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La ragazza del milionario: Harmony Collezione
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La ragazza del milionario: Harmony Collezione
E-book160 pagine1 ora

La ragazza del milionario: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Dalla Grecia agli Stati Uniti, dall'Italia all'Inghilterra, innamorarsi di un milionario non è poi così difficile. Ma riuscire a rapirne il cuore non è un'impresa da tutti. Per liberarsi dall'orda di spasimanti e approfittatrici che lo assillano a ogni occasione, il noto milionario Salvatore Cardini ha proposto alla giovane che si occupa delle pulizie serali nel suo ufficio di fingersi la sua amante. Così, si dice, finalmente avrò un po' di respiro. Quello che non può prevedere è che Jessica, ragazza simpatica e interessante, una volta smessi gli abiti da lavoro sia assai più affascinante di quanto lui avrebbe mai potuto pensare.

LinguaItaliano
Data di uscita10 feb 2016
ISBN9788858945797
La ragazza del milionario: Harmony Collezione
Autore

Sharon Kendrick

Autrice inglese, ama le giornate simili ai romanzi che scrive, cioè ricche di colpi di scena.

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    Anteprima del libro

    La ragazza del milionario - Sharon Kendrick

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Bought for the Sicilian Billionaire’s Bed

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2008 Sharon Kendrick

    Traduzione di Carla Maria De Bello

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2009 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-579-7

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    «Madonna mia!»

    Quelle parole risuonarono aspre come i limoni di Sicilia e intense quanto il suo vino, ma Jessica rimase concentrata sul proprio lavoro. C’era ancora un intero pavimento da lavare e tutta la sala riunioni da pulire prima di poter tornare a casa. E poi guardare Salvatore la distraeva. Troppo.

    «Che cosa devo fare con queste donne?» domandò Salvatore in tono acceso, e i suoi occhi si strinsero quando la confusa figura nell’angolo non gli rispose. «Jessica?» esortò.

    La domanda gracidò brusca, tesa, abbagliante e categorica quanto un colpo di pistola, e lei sollevò lo sguardo verso l’uomo che le aveva sparato, lottando contro l’innegabile, irrefrenabile attrazione che nutriva nei suoi confronti.

    Salvatore Cardini, simbolo della potente famiglia di cui portava il nome, era un uomo famoso per l’arroganza e il temperamento brusco. Affascinante, autorevole e amato da praticamente tutte le donne di Londra, stando ai pettegolezzi dello staff.

    «Sì, signore?»

    «Non ti sei accorta che stavo parlando con te?»

    Jessica infilò lo spazzolone nel secchio con l’acqua saponata e deglutì. «Veramente no... credevo che parlasse fra sé e sé.»

    «Non ho l’abitudine di parlare da solo» ribatté lui freddamente nel suo inglese impeccabile. «Stavo esprimendo la mia rabbia, e se tu avessi un minimo di intuito te ne saresti accorta.»

    E il sottotesto a quell’affermazione, suppose lei, era che, se avesse avuto il genere di intuito di cui stava parlando, non si sarebbe abbassata a lavorare come donna delle pulizie nel suo ufficio.

    Eppure negli ultimi mesi, e in particolare da quando il carismatico proprietario delle Cardini Industries era arrivato a Londra dalla Sicilia, Jessica aveva saggiamente imparato ad adattarsi alle stranezze del suo temperamento. Se il signor Cardini voleva parlare, lei gli avrebbe permesso di farlo finché ne avesse avuto voglia.

    «Mi dispiace, signore» ribatté serenamente. «Posso aiutarla in qualche modo?»

    «Ne dubito.» Con apparente malumore, osservò lo schermo del computer. «Sono invitato a una cena di lavoro, domani sera.»

    «Sembra una cosa piacevole.»

    «No, non è affatto piacevole» la derise lui con una gelida occhiata. «Perché voi inglesi descrivete ogni cosa come piacevole? È soltanto necessario; socializzare con queste persone giova agli affari.»

    Jessica lo fissò con aria perplessa. «Allora temo di non capire dove sia il problema.»

    «Il problema» continuò Salvatore dopo aver riletto l’invito con una smorfia di sdegno sul viso, «è che l’uomo con cui sono in affari ha una moglie... una moglie piuttosto intraprendente, a dire il vero. E la moglie ha delle amiche. Molte amiche.» Le parole danzavano sul monitor. «Amy non vede l’ora di incontrarti» lesse. «E così pure le sue amiche, alcune delle quali sono davvero incredibili. Le devi assolutamente vedere. Ma non preoccuparti, Salvatore: riusciremo a farti fidanzare prima della fine dell’anno!»

    «Be’, che cosa c’è di male in questo?» domandò timidamente Jessica, nonostante la stupida fitta di gelosia che l’aveva sorpresa.

    Salvatore emise un grugnito di derisione. «Perché la gente ama così tanto immischiarsi nelle faccende altrui? E perché diavolo credono che abbia bisogno di una compagna?»

    Jessica scrollò appena le spalle. Non pensava che si aspettasse realmente una risposta e sperava di cuore di non essere costretta a dargliela. Che cosa avrebbe mai potuto dire, in fondo? Che sospettava che le donne volessero portarlo all’altare perché estremamente ricco e incredibilmente affascinante?

    Eppure, a dispetto del magnetismo dello sguardo, il suo viso appariva invece crudele se osservato da vicino. La bocca era sensuale, certo, ma sorrideva a stento e c’era qualcosa di ostile nel modo in cui riusciva a fulminare le persone semplicemente posando gli occhi su di loro. Tuttavia, sembrava che gli si potesse perdonare ogni cosa.

    Jessica aveva visto personalmente segretarie agitarsi e quasi svenire in sua presenza; aveva osservato i suoi potenti colleghi trattarlo con una sorta di timore reverenziale e permettergli qualunque forma di comando. E aveva visto tutto ciò semplicemente perché era una gioia guardare lui.

    Era alto e slanciato, con il corpo sodo e virile; i capelli corvini risaltavano sul colorito olivastro della pelle, e ne completavano il fascino tutto mediterraneo.

    Ma erano gli occhi a colpire più di ogni altra cosa. Di un blu scintillante, simile a quello del mare nel giorno più estivo dell’anno, talmente intensi che sembravano risucchiare la vita da ciò che li circondava, e capaci di stordire chiunque guardassero. Esattamente come stava accadendo a Jessica in quel momento.

    Distratta dalla sua vicinanza, si sforzò di rammentare quanto lui le aveva chiesto. «Probabilmente credono che sia in cerca di una moglie perché... be’, forse perché è nell’età giusta per sposarsi, signore.»

    «Lo pensi davvero?»

    Si sentì improvvisamente in trappola. Imprigionata in un angolo. Poi si ritrovò a scuotere il capo.

    «A dire il vero, no. Il suo futuro coniugale è qualcosa che non ho mai realmente considerato... Ma si sa come sono le persone. Una volta che un uomo supera i trenta, ci si aspetta che si sposi.»

    «Sì» concordò Salvatore, e si passò il pollice sulla mascella appena oscurata da un accenno di barba. «È proprio così, e nel mio paese è esattamente lo stesso.»

    Per un attimo ripensò a quanto aveva sperato che in Inghilterra le cose andassero in modo diverso: era stata una delle ragioni per cui si era trasferito a Londra, per godersi un po’ di semplice divertimento prima di affrontare l’inevitabile compito di scegliersi una sposa in Sicilia. Per una volta nella vita aveva sperato di sfuggire alle aspettative che per forza di cose accompagnavano il suo nome e la sua posizione, specialmente in patria.

    In Sicilia viveva in una comunità chiusa dove tutti sapevano tutto di tutti, e l’eventuale matrimonio di Salvatore Cardini aveva interessato troppa gente per molto tempo. Tuttavia, a dispetto del relativo anonimato dell’Inghilterra, Salvatore era stato costretto a riconoscere che anche lì le aspettative riguardo a un buon partito rimanevano elevate.

    Le donne tramavano e si comportavano come avvoltoi ogni qualvolta incontrassero un uomo virile e con un conto presumibilmente senza fondo in banca.

    Quando era stata l’ultima volta in cui aveva chiesto a una donna il suo numero di telefono? Non lo ricordava neanche più. Ormai sembrava che tutte afferrassero il cellulare per memorizzare il suo numero ancor prima di avergli permesso di scoprire quale fosse il loro cognome o quanti anni avessero.

    Ma Salvatore credeva ancora nel ruolo dei sessi e questo non era un segreto per nessuno.

    A un tratto prese a tamburellare le dita sulla scrivania, il rumore simile a quello delle gocce di pioggia che battevano contro le vetrate del suo ufficio.

    «Posso sempre declinare l’invito» rifletté infine.

    «Certo, ma dovrebbe fornire una ragione plausibile» gli fece notare Jessica.

    «Pensi che crederebbero alla scusa dell’influenza

    Le labbra di Jessica si curvarono in un riluttante sorriso: l’idea di Salvatore Cardini malato era praticamente impossibile da immaginare.

    «La inviterebbero comunque la prossima volta.»

    «Hai ragione» ammise Salvatore, «ma potrei sempre organizzare la cena a casa mia e con la mia lista degli ospiti.»

    «Non crede che sembrerebbe un po’ scortese? Qualcuno potrebbe pensare che voglia tenere in pugno la situazione» azzardò lei con cautela.

    Salvatore la fissò con espressione pensosa. Per la prima volta si rese conto di parlare a quella ragazza delle pulizie in un modo che non si sarebbe mai immaginato di poter adottare con le sue assistenti o con le segretarie. Loro avrebbero di certo mal interpretato una simile confidenza, mentre l’abisso che lo separava da Jessica dal punto di vista sociale le avrebbe sicuramente impedito di cadere nell’illusione di una possibile relazione.

    Eppure lei sembrava intuire la verità meglio di molte altre persone.

    Si appoggiò allo schienale della poltrona di pelle e ripensò alle sue parole.

    Non aveva alcuna intenzione di offendere Garth Somerville, né di apparire scortese agli occhi della moglie o delle sue amiche, tuttavia non era dell’umore giusto per cimentarsi nel vano sport di difendersi dalle predatrici. Come un bambino a cui era stata offerta una enorme quantità di dolci, il suo appetito pareva essersi completamente saziato. E sembrava non avere importanza quanto belle fossero le donne in questione: il sesso offerto così liberamente e sfacciatamente non esercitava su di lui il minimo fascino.

    «Sì» concordò a bassa voce. «Sarebbe scortese.»

    Senza che lui quasi se ne accorgesse, Jessica estrasse un panno e una bottiglietta di plastica dalla tasca del grembiule e iniziò a pulire la scrivania.

    «A quanto pare, alla fine si è fatto incastrare» osservò tranquillamente senza distogliere lo sguardo da ciò che stava facendo.

    Non era la prima volta che si scopriva a chiedersi quanti anni potesse avere Jessica. Ventidue? Ventitré, forse? E perché era costretta a pulire gli uffici, per vivere? Era davvero felice di tornare in quel palazzo sera dopo sera, di afferrare secchio e straccio e di darsi da fare mentre lui finiva di firmare le lettere e di esaminare gli ultimi documenti?

    La osservò con attenzione... nonostante ci fosse ben poco da vedere. Era piuttosto insignificante, e si copriva sempre i capelli con un foulard combinato al grembiule rosa che indossava. La divisa era ampia e lui non l’aveva mai guardata come un uomo guarda solitamente una donna. Non aveva

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