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I segreti del mare (eLit): eLit
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E-book178 pagine2 ore

I segreti del mare (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Kristen Maland capisce che la sua vita negli ultimi tre anni, cioè dopo l'amnesia, è stata soltanto una menzogna. Allora scappa dal suo presunto marito, Salvador, ruba una barca e dai Caraibi approda ad Algers, Louisiana, dove incontra l'affascinante e misterioso Blu duFray. E a questo punto si aprono ai suoi occhi verità sconcertanti, cupi segreti che l'hanno privata della sua identità...
LinguaItaliano
Data di uscita29 giu 2018
ISBN9788858988602
I segreti del mare (eLit): eLit

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    Anteprima del libro

    I segreti del mare (eLit) - Wendy Rosnau

    successivo.

    1

    Salvador Maland scostò le lenzuola di raso bianco e si stese sul letto accanto alla moglie. Quando realizzò che lei indossava una camicia da notte, disse solo una parola: «Perché?».

    «Ad Amanda sta spuntando un altro dentino» gli ricordò Kristen con grande cautela. «Se ha bisogno di me questa notte, voglio essere in grado di raggiungerla il più in fretta possibile.»

    Era una scusa plausibile, che Salva non avrebbe potuto contestare. Tutti sapevano che la figlia stava facendo i capricci da un paio di giorni: era incredibile come un esserino di due anni e mezzo potesse portare tanto scompiglio anche in una casa governata da tanta inflessibilità. E casa Maland, situata su un'isoletta caraibica al largo della costa del Belize, era la casa meglio custodita e più efficientemente condotta che Kristen avesse mai visto.

    «Non sarà per questa mattina, vero? Per caso vuoi punirmi? Perché se si tratta di questo, ti giuro che io...»

    «Assolutamente no» gli assicurò in fretta Kristen, anche se la crudeltà di Salva prima dell'alba le aveva reso più semplice prendere una decisione.

    Era così stanca. Stanca di avere paura. Stanca di sforzarsi di apparire di buonumore. Stanca di continuare a porsi le stesse domande... Come, per esempio, chi fosse quell'uomo che si dichiarava suo marito. E perché lei avesse acconsentito a sposare un uomo di cui non ricordava di essersi innamorata.

    Se fosse riuscita a ricordarne i motivi, avrebbe forse anche ricordato tutti quei particolari che una persona normalmente conserva nella propria memoria. Avrebbe saputo dove era cresciuta e se avesse avuto altri fratelli o sorelle.

    Oh, Salva le aveva dato alcune risposte. Tre anni prima aveva riaperto gli occhi e si era trovata in un grande letto di ottone e lui le aveva assicurato che non doveva preoccuparsi. Era in salvo, a casa con il suo amato marito. Poi Salva aveva riempito gli spazi vuoti: lei era Kristen Harris, di St. Petersburg, Florida, aveva ventun anni e, per quel che ne sapeva lui, nessuna famiglia. Salvador sospettava che Harris non fosse il suo vero cognome: quando si erano conosciuti lei stava scappando dalla polizia.

    Quella notizia in particolare la sconvolse. Salva se ne era accorto e le aveva accarezzato la mano assicurandole che non aveva alcuna importanza quale errore potesse aver commesso e che lui e l'isola rappresentavano tutto il suo futuro... Il perfetto paradiso in cui rifugiarsi per chi stesse cercando di sottrarsi alla legge.

    Le parole di Salva erano state sensate. Tuttavia, Kristen aveva insistito per vedere un medico. Il giorno seguente il marito aveva mandato a chiamare un neurologo, il dottor Eden, che Salva chiamava amichevolmente George. Il medico le aveva spiegato che soffriva di amnesia retrograda. Nel caso di Kristen la perdita della memoria era stata causata da un colpo alla testa provocatole dall'incidente sulla barca. Il dottor Eden aveva dichiarato che l'amnesia non era permanente nella maggior parte dei casi, ma che non esistevano terapie o medicine utili a riportarle la memoria.

    Tre anni più tardi Kristen stava ancora aspettando, incapace di ricordare un qualsiasi avvenimento precedente alla mattina in cui aveva riaperto gli occhi apprendendo di essere la moglie di un perfetto sconosciuto. Uno sconosciuto molto pericoloso.

    «Allora mi perdoni, Principessa?»

    Sbattendo le palpebre, Kristen tornò alla realtà. «Perdonarti?»

    «Per questa mattina.»

    Non lo avrebbe mai perdonato per quello né per ogni volta che le si era imposto con la forza. Tuttavia Kristen annuì prudentemente, lasciando scorrere lo sguardo sul corpo possente steso accanto al proprio, ben sapendo che quel perdono forzato non avrebbe minimamente inciso sul comportamento delle ore successive.

    Alla luce della luna, il gigantesco Salvador Maland emanava un'aura di pericolo e autorità. Era un uomo molto attraente, abbronzato e peccaminosamente bello. I suoi imperiosi occhi scuri erano anche troppo esotici per un uomo.

    Le donne dell'isola lo trovavano irresistibile. Kristen lo riteneva spaventoso. Quell'uomo, sotto la perfezione dei tratti e del corpo atletico, era l'epitome dell'arroganza, seconda solo al suo carattere violento di cui dava dimostrazione giornaliera facendo piangere le cameriere e tremare le guardie. Più di una volta Kristen si era trovata stretta in un angolo implorando pietà per se stessa o per Amanda. E ora quell'uomo... suo marito... torreggiava su di lei, un'espressione implacabile sul volto.

    «Ti proibisco di uscire da questa camera stanotte.» Appoggiò il gomito al materasso sostenendo con la mano il capo rasato perfettamente. «Amanda è seguita da una governante coi fiocchi. Non ha bisogno che tu ti alzi e vada a prenderla in braccio.»

    Kristen era venuta a sapere di essere incinta poche settimane dopo aver riaperto gli occhi, ritrovandosi su quell'isola. Come se non fosse sufficiente dover affrontare l'amnesia e il fatto di essere sposata a un estraneo, nelle settimane successive era stata tormentata da tremende nausee mattutine. Poi, sette mesi più tardi, aveva dato alla luce un piccolo angelo moro che Salvador aveva insistito per chiamare Amanda come sua madre, la grande e ricca dama creola padrona dell'isola, Miandera Maland.

    All'inizio Kristen aveva tentato di credere a Salvador. Aveva voluto che l'isola fosse il rifugio perfetto per lei e Amanda e che Salva fosse il loro salvatore, l'eroe che ogni donna sogna di sposare. Ma con il passare del tempo, era diventato sempre più chiaro che Salva era pericoloso e imprevedibile come i giaguari che vivevano nell'area protetta di Cockscomb. Era un uomo crudele e la sua isola era la prigione di Kristen... Una prigione da cui agognava fuggire.

    «Mi hai sentito? Questa notte non ti allontanerai da me. È chiaro?»

    «Salva, sii ragionevole. Amanda è una bambina. Queste tue regole...»

    Come un serpente che scatta per istinto, lui chiuse le dita attorno al collo di Kristen, che rimase in silenzio, ben sapendo che cosa le sarebbe costato se avesse osato ancora sfidare l'autorità del marito.

    La sua rapida sottomissione provocò un lampo di soddisfazione nei gelidi occhi scuri di lui. Passò lievemente il dito sul contorno della piccola bocca di Kristen. «Amanda alla fine imparerà la lezione.» Sorrise e il suo sguardo si incupì di desiderio. «E tu, mio tesoro, hai atteso anche troppo a lungo la ricompensa per essere stata così comprensiva. Vieni, stenditi qui accanto a me, Principessa.»

    Il terrore si impossessò di Kristen. «Salva, non mi sento...»

    Le dita di lui tornarono a stringersi attorno alla sua gola, soffocando le proteste. «Sei incredibile» la adulò. «Così fragile, eppure perfetta. Dal momento stesso in cui ti ho vista, ho capito che dovevo averti.»

    Quei complimenti rozzi... Incominciava sempre così... Erano il preludio a una prova che per lei era la realizzazione di un incubo. «Salva, ti prego... sono piena di lividi e...» tentò di implorare.

    «Zitta! Questa mattina ero arrabbiato» ragionò lui. «Ma questa notte non è il caso. Non mi piace farti male, Principessa.»

    «Ma invece ne me fai!» si lasciò sfuggire lei, pentendosi di quelle parole non appena le ebbe pronunciate. Lo sguardo di lui si accese e Kristen vide l'ira brillare sempre più pericolosamente in quegli occhi.

    «Intendi rifiutarmi, Principessa?» domandò con espressione di sfida.

    Lei scosse il capo.

    Salva si chinò per baciarla. «Mia madre dice che mi hai gettato un incantesimo: non riesco a stare lontano da te. Sono passati tre anni, eppure... Sei forse una strega, capace di piegare la mia volontà? Oppure semplicemente la più perfetta delle creature che un uomo possa sognare di possedere? Lo chiedo a te, Principessa: sei moglie o strega?»

    «Moglie» rispose Kristen prendendo il vino posato sul comodino. «Una moglie devota.»

    Lui sembrò compiaciuto dalla risposta e anche dal fatto che lei avesse ricordato il vino. «Sei la mia bellissima principessa» le sussurrò. «E io sono il tuo re.»

    Pur rabbrividendo dentro di sé per il ribrezzo, Kristen si abbandonò a Salva. Solo così poteva sperare di non suscitare i suoi sospetti.

    Kristen era rimasta con le orecchie tese, aspettando di sentire la vocina cinguettante della figlia che la chiamava. Nello stesso istante in cui la udì, scivolò fuori del letto, prese la vestaglia e lasciò Salva sdraiato sullo stomaco in un sonno di piombo. Una volta nella stanza di Amanda, congedò la governante. «Rimango io con lei, Celia. Tu torna pure a letto.»

    Gli occhi della governante si dilatarono e Kristen sapeva perché... Salva le aveva dato precise istruzioni di rimanere con Amanda tutta la notte. «No, signora Maland. No, no! Non posso andare.»

    «Va tutto bene. Mio marito dormirà tutta la notte, ne sono certa» la confortò Kristen, ricordando le due bottiglie vuote sul comodino, una testimonianza della passione del marito per il vino costoso. Spinse la ragazza in corridoio. «Non preoccuparti, Celia. Io penso ad Amanda e tu, se non sei stanca, potresti andare a trovare il capitano Carmichael. Forse ha bisogno di un po' di distrazione durante il turno di guardia. » Sorrise e poi strizzò l'occhio alla graziosa governante.

    La giovane brunetta arrossì. «Grazie, signora Maland. Lei è così generosa e gentile!»

    Non appena rimasta sola con la figlioletta, Kristen la prese tra le braccia. «Dobbiamo sbrigarci, tesoro.»

    In pochi minuti Kristen vestì Amanda e la mise a sedere sul letto. La bambina assomigliava alla madre: mora, minuta, gli stessi dolci occhi castano chiaro.

    Kristen andò a cercare la borsa nera che aveva nascosto in un angolo dell'armadio e prese un paio di jeans, una maglietta nera e un paio di scarpe da barca. Si vestì in fretta. Poi, mentre sistemava il necessario per Amanda nella borsa, le sue dita sfiorarono qualcosa di duro e freddo.

    Kristen odiava le armi, ma la piccola pistola calibro.22 che aveva messo nella borsa assomigliava più a un giocattolo e non aveva un aspetto minaccioso. L'aveva scelta perché era l'arma più piccola della collezione di Salvador: probabilmente sarebbe passato del tempo prima che il marito si accorgesse della sua sparizione. Non aveva intenzione di servirsene, ma l'avrebbe usata a scopo intimidatorio, se necessario. Con mani tremanti finì di riempire la borsa, poi prese la boccetta dei sonniferi, estrasse una pastiglia e ne spezzò un frammento. A malincuore lo fece inghiottire ad Amanda. Venti minuti più tardi uscì di casa, tenendo la figlia addormentata tra le braccia. Pregando che Celia avesse distratto Davis Carmichael a tal punto da allontanarlo dal posto di guardia al cancello, Kristen si mise in marcia. I cani non furono un problema: venne ricompensata dell'amicizia e della gentilezza che aveva dimostrato nei loro confronti con un silenzio profondo.

    Arrivata al cancello, Kristen tirò un sospiro di sollievo. Incustodito! Ringraziò il cielo che Celia avesse attirato Davis in uno dei giardinetti riparati lì accanto. Sollevò il piedino della figlia addormentata e digitò sulla tastiera elettronica del cancello la serie di numeri che aveva trascritto sulla suola della scarpina. Mentre il cancello si apriva, Kristen batté le palpebre per contenere le lacrime e corse verso la barca ormeggiata poco distante lungo la spiaggia. Senza domandarsi se fosse stata in grado o meno di governare l'agile scafo, sistemò sottocoperta Amanda. Poi ringraziò Dio per averle offerto la possibilità di fuggire.

    Pochi minuti dopo sciolse le vele candide alla brezza tropicale. A un miglio dalla costa, estrasse di tasca la foto, una delle sei che aveva rubato nello studio di Salvador. Non conosceva l'uomo che vi era ritratto, ma evidentemente suo marito sì, altrimenti non avrebbe coperto un'intera parete del proprio studio con foto come quella.

    Alla luce della luna studiò il volto deciso di quell'uomo bruno, sui venticinque anni, dal corpo atletico. A torso nudo, le lunghe gambe muscolose erano inguainate in un paio di jeans, i piedi erano scalzi.

    Aveva l'aspetto di un pescatore.

    Quell'idea si fece strada d'un tratto nella mente di Kristen mentre osservava la foto. Lo sfondo era sfuocato, ma l'uomo era chino su un argano idraulico da barca da pesca.

    Argano idraulico?

    E lei come sapeva cos'era quell'aggeggio? O che un argano facesse parte di una barca da pesca? Aveva forse ricordato qualcosa connesso al proprio passato?

    Dal momento in cui aveva programmato la fuga, Kristen aveva pensato di andare a St. Petersburg, in Florida. Aveva senso, Salvador le aveva detto che si erano conosciuti lì.

    Ma adesso...

    Tornò a guardare la foto e la girò, sperando che un altro ricordo saltasse fuori dal nulla. Sul retro era scritto Blu Devil e sotto Algiers, Louisiana. Ancora una volta riportò lo sguardo sull'uomo della foto, desiderando che potesse parlarle. Era possibile che lo conoscesse o che lui la conoscesse? Doveva esserci un motivo, oltre l'avvenenza dell'uomo, per cui era stata attratta da quella foto.

    Kristen aveva aspettato tre anni una chiave per scoprire il proprio passato. E ora, improvvisamente, eccola! Forse

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