Affari provocanti
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Tuttavia, quando si ritrovano a un matrimonio dell'alta società argentina, l'autocontrollo di Basa minaccia di sgretolarsi, soprattutto quando Mimi gli rivela il suo segreto. E ora che riesce solo a pensare a tutti i modi in cui può darle piacere, lei gli sembra ancora più proibita...
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Anteprima del libro
Affari provocanti - Louise Fuller
1
Spostando il telefono contro l'orecchio, Bautista Caine liquidò con un cenno della testa la sua assistente personale e tornò a concentrarsi sulla voce della sorella.
Non che Alicia gli stesse comunicando qualcosa di nuovo nel suo messaggio. Gli stava più o meno ripetendo quello che aveva detto durante il finesettimana, ossia che gli era riconoscente, che era il fratello migliore del mondo e che gli voleva bene.
Fece una smorfia, pensando che era stata una conversazione difficile, com'era invitabile quando l'argomento era Mimi Miller.
Sentì le spalle irrigidirsi contro la stoffa della giacca.
Mimi, con i suoi lunghi capelli biondi, le sue gambe ancora più lunghe e quelle labbra morbide che si erano fuse con le sue in un bacio che non aveva mai dimenticato... Un bacio che aveva annullato qualsiasi buonsenso e che gli aveva scosso l'anima.
Lei era la proverbiale poco di buono e purtroppo niente di quello che aveva detto ad Alicia sembrava averle fatto cambiare opinione sul suo conto. Soltanto il giorno prima, infatti, gli aveva riferito che Mimi non aveva fiducia in se stessa.
Come no. E io sono il coniglietto pasquale.
Erano trascorsi quasi due anni da quando aveva spedito sua sorella a New York, ufficialmente perché così avrebbe potuto imparare di persona come gestire la Caine Charitable Foundation.
Aveva dato per scontato che la distanza geografica e la possibilità di conoscere gente nuova e più adatta, avrebbero messo fine a quella sfortunata amicizia con Mimi.
Si era sbagliato.
Guardando dalla finestra i narcisi nel giardino della residenza londinese di famiglia, socchiuse gli occhi e rimuginò sull'imminente matrimonio di sua sorella con Philip Hennessy.
La notizia non lo aveva sorpreso, ma l'annuncio di Alicia che voleva Mimi come sua damigella d'onore lo aveva sconvolto.
Sinceramente non sapeva cosa l'avesse scioccato di più: il fatto che le due ragazze fossero ancora amiche dopo tutti quei mesi di lontananza, o che Alicia avesse deciso di continuare la loro amicizia in segreto.
No, non era corretto.
Era sicuro che, se glielo avesse chiesto, Alicia gli avrebbe detto tutto. Ovviamente se ne era ben guardato dal farlo, dato che gli era intollerabile anche solo pronunciare il nome di Mimi Miller, tantomeno ricordare l'ultima volta che l'aveva vista. Non vederla significava tenerla lontana dai suoi pensieri.
Peccato che, malgrado i suoi sforzi in tal senso, fosse costantemente presente nella sua mente. E come avrebbe potuto non esserlo? Ogni volta che andava a trovare suo padre si ricordava del danno procurato dai suoi parenti truffatori e, peggio ancora, di quelle poche ore in cui aveva permesso ai suoi bisogni primari di prevalere sul suo dovere di salvaguardare la famiglia.
Inspirò a fondo per allentare la tensione nelle spalle. Come al solito, quando ripensava alla festa per il ventunesimo compleanno di Alicia provava il consueto mix di rabbia e rimpianto. Poi, si ripeteva che si era trattato di un'unica e momentanea perdita di controllo e che era stato colto di sorpresa dal modo in cui Mimi lo aveva guardato.
Fino a quella sera, l'aveva considerata semplicemente una bambina.
Dopodiché aveva provato a ripetersi che non era colpa sua e che non era stata lei a scegliere di imparentarsi per sangue e matrimonio con una coppia di imbroglioni. Non l'aveva di certo ritenuta responsabile per quello che suo zio e il suo patrigno avevano fatto.
Curvò le labbra in una smorfia. No, la responsabilità di quanto accaduto era soltanto sua, perché era stato lui a presentare a suo padre Charlie Butler e Raymond Cavendish senza capire cosa si celava dietro il loro apparente fascino.
Ciononostante, non poteva neppure assolvere Mimi dalle conseguenze delle sue azioni. Durante quella famosa sera, c'erano state un paio di occasioni in cui si era sentito a disagio e che aveva imputato al fatto che era un'amica di Alicia e di famiglia. E quando era ormai troppo tardi, era diventato chiaro in modo umiliante che Mimi aveva avuto un ruolo nell'inganno perpetrato dai suoi parenti.
Lei stessa era quasi riuscita a fregarlo. La cosa incredibile era che, malgrado tutto quello che era successo, era il tradimento di Mimi e la sua stupidità a fargli male ancora adesso.
All'inizio aveva voluto credere che si fosse trattato di una coincidenza, ma la sua rapida sparizione dalla festa era stata la conferma del suo coinvolgimento. In seguito, con l'evolversi degli eventi, aveva smesso di cercare di difenderla.
Più tardi, per il bene di suo padre e per la reputazione della sua famiglia, aveva provato a impedire ad Alicia di continuare la loro amicizia, solo che la sorellina dal cuore tenero aveva ignorato il suo consiglio
Provò una forte irritazione. Non con Alicia, dal momento che sapeva che non viveva nel mondo reale. Lui, però, sì ed era già abbastanza brutto avere portato i lupi alla sua porta. E adesso scopriva di avere fallito di nuovo per non avere insistito che sua sorella tagliasse ogni legame con Mimi.
La tensione nelle spalle si spostò lungo la schiena.
Sapeva esattamente come sarebbe andata a finire se i media avessero scoperto che Alicia era la migliore amica della nipote e figliastra dei due uomini che avevano rubato i fondi pensione dei dipendenti della Caine. Non sarebbe stato difficile una volta che i giornalisti fossero venuti a conoscenza che Mimi sarebbe stata la damigella d'onore di sua sorella ed era per quello che aveva dovuto dirle che non era possibile.
Serrò la mascella.
Sentire Alicia così sconvolta gli aveva fatto male, ma avere Mimi al centro dell'attenzione non era un'opzione accettabile. Così aveva usato la cattiva salute del padre e il potenziale danno al nome della famiglia per farle cambiare idea. La sua strategia aveva funzionato, ma aveva dovuto farsi venire in mente qualcosa per addolcire la pillola.
La soluzione che aveva trovato non era certo ideale perché avrebbe significato fare rientrare Mimi Miller nella sua vita.
Il cuore cominciò a battergli forte. Questa volta non ci sarebbero stati sbandamenti. Nessuna perdita di controllo. Non avrebbe abbassato la guardia. Non voleva vivere con la consapevolezza di avere messo di nuovo in pericolo la sua famiglia.
No, sarebbe stato tutto diverso. Avrebbe condotto lui il gioco e si sarebbe goduto ogni istante.
Mimi Miller era in ritardo.
Grazie ai tacchi alti che aveva poco saggiamente deciso di indossare, continuava a inciampare e non era di certo una velocista. Inoltre le stavano scoppiando i polmoni.
La strada era quella. Rallentò e lanciò un'occhiata alla sua immagine riflessa nel vetro della porta d'ingresso del ristorante. Inspirò a fondo. Era colpa sua se aveva dovuto correre. E non perché avesse tergiversato su che vestito mettersi, visto che ne possedeva soltanto due, uno dei quali oltretutto legato a ricordi di amore, sogni e cuori spezzati. L'altro, invece, a pois blu e bianchi, le era sembrato adatto quando l'aveva provato a casa, ma poi aveva visto le condizioni dei suoi capelli lunghi fino alla vita ed era corsa dal parrucchiere più vicino per una rapida e costosissima messa in piega.
A ogni modo ne era valsa la pena, pensò elettrizzata. Quel giorno era la prima volta che rivedeva la sua migliore amica dopo quasi due anni e voleva festeggiare.
Entrando nel ristorante si guardò le gambe sentendosi a disagio. Di solito indossava jeans e magliette preferibilmente di una o due taglie in più, ma Tenedor era un locale argentino molto famoso, frequentato da celebrità, grazie anche a uno staff discreto e alle finestre oscurate che rendevano la vita difficile ai paparazzi.
Non era sicuramente il luogo in cui presentarsi vestita trasandata. Quasi smise di respirare, chiedendosi se fosse il caso di essere lì. Era passato molto tempo da quando si muoveva in quell'ambiente. Due orribili anni dal giorno in cui Charlie e Raymond erano finiti in prigione e la sua vita era cambiata per sempre.
Era davvero una stupida. Nessuno l'avrebbe collegata con la ragazza dall'aspetto spettrale fuori dall'aula del tribunale.
Controllando il battito cardiaco, diede il suo nome al maître e lo seguì attraverso il ristorante. Il desiderio di rivedere Alicia annullò il timore di essere riconosciuta.
Stentava a credere che fossero già passati due anni dall'ultima volta che aveva visto la sua amica. Dopo l'arresto di Charlie e Raymond si erano parlate al telefono. Lei aveva continuato a scusarsi per quello che era successo e Alicia le aveva ripetuto che non era cambiato nulla tra loro.
Da allora si erano tenute in contatto, ma quando Alicia si era trasferita a New York era stata molto impegnata con la fondazione di famiglia e poi aveva conosciuto Philip Hennessy, erede di un impero nel settore della ristorazione, e la loro relazione ovviamente era diventata la sua priorità.
Adesso Alicia e Philip si erano fidanzati e si sarebbero sposati a maggio, ossia tra meno di tre mesi.
In altre parole, la sua amica stava raggiungendo tutti i traguardi dell'età adulta.
Mimi si sentì stringere il petto. Mentre lei lavorava come barista in un coffee shop al Borough Market, le sue ambizioni giovanili di diventare regista si erano spente prima ancora di iniziare.
E per quanto riguardava la sua vita amorosa... meglio non parlarne. Non c'era proprio nulla da dire. La sua unica e sfortunata incursione nel mondo della sessualità le aveva lasciato la verginità intatta e la fiducia in se stessa talmente malconcia che aveva deciso di lasciare in sospeso quella parte della sua esistenza a tempo indeterminato.
Mimi sospirò. L'inizio della primavera rendeva ancora più pesante il fatto di essere sola. I parchi di Londra erano pieni di coppie innamorate e non aiutava nemmeno il profumo dei fiori perché le ricordava la festa di compleanno di Alicia.
E quella festa le rammentava Bautista.
Il respiro le si strozzò in gola.
Bautista Caine.
Il fratello più grande della sua migliore amica. La sua prima cotta. L'uomo che le aveva spezzato il cuore per poi andarsene senza voltarsi indietro.
Bautista... con il suo sorriso pigro e lo sguardo fermo.
Non era l'unica ad avere fantasticato su di lui. Praticamente ogni ragazza della scuola, e magari anche qualche madre, aveva sbavato quando veniva a prendere la sorella. Non era difficile capire il perché. Era intelligente, di successo e affascinante.
Non che Bautista fosse interessato a nessuna di loro. Le sue fidanzate erano principalmente splendide modelle. Quindi non c'era da sorprendersi che avesse trovato così facile liquidare una notte con l'amica goffa di sua sorella.
Lo stomaco le si contrasse, ma questa volta non per l'eccitazione. Era passato molto tempo dall'ultima volta che aveva pensato a Bautista e alla notte che non avevano trascorso insieme. Ma da quando Alicia aveva annunciato il suo fidanzamento era stato sempre più difficile trattenere i ricordi e ignorare il fatto che, volente o nolente, avrebbe dovuto rivederlo perché Alicia adorava suo fratello e lo stesso valeva per lui.
Sfortunatamente, i suoi sentimenti per lei erano decisamente più freddi.
Mimi rabbrividì. Uno dei pochi aspetti positivi del non vedersi con Alicia era non doversi ritrovare faccia a faccia con l'uomo che l'aveva baciata per poi, un'ora dopo, guardarla come se non esistesse.
E questo era successo prima che scoprisse della truffa di Charlie e Raymond.
Fino