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I figli dello scandalo
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E-book236 pagine3 ore

I figli dello scandalo

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Info su questo ebook

Da sempre sulla vita di Eve Winterley pesa lo sguardo accusatorio della società bene londinese dovuto alla scandalosa fuga, finita in tragedia, di sua madre Pamela con l'amante di turno. Tutti sono in attesa di un passo falso qualunque che dimostri un'identica avventatezza nella ragazza. Per questo Eve è attentissima a tutto quello che fa, ma quando incontra Colm Hancourt, figlio dell'amante di Pamela, tutte le sue certezze sembrano svanire facendo emergere in lei un'inattesa passionalità. Reduce dalle guerre napoleoniche, Colm ha vissuto fino a quel momento sotto falso nome per sfuggire lo scandalo della sua famiglia e l'ultima donna da cui dovrebbe sentirsi attratto è proprio Eve. Ma quando la scintilla accende i cuori insicurezze e dubbi scompaiono e la felicità diventa l'unico obiettivo.
LinguaItaliano
Data di uscita20 mar 2017
ISBN9788858963760
I figli dello scandalo
Autore

Elizabeth Beacon

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    I figli dello scandalo - Elizabeth Beacon

    successivo.

    1

    Stasera fa talmente caldo che non indosso altro che i nuovi rubini, mentre scrivo. Le gemme sono splendide, ma la montatura... Oh, caro diario, è così antiquata che avrei voluto mettermi a gridare. Comunque adesso non restano che i diamanti, da farmi regalare da Lord Chris. Suo fratello, il Duca di Linaire, si strangolerà dalla rabbia quando me li vedrà addosso.

    Indosserò fino all'ultimo dei gioielli di Sophia Lambury, nonostante le montature fuori moda, il giorno che saranno tutti in mio possesso. Il Duca di Linaire li vuole per la sua grassa amante, anche se sostiene che appartengono al nipote. Non gli piace nemmeno il ragazzo, e come osa minacciarmi di farmi frustare pubblicamente solo perché suo fratello mi ama alla follia?

    L'insignificante moglie di Chris è morta e i gioielli di cui l'ha ricoperta quel volgare di suo padre non le stavano nemmeno bene. La verità è che il duca odia Chris perché è giovane e bello, e ha me. Chris merita qualche divertimento, dopo quella scialba ereditiera che suo padre l'ha costretto a sposare quando Lord Horace è fuggito nelle colonie con quella pittrice piuttosto che trovarsi legato alla figlia di un nababbo. Ha sopportato per così tanto tempo nel suo letto quella creatura di umili natali che per lui dovrebbe essere una gioia dividerlo con me. E in ogni caso suo figlio non può indossare i gioielli. Cosa se ne farebbe, un orribile moccioso, di diamanti della più bell'acqua?

    Colm Hancourt posò con cura il costoso taccuino per non scagliarlo contro il muro e liberò il fiato che non si era reso conto di trattenere. Essendo proprio lui l'orribile moccioso chiamato in causa, avrebbe trovato almeno cento usi migliori per una fortuna in oro e gioielli anziché agghindare un'avventuriera adultera e vanitosa. La fortuna che aveva dilapidato era anche sua, o lo sarebbe stata, se suo padre non gliel'avesse rubata quando lui era solo un bambino. Qualsiasi cosa avesse fatto Lord Christopher Hancourt della fortuna del figlio, ereditata dal ricchissimo nonno materno Sir Joseph Lambury, quei gioielli avrebbero dovuto essere in banca, in attesa che Colm prendesse moglie. Lì c'era la prova, se mai ne avesse avuto bisogno, che erano ormai perduti insieme al capitale lasciatogli dal nonno.

    Inghiottì un'imprecazione. Tutte le maledizioni del mondo non gli avrebbero ridato la sua fortuna. Collera e dolore lottavano dentro di lui ancora adesso, nonostante la disciplina imparata in otto anni di vita militare. Come poteva non maledire suo padre per aver anteposto ai figli quella donna senza cuore?

    Non avrebbe mai dovuto accettare di venire lì a Derneley House, dove i ricordi di quella disgraziata erano ovunque. Pamela sembrava ridere di lui dai numerosi ritratti appesi alle pareti e Colm aveva spesso l'impressione che avrebbe potuto sorprendere lei e suo padre a fare qualcosa di vergognoso, anche se entrambi erano morti da più di quindici anni.

    Tuttavia doveva molto al fratello di suo padre. L'attuale Duca di Linaire aveva mostrato tanto imbarazzo nel chiedergli di recarsi lì, che Colm non aveva saputo opporgli un rifiuto. Aveva messo a tacere la repulsione all'idea di soggiornare in quella casa anche per un breve periodo, quindi adesso doveva sopportare quella stupida impressione che la donna che gli aveva rovinato la vita ridesse di lui dall'inferno.

    Aveva anche dovuto ricorrere al vecchio travestimento per vivere lì il tempo necessario. Il bibliotecario del vecchio Duca di Linaire era stato licenziato per aver venduto un libro raro a un collezionista rivale, convinto che il nuovo duca non se ne sarebbe accorto. Dato che zio Horace non avrebbe mai potuto trovare qualcuno di fidato per portare a termine in fretta il compito di riordinare la biblioteca, ecco che lui stava facendo del suo meglio. Non poteva nemmeno essere se stesso, ora che era tornato a Londra dopo tutti quegli anni. Il figlio di Lord Chris non sarebbe mai stato il benvenuto in quella casa finché ci viveva anche Lady Derneley. La sorella di Pamela infuriava ancora, con chiunque volesse ascoltare, contro quello che definiva l'assassinio della sorella. La verità era che Lord Chris Hancourt aveva guidato in modo imprudente su una strada alpina al crepuscolo e, quando la carrozza aveva preso male una curva, lui e Pamela erano andati dritti incontro alla morte.

    Così Colm era tornato a essere Colin Carter, com'era stato nell'esercito. Scacciò il pensiero che sarebbe potuto morire sotto quel nome, a Waterloo, se non fosse stato per sua sorella Nell e il nuovo duca.

    In qualche modo Nell aveva convinto zio Horace a condurla a Bruxelles quando tutti gli altri fuggivano dalla città, con la battaglia che infuriava a poca distanza. Colm rabbrividiva al pensiero che la sorella avesse assistito all'inferno di omicidi e corruzione che si era scatenato dopo Waterloo. Nell aveva setacciato il campo di battaglia fino a quando non l'aveva trovato, stordito e quasi incosciente per la perdita di sangue, ed era riuscita a riportarlo a Bruxelles perché fosse curato a spese del nuovo Duca di Linaire. Quando l'avevano dichiarato fuori pericolo, Nell era tornata in Inghilterra, alla sua posizione di istitutrice di quattro giovani orfane. Colm strinse i pugni. Sua sorella l'aveva salvato e lui voleva restituirle la vita per la quale era nata. Nei suoi sogni a occhi aperti, Nell viveva felice accanto a un uomo che l'amava e la proteggeva come meritava per il resto della sua vita. Fece un mesto sorriso, ricordando a se stesso che era a Nell che stava pensando. Lei non avrebbe voluto una vita così. Poteva anche scordare la fantasia di darle una Stagione a Londra, perché il mondo vedesse che donna meravigliosa era. Sua sorella non avrebbe mai sopportato i vincoli che la società imponeva alle giovani donne e avrebbe preferito riavere il suo vecchio lavoro.

    Dov'era rimasto? Ah, sì, zio Horace, il secondo dei tre fratelli maggiori di suo padre e l'unico che a Colm piacesse. Zio Maurice, il primo in linea dopo Horace, odiava Colm perché era figlio di suo padre e aveva odiato ancora di più Lord Chris per aver avuto successo con Pamela quando lui aveva fallito. Avrebbe dovuto rallegrarsi di essere sfuggito alle sue grinfie, ma Colm sapeva che non avrebbe mai perdonato ciò che considerava un affronto alla sua reputazione di rubacuori. Di sicuro Pamela aveva scelto il fratello minore perché aveva sposato un'ereditiera. Le voci dei favolosi gioielli Lambury chiusi nel caveau di una banca dovevano essere state troppo allettanti per potervi resistere.

    Accidenti, stava pensando di nuovo a quella maledetta donna e al modo in cui aveva sedotto Lord Chris, privandolo della sua eredità. Colm tornò ai giorni della convalescenza in casa di zio Horace. Il duca e la duchessa avevano insistito affinché riposasse prima di sistemarsi nella nuova vita e l'avevano mandato perfino al mare perché si rimettesse in salute. Quindi, come poteva voltare le spalle agli unici membri della famiglia che avessero fatto qualcosa per lui?

    Zio Horace era tornato in Inghilterra un anno prima, quando aveva ereditato il ducato. Probabilmente non si era reso conto di quanto fosse stato grande lo scandalo quando il fratello minore era fuggito con Pamela Verdoyne ed era poi morto con lei mentre si recavano a una festa nonostante il tempo orribile. Zio Horace era stato tagliato fuori dal ton quando si era rifiutato di sposare l'ereditiera che era andata in moglie a Chris. Sophia Lambury, la madre di Colm, era stata una pedina nelle mani del padre, venduta per un titolo a un uomo che non l'amava, ma almeno non era un'arpia senza cuore.

    Colm lanciò uno sguardo ostile al ritratto di Pamela Verdoyne-Winterley appeso sopra il camino. Era stata una donna molto bella, florida e sensuale, ma l'espressione beffarda dei suoi occhi blu diceva quanto fosse consapevole del proprio potere sugli sciocchi come Lord Christopher Hancourt e come godesse a rendere schiavi i suoi amanti, spingendoli a soddisfare ogni suo capriccio, a qualunque costo.

    Paragonò la sua immagine ai pochi ricordi che aveva della madre e decise che preferiva nettamente aver ereditato il sangue della semplice e delicata Sophia. Compativa la giovane donna che portava sulle spalle il peso di essere figlia di Pamela. Non la conosceva, ma quella sera qualcosa l'aveva spinto ad appostarsi nell'ombra insieme ad altri domestici per dare un'occhiata alla nipote di Lady Derneley. Miss Winterley gli era sembrata composta e fin troppo consapevole dei peccati materni, oppure stava solo fingendo? Aveva i capelli scuri e non possedeva la bellezza appariscente della madre. La confrontò con il ritratto di Pamela quasi nuda per vedere se la figlia avesse ereditato la sua sensualità sfrontata. Miss Winterley aveva preso da lei il naso e la corporatura esile, ma i suoi occhi, l'ovale del viso e l'altezza erano molto diversi. La figlia di Pamela sembrava perseguitata dai peccati della madre ancora quindici anni dopo la sua brusca fine su quel passo alpino.

    In un certo senso erano simili, pensò. Anche lui pagava le conseguenze della follia di suo padre, che aveva perso la testa per una tentatrice priva di scrupoli. Le cose che lui e Miss Winterley avevano in comune, però, finivano lì, concluse fra sé, pensando ai loro diversi destini.

    Lei aveva l'affetto della sua famiglia, Colm era a malapena tollerato dalla sua. Ora che zio Horace era Duca di Linaire, aveva un tetto sopra la testa e un lavoro, ma zio Maurice era il prossimo in linea e avrebbe sbattuto fuori Colm il giorno in cui avesse ereditato il titolo. Se fosse successo qualcosa al duca, lui si sarebbe dovuto reggere sulle sue sole gambe. Così, se zio Horace voleva che facesse l'inventario della biblioteca per essere sicuro che Derneley non avesse venduto i volumi più preziosi alle sue spalle, Colm sarebbe rimasto per portare a termine il compito. Mr. Carter poteva tornare in vita ancora per un paio di settimane.

    La presenza di Miss Winterley in quella casa, tuttavia, rappresentava ancora un mistero. Colm si chiese come avesse fatto Lady Derneley a convincerla a venire, quando la diffidenza tra la sorella di Pamela e i Winterley non era mai stata superata. Per fortuna le cameriere ingaggiate per la serata sussurravano tra loro, e perché un altro domestico non avrebbe dovuto ascoltare i pettegolezzi? A quanto pareva Lady Derneley aveva dichiarato che la festa era in onore della nipote, come offerta di pace in una guerra in cui lei non voleva sentire una sola parola contro la sorella defunta. I Winterley, da parte loro, non avendo niente da dire in favore di Pamela, erano rimasti in silenzio, ma si erano sentiti obbligati a presenziare perché il mondo non li reputasse in aperto contrasto con la famiglia di Miss Winterley. Il Visconte Farenze, per il quale evitare gli scandali era una missione di vita, sarebbe stato furioso vedendosi costretto in un angolo, ma sua moglie e sua figlia potevano sopportare una serata a Derneley House per amor di pace.

    C'era un altro motivo, tuttavia, per cui Lord Derneley aveva voluto invitare la nipote della moglie. Miss Winterley era figlia del Visconte Farenze, un uomo con amici importanti, e Derneley non poteva rischiare che tutto quel potere e quell'influenza si rivoltassero contro di lui. A meno che non meditasse di fuggire nel continente, quale modo migliore di ingannare i creditori facendo credere a una riconciliazione familiare dopo tanto tempo?

    Derneley, comunque, si era cercato la propria rovina. Colm sapeva che nemmeno i proventi della vendita della biblioteca di famiglia al nuovo Duca di Linaire sarebbero durati a lungo, ma quel nobile idiota non sembrava affatto preoccupato. Colm si chiese come si sarebbero sentiti gli ospiti se gli ufficiali giudiziari si fossero presentati a cena. Deliziati, sospettava; in fin dei conti erano lì per divertirsi.

    Guardò il libro splendidamente rilegato a cui Pamela aveva affidato le sue confidenze. Probabilmente era stata la cosa più vicina a un amico che avesse mai avuto. Aveva nascosto i diari dietro una fila di sermoni. I libri sarebbero stati esaminati a uno a uno prima di essere imballati e spediti a Linaire House, quindi prima o poi sarebbero stati scoperti e Colm era contento di essere stato lui il primo a trovarli, anziché un povero impiegato, felice di vendere quelle memorie scandalose al miglior offerente. Molti editori senza scrupoli non avrebbero esitato a mettere le mani su quei libri. Ma che diavolo doveva farne?, si chiese. Bruciarli sembrava una buona idea, ma prima voleva scoprire qualcosa di più su suo padre. Lord Chris era morto quando Colm aveva otto anni, ma aveva abbandonato i figli già da tempo.

    Infilare i volumi dalla rilegatura costosa in un portmanteau e scivolare fuori nella notte era un'idea allettante, ma il suo lavoro non era finito e inoltre, se fosse stato scoperto a trafugare di nascosto i diari di Pamela, avrebbe alimentato per anni la stampa scandalistica. Qualcuno avrebbe potuto riconoscere il suo nome e se il capitano Carter dei fucilieri fosse stato smascherato come il figlio di Lord Chris, tutta l'aristocrazia avrebbe schernito il nipote di un duca, costretto a prestare servizio in un reggimento certamente famoso per il suo valore, ma composto in gran parte da figli di commercianti e rudi veterani promossi per merito.

    Oh, no, mia cara, il giovane è del tutto inadatto a una compagnia distinta, anche se non avesse una menomazione e quella brutta cicatrice. Non possiede un penny e nemmeno la figlia di un commerciante rischierebbe di sposare il figlio di Lord Chris, sapendo che potrebbe dilapidare la propria fortuna per una sgualdrina, come ha fatto il padre.

    Era imbarazzante immaginare di udire simili commenti sussurrati. Avrebbe finito per sfidare qualcuno e non voleva uccidere qualche idiota in un duello. Nell si sarebbe infuriata e il pensiero dell'impavida sorella lo fece sorridere. Se fosse stata lì, l'avrebbe spinto ad andare avanti con la sua vita e a dimenticare il passato. Be', per il momento non era ancora in grado di farlo, ma poteva rimettere a posto i diari di Pamela e sperare che nessuno li trovasse per caso prima di aver deciso cosa farne. Poi, se fosse riuscito a dimenticare che sua sorella era costretta a lavorare per guadagnarsi il pane per colpa di un'adultera egoista che aveva prosciugato il loro padre, sarebbe tornato a essere se stesso dopo otto anni e avrebbe goduto una vita da civile, senza rischiare regolarmente una fucilata.

    Maledicendo il giorno in cui Lord Chris aveva messo gli occhi su Pamela, Colm zoppicò fino alla ripida scaletta che consentiva l'accesso ai ripiani più alti della libreria, mentre a poca distanza gli ospiti dei Derneley si godevano quel che restava della leggendaria ricchezza del loro anfitrione.

    Eve Winterley non riusciva ancora a capire come la sua matrigna, Lady Chloe Winterley, fosse riuscita a convincerla a partecipare a quella squallida festa. Prima aveva dovuto sopportare la diffidenza di zia Alexandra, peraltro reciproca, poi Lord Derneley le aveva calpestato così maldestramente la gonna che era stata tentata di andarsene subito. Se non fosse stato per quel vecchio orribile che l'aveva abbordata mentre cercava una cameriera per riparare al danno, avrebbe già lasciato quella casa... No, non voleva pensarci, in quel momento, ma come rimpiangeva di non essersi inventata un mal di testa per restare a casa, quella sera!

    Non le importava se le malelingue gongolavano sulla frattura tra i Derneley e i Winterley. Sua madre l'aveva abbandonata in quella casa molto tempo prima, quindi non c'era da stupirsi che lei la odiasse. Suo padre diceva sempre che era la cosa migliore che Pamela avesse mai fatto, e di solito Eve era d'accordo con lui, ma quella sera sentiva il bisogno di rompere qualcosa perché, invece di occuparsi della figlia appena nata, sua madre l'aveva quasi lasciata morire di fame.

    Pamela non contava niente. La cara Bran era stata portata lì per nutrirla e poi suo padre le aveva salvate entrambe. Eve era cresciuta sapendo di essere amata con la stessa sicurezza delle onde che si frangevano sugli scogli sotto la fortezza di suo padre. Poi, quando aveva sedici anni, lui aveva sposato Lady Chloe Thessaly ed era stato un privilegio amare una donna così notevole ed esserne ricambiata. Dopotutto poteva perdonare Chloe per la parte che aveva avuto in quell'infelice serata.

    Una vocina fastidiosa le sussurrò che non poteva sfuggire al passato, in quella casa malridotta alla quale i Derneley rimanevano aggrappati. E se le malelingue avessero ragione quando sussurrano alle mie spalle: tale madre, tale figlia? Se un giorno incontrassi un uomo che risveglierà i miei istinti peggiori e mi farà diventare ancora più avida e perversa di Pamela?

    No, mai, si disse con decisione mentre percorreva un corridoio illuminato nella speranza di trovare un angolo di pace. Era una Winterley in tutto e per tutto. Assomigliava a suo padre sia per il colore degli occhi e dei capelli che per la corporatura e il carattere. A tre anni dal suo debutto in società, nemmeno uno scandalo aveva macchiato il suo nome, nonostante tutti i libertini e i cacciatori di dote che avevano provato a infangarla, in modo da costringerla a sposarli o ad accettarli come amanti. Eppure i mormorii circolavano ancora e gli sguardi maliziosi cercavano in lei qualche traccia di Pamela. Vecchi libertini come Sir Steven Scrumble credevano ancora di poterla costringere al matrimonio bloccandola in una stanza al buio. Eve rabbrividì al ricordo della sua bocca umida e delle mani invadenti e si passò una mano sulle labbra come se volesse cancellare il suo sapore. Non si era forse ripromessa di non rivivere più quell'orrore?

    Se fosse scoppiata in lacrime tutti avrebbero saputo che aveva un motivo per piangere. Inoltre doveva tenere sollevato lo strascico per non inciampare perché non aveva ancora riparato lo strappo e adesso si era anche persa. Quel vecchio viscido si era accasciato su stesso quando gli aveva dato una ginocchiata alle parti intime, per cui era improbabile che l'avesse seguita. Grazie al cielo apparteneva a una famiglia potente. Se fosse stata povera e sola, non avrebbe avuto scampo, vista la reputazione di sua madre.

    Il suo primo corteggiatore

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