Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Capodanno con il principe: Harmony Jolly
Capodanno con il principe: Harmony Jolly
Capodanno con il principe: Harmony Jolly
E-book170 pagine2 ore

Capodanno con il principe: Harmony Jolly

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Chi, almeno una volta, non ha desiderato di essere una principessa e di sposare il proprio principe azzurro? Che il sogno abbia inizio!
La notte di Capodanno è perfetta per fare qualche pazzia, soprattutto a Parigi! Ecco perché Ruby Wetherspoon accetta di trascorrere quella notte con Alexander, un ragazzo che conosce appena. Sotto la Tour Eiffel si scambiano un bacio mozzafiato, che lei non dimenticherà mai. Dieci anni dopo, quel ricordo le fa ancora battere forte il cuore, anche se sa che non rivedrà più quel ragazzo scanzonato, soprattutto dopo aver scoperto che si tratta di un principe. Ma allora, chi è quell'uomo affascinante che è venuto a cercarla nel reparto dove lavora?
LinguaItaliano
Data di uscita10 mar 2020
ISBN9788830512566
Capodanno con il principe: Harmony Jolly

Leggi altro di Scarlet Wilson

Autori correlati

Correlato a Capodanno con il principe

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Capodanno con il principe

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Capodanno con il principe - Scarlet Wilson

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Prince She Never Forgot

    Harlequin Mills & Boon Romance

    © 2015 Scarlet Wilson

    Traduzione di Caterina Pietrobon

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2016 HarperCollins Italia S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3051-256-6

    Prologo

    Dieci anni prima

    L’aria vibrava di elettricità e di eccitazione. Sembrava che tutti avessero deciso di festeggiare l’ultimo dell’anno a Parigi. La folla la spintonava da ogni parte, trascinandola con sé dagli Champs-Élysées verso la Tour Eiffel.

    «Non sei felice di essere qui?» le gridò Polly in un orecchio, spruzzandole di vino la manica del cappotto. «È il posto più bello del mondo per un momento come questo!»

    «Sì» mormorò Ruby.

    Di certo era meglio che starsene a casa a rimuginare sul lavoro che non le avevano dato o sul ragazzo che non avrebbe mai dovuto frequentare.

    Polly lanciò un grido stridulo. «I fuochi d’artificio cominciano tra un’ora! Cerchiamo di avvicinarci!»

    Ruby annuì. Si trovavano lì con un gruppo di dieci amici e restare uniti iniziava a diventare sempre più complicato. «Però io devo andare in bagno prima dei fuochi» sussurrò. «Dammi cinque minuti.»

    Lungo gli Champs-Élysées i bar e i caffè aperti non mancavano, ma sfortunatamente sembrava che ogni ragazza in città avesse avuto la sua stessa idea in quello stesso momento.

    Fece un cenno a Polly con la mano. «Va’ pure avanti senza di me. Ci vediamo sotto il cartello che abbiamo visto prima.»

    Il gruppo aveva pianificato la serata nei dettagli: aperitivo in albergo, cena su un bateau-mouche, una camminata lungo gli Champs-Élysées e l’incontro alla Tour Eiffel per i fuochi d’artificio. Avevano anche già individuato il posto in cui ritrovarsi nel caso qualcuno si fosse perso, cosa praticamente scontata in una serata come quella.

    Dopo una coda eterna all’ingresso della toilette, Ruby tornò verso la folla ammassata in strada. Nella mezz’ora che aveva impiegato per andare in bagno sembrava che tutta Parigi avesse deciso di scendere a gremire le vie. La calca scivolava compatta lungo Avenue George V trascinando con sé chiunque capitasse nelle vicinanze. Se da un lato quel fiume umano incuteva un po’ di terrore, dall’altro la situazione era elettrizzante. Presso Rue de l’Université la folla divenne ancora più fitta: tutti si stavano dirigendo ai piedi della Tour Eiffel. Ritrovare gli amici in quella calca sarebbe stato pressoché impossibile.

    Ma lei non era preoccupata. La gente, in un tripudio di allegria, beveva vino e cantava festosa. E in quell’atmosfera monitorata dalla costante presenza della polizia lei si sentiva sicura, anche se era sola.

    Le strade erano illuminate e ancora decorate dagli addobbi natalizi. Si sbottonò il cappotto rosso in lana. In dicembre il clima a Parigi sarebbe dovuto essere freddo, ma forse con tutta quella gente intorno l’aria si riscaldava e la temperatura aumentava.

    Strinse una mano sulla borsa che portava a tracolla, lasciandola poi sopra la cerniera. Gli scippi erano all’ordine del giorno in serate simili, e tutti li avevano avvisati di stare attenti.

    Quando intravide la Tour Eiffel, il suo cellulare mandò un bip. Ruby tentò di uscire dalla ressa: ormai erano praticamente fermi, però la gente da dietro continuava a spingere. Le strade erano strapiene e non c’era modo di allontanarsi. Allora si spostò a fatica verso il limitare della folla, aprì la borsa ed estrasse il cellulare.

    Dove sei?

    Era Polly. Evidentemente la stavano aspettando al punto d’incontro stabilito.

    Non so se riesco a raggiungervi, ma ci provo, scrisse in fretta. Schiacciò il tasto d’invio proprio un attimo prima che un forte spintone sulla schiena le facesse cadere il telefonino di mano.

    «Oh, no!»

    Un calcio lo mandò da una parte, un altro da un’altra ancora e in breve non riuscì più a vederlo. Tentò allora di uscire dalla calca e di raggiungere una strada laterale, ma fu impossibile. La folla stava spingendo inesorabilmente nella direzione sbagliata. «Ehi, sta’ attento! Ahi!»

    Le pestarono i piedi e contro le costole le arrivarono brusche gomitate che le tolsero il respiro. Impossibile allontanarsi. Per alcuni secondi alzò lo sguardo tentando di farsi largo tra la gente, ma poi lo abbassò nella speranza di avvistare il telefonino tra tutte quelle gambe.

    Una spallata la mandò a finire contro un gruppo di tedeschi scalmanati.

    «Oh... scusate...»

    Ridevano e scherzavano immersi in un effluvio di birra. Tentò di scostarsi, ma inutilmente.

    A un tratto si sentì mancare il fiato. Non che dicessero o facessero nulla di sconveniente, ma con tutta quella gente le stavano sempre più addosso, e sembravano accerchiarla. Trasse un respiro profondo quindi sollevò i gomiti tentando di raggiungere il lato della strada e, invece, riuscì solo a portarsi più vicino al gruppo di tedeschi.

    Le arrivò una zaffata di birra sulla guancia. Troppo vicina, troppo invadente. Una mano sulla schiena, qualcuno che le premeva qualcosa contro il fianco. «Fatemi passare... spostatevi... Per piacere!»

    A un tratto sentì una mano prenderla per una spalla e poi un braccio forte circondarle la vita e sollevarla di peso. Le si mozzò il respiro fino a quando non si ritrovò con i piedi appoggiati su un muretto.

    «Tutto bene?»

    Vacillò. La mano e il braccio l’avevano lasciata andare dopo averla fatta salire sul muro. Allora si aggrappò alla manica scura che vedeva davanti agli occhi per tentare di riprendere l’equilibrio.

    «Stai bene?» chiese di nuovo la voce. «Ma sei ubriaca?» aggiunse poi in tono leggermente deluso.

    Lei si appoggiò alla parete alle proprie spalle, inspirando sollevata, prima di voltarsi a rispondere al suo salvatore. Ma come osava accusarla di essere ubriaca?

    Le parole, però, le morirono in gola. Due lucenti occhi blu e un ampio torace le sbarravano la vista.

    Persino nella più buia delle notti parigine quegli occhi blu avrebbero attratto la sua attenzione. Era alto e robusto, con i capelli scuri, e indossava una semplice maglietta bianca e dei jeans sotto il cappotto di lana scuro: aveva scovato l’uomo più bello di Parigi e non aveva testimoni! Non le avrebbe mai creduto nessuno!

    Di scatto sollevò le mani. «No, no, io non sono ubriaca. Sono solo rimasta bloccata tra la folla che andava in direzione opposta alla mia.»

    L’atteggiamento cambiò. Le sorrise. «Come sarebbe a dire? Te ne vai già a casa? Non vuoi vedere i fuochi?»

    L’accento la fece rabbrividire. Seducente. Francese... misto a qualcos’altro.

    La stava prendendo in giro, ma visto che ormai riusciva di nuovo a respirare, non se la prese. «No, non vado a casa» gli rispose con un sospiro. «E certo che voglio vedere i fuochi.» Indicò poi la calca sotto di loro. «Ma non pressata così.» La folla ormai non si muoveva più e lei rimase a fissare il mare di gente. «Dovevo raggiungere i miei amici.»

    «Ti sei persa?» le chiese preoccupato.

    «Non esattamente.» Si girò a guardarlo cogliendo una nota del suo dopobarba muschiato. «Dovevo incontrarli vicino alla Tour Eiffel.» Scosse il capo. «Ma ormai non ci riuscirò più.»

    Per il momento non aveva alcuna intenzione di spostarsi da quel rifugio sul muretto. Si augurava solo che gli amici dello sconosciuto non avessero intenzione di raggiungerlo lì sopra perché non ci sarebbe più stato tanto posto per lei.

    Lui sorrise, osservando la folla sotto di loro. «Forse hai ragione. Scusa se ti ho spaventato, ma sembravi terrorizzata. Ho pensato che fossi in preda al panico a causa di tutta questa calca.»

    Il cuore aveva smesso di martellarle il petto e il respiro si stava calmando. Era stata una sensazione stranissima. Non era da lei. Ruby Wetherspoon non si lasciava impressionare o intimorire.

    «Infatti. Ti ringrazio. Non mi ero mai trovata in mezzo a una folla simile prima. Di sicuro ho avuto un piccolo attacco di claustrofobia.» Si scosse il cappotto e si tolse il berretto rosso dalla testa per sentire l’aria fresca sul corpo. «Ma qui... va molto meglio.»

    «Certo.»

    Le rivolse un sorriso carico di approvazione che per un secondo la infastidì. Ma no... Il suo salvatore non aveva nulla del predatore. Anche se trasudava sex appeal da tutti i pori, aveva uno sguardo gentile. E se il sistema d’allarme anti-vicinanza-eccessiva si era attivato, non era perché era spaventata, ma perché le era arrivata addosso una botta di vita. Ed era anche ora!

    Lui annuì pensieroso. «Eh, sì, le folle possono essere... difficili

    Strana scelta di parole. Ma lei, con il suo francese scarso, non sapeva se sarebbe riuscita a scovare un termine migliore.

    «E tu come lo sai?» chiese incuriosita.

    Lui si limitò a fare una smorfia. Dunque quella domanda non avrebbe avuto risposta. Allora gli tese una mano. «Ruby. Ruby Wetherspoon. Sono inglese.»

    La mano calda si strinse sulla sua. «Alex» si presentò lui semplicemente.

    Lo scrutò da capo a piedi. Sì, maglietta bianca, jeans e stivali scuri, tutto normale. Solo quel cappotto scuro in lana era un po’ troppo formale per uno così giovane. «Sei di qui?»

    Gli angoli della bocca gli si sollevarono. «Quasi.»

    Mistero... La cosa le piacque. Era perfetto per l’ultimo dell’anno. In circostanze normali si sarebbe un po’ innervosita, sarebbe stata diffidente, ma Alex non le mandava quel genere di vibrazioni.

    Fidati del tuo istinto, così le aveva sempre detto sua nonna. E sapeva che avrebbe dovuto ascoltarla anche perché, se lo avesse fatto, probabilmente non avrebbe trovato il proprio ragazzo a letto con la sua ex migliore amica. Oh, davvero non vedeva l’ora che quell’anno schifoso terminasse!

    Si guardò intorno. Al momento appollaiati su quel muro dall’aspetto instabile c’erano solo loro due. «Be’, Alex di quasi qui, i tuoi amici dove sono? Pensi che mi ributteranno giù nella mischia perché vorranno avere il loro posto su questo muro?»

    Innalzò mentalmente una preghiera al cielo. Di sicuro gli amici erano tutte donne e per giunta bellissime.

    Lui si strinse nelle spalle. «Anche io li ho persi. Mi sono arrampicato qua sopra per cercarli. Ma poi ho deciso che il panorama mi piaceva.»

    Ruby si voltò a guardare quello che stava osservando lui. Chiaro. Da lì la vista sulla Tour Eiffel – che riluceva contro il cielo scuro come un faro nella notte, illuminata com’era da fasci di luci bianche lungo tutto il profilo – era perfetta. E lei era stata così impegnata a farsi strada tra la folla da non avere avuto il tempo di fermarsi ad ammirare quello spettacolo. «Caspita. Adesso mi ricordo perché sono venuta qui» disse in un sussurro.

    Passando sotto di loro, delle persone le diedero una spallata contro i piedi, facendole perdere l’equilibrio. Il braccio di lui le si appoggiò subito intorno alla vita, sostenendola finché non lo ebbe recuperato.

    «E dimmi, come mai una ragazza inglese viene a Parigi per l’ultimo dell’anno?»

    Già, perché? Anche lei se lo stava ancora chiedendo. Il misterioso Mister Fascino, però, non aveva bisogno di conoscere tutta la verità. Una piccola parte gli sarebbe dovuta bastare.

    «Sei venuta a trovare il tuo ragazzo?»

    Domanda tendenziosa. Stava davvero cercando di sapere se era impegnata?

    Di scatto Ruby trasse un respiro profondo, soffocando il sorrisetto idiota che le aleggiava felice nella mente. «Polly, la mia compagna di stanza, mi ha convinto che era ora di provare qualcosa di nuovo. Di solito passiamo l’ultimo dell’anno a Londra. Una volta abbiamo provato a trascorrerlo in un rifugio in Scozia, ma è stato un disastro. Siamo rimaste bloccate dalla neve senza elettricità e senza niente da bere.»

    Lui rise delle sue disavventure.

    Lei sollevò le mani. «E comunque... quale ragazza direbbe di no a un ultimo dell’anno a Parigi? Questo posto è fantastico...» Il tono di voce perse intensità. «E poi io, a essere sincera, non vedo l’ora che quest’anno finisca.»

    «È stato tanto brutto?»

    «Diciamo che è stato come prendere una palla da demolizione in testa.»

    Lo vide cercare di dare un senso a quelle sue parole. «Suona triste» concluse infine. «Ma di sicuro non sarà stato tutto così brutto, no?»

    Eccolo là, la sua Pollyanna. Perfetto.

    Aveva ragione lui. Certo che aveva ragione. Le serviva solo

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1