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Tramonto alle Maldive (eLit): eLit
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E-book146 pagine2 ore

Tramonto alle Maldive (eLit): eLit

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Info su questo ebook

UNA VALIGIA PER...LE MALDIVE - Le Maldive: spiagge bianche profumate d'Oriente... Pur conoscendo per motivi professionali tutti i possibili inconvenienti tecnici di una crociera alle Maldive, l'accompagnatrice turistica Charlotte Perivale non può certo accettare di condividere la stessa cabina con un uomo, anche se l'affascinante Dean Richmond sarebbe un ottimo compagno di stanza per le sue vacanze. E infatti, qualche giorni dopo...
LinguaItaliano
Data di uscita31 mar 2016
ISBN9788858951538
Tramonto alle Maldive (eLit): eLit

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    Anteprima del libro

    Tramonto alle Maldive (eLit) - Anne Weale

    successivo.

    1

    Dopo aver disposto ogni cosa con cura sul letto, Charlotte controllò per l'ultima volta il contenuto del suo bagaglio.

    Maschera, pinne e boccaglio; le pastiglie contro la malaria; la macchina fotografica; la crema solare; il mangianastri con un paio di cassette...

    Quando fu certa di non aver dimenticato nulla ripose il tutto in una capace sacca di nylon. In sette anni di viaggi di lavoro, aveva imparato a ridurre il bagaglio al minimo. Troppe volte le era capitato di accompagnare comitive di turisti sovraccarichi di borse inutili e ingombranti.

    Sally, una delle amiche con cui divideva l'appartamento, le portò una tazza di caffè fumante. Era una brava giornalista che andava spesso all'estero per lavoro, quindi occupava la stanza più piccola, mentre Charlotte divideva la camera più grande con Kay, un'avvenente hostess. I rispettivi lavori le tenevano a turno lontane da casa e la loro convivenza non era mai stata difficile. Erano tutte e tre giovani e desiderose di conservare la propria indipendenza.

    «Sei eccitata per questo viaggio?» le chiese Sally sedendosi sul bordo del letto e sorseggiando un caffè.

    «Sono sempre felice quando sto per partire, ma questa volta ancora di più del solito. Una crociera in barca a vela alle Maldive, navigando da un'isola all'altra, è quanto più si avvicina alla mia idea di paradiso.»

    «Lo penso anch'io» mormorò Sally pensierosa. «Non so cosa darei per venire con te. Odio il clima umido e freddo di febbraio a Londra. Tu, invece, domani a quest'ora te ne starai beatamente sdraiata sulla spiaggia a prendere il sole!»

    «Ma tu, domani sera, non hai un appuntamento con uno splendido esemplare del sesso forte? Dubito che rinunceresti a una romantica cenetta a lume di candela col tuo principe azzurro.»

    «Hai ragione» ammise Sally con un sorriso malizioso. «Chissà che questa non sia la volta in cui anche tu troverai qualcuno di interessante.»

    «Non credo, questa è una vacanza piuttosto costosa, quindi i clienti in genere sono signori di mezza età, a parte qualche fanatico di pesca subacquea. Ma quelli non sono mai stati il mio tipo.»

    «Non ho ancora capito quale sia il tuo tipo.»

    «A dire il vero nemmeno io» rispose Charlotte scrollando le spalle. «Forse mi faccio troppe illusioni e l'uomo giusto che vorrei io non esiste.»

    «Forse l'uomo veramente giusto non esiste per nessuna donna della terra...»

    Dodici ore più tardi Charlotte era seduta nell'area delle partenze internazionali dell'aeroporto di Heathrow, in attesa che venisse annunciato il suo volo. Mentre si guardava distrattamente in giro, il suo sguardo cadde su un aitante giovanotto che stava mostrando il proprio passaporto all'incaricato doganale. Doveva essere sulla trentina, trentacinque anni al massimo; alto, capelli scuri e con una consumata borsa da viaggio a tracolla. L'impiegato controllò il documento e poi disse qualcosa; il giovanotto rispose con un gioviale sorriso, riprese il proprio passaporto e lo mise nella tasca interna della giacca.

    Il suo abbigliamento era semplice e sportivo; sopra ai jeans indossava una camicia con il colletto slacciato, un morbido maglione e una leggera giacca di tessuto impermeabile.

    Sentendo annunciare il proprio volo, Charlotte si alzò e si diresse verso l'uscita, notando con una fugace occhiata che anche lo sconosciuto si stava avviando nella sua stessa direzione. C'era qualcosa in lui che la incuriosiva irresistibilmente al di là della sua innegabile avvenenza. I lineamenti irregolari suggerivano una forte personalità e il naso vagamente storto gli dava un'aria scanzonata. Portava i capelli spazzolati all'indietro, un po' lunghi sul collo e gli occhi vivaci erano grigio chiaro.

    Camminava eretto, il mento leggermente sollevato verso l'alto; Charlotte sospettò che fosse il tipo d'uomo abituato a viaggiare in prima classe. Si chiese quale poteva essere la sua meta, una volta arrivati a Zurigo. Quanto a lei, si sarebbe imbarcata sul volo per Malè, nell'Oceano Indiano. Quello sarebbe stato un gradito ritorno, dopo molti anni di assenza, ai remoti atolli corallini dove aveva trascorso gli anni della propria infanzia.

    Mentre si avviava verso l'uscita numero trentaquattro, vide il suo misterioso e affascinante compagno di viaggio seduto in disparte che leggeva il Financial Times. Quando gli passò davanti, non la degnò nemmeno d'una occhiata e Charlotte s'irritò con se stessa per l'irrazionale disappunto che la sua indifferenza le aveva procurato. In fin dei conti, lui non aveva avuto nessun motivo particolare per notarla e, probabilmente, non si sarebbero mai più incontrati.

    All'età di ventisei anni e con un lavoro che la metteva continuamente a contatto con moltissimi uomini, Charlotte non aveva mai avuto paura di rimanere senza accompagnatori, ma non le era ancora accaduto d'incontrare un uomo che la interessasse al punto da volersi sposare. C'erano volte, però, in cui si chiedeva se l'infanzia trascorsa in un modo così inusuale non le avesse inconsciamente suggerito delle mete irrealizzabili. Dopotutto si considerava una persona normale, allora perché un uomo fuori dal comune avrebbe dovuto interessarsi proprio a lei? Forse perché aveva vissuto gran parte della gioventù al fianco di un uomo meraviglioso come suo nonno di cui sentiva ancora la mancanza. Inconsciamente paragonava tutti gli uomini che incontrava a lui, anche se sapeva che nessuno avrebbe mai potuto eguagliarlo.

    Poco distante una giovane donna dai capelli biondo platino, fasciata da un aderentissimo paio di pantaloni bianchi, ondeggiava su scarpe con i tacchi alti.

    Charlotte la guardò incuriosita e poi scrollò la testa. Lei non avrebbe mai affrontato un viaggio senza i suoi comodi mocassini.

    Benché avesse ormai una vasta esperienza di viaggi, ogni volta che si apprestava a partire, si sentiva elettrizzata ed emozionata. Amava perfino gli aeroporti, nonostante le lunghe attese e i soventi disagi di cui diventavano teatro. Quando osservava la folla che si affannava avanti e indietro carica di valigie e bagagli, chiudeva gli occhi e le sembrava di rivedere, con la fantasia, le moltitudini di pesci multicolori che nuotavano lungo la barriera corallina dell'isola di Thabu, dove aveva trascorso la sua infanzia.

    Mentre varcava la soglia della sala d'imbarco, si guardò intorno cercando d'indovinare chi, tra le persone che si stavano affrettando verso l'aereo per Zurigo, avrebbe proseguito con il suo stesso aereo per Malè, la capitale della Repubblica delle Maldive. E poi, chissà se qualcuno tra loro si sarebbe imbarcato sul suo stesso yacht a vela? Il Sea Bird era dotato di cabine doppie, quindi avrebbero viaggiato persone a coppie più o meno regolari; chi sceglieva di viaggiare solo, per di più, doveva pagare un costoso supplemento. Essendo un'operatrice del settore, aveva ottenuto un cospicuo sconto, ma avrebbe dovuto accontentarsi anche di una sistemazione di emergenza, se ce ne fosse stato bisogno.

    Trovò il proprio posto sull'aereo e poi, quando tutti furono seduti per il decollo, notò con sorpresa il giovanotto che aveva già notato in sala d'attesa. Dunque mi ero sbagliata, pensò tra sé, non è tipo da prima classe.

    Prima di allacciarsi la cintura di sicurezza, Charlotte si sollevò dal sedile e si guardò in giro per vedere dove si fosse seduto l'affascinante giovanotto. Nonostante i suoi sforzi, non riuscì a trovarlo.

    Il volo per Zurigo durò due ore durante le quali venne servito un pranzo leggero. Le era già capitato altre volte di transitare dall'aeroporto svizzero; benché non fosse particolarmente attrezzato, era abbastanza confortevole e dotato di un rifornito negozio di libri e giornali dove avrebbe potuto fare i propri acquisti prima del lungo viaggio di trasferimento.

    Charlotte conosceva bene il francese, l'italiano e lo spagnolo e non perdeva occasione per rinfrescare le proprie conoscenze leggendo i giornali stranieri quando ne aveva l'occasione e soprattutto la voglia. Quando atterrarono all'aeroporto, però, si rese conto che non avrebbe avuto abbastanza tempo per i propri acquisti e quindi si diresse velocemente allo sportello di imbarco per non perdere l'aereo.

    Mentre si affrettava, notò con piacere il suo sconosciuto compagno di viaggio che si dirigeva al suo stesso luogo d'imbarco. Non sembrava preoccupato dall'imminente partenza, ma quando vide dietro di sé la bionda che arrancava faticosamente sui tacchi alti, si fermò, le disse qualcosa e l'aiutò togliendole dalle mani alcune borse ingombranti.

    Charlotte non riuscì a reprimere una smorfia di disappunto. La bionda platinata era il classico tipo di donna che, quando viaggiava sola, riusciva sempre a trovare un uomo disposto ad aiutarla. Alleggerita dalle borse, la donna gli sorrise radiosa e ricominciò a dondolare vistosamente i fianchi.

    Il volo da Londra a Zurigo non era stato particolarmente affollato, ma il jumbo che li avrebbe trasportati alle Maldive era completo.

    Charlotte scoprì di essere seduta sulla stessa fila dell'affascinante sconosciuto, ma dalla parte opposta del corridoio. Aveva trovato posto accanto al finestrino e il suo vicino era un ragazzino i cui genitori erano seduti nella fila dietro. Della bionda non c'era alcuna traccia.

    Decise di concedersi un bicchiere di Valais rosso da gustare insieme alla cena a base di spezzatino di vitello con i funghi e couscous, seguito da formaggio Camembert e mousse di cioccolato.

    Ogni tanto, mentre mangiava, lanciava discrete occhiate alla sua destra e vide che lo sconosciuto stava chiacchierando con il suo vicino, un anziano signore con una corta barba bianca. Charlotte si chiese come avrebbe trascorso le ore seguenti, incastrato com'era tra i sedili troppo ravvicinati per le sue lunghe gambe.

    All'una di notte, ora di Zurigo, l'aereo atterrò a Nairobi per uno scalo tecnico. Charlotte sperava che avrebbero consentito ai passeggeri di scendere a terra per sgranchirsi le gambe, ma non fu così.

    Il ragazzino accanto a lei dormiva profondamente e lei cercò di scavalcarlo senza svegliarlo. Si avviò lungo il corridoio verso la porta aperta dell'aereo, nella speranza di poter respirare una boccata d'aria fresca.

    Molta altra gente aveva avuto la stessa idea; anche lo sconosciuto aveva lasciato il suo posto e si era avvicinato. Si era tolto il maglione ed era rimasto in maniche di camicia. Oltre che alto era anche piuttosto muscoloso; evidentemente si teneva in forma e godeva i vantaggi di un lavoro non sedentario. Chiese qualcosa all'assistente di volo e poi si affacciò alla porta dell'aereo inspirando profondamente la tiepida aria della notte africana.

    «Che ore sono qui a Nairobi, per cortesia?» gli domandò.

    «Le tre di notte» le rispose dopo aver dato un'occhiata al suo orologio da polso.

    La voce era profonda e ben modulata; si adattava perfettamente al suo tipo di persona.

    «Visto

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