Crociera per due: Harmony Jolly
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Info su questo ebook
Rachel ha solo voglia di godersi una splendida vacanza in compagnia di Dame Maud e di dimenticare tutte le bugie che il suo ex marito le ha raccontato. Forse il brillante Finn Kinnard potrebbe aiutarla, ma c'è in lui qualcosa che le sfugge e ha paura di scoprire cosa. Non sopporterebbe un altro uomo bugiardo.
Marion Lennox
Marion Lennox is a country girl, born on an Australian dairy farm. She moved on, because the cows just weren't interested in her stories! Married to a `very special doctor', she has also written under the name Trisha David. She’s now stepped back from her `other’ career teaching statistics. Finally, she’s figured what's important and discovered the joys of baths, romance and chocolate. Preferably all at the same time! Marion is an international award winning author.
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Anteprima del libro
Crociera per due - Marion Lennox
Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:
A Bride for the Maverick Millionaire
Harlequin Mills & Boon Romance
© 2013 Marion Lennox
Traduzione di Paola Picasso
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
Harmony è un marchio registrato di proprietà
HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.
© 2014 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-5898-680-6
1
Finn aveva stabilito di non voler avere niente a che fare con Rachel Cotton, ma i passeggeri più anziani sul Kimberley Temptress non erano d’accordo e glielo avevano fatto capire fin da Darwin.
«Devi tentare di conquistarla, di fare colpo. Che crociera sarebbe senza un tocco di romanticismo?»
Così, che gli piacesse o no, aveva fatto colpo.
Aveva buttato in mare la nonna della ragazza.
Non l’aveva programmato. Le loro guide, Esme e Jason, stavano assistendo i passeggeri che percorrevano una stretta passerella per scendere su una spiaggia rocciosa. Il compito di Esme era sorreggere ogni persona finché Jason, in fondo alla passerella, la prendesse sotto la sua protezione.
Purtroppo Esme non aveva sorretto Dame Maud abbastanza a lungo e la donna aveva perso l’equilibrio, aveva sbattuto contro di lui ed era caduta in acqua.
Finn aveva tentato di soccorrerla, ma ostacolato da Esme che non gli cedeva il passo, non era riuscito ad afferrarla.
Maud aveva più di ottant’anni, l’acqua era profonda e mentre scompariva sotto la superficie, Rachel Cotton, urlando di terrore, si era lanciata sulla passerella con il chiaro intento di tuffarsi.
Finn era il proprietario delle navi da crociera Temptress, ma in quell’occasione si era imbarcato come passeggero anonimo per controllare l’equipaggio.
Non toccava a lui soccorrere i passeggeri, né impedire che altri si buttassero in mare, ma in quel momento non ebbe altra scelta.
Mentre Rachel gli passava accanto, l’acchiappò e la sollevò sulle braccia. «Stia ferma.»
«Mi metta giù! Mi lasci andare!»
La ragazza era graziosa, piccola e bionda. Ma era anche sorprendentemente forte, infatti prese a divincolarsi e a scalciare, colpendolo nel punto meno indicato per un uomo.
Ruotando su se stesso, Finn la buttò tra le braccia di Jason. «Non lasciarla andare» gridò, tuffandosi.
Trattenuta da Jason che era forte quasi quanto Finn, Rachel poté solo guardare la sua adorata Maud scivolare sotto lo scafo e scomparire.
«Maud!» gridò. Avendo praticato le arti marziali, avrebbe potuto costringere Jason a lasciarla, ma il buon senso le consigliò di stare tranquilla.
«La salverà» affermò Jason e lei non ebbe altra scelta che aggrapparsi a quella speranza.
Aveva conosciuto Finn il giorno in cui la Temptress era salpata dal porto di Darwin. «Le presento Finn Kinnard» le aveva detto il commissario di bordo il cui intento principale era far socializzare i quaranta crocieristi. «Finn è un costruttore navale americano. Finn, la signorina si chiama Rachel Cotton ed è una geologa. Voi due siete i soli passeggeri non coniugati a bordo di questa nave. Divertitevi» aveva concluso con un sorriso pieno di allusioni.
«Che genere di navi costruisce?» aveva domandato Rachel, incuriosita.
«Piccole barche di legno» aveva risposto lui brevemente. «Di quale campo delle geologia si occupa?»
«Rocce. Grandi rocce» era stata la sua spiegazione altrettanto brusca.
Lui aveva sorriso, ma si era affrettato ad allontanarsi.
Stai a vedere che si aspetta che mi butti tra le sue braccia, aveva pensato Rachel, sconcertata ma non troppo. Le cose da fare e da vedere erano tante che non aveva il tempo di offendersi.
Tuttavia aveva continuato a essere consapevole della sua presenza. Lui era alto, muscoloso e abbronzato. Ma a parte l’indubbia prestanza fisica, aveva un’aria sicura di sé e un’autorevolezza che mal si conciliavano con l’immagine di un viaggiatore solitario che occupava una cabina di seconda classe.
«È bellissimo» aveva decretato Maud appena l’aveva visto. «Ed è un costruttore di navi. Oh, adoro gli uomini che sanno adoperare un martello. Se tu non fossi in lutto, Rachel cara, ti suggerirei di provarci.»
Rachel era stata costretta a ridere. La gente sorvolava sul suo dolore, mentre Maud andava dritta allo scopo.
«Una crociera romantica ti farebbe bene» aveva decretato.
A Rachel quel tipo di avventure non interessava, ma aveva dovuto ammettere che Finn Kinnard era uno schianto ed era anche garbato. Era un solitario ma non un misogino. Scambiava battute con i passeggeri più anziani e porgeva aiuto a chi ne aveva bisogno.
In quel momento si stava immergendo sotto la nave.
Dov’era scomparsa Maud.
E dove c’erano i coccodrilli.
Quella era la punta più a nord dell’Australia, un luogo che pullulava di coccodrilli.
Rachel cercò di vedere quello che succedeva, ma stretta tra le braccia di Jason non ci riuscì.
«L’ha presa...» annunciò Jason, non ancora sicuro. «Credo che... Sì!»
All’improvviso apparve Finn che teneva stretta Maud e risaliva da sotto lo scafo. Fu Maud a emergere per prima in superficie. Tossiva e sputava. Poi si girò intorno, cercando il suo soccorritore che stava emergendo dietro di lei.
A quel punto, com’era tipico di lei, quella donna anziana ma formidabile, inspirò a fondo e si riprese con una rapidità stupefacente.
«La ringrazio, giovanotto» riuscì a dire, tossendo solo due volte. «Oh, cielo, temo d’aver perso il mio cappello. No, non ci pensi nemmeno a immergersi di nuovo. Credo che la mia assicurazione me lo ripagherà.»
Tutti i presenti scoppiarono in una risata di sollievo. Il capitano della nave corse a issare a bordo Maud mentre Finn la spingeva dal basso e gli uomini dell’equipaggio si affrettavano a trarre in salvo lui. Risate a parte, il pericolo dei coccodrilli era reale.
Anche quando arrivò sul ponte, Maud non perse la sua dignità. Con gli abiti grondanti, la camicia abbottonata fino al collo e le scarpe solide piene d’acqua, controllò che il suo chignon fosse a posto.
Liberatasi dalla presa ferrea di Jason, Rachel corse lungo la passerella e si precipitò ad abbracciare Maud che era diventata una sua carissima amica.
«Non stringermi, cara. Ti bagnerai tutta» l’avvertì Maud.
Ma Rachel non l’ascoltò e continuò ad abbracciarla.
«Sono terribilmente dispiaciuto, Dame Maud» dichiarò il capitano. «Un incidente del genere non sarebbe dovuto accadere. L’equipaggio avrebbe dovuto provvedere ad allestire un sistema di sicurezza...»
«Non si azzardi a redarguire l’equipaggio» lo interruppe Maud. «La colpa è mia che sarei dovuta stare più attenta. Ma, che vuole? Da anni non mi emozionavo tanto. Essere salvata da un giovanotto prestante come il signor Kinnard... ha fatto battere il mio vecchio cuore.» Rivolse un sorriso malizioso a Finn e lanciò a Rachel uno sguardo che la allarmò. L’idea iniziale che lei potesse avere un’avventura di bordo con quell’uomo stava prendendo corpo in modo serio nella mente della sua amica.
«Adesso, se mi concedete un momento per mettermi qualcosa di asciutto, scendiamo a terra e andiamo a cercare questi disegni. Non sono venuta fin qui per niente.»
«Avrete bisogno di qualche minuto per riprendervi» mormorò Rachel.
Gli occhi di Maud scintillarono, volgendosi a Finn. «Lei ha bisogno di riprendersi, giovanotto?» domandò.
«Mmm... direi di no» rispose lui, sconcertato.
«Inzuppata come sono, non ho un aspetto attraente come lei» constatò Maud, osservando con ammirazione la camicia e i calzoncini di lui incollati a delle fattezze superbe. «Ma sono lesta a vestirmi. M’infilerò una gonna e una blusa e sarò pronta. Smettila di preoccuparti, Rachel, tesoro, e andiamo a vivere la nostra avventura.»
Maud aveva dichiarato di non essere scossa, ma Rachel lo era. Accorgendosene, Finn affermò d’aver cambiato idea e di volersi riposare alcuni minuti. Solo il fatto di abbottonarsi la camicia avrebbe richiesto un quarto d’ora.
Maud fissò intenzionalmente la sua camicia sbottonata, ma non obiettò e Rachel, guidandola verso la loro cabina, lanciò a Finn uno sguardo riconoscente.
Vorrei essere come Maud quando avrò la sua età, pensò Finn poco dopo, mentre le attendeva sul ponte. Quella donna era indomabile. Accettava tutto quello che la vita le presentava e trovava il lato divertente in tutto.
Sapeva molte cose di Dame Maud Thurston. I Thurston possedevano una delle compagnie minerarie più importanti dell’Australia. La sua biografia appariva in ogni Who’s Who australiano perciò scoprire chi fosse era stato facile.
Non così per la sua compagna di viaggio.
Fino a due giorni prima della partenza, la crociera era stata prenotata dal nipote di Maud, Hugo Thurston, poi c’era stato quel cambio che non gli andava a genio.
Aveva controllato la lista dei passeggeri prima d’imbarcarsi in quell’avventura. Non voleva che qualcuno lo riconoscesse.
Le sue navi portavano la gente nei posti più remoti del mondo. La Kimberley Temptress, che avrebbe permesso ai passeggeri di ammirare la magnifica costa australiana, avrebbe dovuto essere una delle più belle, ma non lo era.
C’erano state delle lamentele. Niente di molto grave, ma per un’attività che dipendeva molto dal passaparola, sarebbe bastata una critica a far diminuire le prenotazioni.
Finn aveva sempre mantenuto un basso profilo. Nessun membro dell’equipaggio lo conosceva personalmente. Per mantenere l’anonimato aveva cambiato il suo nome da J. Sunderson in Finn Kinnard e viaggiava come passeggero per osservare e ascoltare.
Non per osservare gli altri passeggeri. Tuttavia non gli riusciva d’ignorare Rachel e l’incidente di Maud aveva peggiorato la situazione. Il terrore di quella giovane donna era stato palpabile, come il suo affetto per la vecchia signora.
Dame Maud la trattava come una nipote, ma Who’s Who assicurava che Maud aveva solo un nipote maschio. Inoltre non c’era alcuna somiglianza tra loro. Maud aveva un’ossatura forte, un fisico giunonico, mentre Rachel era minuta e bionda. Gli abiti di Maud erano classici ma di ottima qualità; Rachel indossava sempre dei calzoncini e delle magliette scolorite e si legava i folti capelli inanellati con un nastro.
Piccola, attraente, molto semplice. Una passeggera.
Lasciala perdere, si disse Finn. Anche se non assomigliava a nessuna delle donne di suo padre, non voleva avviare una storia sentimentale che l’avrebbe distratto dal suo lavoro.
Finalmente le due donne riapparvero. Maud sembrava indomabile come sempre, mentre Rachel era pallida e spaventata.
«Ehi» le salutò, sorridendo. «Avete fatto presto.»
«Non quanto lei» replicò Maud, notando che lui si era messo un’altra camicia. «Bene per i bottoni. Togliendosi la camicia non dovrà temere di sporcarla di rossetto.»
«Ha ragione» approvò lui. «Tuttavia per questa crociera ho