Sedotti dal mare: eLit
Di Heidi Rice
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Info su questo ebook
L'ONDA PERFETTA - Vol. 2. Maddy Westmore salva dalle impietose onde dell'oceano un surfista tanto incantevole da sembrare una magica creatura del mare. L'alchimia che si crea tra i loro corpi di certo assomiglia alla magia, e il fatto che lui abiti in una sontuosa villa gotica aggiunge fascino all'attrazione. Ryan King sembra troppo bello per essere vero... come Maddy scoprirà presto.
I romanzi della serie:
1) Incontro alle Hawaii
2) Sedotti dal mare
3) Fascino irresistibile
Heidi Rice
Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.
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Anteprima del libro
Sedotti dal mare - Heidi Rice
Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:
Surf, Sea and a Sexy Stranger
Harlequin Mills & Boon Modern Heat
© 2010 Heidi Rice
Traduzione di Susanna Molinari
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
© 2011 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-5894-297-0
www.harlequinmondadori.it
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1
Quel tipo deve essere il peggior surfista del mondo, mormorò Maddy Westmore incredula tremando per il freddo sotto il giubbotto di salvataggio. Era il mese d’ottobre e la pioggia battente le impediva di vedere bene, tuttavia non riusciva a distogliere lo sguardo dal tipo atletico fasciato nella muta nera che si trovava in balia delle onde a una sessantina di metri dalla spiaggia. Rimase a guardarlo affascinata mentre lui si piegava sulla tavola, cercava di trovare l’equilibrio per poi sollevarsi in piedi.
Maddy trattene il respiro nel vederlo vacillare. Era da più di un’ora che quel poveretto si cimentava nel cavalcare le onde nelle pessime condizioni atmosferiche tipiche della Cornovaglia che erano valse a Wildwater Bay il suo nome. Maddy era rimasta a studiare il surfista per gran parte del tempo: il modo metodico in cui pagaiava verso il largo, aspettava la grande onda e quindi l’affrontava. Tuttavia non era ancora riuscito a cavalcare una sola onda per più di pochi secondi. Maddy non poteva fare a meno di ammirarne la perseveranza, ma cominciava a dubitare della sua sanità mentale. Immaginava che oramai fosse intirizzito dal freddo ed esausto – nonostante il gran fisico – inoltre la risacca su quel tratto di spiaggia rischiava di rendere complicato il suo rientro.
«Non so» disse Luke, l’altro bagnino, con il suo marcato accento australiano. «Mi sembra che il fisico non gli manchi. Tutto sommato, la tavola la sa manovrare.»
Maddy trattenne il fiato mentre guardava il peggior surfista del mondo cadere dalla tavola per l’ennesima volta.
«Quello che gli manca è l’equilibrio» dichiarò spassionatamente Luke. «Che facciamo? Il nostro turno finisce fra dieci minuti ed è in arrivo una gran tempesta.»
Maddy tirò un sospiro mentre osservava il surfista risalire sulla tavola, dopodiché scrutò la spiaggia sulla quale gravava un cielo plumbeo. Soltanto una coppia di coraggiosi surfisti rimaneva all’interno delle bandierine gialle che Maddy e Luke avevano esposto per delimitare la zona sotto il controllo degli assistenti di spiaggia. Per il resto la costa era deserta, e a ragione. Nel nord della Cornovaglia la stagione estiva non era stata delle migliori e il tempo era peggiorato notevolmente con l’arrivo dell’autunno. Da diverse ore, persino i surfisti più incalliti avevano gettato la spugna. Tutti eccetto uno per il quale l’aggettivo incallito suonava come un eufemismo.
«Credo che dovremmo aiutarlo a uscire da questo inferno» disse Maddy prendendo l’altoparlante mentre già pregustava la cioccolata calda che avrebbe scroccato a Phil, il suo capo, non appena fosse arrivata al Wildwater Bay Café per svolgere il turno pomeridiano.
Il forte vento disperse la sua voce mentre invitava a uscire dall’acqua gli ultimi surfisti. Subito i due più esperti ubbidirono e, dopo avere avuto la meglio sui cavalloni, corsero lungo la spiaggia verso il bar, salutando Maddy mentre le passavano accanto, probabilmente pregustando a loro volta la tazza di cioccolata calda che li attendeva.
«Cavolo, quello è ancora lì.»
Mentre le giungeva l’incredulo commento di Luke, Maddy scorse la tavola nera, sulla quale spiccava la serigrafia di un fulmine giallo, affrontare la grande onda.
«È fuori di testa. Non c’è altra spiegazione» mormorò fra sé.
In lontananza le nuvole si erano fatte più cupe e gravavano all’orizzonte come neri corvi mentre il vento infuriava spazzando il mare sul quale le onde si rincorrevano ricordando cavalli selvaggi. Persino un surfista esperto si sarebbe trovato in difficoltà, figuriamoci il peggior surfista del mondo! Maddy si portò nuovamente l’altoparlante alla bocca.
«Il servizio di soccorso ai bagnanti sta per chiudere. La preghiamo di uscire dall’acqua.»
Ripeté l’annuncio un paio di volte, ma il surfista continuava a puntare la tavola in direzione opposta alla spiaggia.
«Non credo mi abbia sentito» disse Maddy cercando di tenere a freno la preoccupazione.
«Ritiriamo le bandiere» disse Luke alle sue spalle. «Il ragazzo è grande e grosso. Se ha deciso di farla finita, non possiamo farci niente. Io devo andare. Ho appuntamento con Jack fra meno di un’ora. Mi ha promesso un dessert a base di sesso selvaggio» disse riferendosi a colui che da circa tre settimane era il suo nuovo compagno.
«Sai che cosa mi piace di te, Luke? Che sei sempre così romantico» commentò Maddy cercando di tenere sotto controllo la sua crescente preoccupazione per l’incapace surfista.
«Ehi, guarda che il sesso selvaggio può essere romantico, se fatto bene» rispose Luke ridacchiando.
«Davvero?» disse Maddy con una mezza risata mentre lo aiutava a caricare la base della bandiera sul camioncino.
Da un anno a quella parte era impegnata a ristrutturare il cottage di sua nonna e durante i mesi estivi il doppio lavoro di assistente ai bagnanti e di barista non le aveva concesso il tempo di dedicarsi alle avventure amorose. Inoltre trascorreva quasi tutte le sere a casa a lavorare ai quadri che realizzava sulla seta. Doveva tuttavia ammettere che non aveva mai sperimentato quello che Luke definiva sesso selvaggio.
Maddy caricò sul camioncino la base della seconda bandiera mentre una raffica di vento la sferzava facendole intirizzire i capezzoli. La reazione del suo fisico la sorprese. Da quanto tempo il suo corpo non le inviava più simili segnali?
Maddy non aveva più provato certe sensazioni da quando l’estate precedente Steve era uscito dalla sua vita, dopo averla accusata di essere più interessata ai suoi quadri che non a lui.
Persino nei momenti di maggior impegno artistico, i suoi quadri non le avevano richiesto tutte le attenzioni che Steve esigeva. Forse l’arte non aveva il potere di suscitarle un orgasmo, tuttavia Maddy ci era andata vicino quando aveva completato la prima serie di disegni ispirati al paesaggio di Smugglers Point, mentre Steve non era mai stato molto affidabile nemmeno da quel punto di vista. Il che rendeva assurdo il fatto che lei avesse protratto così a lungo la loro relazione e avesse sofferto per mesi dopo la loro rottura.
Rabbrividì e si ficcò le mani in tasca per ripararsi dal vento. Fortunatamente, per una volta nella vita, aveva prestato ascolto a suo fratello Callum e non aveva commesso l’errore di rimettersi con Steve né quello di prestargli il denaro che le aveva chiesto e che sapeva benissimo non avrebbe più rivisto.
La rinuncia al sesso, e a un corpo caldo contro il quale rannicchiarsi la sera o da abbracciare al mattino, era stato il piccolo pezzo da pagare in cambio della dignità ritrovata. Maddy doveva smetterla di portarsi a casa uomini senza arte né parte – come amava definirli Callum – nella convinzione di poterli cambiare. Forse suo fratello non era la persona più adatta a impartirle consigli in ambito affettivo, dal momento che non aveva mai avuto una relazione seria, ma in quel caso aveva ragione. Mentre la disastrosa esperienza coniugale dei loro genitori aveva trasformato Cal in un donnaiolo, lei si era diventata Miss Aggiusta Uomini.
Quella con Steve era stata una delle tante misere relazioni che aveva avuto a partire dal suo primo appuntamento con Eddie Mayer – colui che le aveva dato il primo bacio in discoteca e poi le aveva fregato la paghetta, colui che le aveva preso tutto quello che lei aveva da dare senza offrirle nulla in cambio. Ma ora Maddy aveva deciso di voltare pagina. Aveva compiuto ventiquattro anni da due settimane ed era venuto il momento di dire basta e non commettere più i medesimi errori. Era giunta l’ora di assumere il controllo della situazione e di ottenere quello che voleva. D’ora in poi sarebbe stata lei a usare gli uomini e non viceversa. Sfortunatamente, però, non si era ancora fatto avanti un singolo candidato pronto a farsi usare.
«Ehi, ma dov’è finito quel tizio?»
La domanda riscosse Maddy dai pensieri sulla propria vita amorosa, si voltò verso Luke e notò l’espressione preoccupata sul viso del collega, mentre scrutava l’orizzonte.
La paura che fino a quel momento aveva cercato di dominare la assalì serrandole lo stomaco.
«Ci è forse passato vicino e non ce ne siamo accorti?» le chiese Luke.
Maddy si tolse la giacca e la lasciò cadere sulla sabbia bagnata dopodiché prese il surf destinato alle operazioni di soccorso che era appoggiato al camioncino.
«No, non è uscito dall’acqua» gridò mentre correva verso il mare scrutando le onde. L’acqua gelida le bagnò i piedi, l’unica parte del corpo che la muta le lasciava esposta.
«Chiamo i soccorsi» gridò Luke alle sue spalle con il walkie-talkie della guardia costiera all’orecchio e il surf sottobraccio. «Sarà meglio far intervenire l’elicottero.»
«No, aspetta, vedo la sua tavola» disse Maddy scorgendo fra le onde tumultuose il fulmine giallo. «È laggiù!» gridò e il cuore le balzò in gola nel vedere che il surfista era disteso immobile sopra la tavola.
Luke le disse qualcosa, ma le sue parole si persero nel vento mentre Maddy affrontava la mareggiata e si tuffava in acqua. Pagaiò controcorrente con tutta l’energia che aveva in corpo. Fortunatamente il surfista ferito non si trovava troppo lontano dal momento che le onde lo sospingevano verso riva. Nonostante l’acqua salata le bruciasse gli occhi, Maddy riuscì comunque a vedere che il ragazzo muoveva la testa e sulla guancia aveva un rivolo di sangue.
Mio Dio, è ferito, pensò.
Compì uno sforzo per non lasciarsi travolgere dalle onde che sopraggiungevano con impeto e mentre braccia e gambe cominciavano già a dolerle riuscì a raggiungere il surfista e a