Una sfida eccitante
Di Heidi Rice
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Info su questo ebook
Cara non ha dubbi sul fatto che Maxim sia un uomo tanto problematico quanto affascinante, oltre che un formidabile avversario, ma sicuramente non ha intenzione di cedergli la sua nuova casa! Tuttavia, quando vengono travolti da un'incontenibile passione, Cara è costretta a chiedersi cosa voglia davvero Maxim: la sua legittima eredità, oppure lei?
Heidi Rice
Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.
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Anteprima del libro
Una sfida eccitante - Heidi Rice
1
Cara Evans, immobile davanti alla tomba, ascoltava il sacerdote che officiava la funzione funebre in francese, fissando i vigneti della Durand Corporation, che si estendevano a perdita d'occhio sui fianchi delle colline.
Il suo francese era un po' zoppicante e non riusciva a capire tutte le parole dell'elogio funebre, ma si sentiva comunque triste e affranta per la perdita del suo datore di lavoro, Pierre De la Mare, il proprietario del piccolo vigneto dove si stava svolgendo il funerale.
Non solo suo datore di lavoro... ma suo marito, si corresse, anche se sembrava ridicolo definire così Pierre. Era abbastanza vecchio da essere suo nonno, erano stati sposati solo per tre giorni... e ora era la sua vedova.
Sposami, Cara. Abbi pietà di un vecchio che non vuole morire da solo.
Sentiva gli occhi del minuscolo gruppo di amici e soci di Pierre arrivati per il funerale fissi su di lei, mentre il sole calava dietro la cresta delle colline.
E poteva sentire i loro pensieri.
Opportunista... sgualdrina... svergognata...
Ma si rifiutava di sentirsi in colpa per aver accettato la proposta di Pierre. Le aveva detto che avrebbe dovuto vendere la vigna. Tutto ciò che lei avrebbe guadagnato dal loro breve matrimonio era un piccolo lascito nel suo testamento, per coprire il salario che non aveva potuto pagarle per mesi.
Alla fine era stata più simile a una badante che a una governante. Aveva fatto il bagno a Pierre, lo aveva nutrito, lo aveva aiutato a vestirsi, lo aveva portato ogni mattina nei campi che amava, per veder maturare le viti e aveva avuto infinite conversazioni ogni sera su tutto, da Simone Signoret, la sua attrice francese preferita, alle ultime notizie su Maxim Durand, il multimilionario che possedeva tutti i terreni che circondavano il piccolo vigneto di Pierre e che da anni cercava di farlo fallire.
Non era mai stata solo una dipendente di Pierre. Era stata la sua compagna e alla fine la sua amica. La loro non era mai stata una relazione sessuale, anche se non lo avrebbe mai umiliato, facendolo sapere in giro. Avevano stipulato un patto. Lei lo avrebbe sposato e dopo la sua morte avrebbe ricevuto gli stipendi arretrati dalla vendita della vigna. E Cara aveva bisogno di quei soldi, per ricominciare da qualche altra parte.
Il senso di perdita e l'ansia le stringevano il petto. Le sarebbe mancato Pierre ma, soprattutto, le sarebbe mancata La Maison de la Lune.
Aveva vissuto nella vecchia casa colonica per undici mesi, strofinando i pavimenti in pietra fino a farli brillare, spolverando i mobili, imparando a usare la vetusta lavatrice e piantando un orto per risparmiare sul cibo.
Non era mai stata in un posto così a lungo, non si era mai sentita tanto stabile e sicura, e le faceva molto male sapere che presto sarebbe stata costretta ad andarsene.
Sospirò. Doveva esserci abituata, allora perché le sembrava tanto difficile? Era solo perché qualche giorno prima aveva compiuto ventun anni.
Una cosa era certa: La Maison de la Lune avrebbe sempre avuto un posto nel suo cuore.
Stava strizzando gli occhi al sole del tramonto, quando un grande SUV nero apparve sul crinale più lontano. Una nuvola di polvere si alzava sulla sua scia mentre rimbalzava sulla strada sterrata, verso il cimitero di famiglia, ai margini della proprietà De la Mare.
Probabilmente un altro dei conoscenti occasionali di Pierre che veniva a giudicarla...
Ma poi notò il logo Durand sulla fiancata, mentre il veicolo si fermava e ne scendeva un uomo.
Era alto e muscoloso, indossava un paio di jeans logori, stivali da lavoro malconci, una maglietta bianca sporca e non si radeva da qualche giorno.
Lo riconobbe subito, anche se non l'aveva mai incontrato e l'aveva visto solo in abiti firmati, nelle foto sui giornali.
Maxim Durand, il vicino multimilionario di Pierre. E il playboy più ambito di Francia, secondo Paris Match. Chi altri sarebbe sembrato così autoritario... e bello, vestito come un manovale? E chi altri sarebbe stato così arrogante da partecipare a un funerale, arrivando direttamente dai campi?
Cara raddrizzò le spalle in preda all'ansia. Cosa ci faceva il rivale in affari di Pierre al suo funerale? Non c'era mai stata amicizia tra i due, almeno da parte di Pierre. Le aveva parlato spesso di Durand, con totale disprezzo e con un'acredine sorprendente. Cara aveva voluto bene a Pierre, così affascinante e paternalistico nei suoi confronti, ma non aveva mai capito del tutto l'odio feroce che provava per Durand. Sembrava essere la sua spina nel fianco. Ogni volta che avevano avuto un problema alla vigna, un'inondazione primaverile o quando uno dei braccianti lasciava il lavoro, Pierre aveva incolpato Durand, come se l'altro uomo fosse responsabile di tutto ciò che era andato storto, nel corso degli anni.
Lei aveva cercato di non incoraggiarlo, convinta che fosse un po' paranoico. Sì, la Durand Corporation aveva comprato tutti i terreni che circondavano la tenuta De la Mare, ma Durand non aveva mai cercato di mettere le mani sulle vigne di Pierre. Si chiese se per caso avesse avuto ragione e Durand avesse semplicemente aspettato che Pierre morisse, prima di fare la sua mossa.
Durand sbatté la portiera del SUV e si diresse sicuro verso la tomba. Di certo non sembrava in lutto.
Una strana sensazione si fece strada nel corpo di Cara.
Avvampò quando notò che il suo sguardo, dietro gli occhiali scuri da aviatore, indugiava sull'abito nero anni Cinquanta che aveva trovato al mercato dell'usato, il giorno prima. Non indossava quasi mai degli abiti. Si sentiva più a suo agio in quella che Pierre definiva uniforme da lavoro: calzoncini e maglietta. Ma quel giorno aveva cercato di apparire vestita in modo decoroso, in suo onore. O così aveva pensato, fino a quel momento. L'accurato esame di Durand la insultava e la eccitava allo stesso tempo, facendola sentire più esposta che elegante.
Ma non le parlò. Distolse lo sguardo dal suo viso in fiamme, si avvicinò alla tomba e disse qualcosa a Marcel Caron, l'avvocato di Pierre.
Il prete finalmente smise di parlare e le diede una paletta. Cara si chinò per raccogliere della terra e si rese conto di quando il corpetto del vestito fosse stretto, sul suo seno abbondante.
Versò la terra rossa sulla bara.
«Dai a Simone Signoret un bacio da parte mia, Pierre...» sussurrò in inglese.
Restituì la paletta al prete e salutò per l'ultima volta il suo amico, in silenzio.
Cercando di ingoiare il nodo che le stringeva la gola si voltò, passò accanto alle tombe degli antenati De la Mare e scese lungo il pendio, verso La Maison de la Lune.
Rispettando la volontà di Pierre, aveva deciso di non organizzare nessun tipo di veglia funebre.
L'avvocato di Pierre, Marcel, sarebbe passato da lei, per lasciarle i soldi che le erano stati promessi, quando si era sposata. Prima di uscire, Cara aveva aperto una bottiglia del miglior vino della tenuta, per farlo respirare come le aveva insegnato Pierre, e l'aveva lasciata sul tavolo della cucina.
Mentre usciva a passo spedito dal cimitero, seguita da un incessante brusio in francese, nessuno le si avvicinò.
Doveva fare le valigie e cominciare a pensare a un posto dove andare.
Dubitava che ci sarebbe voluto molto tempo prima che la tenuta venisse venduta e se a comprarla fosse stato Durand, l'avrebbe voluta fuori dai piedi in fretta. Voleva essere pronta a partire prima di essere cacciata. E la presenza di Durand lì al funerale, vestito da lavoro, suggeriva che non avrebbe fatto tante cerimonie.
Dove poteva andare? A Parigi? A Londra? A Madrid, forse? Non era mai stata in Spagna.
Ma mentre cercava di raccogliere un po' di entusiasmo per la sua nuova avventura, era solo stanca e triste. Al diavolo! Quella sera non aveva proprio voglia di fare le valigie.
Voleva solo ricordare il suo amico... mio marito, pensò con un sorriso triste. Una volta sistemate le carte con Marcel, sarebbe andata a sedersi sulla terrazza, sorseggiando l'ottimo vino di Pierre e godendosi la magia crepuscolare del vigneto, che aveva imparato ad amare.
Una rara oasi di calma e stabilità, nella sua vita nomade.
Poteva sentire l'intensità dello sguardo penetrante di Durand, che la seguiva mentre usciva dal cimitero. Così come poteva sentire un inquietante pizzicore sulla pelle, a cui non riusciva a dare un senso.
Durand era ricco e potente, un famigerato donnaiolo e trasudava un magnetismo animale che sarebbe stato difficile per qualsiasi donna ignorare. E lei aveva così poca esperienza con gli uomini. Da bambina data in affido, aveva imparato a rendersi quasi invisibile. Per non dare fastidio, per poter restare un po' più a lungo nello stesso posto. Poi, da adolescente, si era trasformata in un maschiaccio, il più lontano possibile dallo stereotipo della ragazzina indesiderata, sempre in cerca d'amore.
Era ancora vergine! Non aveva radici e anche dopo aver superato l'età per l'affidamento non si era mai fermata da nessuna parte abbastanza a lungo per costruire un rapporto significativo con un ragazzo.
Be', a parte Pierre! Ma Pierre... nonostante il loro matrimonio dell'ultimo minuto... non era stato un uomo forte e nel fiore degli anni.
Data la sua storia, non c'era da stupirsi che Cara avesse trovato l'attenzione di Durand un po'... sconcertante. Ma la buona notizia era che non avrebbe mai dovuto incontrarlo e che quella strana sensazione sarebbe svanita. Prima o poi.
Presto Durand avrebbe posseduto le vigne dei De la Mare, che producevano la migliore uva della regione e la bellissima, vecchia casa colonica in pietra. La prima vera casa che Cara avesse mai conosciuto.
Ma quella sera la vigna e La Maison de la Lune erano sue. E non aveva bisogno del permesso di Durand o di nessun altro, per godersele.
«Quanto ci vorrà, prima che la tenuta venga messa in vendita?» chiese Maxim Durand all'avvocato di Pierre De la Mare, mentre osservava la governante... o la badante... o qualunque cosa fosse, passargli davanti senza guardarlo in faccia.
Le sue curve si muovevano sinuosamente nell'abito vintage. La seta nera luccicava alla luce del crepuscolo, che trasformava i capelli biondi raccolti in uno chignon disordinato in una massa di fili d'oro. Maxim sentì il polso accelerare e un inopportuno guizzo di desiderio dilagargli nel ventre.
Qualcuno gli aveva detto che il vecchio si era trovato una nuova governante, qualche tempo prima. Si aspettava che fosse giovane e carina, ma non abbastanza giovane da essere la nipote di De la Mare.
Quanti anni aveva? Poco più di vent'anni, al massimo. Forse una decina d'anni meno di lui, che ne aveva trentuno. E quasi una cinquantina meno di De la Mare. Dunque il vecchio bastardo non aveva avuto alcuna vergogna?
Maxim era sicuro che quella ragazza avesse fornito qualcosa di più di una semplice collaborazione domestica al suo nemico. De la Mare doveva averla incantata ed essersela portata a letto, come aveva incantato tante altre donne.
E lei sembrava proprio il suo tipo. Giovane, sexy e disponibile.
Ma invece del disgusto che avrebbe voluto provare, un'ondata di desiderio lo sommerse mentre la guardava sparire oltre gli alberi, a testa alta.
Cos'era, in quella donna, ad affascinarlo tanto? Forse era stato il modo in cui era arrossita, quando a lui era caduto lo sguardo sul suo seno, o il tremolio di sorpresa nei suoi occhi blu fiordaliso, allorché avevano incontrato i suoi.
O forse era solo che non andava a letto con una donna da quasi tre mesi ed era stanco dopo essersi alzato prima dell'alba, per andare a ispezionare il raccolto. Ma qualunque fosse il motivo, quella cosa non gli piaceva affatto.
Ora che De la Mare era finalmente morto, lui intendeva rivendicare ciò che gli spettava di diritto, non farsi distrarre dagli avanzi del vecchio.
«La sua fretta