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Un legame scandaloso (eLit): eLit
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E-book151 pagine2 ore

Un legame scandaloso (eLit): eLit

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Info su questo ebook

The Elliotts 2
Una delle famiglie di editori più potenti di Manhattan si scontra per affari portando alla luce segreti, scandali e passioni inconfessabili.


Dal momento in cui Tag Elliott incontra Renee Williams riesce solo a pensare a quelle labbra morbide sulle proprie. Oltre a una stanza intima e a promesse sussurrate. Ma come membro di una delle famiglie più in vista di Manhattan lui sa che è difficile sfuggire a certe regole e a certi preconcetti. I loro mondi sono troppo distanti e le loro vite troppo diverse per prevedere altre notti come quella che hanno trascorso insieme condividendo le fantasie più sfrenate. Purtroppo, però, i sentimenti non si possono nascondere e sembrano più forti della corsa al potere e di qualunque pregiudizio.
LinguaItaliano
Data di uscita2 gen 2019
ISBN9788858996669
Un legame scandaloso (eLit): eLit
Autore

Brenda Jackson

E' un'inguaribile romantica e ha sposato il suo primo amore. Chi meglio di lei conosce il significato delle parole scritto nel destino?

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    Anteprima del libro

    Un legame scandaloso (eLit) - Brenda Jackson

    Copertina. «Un legame scandaloso» di Jackson Brenda

    Immagine di copertina:

    franckreporter / E+ / Getty Images

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Taking Care of Business

    Silhouette Desire

    © 2006 Harlequin Books S.A.

    Traduzione di Rita Pierangeli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2007 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5899-666-9

    Frontespizio. «Un legame scandaloso» di Jackson Brenda

    1

    «Signorina Williams, il signor Teagan Elliott chiede di poterle parlare.»

    Renee Williams trasse un respiro profondo, si tolse gli occhiali e spinse da parte il rapporto medico su Karen Elliott, preparandosi ad affrontare il figlio della donna, il quale, a quanto le era giunto all’orecchio, stava creando grattacapi.

    Da quando aveva saputo che la madre aveva un tumore al seno e da quando aveva deciso di occuparsi dell’aspetto burocratico dell’imminente intervento chirurgico, Teagan Elliott stava esercitando un’inutile pressione sul personale ospedaliero per il semplice fatto di chiamarsi Elliott.

    «Fallo entrare, Vicki» disse Renee all’interfono, augurandosi che l’incontro non sarebbe stato una ripetizione di quello in cui aveva osato opporsi a un uomo convinto che il suo cognome aprisse tutte le porte.

    Il suo lavoro di assistente sociale al Manhattan University Hospital consisteva nell’aiutare tutti e nell’assicurarsi che ogni paziente ricevesse un equo trattamento a prescindere dalle condizioni economiche, sociali o culturali.

    «Avanti» disse, quando qualcuno bussò alla porta.

    Si alzò e si incollò un sorriso sul volto quando l’uomo che lei sapeva essere Teagan Elliott, della Elliott Publication Holdings, uno degli imperi editoriali più importanti del mondo, entrò nel suo ufficio vestito come se avesse appena posato per un servizio di moda. Renee dovette ammettere che era un bell’uomo, con occhi espressivi, lineamenti regolari, un naso dritto e una mascella volitiva.

    Girando intorno alla scrivania, Renee gli andò incontro con la mano tesa. Lui gliela strinse. «Il signor Elliott?»

    «Sì, e lei è la signorina Williams, suppongo.»

    Parlava con un raffinato accento del Nord che trasudava ricchezza. «Sì. Vuole accomodarsi così che possiamo discutere della questione di sua madre?»

    Lui si accigliò. «No, non voglio accomodarmi per discutere. Voglio soltanto che mi dica che cosa sarà fatto per lei.»

    Renee inarcò un sopracciglio mentre lo fissava nei gelidi occhi azzurri. Ah, dunque era deciso a fare il difficile? Bene, avrebbe ben presto scoperto che lei poteva rivelarsi un osso duro quando si trovava di fronte persone difficili. Incrociò le braccia sul petto. «Resti pure in piedi, se preferisce, ma io ho avuto una giornata piuttosto pesante, perciò l’ascolterò seduta.»

    Così dicendo, Renee tornò dietro la scrivania. L’occhiataccia che lui le rivolse era impagabile e, se la situazione non fosse stata grave, non avrebbe resistito alla tentazione di sorridere. A quanto pareva, non era abituato a essere lasciato in piedi.

    «Ora, a proposito di sua madre» esordì Renee dopo aver bevuto un sorso del suo caffè, ormai freddo. «Vedo che l’intervento è fissato per...»

    «Credo di doverle chiedere scusa.»

    Renee posò la tazza e alzò la testa. Gli occhi che la guardavano non erano più gelidi, bensì di una bella sfumatura azzurro chiaro. «Davvero?»

    «Sì.» Un sorriso gli sfiorò le labbra. E Renee pensò che aveva una bocca ben delineata.

    «Di solito, sono simpatico alla gente, ma il pensiero di quello che sta passando mia madre in questo momento condiziona il mio comportamento. Non intendevo darle l’impressione di essere uno stupido arrogante. Voglio soltanto assicurarmi che lei abbia il migliore dei trattamenti» concluse Teagan, andando a sedersi di fronte alla scrivania.

    Una parte di Renee si chiese se fosse mai successo che un Elliott non avesse ottenuto il meglio di qualsiasi cosa. «È esattamente compito mio, signor Elliott, che non soltanto sua madre, ma chiunque si trovi in situazioni analoghe, riceva tutta l’assistenza e il sostegno morale necessari.»

    Teagan annuì e il suo sorriso si allargò. «Ha già incontrato mia madre?»

    Renee ricambiò il sorriso. Quell’uomo l’attraeva, anche se non avrebbe saputo spiegarsene il motivo. «Sì, le ho parlato alcuni giorni fa. Mi sono resa conto che è una bella persona, dentro e fuori.»

    «Sì, lo è.»

    Era evidente che Teagan voleva molto bene alla madre. Parlando con Karen Elliott, Renee aveva scoperto che aveva tre figli e una figlia. Teagan, a ventinove anni, era il più giovane dei maschi ed era capocronista di Tendenze, la rivista della casa editrice di proprietà della famiglia. Renee aveva scoperto anche che tra Karen e Teagan esisteva un legame più forte di quello che lei aveva con gli altri figli.

    «Mi dica, signorina Williams, che cosa ci aspetta?»

    La domanda di Teagan si insinuò nelle riflessioni di Renee. «Ora che il dottore ha fatto la sua diagnosi e si è deciso di ricorrere alla chirurgia, Karen ha bisogno di tutto l’appoggio della sua famiglia. Mi rendo conto che alcuni di voi non capiscono i motivi che l’hanno spinta a optare per una doppia mastectomia quando il tumore è stato riscontrato soltanto in un seno. Vuole farli asportare tutti e due per precauzione. È una sua scelta e, come tale, dovrebbe essere accettata. Karen avrà anche bisogno del vostro sostegno dopo l’intervento e durante il periodo di convalescenza, prima di sottoporsi alla chemioterapia. Anche in questo caso, si tratta di una misura precauzionale a cui lei ha deciso di sottoporsi pur non essendoci prove che il tumore si sia diffuso ai linfonodi. È ancora presto per formulare previsioni, ma sono convinta che andrà tutto per il meglio, perché la diagnosi è stata molto precoce.»

    Renee si appoggiò allo schienale della sua poltrona. Adesso che era evidente che Teagan Elliott era solo un figlio in ansia per la madre, anche se era partito con il piede sbagliato, tutta la sua compassione andava a lui.

    «Ha idea di quanto sarà operata?»

    «Martedì prossimo.»

    Sospirando, Teagan si alzò in piedi. «Apprezzo la sua disponibilità a spiegarmi che cosa deve fare la famiglia. E le chiedo di nuovo scusa per il mio comportamento di poco fa.»

    Alzandosi a sua volta, Renee gli sorrise. «È già scusato. Capisco perfettamente come un inatteso problema medico possa incidere in maniera negativa anche sul più mite degli individui.»

    Lui scoppiò a ridere. «Ho detto che di solito sono simpatico alla gente. Non ho mai affermato di essere un tipo di carattere mite» ci tenne a sottolineare.

    Renee fece una smorfia. Se era per quello, nessuno le aveva detto che lui era un bel esemplare di maschio, ma la prova era davanti ai suoi occhi. Con il suo metro e ottantacinque, la corporatura atletica, i capelli neri e gli occhi azzurri, le veniva spontaneo chiedersi se nessuno gli avesse mai detto che poteva essere scambiato per una copia più giovane di Pierce Brosnan. Valeva decisamente la pena di dedicargli una seconda occhiata. Ma Renee sapeva che di più non le sarebbe mai stato concesso. Gli uomini ricchi come gli Elliott non si abbassavano a frequentare gente che non fosse della loro stessa classe sociale. Inoltre, lui era bianco e lei era di colore.

    «Ecco il mio biglietto da visita, signor Elliott. Come assistente sociale di sua madre, sono a sua completa disposizione. Non deve fare altro che chiamarmi.»

    Teagan prese il biglietto e lo infilò nel taschino della giacca. «La ringrazio. Staserà riunirò la famiglia e riferirò quello di cui abbiamo discusso. Al momento, la salute di mia madre, come anche la sua tranquillità mentale, è la cosa più importante. Grazie di tutto, signorina WIlliams.»

    Renee lo seguì con lo sguardo mentre si voltava e usciva dal suo ufficio.

    Teagan, meglio noto a familiari e amici come Tag, entrò nell’ascensore. Contento di essere solo, si lasciò sfuggire un sospiro che saliva dal profondo del cuore. Cosa diavolo gli era successo mentre si trovava nell’ufficio di Renee Williams? Quella donna era un’autentica bellezza, e la femminilità quasi tangibile che irradiava aveva rischiato di metterlo KO. Prima di allora, non gli era mai successo niente del genere in presenza di una donna.

    Quando aveva parlato, il tono soave della sua voce aveva accarezzato tutto ciò che di maschio c’era in lui. Era stata come una carezza fisica sui suoi sensi. E quando si erano stretti la mano, era dovuto ricorrere a tutta la sua forza di volontà per non cedere all’impulso di attirarla più vicino. Calcolava che fosse alta un metro e sessantacinque senza tacchi, e il tailleur color mandarino che indossava metteva in risalto il suo corpo sinuoso.

    C’era poi il colorito della sua pelle, una sfumatura che gli ricordava quella dello zucchero bruciato. Abbinato a lunghi capelli neri, che le ondeggiavano intorno alle spalle, e agli occhi castano scuro, oltre a una straordinaria bellezza in lei si intuivano compassione, intelligenza e spirito vivace.

    Non poté trattenere una risatina al ricordo di come lei lo aveva trattato al suo rifiuto di sedersi. Sì, possedeva uno spirito vivace, e lui avrebbe dato qualsiasi cosa per avere la possibilità di conoscerla meglio. Ma sapeva che era impossibile. Se c’era una cosa per cui non aveva tempo era una storia romantica. Dal momento che suo padre aveva deciso, giustamente, che passare più tempo con la moglie era più importante di quanto stava accadendo in ufficio, Tag era oberato di lavoro. C’era poi quella dannata sfida lanciata dal nonno, Patrick Elliott, che aveva scatenato la rivalità tra le quattro principali riviste della EPH.

    Ognuna delle quattro era diretta da uno dei figli di Patrick.

    C’era Tendenze, diretta dal padre di Tag, Michael, una rivista di notizie a livello mondiale; Rivelazioni, che si dedicava alle celebrità ed era diretta dallo zio di Tag, Shane; Scandali, che puntava sui gossip del mondo dello spettacolo e a capo della quale c’era un altro zio di Tag, Daniel; e Carisma, una rivista di moda diretta dalla zia di Tag, Finola.

    Il mese precedente, Patrick aveva annunciato di essere pronto a ritirarsi e di avere l’intenzione di assegnare la carica di presidente della EPH a chi dei quattro fosse riuscito a portare ai massimi livelli la propria rivista nel giro di un anno.

    Quando l’ascensore si arrestò al pianterreno, Tag era giunto alla conclusione di non vedere l’ora che la sua strada e quella di Renee Williams si incrociassero di nuovo.

    «E questo è il succo di ciò che l’assistente sociale mi ha detto oggi» concluse Tag rivolto ai fratelli e alla sorella, mentre cenavano quella sera. Si erano incontrati in un ristorante di Manhattan, non lontano dall’edificio che ospitava la casa editrice.

    Gannon, trentatré anni, era il braccio destro del padre nella direzione di Tendenze; Liam, trentuno anni, era direttore amministrativo della società e Bridget, che di anni ne aveva ventotto, era il direttore della fotografia per Carisma.

    «Sei sicuro che questa assistente sociale sappia di che cosa parla?» chiese Bridget, preoccupata. «Le decisioni che la mamma ha preso ultimamente sono così insolite per

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