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Segreti e verità (eLit): eLit
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E-book151 pagine2 ore

Segreti e verità (eLit): eLit

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Info su questo ebook

The Elliotts 5
Una delle famiglie di editori più potenti di Manhattan si scontra per affari portando alla luce segreti, scandali e passioni inconfessabili.


Lei è una donna mantenuta... l’amante segreta che vive nel lusso di Las Vegas. È stata la situazione ideale finché Misty Vale non scopre di aspettare il figlio di Cullen Elliott.
Misty non è il tipo che un milionario come Cullen vorrebbe come moglie con quel passato scandaloso e la famiglia screditata. Come può confessargli la verità e sperare che lui comprenda?
Ma Cullen scopre comunque le cose e non può permettere che il suo erede nasca in un letto illegittimo!
LinguaItaliano
Data di uscita2 gen 2019
ISBN9788858996690
Segreti e verità (eLit): eLit
Autore

Heidi Betts

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Segreti e verità (eLit) - Heidi Betts

    Copertina. «Segreti e verità» di Betts Heidi

    Immagine di copertina:

    g-stockstudio / iStock / Getty Images Plus

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Mr. and Mistress

    Silhouette Desire

    © 2006 Harlequin Books S.A.

    Traduzione di Rita Pierangeli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2007 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5899-669-0

    Frontespizio. «Segreti e verità» di Betts Heidi

    1

    «Pronto?»

    Sono in città. Pensavo di venire da te.»

    La sua voce fece correre lungo la schiena di Misty un brivido che, come caldo sciroppo di acero in una fredda giornata d’inverno, dilagò in ogni nicchia e recesso del suo corpo traditore.

    «D’accordo» disse sottovoce. «Ti aspetto.»

    Riagganciò e, muovendosi per la stanza, raccolse le riviste in un mucchio ordinato, sprimacciò i cuscini e abbassò le luci, prima di dirigersi in camera da letto. Si tolse gli aderenti calzoncini da ciclista e il reggiseno sportivo per indossare un nuovo négligé nero, che sarebbe sicuramente piaciuto a Cullen.

    Se non fosse stato per lui, era probabile che non avrebbe posseduto così tanti indumenti di elegante biancheria intima.

    Sciolse i lunghi capelli ondulati che aveva raccolto in una coda di cavallo e li spazzolò in una massa vaporosa.

    Un secondo più tardi, quando squillò il campanello della porta, attraversò di corsa l’appartamento, guardandosi in giro per assicurarsi che fosse tutto in ordine. Tolse la catena e girò la maniglia.

    «Ciao.»

    Lui era appoggiato allo stipite; la luce del portico accendeva riflessi nei capelli neri e negli occhi scintillava un desiderio a malapena controllato. Misty deglutì a fatica, avvertendo un senso di vuoto allo stomaco.

    «Ciao. Entra» disse, facendosi da parte per lasciarlo passare.

    Richiuse la porta e rimise la catena, quindi si voltò e lo sorprese a osservarla, come un falco fisserebbe un topo prima di scendere in picchiata per ghermirlo.

    Indossava pantaloni grigio antracite con camicia bianca, un po’ sgualciti dopo una lunga giornata di riunioni, oltre al viaggio. Aveva allentato la cravatta e aveva sbottonato il colletto, e portava la giacca piegata su un braccio.

    Aveva un’aria stanca e, per quanto lei desiderasse trascinarlo subito in camera da letto, pensò che prima avrebbe forse preferito rilassarsi un po’.

    «Posso offrirti qualcosa? Un bicchiere di vino? O qualcosa da mangiare?»

    Lui lasciò cadere la giacca sul pavimento e le andò incontro, senza staccare gli occhi dal suo volto.

    «Più tardi» mormorò, e la sua voce profonda le procurò una scossa erotica in tutte le cellule del corpo. La circondò con le braccia e accostò la bocca alla sua. «In questo momento, sei tu quello che voglio.»

    Come sempre, il suo bacio ebbe il potere di incendiarle il sangue nelle vene. Gli affondò le dita nei capelli alla base della nuca e lo accarezzò. Le labbra di Cullen si muovevano sulle sue, succhiandole, mordicchiandole... finché lui non arrivò a invaderle la bocca con la lingua.

    I seni di Misty, turgidi sotto il tessuto impalpabile del négligé, gli premevano contro il torace muscoloso. Lui le fece scivolare le mani lungo la schiena e sulla vita, per mettergliele a coppa intorno alle natiche e attirarla a sé in modo da farle avvertire la sua eccitazione. Gemendo, Misty sollevò una gamba e gliela mise a cavallo sul fianco.

    Staccando la bocca dalla sua, Cullen mormorò, respirando con affanno: «In camera da letto. Subito».

    Chinandosi, la sollevò tra le braccia e attraversò a lunghi passi il soggiorno. Conosceva la disposizione dell’appartamento, dal momento che era stato lui ad acquistarlo tre anni prima, dopo che Misty si era ritrovata con un ginocchio malandato in seguito a un incidente sul palcoscenico, che aveva posto fine alla sua carriera di ballerina. Il piano sottostante ospitava la sede della sua scuola di ballo.

    Cullen abitava a New York, dove lavorava per Scandali, una delle molte riviste della famiglia, ma sfruttava ogni pretesto per recarsi nel Nevada. E ogni volta che era in città, trascorreva la notte a letto con lei.

    Misty viveva per quelle notti. Le aspettava con impazienza, anche se tutto, dentro di lei, le diceva che era sbagliato.

    Prima di tutto, Cullen Elliott era più giovane di lei di cinque anni; in secondo luogo, la sua famiglia era una delle più ricche e più in vista di New York. Loro due non avrebbero potuto essere più diversi neanche se fossero nati agli antipodi.

    Ma dal momento in cui lo aveva visto, in piedi dietro le quinte dopo uno dei suoi spettacoli notturni, c’era stato qualcosa in quell’uomo che l’aveva attirata, e che la teneva legata per quanto continuasse a ripetersi che avrebbero dovuto interrompere quella relazione a luci rosse.

    Arrivato accanto al letto, Cullen l’adagiò sul materasso e la coprì con il proprio corpo.

    «Adoro questo» disse, tastando l’impalpabile tessuto nero che la copriva a stento dal petto alle cosce. «Ma deve sparire. Ti voglio nuda.»

    «Sei tu il boss» replicò Misty.

    Con un sorriso sensuale, Cullen infilò le dita sotto le sottili spalline del négligé e gliele fece scivolare lungo le braccia. Lei lo assecondò, sollevando il bacino per permettergli di sfilarle l’indumento dai fianchi e lungo le gambe.

    I begli occhi azzurri di Cullen la trafissero come raggi laser, soffermandosi con palese ammirazione sui suoi seni, sull’addome e sul frammento di pizzo nero che copriva la sua femminilità.

    Sollevandosi dal letto, Misty lo aiutò a sbarazzarsi di quell’ultimo indumento. Lui lo lanciò a terra, senza staccare gli occhi dalle sue curve voluttuose.

    Misty si dimenò, ansiosa di toccarlo. Ansiosa di essere toccata.

    «Sei troppo vestito» protestò, afferrando l’estremità della cravatta e dandole uno strattone per attirarlo vicino, quasi naso contro naso.

    Il torace di Cullen si abbassava e si sollevava a ogni aspro respiro, e lei si concesse un momento per accarezzargli i muscoli pettorali prima di stringere le dita sul nodo intorno alla gola.

    Lo sciolse e sfilò la cravatta dal colletto. Quindi si dedicò ai bottoni della camicia, slacciandoli a uno a uno. Quando arrivò all’ultimo, afferrò i lembi della camicia e li scostò, rivelando il suo torace abbronzato.

    Deglutì, estasiata, davanti a tanta perfezione scultorea. Una volta, Cullen le aveva detto che passava diverse ore alla settimana nella palestra della società, e ora lei ne raccoglieva i frutti.

    Gli sfilò la camicia dalle spalle e la spedì a raggiungere il suo négligé. Dopo essersi liberata anche della cintura, Misty gli insinuò le dita nella cintola dei pantaloni, facendolo trasalire.

    «Spero che ti stia divertendo» disse lui a denti stretti, «perché io intendo ricambiare il favore con gli interessi.»

    «Ahi, allora significa che sono in guai grossi, perché mi sto divertendo moltissimo.»

    Misty slacciò il bottone dei pantaloni per consentire alle proprie dita di eseguire una più accurata esplorazione. Il calore del suo corpo, così vicino alla sua pulsante virilità, l’avvolse, imbevendola fino in fondo all’anima.

    Sfiorandogli con il dorso delle dita l’ombra di peluria che partiva dall’ombelico e scendeva assottigliandosi verso il basso, Misty abbassò la lampo lentamente, uno scatto dopo l’altro.

    Cullen trattenne il fiato, sopraffatto dalle sensazioni quasi insopportabili che lei stava creando. Il sangue gli ribolliva nelle vene e gli martellava alle tempie, tanto da fargli temere di essere sul punto di scoppiare.

    Quella donna era sbalorditiva. Ogni volta che si incontravano, era un’esplosione di fuochi d’artificio.

    Se avesse rivelato a chiunque, perfino a suo fratello, come lo faceva sentire Misty a letto, lo avrebbero guardato con l’aria di chi la sa lunga e avrebbero detto: «Certo. Un tempo faceva la showgirl. Che cosa ti aspettavi?».

    Ma c’era qualcosa di più, perché, per quanto fantastico fosse il sesso, loro due erano in sintonia anche fuori dal letto. Cullen voleva fare l’amore il più spesso possibile, ma era anche felice di starsene seduto con lei sul divano a guardare un film o a cenare a base di cibo cinese.

    Ecco una cosa che nessuno avrebbe capito. Che non capiva nemmeno lui.

    La lampo arrivò alla fine della sua corsa e Misty infilò tutta la mano nei pantaloni e nei boxer per accarezzarlo e massaggiarlo finché lui non riuscì più a trattenersi ed ebbe voglia di urlare.

    «Basta così» mormorò con voce roca e, prima che fosse troppo tardi, l’afferrò per il polso ed estrasse la sua mano dai pantaloni, quindi finì di spogliarsi.

    Una volta nudo, la costrinse a sdraiarsi sul letto e le si mise a cavalcioni sulle gambe.

    Puntellandosi sulle braccia, si chinò e si impadronì della sua bocca, realizzando così le fantasie che lo avevano ossessionato per tutta la durata del viaggio in aereo da New York.

    Dimenandosi sotto di lui, Misty manovrò in modo da liberare le gambe per stringergliele intorno alla vita. Lui sentiva la pressione dei suoi talloni nelle natiche e delle sue unghie nelle spalle.

    Gli piaceva. Forse troppo. Anche se con Misty non era mai una questione di troppo, ma piuttosto di mai abbastanza.

    Prendendole il labbro inferiore tra i denti, interruppe il loro bacio appassionato e le tracciò una scia umida e ardente lungo il corpo. Sfiorò l’incavo della gola e si soffermò su una delle tenere rotondità del seno per esplorarne il turgido capezzolo. Tracciò un cerchio intorno all’areola con la lingua, quindi lo prese in bocca per succhiarlo.

    Misty si dimenò sotto di lui, mentre dalla gola le salivano quei lievi mugolii sexy che lo facevano impazzire.

    Aveva fantasticato per tutto il giorno sulle cose che le avrebbe fatto appena fosse stato libero dagli impegni di lavoro... e le cose che gli avrebbe fatto lei. Ma adesso che erano insieme, entrambi nudi e in preda a una smania frenetica, sentiva di non avere la pazienza per dilungarsi nei preliminari. Voleva soltanto sprofondare dentro di lei e restarci per sempre.

    Sollevando la testa, la guardò, con il torace che si sollevava e abbassava, e il sangue che gli scorreva nelle vene come un torrente in piena.

    «Non posso aspettare» borbottò. «Mi dispiace. Ti prometto che ti ricompenserò.»

    Un attimo dopo si spingeva dentro di lei, affondando in profondità. I loro respiri si mescolarono mentre venivano travolti da una marea di sensazioni, così violente da essere quasi insopportabili.

    «Cullen» sospirò Misty, ansimando, graffiandogli la schiena con le unghie. «Aspetta. Siamo senza protezione.»

    Per un secondo, lui non riuscì a dare un senso alle sue parole, tanto era smarrito nel calore della sua femminilità.

    Poi, d’un tratto, capì quello che lei cercava di dirgli.

    Si era dimenticato il preservativo. Dannazione.

    Si ritrasse immediatamente, scuotendo la testa, incredulo. «Mi dispiace, Misty. Non so che cosa mi sia capitato. Prima d’ora, non sono mai stato così sventato.»

    Lei gli sorrise con dolcezza e, districandosi dal suo corpo, si

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