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Per sempre mia: Harmony Destiny
Per sempre mia: Harmony Destiny
Per sempre mia: Harmony Destiny
E-book143 pagine2 ore

Per sempre mia: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Tanti anni prima, giovanissimi si erano sposati in segreto perché lei era incinta. Poi un gruppo di delinquenti l'aveva aggredita, Maria Elena aveva perso il bambino e se n'era andata da Belle Terre. Ma Jerico non l'ha mai dimenticata. E adesso che finalmente Maria è tornata fra le sue braccia, adesso che finalmente possono coronare il loro sogno d'amore, qualcuno la minaccia di morte. Ma Jerico è deciso a difenderla a costo della sua stessa vita. Questa volta Maria rimarrà con lui...per sempre.
LinguaItaliano
Data di uscita9 set 2016
ISBN9788858954218
Per sempre mia: Harmony Destiny

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    Anteprima del libro

    Per sempre mia - Bj James

    successivo.

    1

    Non riusciva a smettere di guardarla.

    Dalla galleria che dava sull'enorme atrio dell'affollato museo poteva vedere ogni singolo invitato, leggere le sfumature di ogni gesto e di ogni espressione, ma guardava solo lei. L'unica che avesse il potere d'incantarlo. Di affascinarlo. D'ipnotizzarlo.

    Mentre la guardava, la musica e le risate riempivano la grande sala, dal pavimento fino agli stucchi dorati del soffitto.

    Sotto le luci dei lampadari del diciottesimo secolo i ballerini si riflettevano nei grandi specchi che si susseguivano l'uno dopo l'altro sulle pareti. Le antiche finestre ornate di tende di seta blu erano spalancate sui balconi che davano sul mare illuminato dalla luna.

    L'atrio dell'antica dimora che quella sera rinasceva come museo era una squisita testimonianza di un passato che la piccola città di Belle Terre aveva sempre tenuto in gran conto, il nuovo fulcro della grandeur di quella cittadina costiera della bassa pianura, il suo pezzo forte.

    Per la straordinaria bellezza di quella donna in particolare era invece uno sfondo quasi grottesco.

    C'era stato un tempo in cui lei non sarebbe stata la benvenuta, in cui gli stessi venerabili abitanti di Belle Terre, che quella sera la salutavano familiarmente, non le avrebbero rivolto la parola per strada. Un tempo in cui quegli stessi uomini impettiti nei loro vecchi smoking, tirati fuori per l'occasione dagli armadi, e che quella sera anelavano semplicemente a un suo sorriso o a una sua parola, avrebbero desiderato solo di poter godere del suo magnifico corpo di ragazza.

    Nonostante fosse stata oltraggiata da Belle Terre, lei si muoveva in quel contesto con grazia aristocratica. Come se fosse, e fosse sempre stata, una di loro. Rifiutando educatamente stuzzichini, bicchieri di champagne e decine di inviti a ballare, accettava quel plauso servile tenendosi a distanza.

    L'abito dorato le ondeggiava intorno al corpo rivelando con discrezione le qualità che un tempo l'avevano resa oggetto di desideri meschini e commenti velenosi.

    Maria Elena Delacroix, la proscritta di Belle Terre, teneva corte con la dignità di una regina.

    La maggior parte degli uomini presenti nel salone era incantata da lei.

    E uno di loro ne era completamente e irrevocabilmente innamorato.

    «Sceriffo Rivers?»

    Jericho Rivers si voltò verso Harcourt Kervin Hamilton IV, il suo vicesceriffo, fermo sull'ultimo gradino dello scalone ricurvo. «Qualcosa non va, Court?»

    «No, signore.» Il giovane gli si avvicinò e diede un'occhiata al salone sottostante. «È una festa bellissima. Grandmère dice che ai suoi tempi dare ricevimenti di questo genere era normale.»

    Jericho sorrise. Anche lui usava quel termine francese per definire sua nonna. «Immagino che molte delle cose che oggi sono rare ai suoi tempi dovessero essere comuni.»

    Court annuì, gli occhi fissi su Maria Elena Delacroix come tutti gli uomini presenti nella sala. «Mia sorella mi ha detto che al liceo eravate entrambi amici della signora Delacroix. Che frequentavate la stessa classe.»

    Court a quel tempo era un bambino, considerò Jericho dopo il primo attimo di sconcerto. Non poteva ricordare che in quegli anni le figlie della buona società di Belle Terre avevano evitato la piccola Delacroix come la peste e che sua sorella non le aveva mai nemmeno rivolto la parola, per cui gli rispose con un tono neutro: «Sì, la conoscevamo. La conoscevamo tutti».

    Con un sorriso di apprezzamento, il giovane Hamilton seguì con gli occhi l'elegantissima donna che si allontanava dalla folla per sparire poi nel buio di un balcone oltre una tenda. «Con un viso e un corpo come quello deve essere stata la ragazza più popolare di tutta la scuola, ma scommetto che nessuno di voi avrebbe mai immaginato che sarebbe diventata una famosa giornalista della TV» commentò.

    Jericho ricordò quando la mattina lei sedeva immancabilmente in disparte durante l'assemblea e passava poi l'intervallo da sola. «In effetti credo che nessuno di noi sapesse cosa aspettarsi dalla signora Delacroix» ribatté. «Molti non lo sanno nemmeno ora...»

    «È bello averla di nuovo qui, non trova, signore?»

    Lo era? Jericho si chiese se Maria Elena avesse ponderato bene le conseguenze del suo ritorno. Quali paure sopite avrebbe risvegliato? Quale scompiglio avrebbe gettato su una serie di esistenze ormai risolte? Chi ne avrebbe sofferto o guadagnato di più? Gli abitanti di Belle Terre o lei?

    «È per questo che sei venuto qui, Hamilton? Per spettegolare?» chiese al suo vice.

    «No, signore» rispose lui arrossendo. «Sono venuto perché pensavo che le avrebbe fatto piacere fare due chiacchiere.»

    Jericho consultò l'orologio. La festa era alle ultime battute. «Ti ringrazio» disse a Court con un sorriso, «ma stavo giusto per andare a salutare una persona.»

    Nonostante avesse un ginocchio malandato, lo sceriffo di Belle Terre scese nel salone con l'agilità di un atleta. Dopo essersi fermato in fondo all'ampia scalinata, la testa dai capelli neri che superava di alcuni centimetri quelle degli uomini più alti, diede un'occhiata alla folla dei suoi concittadini.

    Diversamente da Maria Elena, era uno di loro. Il rampollo di una delle famiglie più ricche e influenti. Affascinante e galante, bello e magnetico come Lucifero, anche se sarebbe potuto essere il principe di quella società si teneva il più possibile in disparte. E il più possibile lontano dalle sofisticate donne fatali della comunità.

    Bello, ma imprendibile, era un enigma intrigante, una sfida perenne per qualsiasi donna; e quella sera, mentre i suoi occhi color acciaio si muovevano sulla folla, nel suo sguardo c'era qualcosa che avrebbe scoraggiato anche le più temerarie.

    Quando ebbe finito l'attento esame considerò concluso il suo compito di garante della sicurezza della serata.

    La sua figura imponente, rigorosamente in smoking come richiedeva l'occasione, attraversò la sala e si diresse verso una tenda oltre la quale era scomparsa una certa persona...

    Non appena sul balcone si fermò alle spalle della splendida donna che stava guardando il mare. «Ciao, Maria Elena.»

    2

    «Una bella serata, vero, sceriffo Rivers?»

    Se ne stava tutta sola sul piccolo ballatoio, le mani strette con forza alla balaustra come unico segno della sua tensione, unico indizio che lo stava aspettando. «Proprio una bella serata» ribadì senza voltarsi. L'argento della luna e la brezza che giocava coi suoi capelli facevano di lei una figura da sogno.

    «Sì, direi di sì.» Jericho la raggiunse e si mise al suo fianco, gli occhi fissi ai frangenti, la guancia di lei che sfiorava quasi la sua spalla.

    Chinando leggermente la testa in avanti Maria disse con dolcezza: «Quanto tempo è passato...».

    «Sì.»

    Quel semplice monosillabo cadde fra loro come una pietra. Con la musica momentaneamente acquietata, solo il ritmo delle onde che si abbattevano sulla spiaggia rompeva adesso il silenzio della notte che li circondava.

    Ricordando gli innumerevoli momenti in cui aveva goduto di quella stessa vista dal proprio balcone pensando alla ragazza che lei era stata, Jericho aspettò in silenzio, immobile. La prima mossa non toccava a lui.

    «Non mi ero aspettata di rivederti qui» gli disse lei alla fine mentre l'orchestra intonava una nota canzone d'amore. «Non avrei mai immaginato che un giorno sarei tornata a Belle Terre.»

    «Nemmeno io.»

    «Sei sempre un uomo di poche parole, vero, Jericho Rivers?»

    Lui, finalmente, si voltò a guardarla. «Cosa volevi che ti dicessi?»

    «Non ne sono sicura.»

    «Perché sei venuta?»

    «Per lavoro. Solo per lavoro.»

    «L'inaugurazione del museo storico di Belle Terre non è un grande evento. Di sicuro non è un evento tale da meritare l'attenzione di una personalità dell'informazione come te.»

    «Interesse umano, Jericho. La storia di Belle Terre e l'attaccamento dei suoi abitanti al suo passato hanno un certo interesse umano.»

    «Vero. Del resto è proprio questo il tuo forte, l'elemento che caratterizza il tuo lavoro e i tuoi servizi.» Jericho sospirò. «E così qualcuno ha saputo di questa iniziativa, si è ricordato che Belle Terre un tempo era la tua città e ti ha mandata qui.»

    «Qualcosa del genere.»

    «Avresti potuto rifiutare e non lo hai fatto» osservò lui con una sfumatura tenera.

    Anche lei, finalmente, lo guardò.

    Alla luce della luna il viso di Jericho era privo di espressione, ma il suo sguardo le toccò dentro un punto segreto, risvegliando in lei desideri e sogni sepolti nel più profondo del suo essere e che le fecero battere il cuore così forte che temette che lui potesse sentirlo.

    Respirando a fondo per attenuare la tensione che si era accumulata in lei a mano a mano che le ore passavano, scosse lentamente la testa. «No, non l'ho fatto» riconobbe quasi in un sussurro.

    «Perché sei tornata? Perché non ti sei rifiutata di venire qui?»

    Una nuvola passò sulla luna e all'improvviso il rumore del mare sembrò mutare. «Perché raccogliere notizie fa parte del mio lavoro. Vado dove mi mandano, e questa volta mi hanno mandata...»

    Jericho le si era avvicinato ancora di più e il suo profumo sottile, familiare, sconvolgente come un contatto, le aveva fatto morire quella menzogna in gola. «E questa volta mi hanno mandata...» ripeté.

    «A casa» la interruppe lui. «A Belle Terre. Da me.»

    «No» ribatté Maria distogliendo lo sguardo, e come si mosse per andarsene lui posò svelto le mani sulla balaustra imprigionandola con le braccia. «Resta.»

    «Non posso. Là dentro mi staranno cercando.»

    «Per riportarti all'albergo? Dove dormirai da sola?»

    «Sì.»

    «Ed è questo che vuoi?» le chiese lui posandole una mano su un fianco e sollevandole il viso con l'altra. «È questo che vuoi, Maria Elena?»

    Lei sostenne il suo sguardo. «Sono tornata a Belle Terre perché mi ci hanno mandata, Jericho. Non sono tornata a casa. Non sono tornata da te.»

    Lui le prese il viso fra le mani. «No?»

    Maria chiuse gli occhi, gli coprì istintivamente la sinistra con la sua e, sentendo che portava un cerchietto all'anulare, gli chiese stupita: «Perché porti ancora la fede? Che cosa significa?».

    «Quello che preferisci. Per una sola notte o per sempre.»

    Con un gemito, Maria appoggiò la fronte contro il suo petto. «Accidenti a te!» gemette mentre gli metteva le braccia al collo. «All'inferno o in paradiso, perché dopo tutti questi anni ci sei sempre tu? Sempre e solo tu?»

    «L'inferno arriverà presto, amore mio, ma per questa notte ti prometto il paradiso» dichiarò Jericho stringendola contro di sé.

    Maria dormiva. Giaceva su un fianco accoccolata come una bambina, una mano sotto la guancia, i ricci scuri sparsi sul cuscino. Non era stata solo la lunga

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