ragazzina di un tempo.

    «Buongiorno, signorina Sanders.»

    Il disprezzo appena velato per l'inganno di lei si unì al tumulto di altre emozioni a stento soffocate.

    «Se sei venuta fin qui per comprare una barca, allora ti è andata male.»

    Il feroce sguardo che le rivolse la sfiorò dalla testa ai piedi, la ferì l'insolente apprezzamento di quell'occhiata irritante quanto le micce che improvvisamente scoppiarono in ogni centimetro del suo corpo.

    «Io non faccio affari con le ragazzine viziate. Specialmente con una che sono stato tanto ottuso da sposare.»

    2

    Xanthe Carmichael.

    Dane Redmond aveva appena ricevuto un colpo basso. E gli ci volle ogni grammo del proprio leggendario autocontrollo per non darlo a vedere.

    Quella ragazza aveva perseguitato tutti i suoi sogni una vita prima, soprattutto quelli erotici, per poi diventare la protagonista di ogni incubo. E ora aveva persino l'audacia di presentarsi nel suo ufficio, il luogo che aveva costruito dal nulla dopo che lei lo aveva lasciato su un marciapiede, come avesse il diritto di invadere la sua vita una seconda volta.

    Era cambiata molto da come la ricordava, raffinata e distinta su quegli incredibili tacchi a spillo. Ma c'era ancora abbastanza della ragazza che una volta era stata perché si trovasse costretto a tenere a freno la propria libido.

    Possedeva ancora gli stessi, grandi occhi felini e la stessa carnagione crema e pesca, con una spolverata di lentiggini sul naso che il trucco impeccabile non era riuscito a celare... e quel tumulto di capelli rosso e oro, spietatamente raccolti a dispetto delle ciocche che erano sfuggite a incorniciarle il viso.

    Il rossore sugli zigomi e il luccichio negli occhi la facevano somigliare a una regina delle fate che avesse appena inghiottito uno scarafaggio. Ma lui sapeva bene quanto fosse pericolosa, più di qualsiasi sirena intenzionata a far capitolare un uomo, con quel corpo strepitoso e l'integrità di un serpente di mare.

    Strinse le mani a pugno, poi le posò sulla scrivania. Perché una parte di lui avrebbe voluto costringerla sulle proprie ginocchia e sculacciarla fino a quando il fondoschiena non fosse diventato rosso quanto i capelli; l'altra parte, al contrario, avrebbe voluto prenderla sulle spalle e portarla in un luogo buio e solitario, dove finalmente avrebbe potuto strapparle di dosso quei dannati vestiti fino a ritrovare la ragazza che un tempo aveva smaniato per lui.

    Ma avrebbe dovuto soffocare entrambi gli impulsi. Quella donna non rappresentava più nulla per lui. Assolutamente nulla. Perché dieci anni prima, quando si era ritrovato per strada davanti alla residenza estiva del padre di lei, con tre costole rotte e più ferite di quante il suo vecchio non gli avesse mai inferto, lo stomaco svuotato dal dolore e teso di rabbia e umiliazione, aveva giurato a se stesso che nessuna donna lo avrebbe mai più ridotto in quel modo.

    «Sono qui perché abbiamo un problema...»

    Era nervosa. E a giusta ragione.

    «Ma sono venuta proprio per risolverlo.»

    «Come possiamo avere un problema» ribatté lui con tono ingannevolmente mite, «quando non ci vediamo da più di un decennio e io non ho più voluto incontrarti di nuovo?»

    Lei si irrigidì, il rossore a imporporarle il collo fino all'incavo dei seni.

    «Il sentimento è reciproco.»

    Il tono spocchioso fu una sorpresa. Come diamine si permetteva di mostrarsi arrabbiata? Era stato lui la parte lesa, in quel matrimonio lampo. Xanthe lo aveva corteggiato, indotto a correrle dietro come un cagnolino, quella dannata estate. Lo aveva preso all'amo come un tonno pregiato, promettendogli amore, onore e obbedienza. E poi era scappata dal padre alla prima difficoltà. Non che lui fosse stato tanto ottuso da credere davvero a quelle promesse, comunque. Aveva imparato quando era ancora un bambino come l'amore fosse un sentimento vuoto. Ma era stato abbastanza ottuso da fidarsi di lei.

    E ora quella donna aveva l'audacia di presentarsi nel suo ufficio, sotto falso nome, pretendendo rispetto e comprensione.

    Quale che fosse il problema, Dane non voleva farne parte. A ogni modo le avrebbe permesso di esporre il suo piccolo dramma, poi l'avrebbe finalmente cacciata dalla sua vita. E questa volta per sempre.

    Appoggiando la valigetta sul tavolo, Xanthe ignorò l'ostilità che s'irradiava dall'uomo che aveva di fronte. Aprì la ventiquattrore, estrasse i documenti del divorzio e li sbatté sulla scrivania.

    Il rude atteggiamento di Dane non fu certo una sorpresa. Era stato così anche dieci anni prima. Taciturno, autoritario e arrogante. Cosa che una volta aveva persino trovato attraente... perché una volta aveva creduto che dietro a quell'apparente uomo delle caverne si celasse un ragazzo bisognoso d'amore. Un amore che lei non gli avrebbe fatto mancare.

    Quello era stato il primo errore. Seguito da molti altri.

    Il ragazzo vulnerabile non era mai esistito. E l'uomo delle caverne non aveva mai voluto ciò che lei aveva da offrire.

    Perfetto, allora, perché adesso non si trattava più di lui. Si trattava di lei e

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1