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Causa di scandalo (eLit): eLit
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E-book149 pagine2 ore

Causa di scandalo (eLit): eLit

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Info su questo ebook

The Elliotts 3
Una delle famiglie di editori più potenti di Manhattan si scontra per affari portando alla luce segreti, scandali e passioni inconfessabili.


Summer Elliott è l’opposto dell’ereditiera modello e ha in testa un piano d’azione della durata di cinque anni da cui non vuole prescindere. Braccare in un’intervista di fuoco la rock star Zeke Woodlow fa parte di questo. Dormire con lui, però, no. Ma quando lei posa i suoi occhi civettuoli e sfavillanti su di lui non riesce a resistere all’impulso di baciarlo. I suoi affari clandestini potrebbero, però, non passare inosservati, visto che se ne parla su parecchi giornali. Ora Summer ha molte spiegazioni da dare: a Zeke, a sua sorella e alla sua famiglia. Oltretutto c’è anche quella piccola questione del suo fidanzamento che...
LinguaItaliano
Data di uscita2 gen 2019
ISBN9788858996676
Causa di scandalo (eLit): eLit
Autore

Anna DePalo

Dopo aver vissuto in Inghilterra e in Italia, si è stabilita a New York dove, quando non scrive, esercita la professione di avvocato.

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    Anteprima del libro

    Causa di scandalo (eLit) - Anna DePalo

    Copertina. «Causa di scandalo» di Depalo Anna

    Immagine di copertina:

    g-stockstudio / iStock / Getty Images Plus

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Cause for Scandal

    Silhouette Desire

    © 2006 Harlequin Books S.A.

    Traduzione di Rita Pierangeli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2007 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5899-667-6

    Frontespizio. «Causa di scandalo» di Depalo Anna

    1

    Quell’intervista le era indispensabile. Ne andava della sua carriera. Ne andava dei suoi progetti. E, per quanto le risultava, l’unico ostacolo erano alcune corpacciute guardie del corpo, la mancanza di un lasciapassare per recarsi dietro le quinte e i ventimila fan urlanti di Zeke Woodlow.

    Summer - sì, si chiamava proprio così, Estate - guardò Zeke sul palco. Anche dal suo posto in dodicesima fila, il carisma di quell’uomo era tangibile. I jeans azzurri e la T-shirt nera ponevano in risalto un fisico asciutto e muscoloso. Portava i capelli castani alquanto lunghi - gli sfioravano il colletto della camicia - e arruffati, così da sottolineare la sua immagine di ragazzo perverso. Tuttavia, era il suo volto dai lineamenti di una bellezza eccezionale a scatenare l’entusiasmo delle sue fan.

    Summer fremeva dalla voglia di catturare quel volto affascinante con la sua macchina fotografica.

    In quel momento, avendo l’impressione che Zeke stesse fissando proprio lei, trattenne il fiato. Il contatto durò soltanto un attimo, ma Summer ne avvertì l’intensità fino alla punta dei piedi. Riprese a respirare soltanto quando lui distolse lo sguardo.

    Non c’erano dubbi. Zeke Woodlow era dotato di un potente sex appeal.

    Non che fosse il suo tipo, naturalmente.

    Summer abbassò gli occhi sul brillante da due carati dell’anello di fidanzamento che portava al dito.

    Proprio per niente.

    Mentre veniva di nuovo spintonata dalla folla di fan, soffocò un sospiro di impazienza e si guardò in giro.

    Il Madison Square Garden. Uno dei luoghi più importanti di New York City. Vi si tenevano congressi politici, avvenimenti sportivi di ogni genere e sul suo palco si erano esibite celebrità come Frank Sinatra, Elvis Prisley, i Rolling Stones, Elton John, Bruce Springsteen... e adesso Zeke Woodlow, vincitore del Grammy, re del rock e attuale sex symbol del mondo della musica, il cui ultimo CD, Falling For You, aveva conquistato il disco di platino vendendo più di dieci milioni di copie.

    Summer era in possesso di tutte le informazioni cruciali su Zeke. Sapeva che era cresciuto a New York, ma che ora viveva in una villa a Beverly Hills, che era diventato famoso per i contenuti sexy delle sue composizioni e che aveva contribuito alla nascita di Musicisti per chi soffre, ciò che lo aveva portato a sponsorizzare una serie di concerti al Madison Square Garden, il cui ricavato sarebbe stato devoluto in favore della ricerca sul cancro.

    Ma, pur essendo in possesso di tutte quelle informazioni, Summer non aveva la possibilità di avvicinarlo, anche se era decisa a intervistare Zeke per Rivelazioni. Era da mesi che rimuginava sul modo di ottenere una promozione. Suo nonno, Patrick Elliott, era convinto che anche i parenti più stretti dovessero lavorare sodo per fare carriera nell’impero editoriale della famiglia.

    Così quando, tornando a casa un giorno, aveva scorto tra la posta una pubblicità di Musicisti per chi soffre, Summer aveva capito di aver trovato lo strumento giusto per passare da redattrice a reporter con diritto di firma. Un’intervista con Zeke Woodlow sarebbe stata perfetta per la rivista Rivelazioni, impegnata in una battaglia senza esclusione di colpi con la sua più diretta rivale, Il mondo dello spettacolo, ma anche con altre riviste della Elliott Publication Holdings. Patrick Elliott aveva dichiarato che, quando lui si fosse ritirato, la carica di nuovo presidente della EPH sarebbe stata assegnata al direttore della rivista che fosse riuscito a ottenere il massimo dei profitti entro la fine dell’anno.

    Stringendo in mano taccuino e penna, Summer spostò il peso da un piede all’altro. Si era recata al concerto direttamente dopo l’ufficio e si sentiva a disagio. Le avevano pestato i piedi, negli stivali a tacchi bassi, più volte di quante ne riuscisse a contare. I suoi pantaloni a righe sottili erano perfetti per l’ufficio, ma erano troppo caldi e fuori luogo tra un mare di jeans. Anche il maglioncino dal collo alto la faceva sudare nell’atmosfera surriscaldata di migliaia di corpi che ondeggiavano, ballavano e saltavano.

    Intorno a lei, il pubblico sembrava muoversi come un’onda che si avvicinava e poi si allontanava dal palcoscenico, sfiorando il perimetro esterno del cerchio di luce al centro del quale si trovava Zeke Woodlow.

    Essendo soltanto una redattrice, Summer sapeva che l’agente di Zeke le avrebbe riso in faccia se gli avesse chiesto un’intervista in esclusiva. Ma sperava che, avvicinando Zeke in persona, sarebbe riuscita a convincerlo a parlare con lei. Dopotutto, era ambiziosa, aveva facilità di parola, se ne intendeva di musica, inoltre, lavorava per Rivelazioni, anche se la sua qualifica non le dava diritto a uno di quei lasciapassare riservati alla stampa.

    Quando Zeke terminò la canzone, la folla andò in delirio. Lui scherzava con il suo pubblico, e la sua voce sexy riempiva il teatro e le danzava sulla pelle come una carezza intima.

    «Ne volete ancora?» chiese Zeke con la sua voce profonda e vellutata, stuzzicando la folla, che ovviamente reagì lanciando urla.

    «Non riesco a sentirvi» disse Zeke, mettendosi una mano a coppa intorno all’orecchio.

    Un boato si levò dalla folla.

    «D’accordo!» Zeke fece un cenno alla banda alle sue spalle, quindi afferrò una chitarra elettrica e iniziò a cantare uno dei suoi più grossi successi, una ballata intitolata Bella tra le mie braccia.

    Mentre cantava di fare l’amore sotto le frasche ondeggianti delle palme, circondato dall’umida aria notturna, Summer si sentì sedotta insieme con il resto della folla, trascinata in un momento magico. L’incantesimo si spezzò soltanto quando le ultime note si spensero e, anche allora, impiegò diversi secondi per scuotersi e dirsi di smetterla di comportarsi in modo così ridicolo.

    Non doveva dimenticare di essere lì per uno scopo ben preciso, e non per diventare l’ennesima ammiratrice sfegatata di Zeke Woodlow.

    Mezz’ora più tardi, quando il concerto era ormai terminato e la folla si stava avviando verso le varie uscite, Summer si fece largo con l’intenzione di guadagnare i camerini. Purtroppo, fu ben presto bloccata da una guardia del corpo, imponente e dall’aria truce.

    «Mi scusi, vorrei raggiungere i camerini.»

    La guardia la sbirciò dall’alto, scorse l’anello al suo dito e incrociò le braccia. «Giusto. Tu e un migliaio di altre persone.»

    «Sono una giornalista» replicò Summer, assumendo lo stesso tono perentorio della preside della scuola privata che aveva frequentato con la sua gemella, Scarlet.

    «Mostrami il tuo lasciapassare.»

    «Non ce l’ho. Deve capire che...»

    Ma Mister Da-qui-non-si-passa stava già scuotendo la testa. «Senza lasciapassare, vietato entrare. Semplice.»

    Summer fu tentata di dire: Non possiamo discuterne? Ma, dubitando che sarebbe servito a qualcosa, frugò nella sua borsetta alla ricerca di un biglietto da visita. Ne tese uno alla guardia. «Vede? Sono un membro del personale...» Non si curò di precisare la posizione che occupava. «... di Rivelazioni. Immagino che la conosca, vero?»

    Mister Da-qui-non-si-passa si limitò a dare una occhiata al biglietto, senza nemmeno accennare a prenderlo. «Come ho detto, l’accesso ai camerini è consentito soltanto alle persone autorizzate.»

    Grrr. Avrebbe dovuto aspettarselo.

    «Bene!» esclamò Summer in tono esasperato, tentando un’ultima mossa. «Ma non dia la colpa a me quando cadrà qualche testa perché Zeke Woodlow ha perso l’occasione di un’intervista con una delle più importanti riviste del paese.»

    La guardia si limitò a inarcare un sopracciglio.

    Girando sui tacchi, Summer si allontanò a passo di marcia e a testa alta. La signora Donaldson, la sua preside, ne sarebbe stata orgogliosa.

    D’accordo, non avrebbe ottenuto di intervistare Zeke nel suo camerino. Tuttavia, sapeva che, prima o poi, lui avrebbe dovuto lasciare il Garden, e lei sarebbe stata lì ad aspettarlo. Non aveva sopportato tre ore di spintoni e gomitate delle sue fan per niente. Aveva bisogno di quell’intervista.

    Un’ora più tardi, comunque, aveva l’impressione di essere rimasta esposta per un’eternità all’umida notte di marzo, tanto da cominciare a chiedersi se quell’intervista fosse veramente indispensabile. Era stanca, affamata e aveva una gran voglia di andare a casa.

    Iniziò a frugare nella borsetta in cerca di una caramella - a essere sinceri, qualunque cosa di commestibile - quando ci fu un trambusto e, alzando gli occhi, notò che Zeke era emerso dall’edificio.

    Purtroppo, era circondato dal suo staff e dagli addetti alla sicurezza. Ciononostante, Summer gli corse incontro, sapendo di avere solo pochi istanti a disposizione prima che lui si tuffasse nella limousine in attesa. «Zeke! Signor Woodlow!»

    Proprio in quel momento, la frenesia si scatenò intorno al cantante. Partirono i flash dei paparazzi e alcune ragazze iniziarono a urlare, saltando su e giù.

    La corsa di Summer si arrestò quando lei entrò in collisione con un muro o, più precisamente, capì alzando lo sguardo, con la sagoma vestita di blu di uno dei poliziotti di New York. Suo malgrado, indietreggiò di un passo mentre l’agente, uno dei tanti intorno alla limousine, le bloccava la strada.

    «Indietro!» ordinò il poliziotto.

    Guardando al di sopra della sua spalla, vide Zeke infilarsi furtivamente nella vettura e fu colta dallo scoraggiamento.

    Quattro ore, ventisette minuti e più di venti canzoni. E ora, alla fine, la sconfitta.

    Avrebbe voluto strapparsi i capelli per la frustrazione. Come per un segnale, una goccia di pioggia la colpì sulla guancia, quindi un’altra. Guardò insù, fece una smorfia, poi puntò verso il posteggio dei taxi sulla Settima. Quando iniziò a piovere sul serio, capì che non ne avrebbe trovato neanche uno libero.

    Venticinque minuti più tardi, raggiunse la casa nell’Upper West Side, di proprietà dei suoi nonni e utilizzata da loro come residenza secondaria.

    Quando arrivò all’ultimo piano, dove si trovava l’alloggio suo e di Scarlet, sua sorella uscì dalla stanza per salutarla. «Be’, com’è andata?» le chiese la sua gemella, che indossava un pigiama di seta rosso.

    Osservando com’era vestita, Summer pensò di

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