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Una romantica eccezione: Harmony Jolly
Una romantica eccezione: Harmony Jolly
Una romantica eccezione: Harmony Jolly
E-book176 pagine2 ore

Una romantica eccezione: Harmony Jolly

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Info su questo ebook

Non tutti credono all'amore a prima vista. Come definire, allora, quella strana sensazione che prende la bocca dello stomaco quando due sguardi si incrociano e non si lasciano più?



Rachel Chase non poteva trovare un posto migliore dove lasciarsi alle spalle un intreccio di delusioni sentimentali e professionali. Quello chalet è il rifugio perfetto. Ora si tratta solo di ricaricare le pile per poter affrontare di nuovo il mondo reale momentaneamente lasciato fuori della porta.



Armand Bollinger è il proprietario del resort più esclusivo di tutte le Alpi svizzere. Il suo fine è quello di soddisfare ogni tipo di capriccio della facoltosa clientela. Unico limite: mai farsi coinvolgere da qualche bella e disponibile ospite dell'albergo. Ma tutto cambia quando incontra lo sguardo di Rachel. Forse per lei Armand potrebbe anche fare un'eccezione.
LinguaItaliano
Data di uscita10 gen 2018
ISBN9788858976920
Una romantica eccezione: Harmony Jolly
Autore

Melissa James

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Una romantica eccezione - Melissa James

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Tycoon Who Healed Her Heart

    Harlequin Mills & Boon Romance

    © 2011 Lisa Chaplin

    Traduzione di Laura Polli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5897-692-0

    1

    Cantone dei Grigioni, Alpi svizzere, novembre

    «Stai migliorando» affermò l’istruttore di sci mentre percorrevano lentamente il leggero pendio della pista per principianti.

    «Non è vero, Matt, ma grazie ugualmente per l’incoraggiamento» rispose Rachel Chase, senza distogliere lo sguardo dal mantello nevoso per timore di cadere da un momento all’altro.

    Aveva deciso di imparare a sciare quando era arrivata al Bollinger Alpine Resort, uno splendido centro turistico arroccato in una delle zone più incantevoli delle Alpi.

    Max, il direttore del villaggio, le aveva assegnato un delizioso chalet, molto appartato. Una scelta che non avrebbe potuto farle più piacere, considerato che aveva deciso di trascorrere una vacanza lontano da tutto e da tutti.

    Per una settimana aveva evitato di disfare i bagagli, pronta a fuggire di nuovo in caso di necessità.

    Non riusciva a credere, infatti, di avere finalmente trovato un po’ di pace dopo l’incubo di fotografi, telecamere e titoli in prima pagina sui giornali scandalistici che aveva dovuto sopportare a Los Angeles dopo il fallimento della sua relazione con Pete.

    Mentre toglieva gli sci, rabbrividì non per il vento freddo che spazzava la pista, ma al ricordo della violenza che aveva subito dalla sua ex fiamma.

    Durante l’ultimo litigio lui le aveva spezzato il polso e alcune costole. Con il braccio ingessato, aveva fatto cambiare le serrature di casa e sporto denuncia per violenza privata e maltrattamenti.

    Non gli aveva fatto causa, non le interessava distruggere la sua immagine pubblica, ma l’aveva avvertito che sarebbe andata in tribunale se avesse osato toccarla di nuovo. Il suo avvocato lo aveva ribadito chiaro e tondo a Pete.

    Inoltre, per evitare di essere rintracciata, aveva spento il cellulare. In quel modo Pete non avrebbe potuto chiamarla per cercare di farsi perdonare, o usare sua madre e sua sorella per cercare di convincerla a farlo. Ne aveva abbastanza anche della sua famiglia, che aveva dimostrato più volte di tenere più a Pete che a lei.

    «Rachel, tutto okay? Per caso la chiave non funziona?» chiese una voce femminile alle sue spalle.

    A quel suono inaspettato, Rachel sussultò. Pete l’aveva percossa solo un paio di volte prima che lei lo lasciasse, ma evidentemente i suoi modi violenti avevano lasciato il segno. Al punto che faceva ancora fatica a controllare le proprie reazioni nervose, pensò voltandosi.

    A parte sua cugina Suzie, che le aveva assegnato una nuova identità, consegnato due passaporti con nomi diversi e procurato una ingente somma di denaro all’insaputa di Pete, lo staff del Bollinger Alpine Resort erano le uniche persone delle quali poteva fidarsi.

    «Tutto bene, grazie, Monika» rispose in tedesco. Aprì la porta dello chalet e si tolse scarponi e calze di lana.

    Monika le aveva servito il pranzo. Jami e Max la raggiunsero poco dopo per ascoltare altri aneddoti riguardanti le celebrità che conosceva a Hollywood. Lei snocciolò altre storie per divertire i suoi nuovi amici, anche se tutto quello che desiderava era dimenticare quel capitolo buio della sua vita.

    Dal suo punto di osservazione, Armand vide Rachel Chase chiacchierare con tre membri dello staff, che pendevano letteralmente dalle sue labbra, guardandola con aria d’adorazione, come se lei fosse una sorta di divinità. Poco prima l’aveva vista anche fare gli occhi dolci al loro giovane e attraente istruttore di sci.

    Conosceva bene quel genere di donne, che usavano senza scrupolo bellezza e lusinghe per ottenere ciò che volevano, pensò Armand con disprezzo. Donne che desideravano una vita di lusso, sempre al centro dell’attenzione, anche in un remoto villaggio turistico di montagna. E non c’era dubbio che Rachel fosse maestra in quell’arte. I suoi modi amichevoli, conditi dal fascino del suo sorriso e dei suoi occhi da cerbiatta, erano un cocktail letale per uno sprovveduto.

    Ma quello che Rachel Chase, ex fiamma di Pete Rinaldi, uno dei più famosi anchorman televisivi americani, non sapeva, era che lui invece aveva imparato a sue spese a stare alla larga da quel genere di donne, concluse Armand con amarezza.

    «E così, l’attore il cui nome non posso rivelarvi, pretese che quei dieci secondi di ripresa fossero eliminati. In effetti, non aveva tutti i torti» disse Rachel, notando che Monika, Jami e Max non perdevano nemmeno una parola di quello che stava dicendo. «A un eroe dei film d’azione, inciampare in un cavo e finire lungo e disteso in uno studio televisivo, può costare la carriera e magari un divorzio dalla moglie» aggiunse ridendo.

    «Suppongo che il mio invito a questo party sia andato perduto fra la posta.»

    Al suono di quella voce maschile, le risatine dei tre si spensero di colpo.

    Rachel si voltò, per vedere di chi si trattava e un attimo dopo trattenne a sua volta il respiro.

    Un uomo alto, bruno, occhi grigi, l’esemplare maschile più affascinante che avesse mai visto, e di sicuro a Hollywood non mancavano, era fermo sulla soglia del piccolo chalet.

    Rachel lo fissò un istante, sbattendo le palpebre e senza sapere cosa rispondere. Le era accaduta una cosa del genere solo una volta...

    Ma adesso non sei più la ragazza giovane e ingenua che eri, si disse, sforzandosi di mantenere il controllo delle proprie emozioni. Dopo la brutta esperienza con Pete, aveva giurato a se stessa che nessun uomo sarebbe più riuscito a farle perdere la testa.

    Per quella ragione, sostenne lo sguardo dello sconosciuto, fissandolo con una freddezza che sapeva che molti uomini avrebbero trovato scoraggiante. Comunque fosse, non c’era dubbio che quel tale sapeva come vestirsi e come presentarsi. Ovvero come fare colpo su una donna. Anche se, per quanto la riguardava, era fatica sprecata, si disse.

    «Un vero peccato, dato che io sono colui che ospita la festa» aggiunse l’ultimo arrivato con una punta di ironia.

    Un tono che mise chiaramente a disagio i tre ragazzi, notò Rachel.

    «Herr Bollinger... Mmh... Bentornato. Non siamo stati informati del suo ritorno» disse Max in tedesco, alzandosi educatamente insieme agli altri tre.

    Monika e Jami balbettarono più o meno la stessa cosa, lanciando occhiate alla porta come se non vedessero l’ora di fuggire.

    Bollinger...

    Dunque quello era il proprietario del resort, dedusse Rachel, figlio di un milionario ed ex noto attore franco svizzero.

    Ricordava di avere visto parecchie foto di Armand Bollinger una decina d’anni prima, quando lui era stato fra i primi dieci nella classifica di World’s Beautiful People, le persone più belle e affascinanti del mondo, ma non aveva mai avuto occasione di conoscerlo di persona. Soprannominato Lupo per la sua abilità negli affari e la sua fama di irresistibile rubacuori, elencò mentalmente Rachel, con la spassionata professionalità giornalistica che aveva appreso da Pete. E adesso che lo vedeva, si rendeva conto che si trattava di una fama più che meritata. Lei stessa, che conosceva alcuni fra gli uomini più attraenti del mondo, subiva l’impatto visivo della sua presenza.

    Lui entrò nel salotto dello chalet, facendo sembrare di colpo lo spazio ridotto.

    «Se non vi dispiace, vorrei parlare in privato alla nostra ospite» proseguì Armand, in tono gentile ma fermo.

    Jami, Max e Monika annuirono e lasciarono in fretta il cottage.

    Usciti i tre ragazzi, Armand si rivolse a Rachel, con espressione professionale.

    «Sono Armand Bollinger» si presentò, dando per scontato che lei avesse intuito che era il titolare del resort.

    La voce baritonale di lui, morbida come il velluto, le provocò suo malgrado un delizioso brivido. In giacca e pantaloni grigio chiaro in stile Savile Row, scarpe italiane, cravatta di seta e una camicia di due toni più scura del completo che indossava, Armand Bollinger era l’epitome dell’eleganza maschile europea. L’espressione riservata dei suoi occhi grigi, tuttavia, le diede la strana impressione che dietro quell’immagine sofisticata non ci fosse un cacciatore spietato, ma un lupo ferito, che cercava di tenere a bada con la forza di volontà il dolore di vecchie cicatrici.

    Un’intuizione di cui lei stessa fu la prima a sorprendersi, dato che non conosceva alcun particolare della vita privata di Armand Bollinger.

    «Posso sapere se sei soddisfatta del soggiorno al resort? C’è qualcos’altro che desidereresti?» s’informò lui educatamente, in perfetto inglese.

    Non era per rivolgere domande così banali che era venuto, pensò Rachel automaticamente.

    Anni di training psicologico ed esperienza sul campo si erano attivati immediatamente alla vista di lui. Anche se non occorreva un esperto per sapere che i titolari di resort di lusso non bussavano alla porta dei propri clienti per informarsi sul livello del servizio. Di solito lasciavano questo compito al direttore del villaggio. Max, però, non aveva quell’espressione di disagio che avevano gli occhi grigi di Armand Bollinger in quel preciso momento.

    Sa chi sono, si disse Rachel.

    Quel pensiero le provocò un’ondata di panico. Un attimo dopo respirò a fondo, decisa a non mostrare alcuna debolezza. Non si sarebbe mai più fatta intimorire da un uomo. Mai più.

    «È tutto di mio gradimento, grazie» rispose. «Per caso sei venuto a chiedermi di andarmene?» aggiunse, guardandolo dritto negli occhi.

    Armand osservò un istante la splendida bruna che aveva di fronte, le curve perfette inguainate in un paio di jeans, un maglione rosa e un paio di comode pantofole. Un abbigliamento molto diverso di quello che sfoggiava di solito in televisione, durante il talk show di Dr. Pete. Ovvero abiti firmati e tacchi a spillo, classica immagine della ricca bellezza texana che contribuiva ad alzare vertiginosamente gli indici di ascolto della trasmissione. O meglio, alzava, perché grazie alla stampa scandalistica la rottura fra Rachel Chase e Pete Rinaldi era di dominio planetario.

    Come ex attore, sapeva che le telecamere aggiungevano alcuni chili. La figura di Rachel gli sembrò infatti più sottile e minuta di come appariva sugli schermi. A dire il vero, se non fosse stato per i famosi occhi da cerbiatta e la voce con il suo inconfondibile accento del Sud, non l’avrebbe riconosciuta.

    Senza un filo di trucco, senza tacchi a spillo, tagliati i lunghi capelli color ebano, sembrava un’altra persona. Soprattutto per l’espressione battagliera che le leggeva negli occhi. Si aspettava che lui le chiedesse di andarsene, ma non sembrava disposta a facilitargli il compito. Possibile che sapesse il vero motivo per cui era venuto?

    Per il momento Rachel non aveva ancora giocato la carta del tu non sai chi sono io, per cercare di rimetterlo al suo posto. Ma lo avrebbe fatto presto, concluse Armand cinicamente.

    Prima o poi tutte le celebrità lo facevano.

    Questo era uno dei motivi per cui anni prima aveva deciso di abbandonare il mondo del cinema, di cui i suoi genitori erano stati protagonisti per anni. Già, perché i Bollinger erano stati bella gente, ricca e famosa. Ma a un certo punto il loro mondo era crollato, e nessuno più di loro ne era consapevole. Ancora adesso, nessuno conosceva la verità riguardo alla morte di suo padre, a ciò che aveva commesso. Una vera e propria vergogna per la famiglia.

    «Se hai intenzione di chiedermi di andarmene, sei pregato di farlo in fretta, senza girare intorno all’argomento» attaccò Rachel.

    Quel tono aggressivo suonò poco efficace nel suo dolce accento sudista, notò Armand, senza battere ciglio.

    Mai rivelare le proprie emozioni, non concedere a nessuno questo potere su te stesso.

    Questa era la dura lezione che aveva imparato molti anni prima, quando a dodici anni era stato allontanato da casa. Una lezione che non aveva più dimenticato.

    «Sei un’ospite che paga il suo soggiorno» replicò Armand, con la gentilezza che aveva appreso fin dall’infanzia. Corso di portamento, lo aveva definito suo padre. Ma lui non aveva tardato a scoprire di cosa si trattava veramente. Impara a recitare, sii sempre gentile, comportati in modo impeccabile in ogni occasione. Non mostrare mai rabbia, dolore, rimorso. Evita il più possibile di rivelare te stesso. Così, anche adesso sarebbe stato al gioco di lei, per vedere fino a che punto si sarebbe spinta, decise. «Ci siamo appena incontrati. Per quale ragione dovrei desiderare che tu te ne vada?» aggiunse.

    «Non so perché, ma ho l’impressione che tu ce l’abbia con me per qualche ragione» ribatté Rachel, in tono meno ostile, ma dimostrando un notevole intuito.

    «Un’altra supposizione del tutto gratuita. Se ricordi, ti ho solo chiesto se ti serviva o desideravi qualcosa» disse Armand.

    «Appunto. Non credo che tu

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