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Per volere dello sceicco (eLit): eLit
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E-book153 pagine4 ore

Per volere dello sceicco (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Il principe Shair ha tre semplici regole:
- Non dividere il letto con una vergine
- Non farsi coinvolgere da una sua dipendente
- Non cedere al matrimonio
Ma le regole sono fatte per essere infrante...
Kirsten Ross è una donna affascinante ma di rango inferiore, tuttavia lo sceicco non sa resistere al suo fascino "acqua e sapone" e alla sua personalità. Dopo una notte da fiaba, l'onore gli imporrebbe di portarla all'altare, solo che lei rifiuta quello che considera un matrimonio forzato e senza amore. Pochi giorni dopo Kirsten tenta di fuggire dal palazzo, non immaginando mai che Shair...
LinguaItaliano
Data di uscita1 ago 2019
ISBN9788830503038
Per volere dello sceicco (eLit): eLit
Autore

Lynne Graham

Lynne Graham vive in una bellissima villa nelle campagne dell'Irlanda del Nord.Lynne ama occuparsi della casa e del giardino, soprattutto nel periodo che lei considera il più magico dell'anno, il Natale.

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    Anteprima del libro

    Per volere dello sceicco (eLit) - Lynne Graham

    Immagine di copertina:

    wilpunt / E+ / Getty Images

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Sheikh’s Innocent Bride

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2005 Lynne Graham

    Traduzione di Anna Vassalli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2006 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3050-303-8

    1

    Sua Altezza Serenissima, il Principe Shair bin Harith al-Hassad, raggiunse la sua immensa tenuta sull’altopiano scozzese poco prima delle otto del mattino.

    Ovviamente tutto era stato predisposto in modo che l’arrivo di Sua Altezza fosse il più confortevole possibile, e una limousine con i vetri oscurati lo aveva accolto alla pista di atterraggio, dove era atterrato il suo jet privato. Nessuno avrebbe mai osato infrangere la sua privacy con discorsi inopportuni, perché Sua Altezza teneva alla propria riservatezza sopra ogni cosa e il suo seguito faceva il possibile per isolarlo dal resto del mondo. Gratificato dall’onore di sedere nella limousine, l’amministratore, Fraser Douglas, aveva risposto a diverse domande, poi si era chiuso in un rispettoso silenzio.

    La strada per Strathcraig Castle si snodava per più di quindici miglia attraverso una brughiera fulva, circondata da spettacolari monti con riflessi purpurei. Il silenzio maestoso e l’immenso cielo azzurro che si perdeva all’orizzonte ricordavano a Shair il deserto che amava incondizionatamente. Dopo la frenesia e il caos del mondo degli affari, il vuoto selvaggio della natura gli ristorava gli occhi e la mente.

    All’inizio della discesa verso Strathcraig, la limousine fu costretta a fermarsi a causa di un gregge che attraversava la strada. Anche una donna dai capelli bianchi, in bicicletta, era ferma ai margini della via. Solo quando si voltò, Shair si rese conto che aveva da poco superato l’età dell’adolescenza e che i capelli non erano bianchi, ma di un biondo platino chiarissimo. Sottile e dotata di una grazia innata, aveva immensi occhi intelligenti e una bocca rossa ben disegnata. Neppure l’abito informe riusciva a nascondere la sua bellezza quasi angelica. Ma non c’era niente di pio nell’immediato desiderio che si risvegliò in Shair. Lui stesso fu stupito per l’inconsueta intensità di quell’emozione, perché da molto tempo nessuna donna lo eccitava a quel punto.

    «Chi è?» chiese all’amministratore.

    «Kirsten Ross, Vostra Altezza» rispose l’anziano dipendente, e quando il silenzio si accumulò, indicando che la risposta era stata troppo laconica, si affrettò ad aggiungere qualche dettaglio. «Credo che sia una delle addette alle pulizie del castello.»

    Shair non si sarebbe mai sognato di portarsi a letto una dipendente, e la notizia che quella giovane lavorava per lui, e a un livello così modesto, lo irritò. «Non l’ho mai vista.»

    «Kirsten Ross non ama richiamare l’attenzione su di sé» rispose l’altro.

    Una smorfia cinica si disegnò sulla bocca ben delineata di Shair. Era un ottimo conoscitore di donne e doveva ancora trovarne una inconsapevole del proprio potere. «Deve essere abituata a riscuotere l’attenzione» osservò.

    «Non credo, anzi direi che non si guarda neppure allo specchio» rispose Fraser Douglas con un sorriso amaro. «Suo padre è un fanatico religioso con la reputazione di estrema severità.»

    Rendendosi conto che il suo sguardo era ancora fisso sulla bionda, Shair si affrettò a distoglierlo. La vettura, finalmente, poté riprendere la corsa.

    Il commento dell’amministratore sul padre della ragazza lo lasciava perplesso. Dove termina la devozione religiosa e inizia il fanatismo? A un forestiero come lui pareva che la vita del villaggio di Strathcraig ruotasse intorno alla chiesa e alle sue attività. La comunità locale aveva un codice etico molto diverso da quello della cerchia dell’alta società. In effetti, gli affittuari della sua proprietà avevano un’aria conservatrice e colpivano gli estranei per l’aspetto cupo e antiquato, probabile risultato dell’isolamento della valle rispetto al resto del mondo.

    Shair condivideva questa riservatezza e moralità, preferendola alla cultura del lassismo imperante. Dhemen, il reame mediorientale in cui era nato, era altrettanto moralista. Ciò che è giusto è giusto, e ciò che è sbagliato è sbagliato, e il benessere della società è più importante della libertà individuale. In questo quadro ben delineato, pochi erano coloro che osavano infrangere le regole, e se lo facevano erano severamente puniti.

    Allo stesso modo, Shair accettava i limiti che il destino gli aveva imposto, a detrimento della sua felicità. Ogni donna che si portava a letto era solo un misero surrogato di quella che realmente desiderava, riconobbe con amarezza. Amava una donna che non sarebbe mai potuta essere sua, e storie a breve termine erano la sua unica opportunità. Purtroppo aveva già trentadue anni, e non era questo l’indirizzo che aveva sognato di dare alla propria vita.

    Parenti preoccupati continuavano a sottoporgli i nomi di spose adatte al suo rango, e coloro che avevano una certa apertura mentale combinavano incontri casuali. Ma forse, rifletté cupo, era ora di fare il grande passo e scegliere una sposa nella rosa delle candidate. Assunse un’espressione decisa. Una donna araba avrebbe dedicato la vita alla missione di moglie. In cambio si sarebbe aspettata bambini, ricchezza, e il prestigio di una posizione sociale elevata. L’amore non era contemplato, ma perché avrebbe dovuto? Nel suo mondo, il matrimonio aveva più a che fare con gli aspetti pratici, con i rapporti sociali... e, soprattutto, era il modo per fornire un erede.

    Suo padre era stato molto tollerante in proposito, fino a quel momento, ma ben presto avrebbe affrontato con decisione l’argomento inevitabile.

    Era fortunato a non avere in sé traccia di romanticismo, riconobbe Shair con soddisfazione. Il temperamento di sangue caldo e gli impulsi sessuali erano sempre stati tenuti a freno dai principi saldi e dal discernimento. Affrontava di faccia la realtà, pur spiacevole che fosse, e non commetteva errori stupidi. Nato in seno a una famiglia reale, sapeva quali erano i suoi doveri, ed era orgoglioso del proprio retaggio. L’intelligenza acuta gli suggeriva che acconsentire a prendersi una moglie sarebbe stato molto più ragionevole che lasciarsi irretire da una donna occidentale, affascinante ma inadatta, anche perché lavorava per lui, e a un livello infimo...

    «Vivi proprio nel mondo dei sogni!» esplose Jeanie Murray, rivolgendosi a Kirsten con franchezza. «Tuo padre non ti permetterà mai di frequentare il college.»

    Kirsten continuò a lavare il servizio di Sèvres con cura. «Invece penso che, adesso che ha sposato Mabel, potrebbe prendere in considerazione l’idea.»

    «Eh, già! Tutto quel pregare e stare in ginocchio non ha impedito a tuo padre di corteggiare una donna, e di sposarsela ancora prima che la tua povera mamma fosse fredda nella tomba. Si dice che pretenda di essere servito a puntino.» La giovane dai capelli rossi, ignara dell’amarezza dell’amica, alzò gli occhi al cielo prima di scoppiare in una risata. «Perché dovrebbe permetterti di andartene? Porti a casa la paga e non dirmi che Angus Ross, tirchio com’è, non ci fa conto! Lo sanno tutti in paese.»

    Kirsten cercò di mascherare l’umiliazione che provava all’idea che la tirchieria di suo padre fosse ormai leggendaria. Spesso Jeanie si mostrava priva di tatto, ma aveva un cuore generoso e Kirsten la perdonava. «Jeanie...»

    «Non raccontarmi frottole, perché so com’è la vita a casa tua...»

    «Ma io non mi lamento con nessuno...»

    «Oh, via! Scommetto che sei sempre tu a cucinare e a pulire casa. Quindi, anche Mabel non ti permetterà di andartene. Affronta la realtà, Kirsten: hai ventidue anni e l’unica opportunità che hai di vivere veramente è scappare da casa a gambe levate!»

    «Vedremo.» Kirsten chinò il capo senza aggiungere altro.

    Aveva bisogno di denaro per affittare una casa da sola. Andarsene all’improvviso sarebbe stato da sciocchi perché sarebbe finita nel novero degli indigenti. Lei, invece, aveva dei programmi per il futuro. Doveva avere pazienza. Lavorava da sei mesi soltanto e, con la somma che consegnava a suo padre, ci volevano ancora diversi mesi per mettere da parte una cifra sufficiente per andarsene.

    Avrebbe aspettato. Il lavoro che aveva, per umile che fosse, era una via di salvezza. Inoltre, le piaceva lavorare nello splendore di quel castello medievale. Il tragitto quotidiano in bicicletta, poi, le dava un senso di libertà che non aveva mai sperimentato, come stringere legami di amicizia con altre persone. Tuttavia desiderava qualcosa di più di un’occupazione di addetta alle pulizie, e di conseguenza sarebbe stato necessario frequentare il college.

    Nello stesso tempo, la prospettiva di sfidare apertamente suo padre, al quale fin da bambina aveva portato un’obbedienza incondizionata, la spaventava. Era un uomo violento, freddo, pieno di pretese, ed era stata lei, ancora bambina, a proteggere sua madre.

    Isobel Ross si era ammalata quando Kirsten aveva tredici anni e il lento declino aveva richiesto un’assistenza sempre più premurosa. Questa responsabilità era caduta sulle spalle di Kirsten, perché suo padre non riteneva che assistere un’invalida facesse parte dei suoi compiti, e il fratello maggiore, Daniel, era troppo impegnato con i lavori nei campi per essere di aiuto. Così Kirsten aveva cominciato ad assentarsi da scuola e il profitto ne aveva risentito.

    Poi suo fratello, nauseato dal fanatismo religioso del padre, se n’era andato. Angus Ross, appena la legge lo consentì, aveva tenuto a casa da scuola Kirsten perché si occupasse della casa e della madre.

    Nei cinque anni seguenti Kirsten era uscita di casa solo per assistere alle funzioni religiose e per fare la spesa. Suo padre disapprovava le occasioni sociali e aveva scoraggiato i conoscenti che venivano a trovarlo. Un anno esatto dopo la morte della moglie, Angus Ross aveva sposato Mabel, una donna acida con la lingua lunga, ma Kirsten le era grata perché la matrigna, spinta dall’avidità, in vista di una nuova entrata aveva convinto suo padre a permetterle di lavorare al castello.

    Jeanie sorrise. «Sperimenterai una bella emozione questa settimana, con lo sceicco al castello.»

    Kirsten le restituì un timido sorriso. «Ho già avuto la mia parte: ho visto la limousine del principe.»

    «Lascia perdere la limousine. Ti nasconderemo da qualche parte in modo che tu possa dare un’occhiata al principe in persona! Io l’ho visto un paio di volte soltanto, e da lontano, ma ammetto che farebbe peccare una santa.» Jeanie sospirò, lo sguardo sognante mentre spegneva la sigaretta, affrettandosi a nascondere il portacenere. «È dannatamente sexy!»

    «Sarà meglio che stia lontana da lui. Non vorrei perdere il lavoro.» Al momento dell’assunzione, Kirsten era stata avvertita che tutti i compiti al castello dovevano essere svolti in silenzio, cercando di rendersi invisibili. Era stato precisato anche che, se per una coincidenza assurda, il principe fosse apparso nel medesimo corridoio dove lei era impegnata a far pulizia, avrebbe dovuto

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