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A un passo da te: Harmony Collezione
A un passo da te: Harmony Collezione
A un passo da te: Harmony Collezione
E-book165 pagine3 ore

A un passo da te: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Bronte O'Hara è decisa a tutto pur di salvare la vita del suo nipotino, anche ad affrontare il potente magnate Lukas Blackstone per convincerlo a riconoscere il piccolo e ottenere così il suo aiuto. Non si aspettava però che la reazione del proprio corpo a quell'uomo sarebbe stata così devastante.

Lukas è sconvolto nell'apprendere di avere un nipote, ma ancora di più nel constatare la potente attrazione che prova per Bronte, la sua tutrice legale. Lui sa che è meglio starle alla larga, avere una relazione con lei potrebbe solo peggiorare una situazione già complicata. Ma è difficile spegnere un incendio quando è già divampato, e ancora più arduo accettarne le conseguenze.
LinguaItaliano
Data di uscita20 set 2019
ISBN9788830503724
A un passo da te: Harmony Collezione
Autore

Heidi Rice

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    A un passo da te - Heidi Rice

    successivo.

    1

    Lukas Blackstone detestava le folle, ma ancor più odiava le stanze buie. E quella sera avrebbe dovuto sopportare entrambe le cose. Un rivoletto di sudore gli scese lungo la tempia e lui lo asciugò a fatica con il bavero della giacca dello smoking. L'abito su misura lo opprimeva come una camicia di forza, che aumentava la paura intensa che gli attorcigliava lo stomaco.

    Lanciò uno sguardo cupo sull'assembramento di VIP sotto di lui, stipati nella sala da ballo dell'Hotel Blackstone di Manhattan, sull'angolo di Central Park, il capostipite dell'omonima catena che gli apparteneva.

    Registi di Hollywood pluripremiati erano spalla a spalla con magnati d'industria, leggendarie star del rock si mescolavano a personalità dell'informazione, gioielli senza prezzo scintillavano mentre fiumi di champagne millesimato scorrevano accanto alle prelibatezze preparate da uno chef stellato. Un'orchestra di trenta musicisti stava eseguendo le ultime battute di un valzer viennese. Il Ballo della Luna Piena del Blackstone era l'evento più trendy dell'intera stagione e quella sera, come ogni anno, le fortune economiche dei presenti rappresentavano ben più del PIL di molti paesi europei messi insieme. Però Lukas, diversamente da suo fratello gemello Alexei, odiava mescolarsi a quell'ammasso di umanità pronta a inghiottirlo.

    Fratello, capisco che tu non voglia ballare al buio con una di queste bambole, però poi non venire a lamentarti con me quando io avrò fatto centro e tu no.

    La voce irriverente di suo fratello, che le donne avevano sempre trovato affascinante, echeggiò nei ricordi di Lucas, che provò un senso di angoscia ancora più opprimente.

    Si ficcò i pugni nella tasca dei pantaloni e lasciò che il momento di sconforto passasse mentre guardava giù, sulla sala da ballo. La nube stucchevole di profumi costosi aleggiò fino al mezzanino, dove lui era nascosto agli occhi indiscreti dei presenti.

    «Signor Blackstone, il signor Garvey chiede se ha scelto la partner per il Valzer Oscuro

    Lukas si voltò e vide uno degli aiutanti di Dex Garvey, il capo del suo ufficio stampa. Controllò l'orologio e imprecò a denti stretti. Mancavano solo dieci minuti a mezzanotte.

    Accantonò i ricordi. Doveva fare la sua comparsa nella sala da ballo a mezzanotte, quando le luci sarebbero state più fioche, e scegliere una donna con cui avrebbe ballato come se provasse un certo interesse nei suoi confronti. La stampa sarebbe andata in visibilio come faceva sin dagli anni Venti, quando la tradizione era stata lanciata dal suo bisnonno, un contrabbandiere russo di pochi principi che aveva escogitato l'espediente per dichiarare le sue intenzioni all'ignara debuttante dell'alta società newyorchese di cui si era innamorato al primo sguardo.

    Sfortunatamente, Dex Garvey aveva deciso che Lukas poteva fare lo stesso.

    «Devi dire a Garvey che non sono affari suoi» ringhiò. Il ragazzino non se lo fece ripetere due volte e scappò via in fretta.

    Irritato al pensiero di dover recitare quella parte assurda davanti a tanta gente, e ancora infastidito dal dolore che gli contraeva i muscoli dello stomaco, Lukas osservò la sala da ballo alla ricerca di una candidata adatta, mentre il Valzer Oscuro veniva annunciato e le donne si raccoglievano al centro della sala.

    Ignorò il gruppetto di ragazze di alcune delle migliori famiglie europee e americane. Sapeva che Garvey le aveva invitate nella speranza che ne scegliesse una per aumentare le voci sulla sua presunta ricerca di una moglie. Il tutto per dare una spinta alla pubblicità del resort per famiglie che la catena alberghiera Blackstone stava per inaugurare alle Maldive.

    L'esordio nel settore delle vacanze per famiglie era stata una mossa strategica per consolidare il brand Blackstone, già molto famoso nell'industria dell'ospitalità di lusso. Ciò però non significava che Lukas avesse intenzione di metter su famiglia per promuovere la loro nuova attività.

    I nodi nello stomaco si contrassero di nuovo, mentre lasciava il suo nascondiglio e scendeva le scale. Un mare di visi femminili era già rivolto verso di lui quando le prime note del valzer echeggiarono nella sala e un lungo mormorio di anticipazione si levò dalla folla. Lukas inspirò per tenere a bada l'adrenalina che gli scorreva nelle vene, e fu allora che il suo sguardo si posò su una giovane donna sola, che se ne stava leggermente in disparte.

    A differenza delle altre, che non nascondevano l'eccitazione al pensiero di poter essere scelte per il ballo, lei se ne stava immobile con un'espressione guardinga dipinta in viso.

    Un fremito di attrazione lo attraversò. Il corpo snello di lei era avvolto in maniera sensuale in un abito verde di raso, con un taglio più semplice di quelli delle altre donne, che erano chiaramente creazioni costose di stilisti. L'incarnato pallido come alabastro era in netto contrasto con la massa selvaggia di riccioli rossi raccolti in uno chignon disordinato. Le dita di Lukas fremettero per l'irrefrenabile bisogno di sfilare le forcine che lo tenevano fermo sopra il collo aggraziato.

    Man mano che le luci si affievolivano, la pelle della ragazza sembrò assumere il colore della luna e lui le si avvicinò per poterne distinguere meglio i lineamenti. La conosceva! Il calore intenso che si propagò dentro di lui fu seguito dallo shock.

    Cosa diavolo ci faceva Darcy O'Hara a New York? Era lei la ragazza che aveva cercato di ricattare Alexei, poco prima che lui morisse.

    Un'ondata di furore gli serrò la gola. Non riuscì a fermarsi, né a cambiare direzione mentre attraversava la sala avanzando verso di lei. Come fuochi d'artificio i lampi dei flash lo abbagliarono da ogni angolo del salone. Le altre donne intorno a lui svanirono contro lo sfondo, perché l'unica su cui riusciva a concentrarsi era Darcy.

    Il suo istinto da predatore prese il sopravvento e sciolse tutti i nodi di tensione all'improvviso. Con lo sguardo fisso su di lui, la ragazza si irrigidì e fremette, quasi fosse sul punto di scappare, come una gazzella che avesse fiutato una pantera pronta ad attaccarla.

    Invece rimase immobile sul posto.

    Nemmeno per un istante Luke si lasciò incantare dall'aria fragile e sconvolta che le si era dipinta in viso. Il sapore intenso e dolce della vendetta si fece più forte dell'abituale paura del buio che lo perseguitava sin da quando era bambino, mentre l'oscurità calava sulla sala. I raggi luminosi della luna che filtravano attraverso il soffitto di vetro fornivano l'unica fonte di luce. L'ansia venne spazzata via dall'ondata di rabbia diretta verso la donna, unita all'inconfondibile scintilla di desiderio.

    Saresti dovuta scappare, Darcy, perché non ti piacerà ciò che accadrà tra poco.

    L'afferrò allora, e le serrò le dita intorno al polso esile con una presa d'acciaio. Poi le posò l'altro braccio intorno alla vita stretta e la tirò contro di sé.

    Senza chiederle il permesso, lui la fece girare in una piroetta mentre i musicisti iniziavano a suonare. L'intrappolò contro il proprio corpo al ritmo dei violoncelli. Lei ansimava per l'apprensione, e il suo respiro affannoso vibrava contro la spalla di Lukas. Sotto le dita sentiva pulsare per la tensione la pelle calda della schiena nuda.

    Lui continuava a tenerla vicina in modo quasi oltraggioso. Non gli importava se la stava trattando come una poco di buono. Perché lei lo era davvero.

    Darcy O'Hara avrebbe pagato per le bugie che aveva detto ad Alexei, e anche per essersi intrufolata lì quella sera. Alla fine del ballo, ogni singolo paparazzo e fotografo di Manhattan avrebbe saputo che razza di manipolatrice e cacciatrice d'oro era, dato che aveva intenzione di raccontare a tutti la verità sul suo conto.

    La ragazza si agitò contro di lui.

    «Si... signor Blackstone...» balbettò, «... mi sta facendo male» aggiunse, con il respiro corto.

    Lui allentò appena la presa, ma solo quel tanto necessario per non procurarle dolore. Non era lui il mostro lì.

    «Chiamami Lukas» sibilò pensando ad Alexei, irresponsabile, impulsivo e troppo ingenuo, che si era lasciato ingannare da un bel viso. Lei aveva giocato con i sentimenti del fratello e lui aveva perso tutto. «E smettila di divincolarti.»

    Bronte O'Hara era stata presa dal panico quando Lukas Blackstone le aveva stretto il braccio intorno alla vita come una morsa. Era davvero confusa. Non riusciva a capacitarsi di ciò che stava accadendo, e in più sentiva il corpo pervaso da un calore intenso dovuto all'attrazione che provava per quell'uomo che non aveva mai incontrato prima di allora.

    Lui la faceva volteggiare sulla pista della sala da ballo e tutt'intorno a lei, le luci, i visi, i flash delle macchine fotografiche, le sembravano prodotti da un caleidoscopio che cambiava immagini troppo velocemente. Sentiva i seni premere contro la stoffa del corpetto troppo stretto del vestito che aveva trovato in un negozietto di roba usata nell'East Village il giorno prima, mentre pianificava il modo per intrufolarsi in quel salone e conoscere l'uomo che poteva forse essere l'unica fonte di salvezza per suo nipote. Dopo il modo in cui aveva trattato Darcy quattro anni prima, aveva ben chiaro che Lukas era un vero e proprio bastardo, eppure lei aveva accantonato l'orgoglio. Era stata disposta persino a implorarlo di aiutarla, ma di certo non si era aspettata niente del genere.

    La pressione possessiva di una mano grande le scaldava la base della schiena mentre il profumo intenso del suo dopobarba, misto a un eccitante odore maschile, le inebriava i sensi.

    Si sentiva intrappolata, controllata, e del tutto in suo potere. Non aveva mai ballato un valzer in tutta la sua vita, ma i passi sicuri e fluidi di lui le impedivano di inciampare e le sembrava di volteggiare senza quasi toccare terra.

    La musica crebbe d'intensità e il respiro di Bronte si fece ancora più ansimante. La sua mente era affaticata e incapace di pensare ad altro se non al viso di lui, al suono del suo respiro. I raggi della luna creavano una magia, quasi un sogno intenso ed erotico cui il suo corpo rispondeva con un tremore sconosciuto. Fra tutte quelle emozioni contrastanti, la sua mente cercava di restare attaccata a un pensiero coerente.

    Lei odiava quell'uomo, per ciò che era e per ciò che le ricordava. Per ciò che aveva fatto a Darcy e aveva cercato di fare a Nico.

    Quattro anni prima quell'infame aveva tentato di pagare la sorella per sbarazzarsi del bambino concepito con Alexei.

    Perché allora si sentiva tanto viva tra le sue braccia? Era come se un velo si fosse sollevato e l'avesse lasciata esposta alla sua vista, piena di desiderio, nel momento stesso in cui era avanzato verso di lei e l'aveva stretta nel suo abbraccio.

    Perché il suo corpo godeva della stretta punitiva di Lukas? Perché i suoi polmoni anelavano a inspirare a fondo il suo profumo intossicante?

    Dopo quella che le sembrò un'eternità, ma che in realtà fu solo una manciata di minuti, il suono struggente degli archi dei musicisti si fermò.

    Bronte sentì che il proprio corpo era percorso da una miriade di piccole scosse elettriche di eccitazione. Lukas la lasciò andare di colpo facendole perdere l'equilibrio e l'afferrò per un braccio.

    Intorno a loro esplose un applauso fragoroso e lei sentì l'imprecazione di disappunto che gli sfuggì dalle labbra. Poi, all'improvviso, si ritrovò tra le sue braccia e questa volta con la bocca di lui sulla sua. Bronte annaspò per la sorpresa e Lukas approfittò di quel momento per farle scivolare la lingua tra le labbra.

    Dita forti si chiusero intorno alle sue ciocche, e il dolore che le provocarono le forcine contro il cuoio capelluto prima di cadere sul pavimento non era niente in confronto al brutale infiammarsi di piacere che le si propagò dentro.

    Travolta e sopraffatta, Bronte non riuscì a controllare la risposta viziosa del proprio corpo a quel bacio, benché parte di lei si rendesse conto che si trattava di una punizione. Percepiva il suo disprezzo, sentiva il sapore del suo disgusto eppure, mentre lui la teneva per i capelli e saccheggiava la sua bocca, non riusciva a resistere al suo fuoco.

    Era stordita e inebriata di piacere, mentre la luce tornava lentamente a illuminare la sala e l'applauso si spegneva. Allora lui la spinse lontano, con un gesto colmo di disprezzo, e intorno a loro si alzò un mormorio pervaso di stupore che si trasformò in un silenzio teso.

    Fu allora che Bronte poté vedere bene il viso che l'aveva perseguitata per più di tre anni. Lui non era affatto simile al suo

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