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La proposta del milionario (eLit): eLit
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E-book147 pagine2 ore

La proposta del milionario (eLit): eLit

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Info su questo ebook

The Elliotts 1
Una delle famiglie di editori più potenti di Manhattan si scontra per affari portando alla luce segreti, scandali e passioni inconfessabili.


"Ho solo una condizione. Voglio un figlio da te."
Gannon Elliott non può aspettare solo perché la sua unica possibilità di salvezza gli chiede di diventare il padre di suo figlio. Il magazine ha bisogno di un direttore. Lui è nato per vincere, come tutti i componenti della famiglia Elliott, e ora per farlo ha bisogno del meglio, e cioè della sua ex fidanzata Erika Layven. Sarà un accordo alla pari, un affare puro e semplice: quel lavoro per una notte d’amore.
LinguaItaliano
Data di uscita2 gen 2019
ISBN9788858996652
La proposta del milionario (eLit): eLit
Autore

Leanne Banks

È una delle scrittrici più conosciute nel panorama degli autori dei romanzi d'amore, ne ha scritti più di quaranta. Durante tutta la sua carriera ha ricevuto diversi riconoscimenti tra cui quello del Romantic Times Career Achievement Awards nella categoria "Sensualità, amore e risate". I suoi libri sono molto apprezzati per le storie fortemente connotate dal punto di vista delle emozioni. I personaggi, poi, appaiono talmente reali, sfaccettati e calati nella realtà quotidiana che ogni lettore è in grado di ritrovarvi un po' di se stesso e della propria vita. Leanne è convinta che i lettori del genere rosa siano i migliori, perché hanno capito che l'amore è il miracolo più grande di tutti. Ed è questo che la spinge a scrivere a ritmo serrato prendendo spunto da tutto ciò che la circonda. Nonostante la grande popolarità, Leanne non ha mai voluto lasciare la sua amata Virginia dove vive con il marito e i due figli adolescenti. La scrittura non è la sua sola passione: il cioccolato, la musica e l'amore per l'avventura seguono a ruota rendendo la sua vita completa e appagata.

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    Anteprima del libro

    La proposta del milionario (eLit) - Leanne Banks

    Copertina. «La proposta del milionario» di Banks Leanne

    Immagine di copertina:

    LightFieldStudios / iStock / Getty Images Plus

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Billionaire’s Proposition

    Silhouette Desire

    © 2006 Harlequin Books S.A.

    Traduzione di Rita Pierangeli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2007 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5899-665-2

    Frontespizio. «La proposta del milionario» di Banks Leanne

    1

    «Devo fare un annuncio» disse Patrick Elliott rivolto ai familiari che affollavano la sala e interrompendo la conversazione tra le quindici persone presenti per festeggiare l’ultimo dell’anno.

    Deve trattarsi di un annuncio molto importante, pensò Gannon Elliott, seduto accanto al fratello Liam. Incuriosito, studiò il nonno che teneva corte nella sala della casa di famiglia. Le decorazioni natalizie sarebbero sparite l’indomani, ma quella sera le luci brillavano sugli alberi in tre delle stanze che si trovavano a quel piano dell’edificio fine secolo di quasi 2500 metri quadrati. La casa, arredata da sua nonna con tanto amore, aveva offerto un rifugio agli Elliott, li aveva visti nascere e morire, mentre continuava a crescere il potere e la ricchezza di Patrick Elliott e dei suoi eredi.

    Nonostante i suoi settantasette anni, il nonno di Gannon, immigrato dall’Irlanda, aveva una mente ancora molto brillante. Da come si comportava, dava l’impressione che per lui fosse stato un gioco da ragazzi diventare il più autorevole esponente in un mondo editoriale affollato di periodici che si occupavano sia di notizie serie sia di spettacolo, di moda e di indiscrezioni sulle celebrità.

    «Ma non è ancora mezzanotte» obiettò Bridget, la sorella più giovane di Gannon. «Questa è la tua serata libera, nonno. Ti sei scordato che è l’ultimo dell’anno?»

    Gli occhi di Patrick scintillavano mentre la minacciava, agitando l’indice. «Come potrei scordarmene, se ci sei tu a ricordarmelo?»

    Sorridendo, Bridget abbassò la testa e sollevò il proprio bicchiere. Scrollando il capo, Gannon bevve un sorso del suo whisky. Quell’impertinente di sua sorella non perdeva mai l’occasione di punzecchiare il vecchio.

    Patrick fece una pausa per scambiare un’occhiata con Maeve, sua moglie da più di cinquant’anni. Lui poteva anche essere lo stacanovista che aveva creato un impero editoriale, ma la minuta Maeve era l’unica donna in grado di domarlo.

    L’amore e la complicità che emanavano dai loro sguardi non mancavano mai di avvilire Gannon, provocandogli un fastidioso senso di insoddisfazione che si rifiutava di approfondire. Sbatté mentalmente la porta in faccia a quel sentimento e osservò sua nonna mentre annuiva al marito con gli occhi che brillavano di tenerezza.

    Patrick riportò lo sguardo sulla famiglia, riunita su suo invito. «Ho deciso di andare in pensione.»

    Gannon rischiò di lasciar cadere il bicchiere di whisky. Era convinto che il vecchio fosse talmente sposato con il suo lavoro che avrebbe passato i suoi ultimi istanti terreni a combinare l’ennesimo affare. Nella sala si levò un brusio di voci soffocate.

    «Sacr...»

    «Oh, accidenti.»

    «Secondo te, sta poco bene?»

    Patrick scosse la testa e alzò la mano per chiedere silenzio. «Non sono ammalato. È arrivato il momento. Devo scegliere un successore e, poiché voi tutti avete fatto un ottimo lavoro con le varie riviste, la scelta è difficile. Così ho deciso che l’unico modo imparziale è di offrire a ciascuno di voi l’occasione di dimostrare quanto valete.»

    «E adesso, che cosa combina?» bisbigliò Bridget.

    «Tu non ne sai niente?» chiese Gannon al fratello Liam, che lavorava per la società in generale piuttosto che per un singolo periodico. Era risaputo che, di tutti i nipoti, Liam era quello più vicino a Patrick.

    Liam scosse la testa, non meno stupito di chiunque altro. «Non ne ho la minima idea.»

    Le quattro principali riviste del gruppo erano dirette dai figli di Patrick. Il padre di Gannon, Michael, era il direttore di Tendenze, una pubblicazione nota per il suo stile sferzante e caustico.

    «Sceglierò tra i direttori delle riviste di maggior successo. La pubblicazione che realizzerà il maggior guadagno vedrà il suo direttore assumere la guida della Elliott Publication Holdings

    Alle sue parole seguì un silenzio di tomba. Una bomba non sarebbe stata altrettanto efficace.

    Passarono tre lunghissimi secondi, durante i quali Gannon osservò le espressioni scioccate di zii e cugini. Guardò suo padre, che sembrava fosse stato colpito alla testa con una mazza da baseball.

    Bridget si lasciò sfuggire un’esclamazione disgustata. «È una follia. Come può funzionare? Ti rendi conto che io, lavorando per Carisma, mi troverò in competizione con mio padre?»

    Liam si strinse nelle spalle. «È forse peggio che mettere fratello contro fratello, o fratello contro sorella?»

    «Shane contro Finola?» aggiunse Bridget, incredula, nominando lo zio e la zia. «Sono gemelli, per amor del cielo. Qualcuno deve parlare con il nonno e farlo ragionare.»

    Avvicinandosi a Bridget, Finola guardò il padre e scrollò la testa. «Non cambierà idea. A giudicare dalla sua espressione, è più facile che geli prima l’inferno» disse con un’ombra di amarezza.

    «Non è giusto» protestò Bridget.

    «Lui ha un suo concetto personale di giustizia» mormorò Finola, con aria assente. Ma subito dopo sembrò scuotersi e sorrise a Bridget. «Sono contenta di averti nella mia squadra.»

    Gannon non era mai stato tipo da rifiutare una sfida, e non si sarebbe sottratto nemmeno a quella. «Che vinca il migliore di noi» disse a Finola, prima di allontanarsi per andare a parlare con suo padre, già deciso a fare del suo meglio per contribuire al successo della loro rivista, Tendenze.

    Era un Elliott, nato e cresciuto per competere e vincere, come tutti gli altri Elliott presenti in quella sala. Astuto come sempre, suo nonno aveva approfittato di quel fatto per garantire alla EPH un anno di guadagni eccezionali.

    Prima di poter raggiungere il padre, Gannon fu intercettato da suo zio Daniel. «Si direbbe che tu abbia una missione.»

    «Come tutti gli altri» replicò Gannon. «Comunque, con la notizia, il nonno avrebbe dovuto distribuire quantomeno una provvista annuale di bicarbonato.»

    Daniel rise, scuotendo la testa. «Buona fortuna, ragazzo.»

    «Anche a te» gli augurò Gannon, proseguendo per unirsi al padre e alla madre.

    «Avrei dovuto capirlo che questo terremoto era in arrivo» commentò Michael Elliott.

    «Chi avrebbe potuto predirlo?» chiese sua madre, la persona più tollerante che Gannon conoscesse. «Vedo che ti sei già ripreso» aggiunse rivolta al figlio, «e sei pronto a gettarti nella mischia.»

    «Ce l’ho nel sangue» replicò Gannon.

    «Hai già qualche idea?» gli chiese il padre.

    «Certo.» Gannon sapeva qual era la prima persona che voleva nella squadra di Tendenze: Erika Layven, la donna che aveva lasciato più di un anno prima.

    Erika Layven revisionò con occhio critico la copertina per il numero di aprile di Casa Moderna. Bevve un altro sorso di cioccolata calda mentre studiava la variopinta composizione di fiori primaverili, così in contrasto con il pomeriggio grigio e freddo di fine gennaio incorniciato dalla finestra del suo ufficio, al quindicesimo piano di un edificio di Manhattan.

    Era il genere di tempo che la faceva sentire vecchia e depressa, e non le era di aiuto la recente diagnosi del suo medico. Per non parlare della festa per San Silvestro alla quale era andata in compagnia di un uomo insulso, e del bacio ancor più insulso che si erano scambiati a mezzanotte.

    Eppure, avrebbe avuto un’infinità di ragioni per sentirsi di buonumore. Come capo redattrice della nuova rivista Casa Moderna, della Elliott Publication Holdings, svolgeva un lavoro che le piaceva, e godeva di un notevole potere. Anche se le mancava l’entusiasmo con cui aveva lavorato per Tendenze, si disse che la sua attuale occupazione era sicuramente migliore.

    Ci fu un colpo alla porta ed Erika diede un’occhiata all’orologio sulla scrivania. Erano passate le cinque e mezzo di giovedì e la maggior parte degli impiegati se n’era già andata.

    «Sì?»

    «Sono Gannon. Gannon Elliott.»

    Lei si sentì di colpo il cuore in gola e le occorse qualche istante per riprendere a respirare. Che cosa voleva lui?, si chiese, sforzandosi di restare calma. «Entra» disse, con tutta la freddezza di cui fu capace.

    La porta si aprì e Gannon - un metro e ottantacinque di altezza, capelli neri, occhi verdi e un corpo da infarto - riempì il vano della porta. Erika si impose di ignorare il suo fascino e ordinò ai propri ormoni di comportarsi bene.

    Si alzò in piedi dietro la scrivania, pentendosi di essersi tolta gli stivali che avrebbero aggiunto qualche centimetro alla sua statura. «Gannon, che sorpresa! Che cosa ti porta qui?»

    «È da un po’ che non ti vedo.»

    Per tua scelta, pensò lei. «Sono stata molto impegnata con Casa Moderna

    «Già. Stai facendo un lavoro fantastico.»

    «Grazie.» Erika non riuscì a reprimere un pizzico di soddisfazione. Gannon non era tipo da sprecarsi in complimenti. «A quanto pare, Tendeze fa faville, come sempre.»

    «Che te ne pare della serie di articoli che abbiamo pubblicato per difendersi dai virus su Internet?»

    «Ottimi, anche se io avrei aggiunto un po’ più di interesse umano.»

    La bocca di Gannon si incurvò in un mezzo sorriso. «Questa è una delle cose che ho sempre ammirato in te. Vedi che cosa c’è di buono in un articolo, e studi sempre il modo di migliorarlo.»

    «Grazie di nuovo.» Erika cominciava a incuriosirsi. «Non mi hai ancora detto il motivo della tua visita.»

    Gannon guardò la sua libreria e inclinò la testa per leggere alcuni titoli. «Ti piace il tuo lavoro?»

    Confusa dal suo atteggiamento, Erika lo studiò con attenzione. Lui non si stava comportando in modo normale, anche se non era sicura che, nel suo caso, l’aggettivo normale fosse pertinente.

    «C’è qualcosa che dovrebbe non piacermi? Qui do ordini, non ne ricevo.»

    Gannon la guardò negli occhi e lei sentì che le si scatenava

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