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Spirito dell'indagine
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E-book61 pagine43 minuti

Spirito dell'indagine

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Weird - racconto lungo (36 pagine) - Il fantasma del suicida di grande latinista e scopritore di venti nuove lettere di Cicerone. Le indagini di Quimper, un suo allievo. La Runa che potrebbe essere l’artefice del finto suicidio.
Una storia che non vi farà più guardare il vostro cellulare allo stesso modo...


Il fantasma del suicida professor Omboni l’Aldemarin, grande latinista e scopritore di venti nuove lettere di Cicerone di notevole valore, si è infilato nella rete e comunica con il suo antico allievo attraverso il notebook e lo smartphone.

La polizia non ha dubbi sul suicidio del vecchio professore: infatti la scena del crimine e lo stesso testo della lettera d’addio non lasciano spazi a sospetti di sorta. Le indagini di Quimper, il suo allievo, sono ostacolate dalla Runa che potrebbe essere l’artefice del finto suicidio, ma l’esito finale spiazza i lettori che potrebbero, d’ora in poi, guardare il loro cellulare con sospetto.


Luigi Calcerano e Giuseppe Fiori, scrittori in proprio, da tempo firmano insieme saggistica e narrativa poliziesca, svolgendo un’ideale detection sui tanti generi che il giallo ha prodotto nel suo secolo e mezzo di vita. I loro ultimi lavori sono: Ladri e guardie (Editori Riuniti, 2007), Un delitto elementare (Sovera 2008), Teoria e pratica del giallo (Edizioni Conoscenza, 2009) e l’ebook Clandestini (ilpepeverde.it, 2014).

Luigi Calcerano scrive anche di fantascienza, con Loredana Marano ha pubblicato Lultima Eneide (Bonaccorso, 2014).

Giuseppe Fiori, nel suo ultimo lavoro La conversazione sparita (Manni, 2013), tesse un sottile elogio della conversazione nel secondo dopoguerra.

LinguaItaliano
Data di uscita6 apr 2021
ISBN9788825415704
Spirito dell'indagine

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    Anteprima del libro

    Spirito dell'indagine - Giuseppe Fiori

    9788825413755

    1. In treno

    Addirittura offeso durante una lezione! L'Università di Napoli non era più ospitale con gli stranieri come ai tempi della mia gioventù.

    E perché quel tronfio Rettore italiano s'era permesso di offendermi? Avevo scritto un romanzo ed avevo avuto successo: una macchia incancellabile per un professore di letteratura latina, decenni di seria applicazione e di ricerca filologica erano stati inutili.

    In momenti come quelli odiavo la mia seconda patria.

    Tanti sforzi, tante ansie, tutto inutile, anche dal punto di vista economico: l'edizione annotata delle lettere di Cicerone, la grande opera iniziata dall'emerito professor Omboni l’Aldemarin, dopo la sua più che attesa e tempestiva morte (96 anni, figuratevi) era ricaduta sulle mie spalle ma non stava fruttando un baiocco. Tra un po' c'era pericolo mi chiedessero indietro i principeschi anticipi che mi avevano, come si dice, rimpannucciato.

    Tentavo di lavorare con il mio portatile nella carrozza bar del Frecciarossa per Napoli, avevo mangiato con lentezza esasperante ed avevo sopportato gli occhi minacciosi del cameriere che voleva liberassi il posto.

    Non in una biblioteca polverosa ma sul Frecciarossa Milano – Napoli avvenne il primo contatto. Ero appena entrato nel file Caelio che le parole cominciarono a sgranarsi sul display senza che le mie dita sfiorassero i tasti.

    Sei la solita capra, Quimper, e te lo dimostro: nel capitolo aggiunto all'edizione cecoslovacca sballi tutto il tema della Pro Caelio! Cosa significano quelle panzane su Clodia? Cos'è un giallo o un lavoro scientifico? Assurdo! Ora sarebbe diventata una onesta matrona?

    Tentai di battere qualche tasto ma i miei caratteri si mescolavano a quelli automatici senza interromperli.

    Recuperai il controllo e scrissi, compulsivamente, aaaaaasdsdfdffgcgfcdhfghfgjhgjkhkjhkjljklkjhjl.

    Sudavo freddo perché la frase in corsivo era ancora lì davanti ai miei occhi e non poteva trattarsi di una allucinazione.

    È vero che l'identificazione con Lesbia non può dirsi del tutto certa ma questo che significa?

    Mi affrettai a battere il tasto Ctrl insieme a quello Return.Non persi tempo a spalancare gli occhi o a pizzicarmi il braccio: quelle parole potevano esser state scritte solo da Lui.

    Puoi trovare da correggere a pagina 175 del Graves, oppure, meglio, a pagina 1024, nota 4 del mio manuale. Sai cosa penso professor Quimper? Va bene scrivere monografie e gialli ma non va bene confondere le due pur oneste attività. Forse potresti prendertela con Ciccotti o col traduttore, veditela tu che sei più bravo di me con le cose pratiche.

    Mi guardai intorno, un ragazzo centellinava il caffè dal bicchierino di plastica, una donna troppo profumata aveva dei problemi con la cotoletta troppo dura, il paesaggio scivolava in fretta sullo specchio del finestrino.

    – Torniamo a leggerci Professor Omboni l’Aldemarin – digitai con affettata naturalezza.

    Bentrovato.Grazie per non aver fatto domande inutili. Ho sempre apprezzato l'understatement britannico.

    – In effetti questa conversazione ha dei tratti, come dire, innaturali.

    Per la mia morte? It is natural to die as to be born, ha detto un tuo connazionale, non è la morte ma il morire che è terribile.

    – Dunque lei non è del tutto…annientato, vedo.

    Vedi bene. Hi vivunt, qui ex corporis vinculis tamquam e carcere evolaverunt, credimi Quimper, mors terribilis est tantum iis quorum cum vita omnia extinguuntur. E solo tu mi potresti far morire definitivamente continuando a macellare l'opera mia come stai facendo ora.

    Citava Cicerone, Bacone e Fielding. E mi continuava a trattar male come da vivo. Era proprio il professor Petronio Omboni l’Aldemarin, anche se non proprio in carne ed ossa. Incredibile davvero ma la mia mente analitica non mi consentiva dubbi. Era lui.

    – Spero non si sia dato tanta pena solo per correggere i miei presunti errori. Dopo la sua morte

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