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Voglia di libertà: Harmony Collezione
Voglia di libertà: Harmony Collezione
Voglia di libertà: Harmony Collezione
E-book160 pagine2 ore

Voglia di libertà: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Prima o poi ce l'avrebbe fatta a fuggire.

E al diavolo quell'antipaticissima guardia del corpo di Gabriel Morgan che suo padre le ha forzatamente messo alle costole! Serena Windham ha un carattere troppo ostinato per arrendersi al fallimento della sua

prima fuga, anche se l'impresa non è facile.

Quando è sicura di essere libera, succede...
LinguaItaliano
Data di uscita9 dic 2016
ISBN9788858958551
Voglia di libertà: Harmony Collezione
Autore

Carla Cassidy

La produzione di Carla Cassidy è davvero ampia e il suo amore per la scrittura grande, tuttavia la sua prima vera passione è stata la musica. Prima di sposarsi e di dedicarsi ai libri, infatti, ha girato la East Coast degli Stati Uniti in tournée con un gruppo.

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    Anteprima del libro

    Voglia di libertà - Carla Cassidy

    successivo.

    1

    L'avvertì prima ancora di vederla con gli occhi. Sua altezza reale stava sgusciando furtivamente dalla camera da letto in punta di piedi.

    Gabriel Morgan si accigliò seguendo la scia di profumo speziato che lo portò ad attraversare il salotto fino all'ingresso principale della lussuosa residenza reale.

    Il salone era deserto e l'intera casa avvolta nella quiete più assoluta. Gabriel sentì un colpo sordo e un grido soffocato: la Principessa Serena aveva probabilmente calcolato male la lunghezza del muro e aveva finito per sbatterci contro.

    Gabriel non commise il suo stesso errore. Si mosse con l'agilità di un animale selvaggio all'inseguimento della preda. Solo che, nel suo caso, si trattava di quarantacinque chili di guai allo stato purissimo.

    Non era la prima volta che la principessa tentava di uscire dai confini del palazzo reale di Aspen senza scorta. Durante i mesi che vi avevano trascorso, Serena aveva cercato di svignarsela un numero infinito di volte, ma, per fortuna, Gabriel era riuscito sempre a riportarla a casa.

    Entrò nel salotto inondato dai raggi della luna piena che filtravano attraverso le immense vetrate delle finestre. La luce gli permise di distinguere, senza alcuna difficoltà la giovane donna che avanzava in punta di piedi verso la porta tenendo in mano i doposci. Si muoveva al rallentatore nel disperato tentativo di non provocare alcun rumore.

    Gabriel aspettò che mettesse la mano sulla maniglia per premere l'interruttore e illuminare a giorno la stanza. «Sta andando da qualche parte?» le chiese.

    Lei cacciò un grido di spavento, poi trasse un profondo respiro girandosi verso di lui per affrontarlo; Gabriel si preparò spiritualmente a un'altra esibizione di rabbia reale.

    «Deve proprio starmi sempre addosso?» Gli occhi verde smeraldo scintillando d'ira assunsero una tonalità ancora più brillante. «Perché non è nel suo letto?» gli domandò. «Non sente mai il bisogno di dormire?»

    «No, se non dorme anche lei» replicò lui.

    Con una mano, la ragazza si tolse dal capo il cappuccio della giacca da sci scoprendo una nuvola di capelli rossi per poi guardarlo contrariata. «Volevo solo prendere una boccata d'aria fresca.»

    «Sì, certo» concordò lui. «Prendo il cappotto e l'accompagno».

    «Se avessi desiderato che mi accompagnasse, avrebbe ricevuto un invito formale» chiarì Serena acidamente, lasciando cadere a terra gli stivali con un tonfo. Aprì la chiusura lampo della giacca a vento imbottita e la sfilò con un movimento nervoso, rivelando una figura minuta e snella, avvolta in un pullover pesante beige e jeans firmati.

    «Accompagnarla è il mio mestiere» disse Gabriel ignorando di proposito come i suoi capelli apparissero ancora più folti e brillanti per contrasto con il colore del maglione.

    «Lei prende il suo lavoro troppo seriamente» esclamò la ragazza lasciandosi cadere su un divano. «Impazzirò stando qui. Non è giusto che le mie sorelle possano vivere delle avventure e io sia relegata qui come se fossi una bambina.»

    Gabe non disse nulla, sebbene il paragone non calzasse. Nessuno sembrava meno una bambina di Serena. Aveva ventun anni ed era la più piccola della famiglia reale, ma era ormai una donna sotto tutti gli aspetti.

    «Serena, lei sa bene che le sue sorelle non sono in viaggio di piacere. Stanno cercando di rintracciare suo fratello.»

    Per un secondo la principessa sembrò dimenticare la sua irritazione. Si piegò verso di lui e i tratti del suo viso si addolcirono. «Oh, Gabe, lei crede che sia possibile che James sia ancora vivo dopo tutti questi anni?»

    «Non lo so, ma lo spero» rispose.

    Il principe James Wyndham, primo e unico figlio maschio di Philip Wyndham, re del Wynborough, era stato rapito dalla città di Aspen ventinove anni prima, ma di recente si sospettava che fosse ancora in vita e abitasse negli Stati Uniti. E le sorelle di Serena erano determinate a scoprire se si trattasse veramente dell'erede al trono.

    «Sarebbe meraviglioso se riuscissimo a ritrovare James prima dell'anniversario dell'incoronazione di papà!» sospirò Serena chiudendo gli occhi e abbandonandosi all'emozione che il solo pensiero le trasmetteva. «Dovrebbe avere circa trent'anni, adesso. Mio fratello

    Gabe si dondolò sulle gambe leggermente imbarazzato. Non era abituato a vedere Serena così remissiva e vulnerabile. L'espressione sul suo viso faceva esplodere in un uomo il desiderio di abbracciarla e tenerla stretta per tutta la vita.

    Ma la dolcezza svanì e la principessa alzò gli occhi su di lui. «C'è solo da sperare che non sia autoritario e iperprotettivo nei miei confronti come è lei.»

    Gabe si rilassò sentendosi più a suo agio con il nervosismo che Serena rivelava ogni qualvolta si trattava di lui.

    «Suo padre mi paga perché io sia autoritario e iperprotettivo nei suoi confronti.»

    «Non capisco perché anche lei non sia partito con Alexandra e Elisabeth per l'Arizona o con Katherine per il New Mexico.»

    «Alexandra e Elisabeth sono accompagnate dai rispettivi consorti e Katherine è in grado di badare a se stessa» spiegò.

    «Anch'io lo sono!» protestò Serena.

    Gabe non replicò. Non ebbe il coraggio di dirle che, secondo lui, delle quattro principesse, lei era quella che più facilmente riusciva a mettersi nei guai.

    Impetuosa e caparbia, Serena aveva seguito ben troppe volte il suo cuore e il suo desiderio d'avventura invece di dare retta alla sua intelligenza e al suo senso del dovere.

    Quando le altre tre principesse avevano deciso di mettersi sulle tracce del principe James, Gabe aveva deciso di restare accanto a Serena, sapendo di interpretare il desiderio del re Philip e della regina Gabriella. Delle quattro ragazze lei aveva ereditato dalla madre non solo i capelli rossi e gli occhi color smeraldo, ma anche la stessa anima avventurosa.

    «Vuole ancora prendere un po' d'aria fresca?» le chiese Gabe. «Farò una passeggiata con lei, se è questo è il suo desiderio.»

    «Proprio quello che sognavo... Una passeggiatina al chiaro di luna tra la neve con la mia guardia del corpo» replicò Serena seccata. Si portò una mano alla bocca nascondendo uno sbadiglio. «Credo che me ne andrò a letto.» Afferrò gli stivali, si alzò in piedi e fissò Gabe ancora fermo sulla soglia del salone.

    Improvvisamente lui avvertì di nuovo il suo profumo, una fragranza speziata, invitante e travolgente. Serena gli si fermò così vicina che lui poteva avvertire il calore che si irradiava dal suo corpo flessuoso.

    Sorrise. Un sorriso ironico che le fece apparire una fossetta a un angolo della bocca rosea e piena. «Vuole venire a rincalzarmi le coperte?» gli chiese con voce roca.

    Grazie alla sua forza di volontà, Gabe rimase impassibile e non si mosse, nonostante il suo primo impulso fosse stato quello di indietreggiare e di allontanare il suo corpo dal suo.

    «Buonanotte, principessa.»

    Per un attimo gli occhi di lei conservarono la stessa espressione assorta di pochi secondi prima, poi Serena si allontanò attraversando il salone per raggiungere la sua camera.

    Ma si fermò sulla soglia e si voltò verso di lui.

    «Ah, dimenticavo di avvertirla che domani mattina alle nove ho un'intervista presso un'emittente radiofonica in città. Si tratta solo di un altro noiosissimo impegno pubblicitario...» Senza aspettare una sua risposta, entrò nella sua stanza chiudendosi la porta alle spalle.

    Gabe strinse gli occhi pensieroso. C'era qualcosa di strano nell'aria. L'annuncio era stato fatto con affettata noncuranza, ma lui aveva notato che la principessa era come presa da una strana irrequietezza. Inoltre, tutte le richieste di interviste dovevano essere approvate da lui per questioni di sicurezza. E Laura Bishop, la segretaria addetta alle relazioni sociali della principessa non avrebbe mai fissato un'intervista senza averglielo comunicato prima con il dovuto anticipo.

    Invece di rientrare nella sua stanza, Gabe si allungò su un sofà da dove avrebbe potuto accorgersi di un altro tentativo di fuga di Serena. , c'era qualcosa che non andava e lui avrebbe fatto meglio e a stare all'erta la mattina seguente. Sentiva che la principessa aveva intenzione di svignarsela. Ma lui era ben intenzionato a essere al suo fianco.

    Serena si lasciò sprofondare nel sedile dell'aereo con un sospiro pieno di soddisfazione. Ce l'aveva fatta! Era riuscita a fargliela e presto sarebbe stata a Las Vegas. Da sola! Senza avere sempre tra i piedi quella sua guardia del corpo, così attraente, e così maledettamente seria.

    Scappare era stato sorprendentemente facile. Mentre Gabe parcheggiava la macchina, Serena era entrata dall'ingresso principale della stazione radiofonica e ne era uscita da quello sul retro dove c'era un taxi che la aspettava. Il sorriso di autocompiacimento svanì dal suo viso pensando a Gabriel Morgan.

    Da quando sue sorelle erano partite e lei era rimasta sola a Aspen con Gabe, aveva cominciato a pensare a lui in modo che la infastidiva. E negli ultimi tempi il fastidio era aumentato. Durante il giorno si sorprendeva a osservarlo o a riflettere su di lui. E di notte fantasticava sognando di avere un'intensa relazione passionale con lui. E i suoi castelli in aria si trasformavano in sogni erotici mentre dormiva.

    Non era poi così terribile se si sforzava di immaginare che lui contraccambiasse i suoi sentimenti. Ma sapeva fin troppo bene che le cose non stavano così. Al contrario. Lui si comportava come se lei non fosse altro che una marmocchia viziata, una ragazzina immatura che aveva bisogno della sua costante presenza per essere al sicuro.

    Era assolutamente necessario che lei si allontanasse da lui. Aveva bisogno di vedere le cose sotto la luce giusta. Era naturale che avesse fantasticato su di lui. Era l'unico maschio presente nella sua vita. A parte suo padre, chiaramente.

    Un sorriso le incurvò dolcemente le labbra, infilò un paio di occhiali da sole e abbandonò il capo sullo schienale del sedile.

    Las Vegas! La città ideale per godersi la libertà e al tempo stesso mettersi sulle tracce di James. Il pensiero del fratello l'aveva tormentata continuamente, mentre adempiva al suo compito di pubblicizzare l'imminente anniversario dell'incoronazione del padre.

    Diede un'occhiata al sedile vuoto al proprio fianco. Forse l'avrebbe occupato un giovane straniero affascinante e avrebbero trascorso le ore del volo in piacevole compagnia.

    O forse avrebbe conosciuto un uomo meraviglioso a Las Vegas. Alto e bellissimo, si sarebbe innamorato di lei non perché era la principessa Serena, ma perché lei era la regina del suo cuore. La ragazza chiuse gli occhi e rabbrividì per l'eccitazione.

    Un paio di giorni a Las Vegas le avrebbero permesso di capire i suoi sentimenti insensati per Gabe. E forse... Sì, forse si sarebbe perdutamente innamorata di un uomo in grado di realizzare le fantasie romantiche del suo cuore irrequieto.

    «Sta andando da qualche parte?»

    La voce profonda e assolutamente familiare le fece venire i sudori freddi. Aprì gli occhi e incontrò lo scuro sguardo di Gabe. L'uomo sogghignò vedendo la sua espressione incredula. Gettò una borsa nel vano portabagagli sopra i sedili e scivolò sul sedile accanto al suo, accompagnato da quel profumo fresco di montagna e di pino che Serena conosceva benissimo.

    Lei si tolse gli occhiali e lo fissò senza capire. «Come diavolo ha fatto a trovarmi? Dove ho sbagliato?» L'espressione del suo viso si incupì. «Non mi avrà per caso iniettato sotto pelle uno di quei trasmettitori da agente segreto?»

    Gabe alzò un sopracciglio. «Trasmettitore? Principessa, lei guarda troppo la televisione.»

    Serena sentì l'irritazione crescere in lei. «Oh, sì, certo! Io guardo troppa televisione! Ecco il motivo per cui non ho una vita mia! E in questo modo finirò per diventare la vergine più anziana sulla faccia della terra. E questo perché la mia guardia del corpo non mi lascia nemmeno un momento di privacy!»

    Arrossì violentemente, pentendosi subito della sua lingua troppo sciolta. «Guardi... faccia una cosa: non mi rivolga la parola. Finga di non conoscermi almeno per la durata del volo.» Estrasse una rivista dalla sua borsa e ci si immerse fingendosi concentrata nella lettura. In realtà era imbarazzatissima, ma anche decisa a ignorare Gabe per il resto del viaggio.

    «Come desidera» fu la risposta dell'uomo che si abbandonò sullo schienale e chiuse gli occhi.

    Aveva perfino una valigia con sé! Quindi aveva saputo benissimo che lei aveva intenzione di partire e aveva avuto persino il tempo di

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