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Un indomita debuttante: Harmony History
Un indomita debuttante: Harmony History
Un indomita debuttante: Harmony History
E-book171 pagine4 ore

Un indomita debuttante: Harmony History

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Info su questo ebook

Scandal at the Midsummer Ball 2
Londra, 1817
Kael Gage non è ricco ed è noto per i suoi bassi principi morali quando si tratta del gentil sesso. Non è, perciò, un uomo sul quale una signorina perbene può alzare lo sguardo. Ma proprio in virtù dei suoi difetti, è perfetto per Miss Zara Titus. Stanca dei limiti che le sono stati imposti dalla famiglia e desiderosa di decidere da sé il proprio futuro, eccola iniziare un gioco di sguardi con il partito peggiore di tutto il ton. E proprio durante il ballo di mezza estate, uno degli eventi più importanti della Stagione! A Kael e Zara è sufficiente una danza per decidere che la loro conoscenza non può limitarsi a quello, e in una sala gremita, e che ha bisogno di più di un momento in privato affinché abbia soddisfazione...
LinguaItaliano
Data di uscita20 ago 2020
ISBN9788830518056
Un indomita debuttante: Harmony History
Autore

Bronwyn Scott

Bronwyn Scott is the author of over 50 books. Her 2018 novella, "Dancing with the Duke's Heir" was a RITA finalist. She loves history and is always looking forward to the next story. She also enjoys talking with other writers and readers about books they like and the writing process. Readers can visit her at her Facebook page at Bronwynwrites and at her blog at http://www.bronwynswriting.blogspot.com

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    Anteprima del libro

    Un indomita debuttante - Bronwyn Scott

    successivo.

    1

    Sabato 14 giugno 1817

    Festeggiamenti a Brockmore Manor House

    Programma degli eventi

    Ricevimento di benvenuto

    nel salone principale

    Esibizione della celeberrima

    compagnia di acrobati russi

    i Vengarov Volanti in sala da ballo

    Quelli erano i festeggiamenti più attesi della Stagione?, si chiese Miss Zara Titus soffermandosi sotto l'arco che conduceva nell'elegante salone principale del Duca di Brockmore. Il salone, con le sue sfumature di blu, rappresentava una vera e propria ode al mare e alle sue creature, reali o fantastiche che fossero. La giovane osservò gli occupanti della sala con quello che sarebbe potuto apparire come un malcelato accenno di sdegno nello sguardo. Dopotutto era davvero difficilissimo celare costantemente i propri sentimenti, e la verità era che Zara avrebbe preferito trovarsi ovunque, ma non lì.

    In effetti, fino a tre settimane prima Zara non si sarebbe mai sognata che avrebbe avuto la necessità di trovarsi lì. Poi il Visconte Haymore aveva rotto il loro fidanzamento consolidato ormai da anni, e tutto era cambiato da un giorno all'altro. Anche lei era cambiata. Non soltanto lei, ma anche ciò che desiderava. Era passata dall'essere felicemente promessa e a pregustare un matrimonio in inverno, vicino al Natale, a ritrovarsi all'improvviso una debuttante senza neanche l'ombra di un marito in lontananza.

    La partecipazione a quella settimana di festeggiamenti avrebbe dovuto risolvere la questione. Se lei lo avesse permesso. I sogni di un tempo non facevano più per Zara. Anzi, in seguito alla defezione di Haymore, Zara si domandava se avessero mai fatto per lei. Aveva dei sogni nuovi ormai, sogni di indipendenza nei quali era lei che sceglieva la strada che la sua vita avrebbe preso e accanto a chi percorrere quella strada, ammesso che avesse incontrato qualcuno accanto al quale farlo. Quei festeggiamenti rappresentavano una minaccia per i sogni che si erano risvegliati dentro di lei.

    Certo, di per sé i festeggiamenti sembravano del tutto innocui. Tutti i consueti giocatori nelle posizioni consuete: Lady Verity Fairholme, la nipote del duca, al centro del salone, circondata da tutti i suoi ammiratori, accomodata su un grosso pouf come nel bel mezzo di un ritratto. La giovane senza dubbio aveva scelto l'abito color crema con l'orlo blu affinché si abbinasse alle decorazioni presenti nella sala, una strategia che Zara aveva osservato la rivale utilizzare spesso per attirare l'attenzione. Miss Florence Canby, vestita di bianco, sedeva accanto alle portefinestre aperte. Un certo numero di gentiluomini gravitava intorno a lei. Senza dubbio quegli uomini avrebbero dichiarato che si trovavano lì perché faceva più fresco, ma in realtà era più probabile che fosse perché, dopo il ballo dei Westcott, correva voce che Florence fosse incline a baciare un uomo, e anche ad andare un po' più in là, nei giardini al chiaro di luna, se avesse bevuto un quantitativo sufficiente di champagne. Zara non era stupita per la presenza della giovane, che aveva bisogno di sposarsi al più presto possibile.

    Proprio come te, la pungolò la coscienza. Ormai non sei più diversa da tutte queste ragazze, le disse una vocina. Potevano non essere graziose come lei, ma erano altrettanto abbienti e al suo stesso livello, in società e, ognuna per ragioni proprie, altrettanto in difficoltà. Zara scacciò quel pensiero importuno. Era la vecchia Zara che parlava, erano i vecchi sogni che tornavano ad affermarsi.

    Era stato mortificante rendersi conto di quanto orgoglio avesse suscitato in lei il suo fidanzamento; quanto lei avesse lasciato, senza rendersene conto, che tale condizione definisse il valore che attribuiva a se stessa, e come tutto ciò fosse scomparso in un attimo, soltanto perché Haymore aveva trovato il suo vero amore, e non si trattava di lei.

    Perdere Haymore era stato doloroso, ma le difficoltà della crescita lo erano sempre. La settimana di festeggiamenti che l'aspettava sarebbe stata la prima prova della forza di volontà della nuova Zara e della forza dei suoi nuovi sogni. Sogni creati da lei e per lei, non assegnati da una coppia di genitori convinti di fare ciò che era meglio per la loro figlia.

    Lo sguardo di Zara si spostò all'interno del salone, osservando gli altri ospiti. C'erano altre presenze note e previste. Jeremy Giltner, Douglas Brigstock e Jessamy Addington, tutti noti protégés del duca, il nuovo Lord Markham e sua sorella Catherine, che faceva il proprio debutto nella Stagione con un notevole ritardo, dopo un anno di lutto. Ecco le graziose gemelle Kilmun, Cynthia e Cecily, che si erano avvicinate a Verity. La timida Miss Ariana Falk, accompagnata da quella dragonessa della madre. Mr. Melton Colter, che a cena aveva l'abitudine tremenda di discorrere dell'accoppiamento dei cavalli utilizzando immagini molto crude. Era un raduno tradizionale del ton londinese, ogni ospite selezionato con cura dal duca in persona. Solo i più ingenui, però, avrebbero creduto che quel raduno fosse innocente.

    Chiunque fosse qualcuno sapeva qual era lo scopo di quella settimana di celebrazioni. Era lì che sarebbero state realizzate le unioni più prestigiose dell'anno. No, dire semplicemente realizzate avrebbe sminuito l'importanza di quell'evento. Era lì che le unioni più prestigiose dell'anno sarebbero state orchestrate dalla volpe d'argento in persona, il Duca di Brockmore, con l'aiuto della sua duchessa. E non sarebbero stati matrimoni ordinari, tutti avrebbero incluso dei riconoscimenti aggiuntivi: incarichi diplomatici prestigiosi, proprietà terriere, seggi in parlamento, incarichi militari. Il duca aveva la facoltà di garantire a una donna una vita di ricchezze e agi, di fare in modo che diventasse una delle ospiti più ammirate e influenti di Londra. Tutto era possibile, bastava soltanto essere disposti a sposarsi secondo i dettami del Duca di Brockmore. Comportarsi in maniera diversa era del tutto inconcepibile. Partecipando ai festeggiamenti di mezza estate, gli ospiti davano il loro tacito consenso a giocare secondo le regole stabilite dal loro ospite.

    Zara Titus non voleva aver niente a che vedere con tutto ciò. Non voleva essere costretta a sposare un uomo che conosceva soltanto da una settimana, solo per salvare la faccia. Naturalmente sua madre, l'altera e imperturbabile Viscontessa Aberforth, era di tutt'altro parere. Secondo la sua opinione, Brockmore Manor era proprio il luogo in cui dovevano trovarsi, in quel momento, per dimostrare all'intero ton che non era stato Haymore a lasciare Zara, certo che no, che la rottura era stata davvero consensuale se non, addirittura, leggermente a vantaggio di Zara. Lei meritava di meglio del visconte, e aveva una settimana per dimostrarlo, ottenendo una proposta di matrimonio da parte di un uomo che godeva di un rango superiore e di maggiori ricchezze di Haymore. Nelle ultime tre settimane Zara non si era sentita ripetere altro.

    «Su il mento, tira indietro le spalle, gira la testa a sinistra e guarda il nostro ospite negli occhi» intimò sua madre accanto a lei, la voce bassa, ma non meno autoritaria, mentre il Duca di Brockmore in persona si avvicinava per accoglierle, regale ed elegante, con una splendida chioma folta di capelli grigi a cui doveva il suo soprannome, un uomo ancora al suo apice, nonostante gli anni. Inspira ed... espira...

    Con un sorriso sulle labbra, Zara terminò silenziosamente nella sua mente la frase che la madre le aveva ripetuto un'infinità di volte, rivolgendo all'intero salone un sorriso affascinante senza pensarci due volte. Dopo tre anni conosceva a menadito quella routine, e la eseguiva ormai senza alcuno sforzo. Avrebbe potuto farlo anche dormendo. Era la routine di una donna che aveva fiducia in se stessa, nella propria bellezza, nella sua capacità di incantare una sala intera come se tutto ciò le fosse dovuto. Era esattamente ciò che aveva fatto per tre anni, solo che non aveva mai avuto alcuna importanza. Tutti sapevano che era destinata a diventare la sposa di Haymore. Poi la situazione era cambiata, completamente. A quel punto il suo atteggiamento aveva un'importanza enorme, in modi che sua madre non si sarebbe mai aspettata. La Viscontessa Aberforth sarebbe rimasta sbigottita se fosse venuta a conoscenza dei pensieri insubordinati che attraversavano la mente della figlia, in genere ligia ai propri doveri. Zara intendeva ribellarsi a tutto ciò: le regole, le aspettative, il decoro soffocante che imponeva alle fanciulle di fare sempre ciò che veniva detto loro, di non pensare mai con la loro testa, di non sperimentare mai la vita in modo diretto.

    Zara poteva anche essere furiosa nei confronti di Haymore, la fine del loro fidanzamento triennale restava una faccenda oltremodo imbarazzante, sebbene lui avesse permesso che suo padre diffondesse la notizia che il fidanzamento era stato rotto di comune accordo, ma non aveva alcuna intenzione di offrirsi in matrimonio al miglior offerente soltanto per vendicarsi di lui. Un matrimonio era per sempre, uno scandalo sarebbe durato qualche settimana, finché un altro scandalo ne avesse preso il posto e, senza dubbio, ce ne sarebbe stato un altro. Ce n'erano sempre. Londra sembrava nutrirsi di scandali e pettegolezzi.

    Nelle tre settimane passate dal giorno in cui Haymore si era tirato indietro, Zara aveva imparato molto, su se stessa. Aveva imparato che in realtà non aveva mai amato Haymore davvero, ma solo l'idea rassicurante che aveva avuto di lui, e soltanto perché non aveva mai conosciuto nient'altro. Aveva imparato che era forte. Era stata capace di affrontare la prima ondata di supposizioni indiscrete. E aveva imparato anche che le piaceva la sua libertà. Haymore, invece, era stato scelto per lei dai suoi genitori fin quasi dalla sua nascita.

    Finalmente lei aveva l'opportunità di compiere una scelta, se fosse stata abbastanza coraggiosa per farlo. Haymore era stato abbastanza coraggioso, perché non poteva esserlo anche lei? Perché non avrebbe dovuto assaporare un po' dei piaceri della vita, invece di lasciare supinamente che tutto venisse deciso da altri al suo posto? Avrebbe deciso lei se sposarsi, con chi e quando. Avrebbe deciso come avrebbe trascorso la propria vita e dove l'avrebbe trascorsa, anche se ciò avrebbe potuto significare allontanarsi dall'alta società londinese.

    «Che emozione, mia cara, pensare che il tuo futuro marito si trova con noi in questa sala, proprio in questo momento» le sussurrò sua madre mentre il duca si avvicinava. «Forse l'affascinante Mr. Giltner, oppure il giovane Lord Markham?»

    Quello era esattamente ciò che Zara temeva più di ogni altra cosa. Nutriva seri dubbi che un uomo capace di permettere che lei ignorasse le convenzioni e vivere in modo libero potesse trovarsi in quella sala, senza alcun dubbio la più decorosa in tutta l'Inghilterra. Il salone principale di Brockmore Manor per lei non era un campo pieno di opportunità da cogliere, come a sua madre piaceva descriverlo. Era una trappola pronta a inghiottirla e a farla sparire.

    La sensazione sgradevole che Zara aveva combattuto fin dal momento in cui la loro carrozza aveva imboccato il viale fiancheggiato da alte querce secolari, che si snodava per oltre un miglio prima di raggiungere la residenza del Duca di Brockmore, si trasformò in un vero e proprio abisso di ansia quando il duca si chinò sulle loro mani, con grazia ed eleganza impeccabili, senza che nulla nel suo atteggiamento lasciasse intuire che conosceva perfettamente la ragione della loro partecipazione ai festeggiamenti. «Miss Titus, è un vero privilegio, per me, avervi qui, mia ospite.» Un vero privilegio? Era così che in quel periodo veniva definito l'affannarsi, seppur in modo molto signorile, per ottenere un invito all'ultimo minuto? Zara sapeva bene che suo padre, un uomo che aveva molte conoscenze, aveva dovuto chiedere qualche favore affinché lei potesse partecipare a quelle celebrazioni. La lista degli invitati era stata stabilita con mesi di anticipo.

    «Permettete che vi presenti agli altri ospiti, sebbene io sia certo che li conosciate già quasi tutti.» Il duca le posò una mano paterna sulla schiena, accompagnandola verso i vari gruppetti di persone radunati nel salone, mentre sua madre camminava all'altro fianco del loro ospite, calma e, soprattutto, all'apparenza del tutto compiaciuta di trovarsi lì, come se la loro vita non avesse preso all'improvviso una piega imprevista.

    Forse sua madre era davvero compiaciuta. Per la Viscontessa Aberforth e il Duca di Brockmore tutto era soltanto un gioco, e gli altri erano tutti pedine viventi da muovere sulla scacchiera dell'alta società.

    Zara ne aveva abbastanza di essere una pedina, quella settimana sarebbe stata votata alla ribellione. Più qualcosa fosse piaciuta a sua madre, più lei si sarebbe opposta. Alla fine sarebbe riuscita ad assaporare un po' di libertà, e i suoi genitori avrebbero capito che, da quel momento in poi, lei avrebbe preso le sue decisioni da sola. La lezione sarebbe stata utile a tutti.

    «Naturalmente conoscete già mia nipote.» Il duca si illuminò raggiante mentre si avvicinavano al grande pouf imbottito. Come avrebbe potuto essere altrimenti? Zara e la nipote del Duca di Brockmore erano in competizione diretta da anni, per stabilire chi tra loro due fosse la più bella tra le belle del ton londinese.

    Ciononostante, Zara sorrise e baciò la guancia di Verity, complimentandosi per il suo abito come se fossero l'una la migliore amica dell'altra, perché era così che si comportavano le rivali. Proseguirono e salutarono i Downing, Catherine e Richard, il nuovo Lord Markham. Fu in quel momento che Zara sentì quella strana sensazione o, per meglio dire, sentì lui.

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