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Desiderio di vendetta: Harmony Destiny
Desiderio di vendetta: Harmony Destiny
Desiderio di vendetta: Harmony Destiny
E-book155 pagine2 ore

Desiderio di vendetta: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Matrimoni a prima vista 3/3
Il matrimonio a prima vista ha una sola regola: presentati all'altare e lì conoscerai il tuo sposo!

Galen Horvat è disposto a tutto pur di dare sicurezza alla bimba di nove anni che ha in affido, anche a sposare Peyton Earnshaw, una perfetta sconosciuta. Peyton è determinata a distruggere la reputazione degli Horvat, ricambiando un supposto torto fatto a suo padre, ma scoprirà che conciliare il desiderio di vendetta con l'attrazione per il suo neosposo è tutt'altro che semplice. Presto o tardi, però, i segreti vengono a galla...
LinguaItaliano
Data di uscita11 nov 2019
ISBN9788830506688
Desiderio di vendetta: Harmony Destiny
Autore

Yvonne Lindsay

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Desiderio di vendetta - Yvonne Lindsay

    successivo.

    1

    Alice Horvath, matriarca della famiglia Horvath, ex presidente della Horvath Corporation e fondatrice della Fiori D'Arancio, ispezionò la stanza adorna di fiori e rischiarata dalle candele, sforzandosi di ignorare il senso di trepidazione che la animava. Non sapeva esattamente perché fosse così in ansia per il matrimonio di Galen, il suo terzo nipote, con una donna che riteneva talmente perfetta per lui che si era addirittura commossa quando era riuscita finalmente a combinare le nozze.

    Era la prima volta che, nonostante ci avesse messo la solita attenzione nel curare ogni dettaglio, aveva come la sensazione di non essere in grado di controllare ciò che sarebbe successo da quel momento in poi. Il suo unico obiettivo era la felicità dei due, naturalmente, eppure non le era mai capitato di avvertire tutta quella incertezza rispetto al futuro. Sapeva che erano fatti l'uno per l'altro, tuttavia c'era qualcosa che le sfuggiva...

    Si era forse assunto un rischio non necessario? In fondo, Galen le aveva detto esplicitamente che non era alla ricerca del grande amore. Voleva sposarsi per motivazioni del tutto estranee alla sfera del romanticismo. Tutti, però, si meritavano di essere felici accanto alla propria anima gemella, no?

    Pensò al marito defunto, Eduard, che quella sera in modo particolare le mancava più del solito.

    Che desiderio aveva di raggiungerlo...

    Non era, però, ancora arrivato il momento di riposare in pace insieme a lui. Aveva ancora tante cose da fare, e la più urgente di tutte era garantire il successo di quell'unione coniugale.

    Galen chiuse gli occhi, poi sussultò quando sentì una manina stringere la sua.

    «Stai tranquillo» sussurrò Ellie con la sua vocina dolce. «Vedrai, ti vorrà bene.»

    Lo sposo sorrise mentre dava anche lui una stretta alla mano della bambina. «Ci vorrà bene» precisò. «A tutti e due.» Si scrollò un immaginario pelucco dalla manica della giacca e indirizzò uno sguardo in tralice alla sua giovanissima testimone di nozze.

    Ellie gli sorrise e Galen sentì il cuore straripante di gioia. Sia suo fratello Valentin che suo cugino Ilya si erano offerti di fargli da testimone. Ma quello non era un matrimonio come tutti gli altri. Serviva principalmente a dare stabilità a una bimba di nove anni – Ellie, per l'appunto – per cui era giusto che ci fosse lei al suo fianco, mentre sposava un'illustre sconosciuta.

    Povera piccola, si meritava di più, si disse, ma lui avrebbe fatto del suo meglio per non deluderla.

    Quando aveva accettato di assumersi la tutela di Ellie, dopo la tragica morte dei suoi genitori in un incidente d'auto, tre mesi prima, il suo stile di vita aveva subito un drastico cambiamento. Niente più vita mondana, niente più bagordi. Le responsabilità che per anni non aveva fatto altro che scansare, gli erano piovute addosso tutte d'un colpo.

    Si gettò un'occhiata intorno per assicurarsi che fosse tutto a posto. Da amministratore delegato della Horvath Hotels and Resorts, era abituato a tenere ogni cosa sotto controllo, anche più situazioni contemporaneamente. Sapeva come soddisfare e rendere felici le persone, di qualunque genere. Ci sarebbe riuscito anche con sua moglie?

    «Eccola!» bisbigliò Ellie con voce roca. «Com'è carina.»

    Galen guardò verso la porta in fondo al tappeto rosso e si sentì mancare il respiro. Carina? La donna che avanzava verso di lui era di una bellezza rara, con il volto sereno, il capo eretto e il collo elegante, lungo e sottile. I capelli erano raccolti in uno chignon morbido e lui avrebbe infilato volentieri le dita fra quelle ciocche per estrarre ogni singola forcina e lasciare che le cadessero su quelle spalle nude, esposte dall'abito dalla scollatura a cuore. Aveva una pelle straordinariamente luminosa. Un pendente di diamanti le scivolava lungo il solco fra i seni, attirando la sua attenzione sul rapido gonfiarsi e sgonfiarsi di essi e la loro rotondità accentuata dal taglio del vestito. Lo sguardo si posò più giù, sulla vita sottile, stretta in una fusciacca di seta trapuntata di fiori ricamati con perline luccicanti, e le tre balze di organza che le fluttuavano attorno come una soffice nuvola.

    «Sembra una principessa» esclamò Ellie a voce più alta, stavolta, attirando l'attenzione degli invitati che ruotarono tutti le teste verso la sposa, e un sospiro di meraviglia collettiva si diffuse nell'aria.

    «Facciamo di lei la nostra regina, allora» dichiarò Galen e, tenendo Ellie per mano, andò incontro alla donna che sarebbe diventata ben presto sua moglie.

    Mentre si avvicinava, notò il pulsare della vena lungo il suo collo sottile e capì che non era, in fondo, così serafica come voleva sembrare. Era agitata anche lei. Il che era un bene, pensò. Non era sicuro che avrebbe apprezzato tanta calma e compostezza in una donna che, come lui, si sposava a scatola chiusa, conoscendo il proprio partner all'altare. E per quanto suo fratello e suo cugino fossero felici con le loro mogli, sposate con la medesima modalità, neppure per un momento aveva pensato di poter raggiungere lui stesso quella gioia. A dire il vero, non aveva mai considerato l'idea del matrimonio, prima di Ellie.

    La donna allargò gli occhi e in un istante le pupille si dilatarono, divorando le iridi grigio-blu.

    «Il mio sposo, immagino» proferì con voce un po' roca, chiaramente emozionata.

    «Galen Horvath, piacere di conoscerti» rispose lui, prendendole la mano e accostandola alle labbra.

    Aveva una pelle morbida e leggermente profumata. Una fragranza dolce, con una punta di vaniglia in sottofondo e una più spiccata nota speziata. Sentì la mano tremare e gliela lasciò.

    «E io sono Ellie» si intromise la piccola testimone di nozze, senza il minimo impaccio. «Allora, ci vuoi sposare?»

    Un sorriso sfiorò le labbra della donna. «Tutti e due? Caspiterina, è un bell'affare» esclamò, mentre il sorriso le arrivava sino agli occhi che splendevano, ora, di una gioia sincera. «La risposta è sì. Mi chiamo Peyton Earnshaw e sarei onorata di sposarvi.»

    Galen sentì qualcosa smuoversi dentro mentre la guardava. Il suo sorriso, il suo modo di fare, il suo profumo si erano combinati in una potente miscela che lo aveva scosso dal didentro. Non aveva certo messo in conto di provare un'emozione così forte nel vedere la sua sposa. La tensione che lo aveva attanagliato nei giorni precedenti si era sciolta. Ora sapeva che sarebbe andato tutto bene. Per tutti e tre.

    Peyton aveva fatto di-tutto-e-di-più in nome del giornalismo d'inchiesta, ma non le era mai capitato di doversi sposare. Quando aveva deciso di scrivere un pezzo su Alice Horvath, era stata contenta di scoprire che una sua vecchia conoscenza dei tempi del liceo lavorava alla Fiori D'Arancio. Così, quando aveva saputo che il nipote di Alice cercava moglie, aveva ricordato a Michelle un vecchio favore che le doveva, convincendola a manomettere i dati e a fare in modo che il profilo di Peyton Earnshaw combaciasse con quello del giovane Horvath. Il fatto che i dati dei candidati potessero essere manipolati la diceva lunga sulla serietà dell'agenzia matrimoniale e dava a Peyton la conferma che Alice Horvath era un'imbrogliona, una millantatrice.

    Peyton ingoiò la tensione, mentre camminava verso il celebrante, affiancata da Galen Horvath ed Ellie. Era pronta a tutto pur di raggiungere il suo obiettivo, anche sposare uno sconosciuto. Ed eccola lì che si accingeva a unirsi in matrimonio con una persona che vedeva in quel momento per la prima volta.

    Ben consapevole del calore della mano di Galen stretta attorno alla sua, provò ad acquietare il battito concitato del suo cuore. Era semplicemente un bell'uomo, si disse.

    In effetti, il suo sposo avrebbe potuto essere chiunque, invece non lo era. Era uno dei tanti nipoti di Alice Horvath. Sarebbe potuto essere alto, basso, magro, grasso, glabro, peloso... Be', era alto, più bello di un divo del cinema, dotato di un carisma straordinario dal quale si era sentita all'istante ammaliata. E la mano stretta attorno alla sua le procurava sensazioni inaspettate.

    Eppure, non si considerava un'ingenua sognatrice animata da irrealistiche aspettative. Sapeva cosa significasse perdere la testa per un uomo, innamorarsi di lui follemente. Ma era altrettanto consapevole di quanto fosse stupido prendere delle decisioni affrettate e non era disposta a commettere quel genere di errore un'altra volta.

    «Tutto bene?»

    Un caldo alitare le accarezzò l'orecchio mentre Galen si protendeva verso di lei.

    «Sono solo un po' tesa» ammise con un sorriso forzato.

    Gli occhi di lui si incatenarono ai suoi per un lungo istante e Peyton si sentì mancare il fiato. Galen le diede una vigorosa stretta alla mano, prima di lasciargliela. Doveva stare attenta al fascino dell'uomo che stava per sposare, si disse, concentrandosi sull'officiante.

    Fu una cerimonia semplice. Avrebbe voluto poter dire sincera, invece era lì sotto mentite spoglie. Si prese qualche istante per riflettere che ciò che aveva in mente di fare avrebbe non solo condizionato la vita dell'uomo che stava per sposare, ma anche la bambina che lo guardava con fiducia e adorazione. Be', non avrebbe permesso a nessuno, lei compresa, di affezionarsi troppo. Almeno questo. E una volta pubblicato il suo articolo che smascherava quella truffatrice di Alice Horvath, nessuno avrebbe sofferto, a parte la donna che era stata la rovina del padre di Peyton e, di conseguenza, di tutta la famiglia. Anche della bimba che lei era stata costretta a dare in adozione.

    Peyton inghiottì l'improvviso soprassalto di emozione. Ingoia le lacrime e non mostrare alcun segno di debolezza. Questo era stato il suo mantra allora, e lo era anche adesso.

    «Congratulazioni!» annunciò in tono gaio il celebrante, come se quello fosse un vero matrimonio e loro due stessero davvero programmando un futuro felice insieme. «Vi dichiaro marito e moglie. Lo sposo può baciare la sposa.»

    Oh, no.

    Peyton si irrigidì quando Galen le prese le mani e si protese verso di lei. Si rassegnò all'inevitabile e istintivamente chiuse le distanze tra di loro per consentirgli di lambirle appena la bocca nel bacio di rito. Solo che ciò che accadde non fu l'impersonale sfiorarsi di labbra che si aspettava, bensì un'autentica tentazione. La dolce pressione della bocca di lui sulla sua le procurò un'accelerazione incontrollata del battito cardiaco. E quando lei schiuse le labbra – per protestare, avrebbe detto in seguito – lui ne approfittò per insinuarvi la lingua.

    Peyton sapeva che avrebbe dovuto sottrarsi, porre fine alla sensuale incursione, tuttavia non lo fece. Alla stregua di un'adolescente alla prima cotta, si abbandonò al bacio, come se quello fosse un vero matrimonio e loro due stessero aspettando quel momento da mesi.

    Quando si ritrasse, si sentì come privata di qualcosa di vitale e, guardandolo, gli vide riflessa nello sguardo la sua stessa sensazione. Capì, allora, che tenere a distanza Galen Horvath – suo marito – sarebbe stato molto più difficile di quanto non si aspettasse.

    «Evviva, siamo una famiglia!» esclamò Ellie, tutta eccitata, mentre avvinghiava le sue braccine magre attorno a tutti e due

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