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Il Natale dei miei sogni: Harmony Collezione
Il Natale dei miei sogni: Harmony Collezione
Il Natale dei miei sogni: Harmony Collezione
E-book161 pagine2 ore

Il Natale dei miei sogni: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Lilli McCall non ha scelta: se desidera mantenere la custodia del figlio Jonathan, dovrà rivolgersi a Kullen Manetti, il migliore avvocato della città, brillante, astuto e... pericolosamente affascinante. C'è solo un problema: quando lui, otto anni prima, le aveva chiesto di sposarla, Lilli era svanita senza lasciare traccia. Ora tutto è cambiato e per Kullen le sole cose che contano sono lavoro e divertimento, soprattutto se in compagnia di donne belle e disponibili. Eppure, non appena il suo sguardo si posa sulle labbra della dolce Lilli, i sentimenti del passato ritornano con tutta la loro forza...

LinguaItaliano
Data di uscita10 set 2013
ISBN9788858914632
Il Natale dei miei sogni: Harmony Collezione
Autore

Marie Ferrarella

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Il Natale dei miei sogni - Marie Ferrarella

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Unwrapping the Playboy

    Silhouette Special Edition

    © 2010 Marie Rydzynski-Ferrarella

    Traduzione di Giovanna Cavalli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2011 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5891-463-2

    www.eHarmony.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    «Tesoro, c’è bisogno di una donna nella tua vita.»

    Kullen Manetti sorrise a sua madre, seduta di fronte a lui a un tavolo del Vesuvius.

    Non male. Questo doveva essere il suo nuovo record. Theresa Manetti era riuscita a resistere fino alla seconda portata, prima di passare all’attacco. La mancanza di una relazione stabile era un argomento fisso ogni volta che passavano più di qualche minuto in reciproca compagnia.

    Da quando sua sorella Kate aveva ceduto al fascino del banchiere Jackson Wainwright, lasciandolo l’unico superstite a difesa del fortino dei single, la sua condizione di scapolo era salita al primo posto nella classifica di Theresa.

    La sua osservazione però trascurava un punto fondamentale.

    «Ci sono già un sacco di donne nella mia vita» le ricordò Kullen.

    Gli occhi di Theresa si strinsero appena. Nel corso dell’ultimo anno, sia lei che le sue migliori amiche, Maizie e Cecilia, erano riuscite a sistemare tutte e tre le loro figlie, single convinte e ossessionate dalla carriera. E questo aveva fatto sorgere in loro la convinzione di essere diventate specialiste in cuori solitari.

    Maizie, agente immobiliare, era stata l’ideatrice di quella che aveva ribattezzato l’operazione Un fidanzato per mia figlia. Cecilia l’aveva sostenuta con convinzione, accompagnando il suo entusiasmo con un po’ di sano sarcasmo.

    Quanto a Theresa, il suo contributo era stato incrociare le dita e pregare. Qualcuno l’aveva ascoltata.

    I suoi due ragazzi facevano entrambi gli avvocati nel prestigioso studio legale che un tempo apparteneva al padre. Fino a sei mesi prima, Kate sembrava aver sposato unicamente il lavoro, mentre Kullen era riuscito a conciliare il successo nella professione con il corteggiamento di ogni ragazza attraente e libera nel raggio di cinquanta miglia. Esaurita la scorta, non si faceva scrupoli a spostarsi in zone ancora inesplorate. Nessuna di quelle relazioni, se così le si poteva chiamare, durava più di qualche settimana. Sei era il limite massimo. E quelle, per Kullen, erano già da considerarsi a lungo termine, oltre che eccezionalmente rare.

    Il cuore di Theresa soffriva nel vedere che quel suo affascinante, brillante e dinamico figlio non provava alcun desiderio di trovare la donna speciale che avrebbe rivoluzionato il suo mondo e gli avrebbe fatto desiderare di diventare monogamo.

    «Intendevo una donna decente nella tua vita» precisò perciò adesso, con fermezza.

    Ridendo, Kullen si chinò verso di lei. «Ah, ma per questo ci sei tu» le disse posandole un rapido bacio sulla tempia. «E Kate. E naturalmente quelle tue deliziose amiche, Maizie e Cecilia.»

    Le tre diaboliche signore si riunivano una volta a settimana per giocare a poker, così almeno sosteneva sua madre. In realtà mettevano a punto le loro strategie amorose per conto terzi. E ora che Kate, Nikki e Jewel erano sistemate, Kullen intuiva che stavano lavorando a un nuovo progetto.

    Ebbene, per quanto le adorasse, la loro prossima vittima non sarebbe stato lui. Sicuro come l’oro.

    Theresa raddrizzò la figura esile sulla sedia, osservando il suo primogenito. Kullen era alto, bruno e bello come suo padre, ma aveva i lineamenti più sottili e cesellati, quasi aristocratici. In questo, era molto simile a lei.

    Il debole per l’altro sesso, ebbene, era facile intuire da chi lo avesse ereditato.

    «Kullen...»

    Lui conosceva quel tono. E sapeva pure che, per il suo bene, occorreva stoppare sua madre il più in fretta possibile prima che partisse in quarta. Non voleva che quel pranzo piacevole finisse con un battibecco. Negli ultimi tempi, le sue giornate erano più frenetiche che mai, specialmente da quando uno dei soci anziani, Ronald Simmons, era andato in pensione. Di conseguenza Kullen non aveva tante occasioni per passare del tempo con lei.

    Tutto considerato, la sua compagnia gli piaceva molto. Theresa Manetti era gentile, comprensiva e generosa. Una donna che metteva sempre la famiglia al primo posto. E le voleva molto bene anche per questo.

    Suo padre, rifletté Kullen e non per la prima volta, era stato un uomo terribilmente fortunato. Ma purtroppo Anthony Manetti era sempre stato troppo distratto dal lavoro per rendersene conto. Lo studio legale Manetti, Rothchild & Simmons era stato la sua ragione di vita.

    E finché Kate e Kullen non erano entrati nel suo staff come praticanti, Anthony non si era davvero accorto di loro.

    Per Kate era stata particolarmente dura perché, oltre a essere un perfezionista, il loro defunto padre era stato un inguaribile maschilista.

    Fino al suo ultimo giorno, Anthony Manetti era rimasto convinto che qualunque esemplare appartenente al genere femminile, a parte le poche donne che si erano fatte strada nella politica internazionale, non avesse doti pari a quelle di un uomo. In ogni campo. Soprattutto in quello legale. Pretendeva il doppio da Kate, soltanto per metterla sullo stesso piano degli altri giovani avvocati dello studio.

    Peccato, papà. Avevi l’affetto di due donne in gamba e non te ne sei mai accorto, pensò Kullen anche adesso, mentre si accingeva a disinnescare l’offensiva di sua madre.

    «Credo che tu e le tue complici dovreste dedicarvi di più alla vostra vita privata. O, se proprio volete giocare all’agenzia matrimoniale, perché non vi concentrate sulla povera cugina Kennon?»

    Come Kate e le sue amiche, questa Kennon, che lavorava come arredatrice di interni, era una di quelle donne dedite alla carriera che sostenevano di essere troppo occupate per investire energie in una relazione sentimentale.

    Dunque era perfetta per i piani di sua madre.

    Lui no.

    Lui, Kullen Manetti, se la spassava alla grande. Nessuno dei suoi flirt, come li chiamava Theresa, era mai una cosa seria. Ed era proprio così che li voleva.

    In questo modo non si rischiava di prendere una batosta, l’orgoglio era salvo e il cuore restava al sicuro.

    Entrambi erano stati dolorosamente feriti una volta, e per lui era stato più che sufficiente. Era successo tanto tempo prima...

    Adesso tutto appariva lontano, irreale, come qualcosa letto in un libro o visto in un film.

    E invece il suo cuore si era spezzato davvero.

    Ma allora Kullen era un altro uomo, ingenuo e fiducioso. Ora si piaceva di più: sveglio, affermato e con una fitta rubrica telefonica da consultare all’occorrenza, piena di contatti di ragazze carine e disponibili.

    Theresa piegò leggermente il capo e ripeté, incredula: «Alla nostra vita privata?».

    «Sì. Da quanto ne so, né tu, né Maizie o Cecilia avete in programma di percorrere la navata fiorita di una chiesa, e nemmeno di andare a un appuntamento clandestino in qualche hotel» aggiunse strizzandole l’occhio. «Oppure mi stai nascondendo qualcosa?»

    Quando faceva quel sorriso irriverente, Kullen le ricordava Anthony la prima volta che lo aveva visto, pensò Theresa, travolta da un’ondata di affetto e nostalgia. Allora il suo futuro marito non era così ambizioso. Prima di cambiare radicalmente, era romantico e divertente. Oltre che bello da togliere il fiato.

    Le mancavano entrambi da morire. Il ragazzo affascinante che era stato all’inizio, e il brillante uomo di successo che era diventato dopo.

    Se soltanto non l’avesse esclusa da quella seconda fase... Il loro tempo insieme era stato troppo breve. Anthony era stato e sarebbe rimasto per sempre l’unico vero amore della sua vita.

    «Non ti sto nascondendo niente, Kullen. Essere stata sposata con tuo padre è stato sufficiente per me. Mi considero una donna fortunata. Ho avuto la mia porzione di felicità. E ora la auguro a tua sorella... e a te.»

    Un lampo di ironia si accese negli occhi blu di Kullen, quando parlò. «Oh, ma io sono molto, molto felice, mamma. Credimi.»

    Suo figlio usciva con donne il cui quoziente di intelligenza poteva competere al massimo con quello delle tortine ai mirtilli vecchie di tre giorni, e lo sapevano entrambi. Belle e superficiali, le classiche oche senza cervello.

    «Molto felice» rimarcò Theresa, scettica. Cercò di prenderla alla lontana. «C’è una bella differenza tra ingozzarsi di cioccolatini e mangiare qualcosa di sostanzioso che ti faccia anche bene. Nel primo caso, non fai altro che assimilare zuccheri e grassi in eccesso che ti chiudono le arterie, mentre i cibi sani ti danno energia mantenendoti in forma.»

    Kullen rise scuotendo la testa. «Tipico da parte tua usare una metafora alimentare.»

    Ottima cuoca, Theresa da qualche anno aveva aperto una società di catering molto apprezzata. Quella donna era capace di trasformare in un vero manicaretto anche una scarpa vecchia e la gente ne avrebbe chiesto ancora una porzione.

    Comunque sia, non aveva alcuna intenzione di permetterle di impicciarsi della sua vita sentimentale. Tantomeno di candidarlo a uno stramaledetto appuntamento al buio.

    «Senza offesa, mamma, ma sai bene che non sono tipo da bistecca e patate, ho un debole per i dolci, e la cioccolata soddisfa alla perfezione i miei desideri.» La guardò con tenerezza, sapendo che diceva certe cose solo per affetto, e non si sentiva davvero di rimproverarla.

    Tuttavia doveva essere franco con lei, per evitare futuri equivoci. «E non intendo cambiare molto presto» aggiunse perciò subito dopo.

    Theresa non si lasciò scoraggiare. «Kate la pensava allo stesso modo.»

    «Kate non era felice» le ricordò lui. «Io sì.» Scostò la tazzina di caffè. «In questo momento, come aspirante cupido hai totalizzato mille punti. Con me in lista la tua media scenderebbe a cinquecento.»

    Theresa sospirò.

    Kullen sorrise. Se, otto anni prima, le cose fossero andate diversamente, forse avrebbe sposato una ragazza molto simile a sua madre.

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