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Un patto con il greco: Harmony Collezione
Un patto con il greco: Harmony Collezione
Un patto con il greco: Harmony Collezione
E-book172 pagine3 ore

Un patto con il greco: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Era l'ultima cosa che avrebbe voluto, ma Ares Kourakis sta per diventare padre. Niente gli impedirà di fare il proprio dovere, riconoscendo il bambino e sposando la madre di suo figlio. Niente, a parte la testardaggine di Ruby. Ares però è deciso a sfruttare tutte le armi a sua disposizione, la travolgente passione che li unisce e il proprio ingente patrimonio, per convincerla a sposarlo.
LinguaItaliano
Data di uscita20 dic 2018
ISBN9788858991923
Un patto con il greco: Harmony Collezione
Autore

Jennie Lucas

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Un patto con il greco - Jennie Lucas

    successivo.

    1

    Ares Kourakis!

    Mentre il ritmo della musica e le luci pulsavano nell'oscurità della discoteca, quel nome risuonò sempre più forte. Alla fine, il miliardario greco bello e famoso era arrivato a Star Valley. Ruby Prescott alzò gli occhi al cielo per tutte quelle chiacchiere eccitate e quegli sguardi fissi verso la penombra della zona VIP. Un miliardario affascinante? Fantastico! Per sua esperienza, i miliardari erano sempre brutti, se non di aspetto, di cuore. Nessun uomo diveniva così ricco senza vendere la propria anima. Sospirò, Ruby aveva cose ben più importanti di cui preoccuparsi. Era al terzo lavoro della giornata: barista all'Atlas Club. La mattina insegnava a sciare ai bambini e il pomeriggio lavorava in una boutique di abbigliamento. Non riusciva a smettere di sbadigliare e aveva ancora un'intera notte davanti. Si spostò dall'altra parte del bar e velocemente si mise a preparare i drink.

    «Ares Kourakis» sospirò Lexie, una delle cameriere. «Riesci a credere che finalmente sia venuto qui?»

    «Sarebbe stato stupido a non farlo, visto che ha comprato una casa.» Anche lei aveva fatto parte della squadra di pulizia di quello chalet sei mesi prima, dopo che l'uomo l'aveva acquistato per la folle cifra di trenta milioni di dollari. Versando una birra, Ruby osservò: «Ma che razza di nome è Ares?».

    «È così ricco e bello che potrebbe chiamarsi in qualunque modo. Io diventerei la moglie di Ares Kourakis in un secondo!» Poi esclamò: «Sono fortunata! È seduto nella mia zona!».

    «Davvero una gran fortuna» replicò Ruby sarcastica. «Ho sentito che ha appena rotto con la sua ragazza.»

    «Davvero?» Il viso di Lexie era estatico. Slacciandosi un altro bottone della camicia, prese il vassoio e si affrettò verso l'angolo VIP.

    Ruby continuò a preparare i drink dietro al bar. L'Atlas Club era affollato, quella era l'ultima sera del Film Festival di Marzo, un evento che attirava sempre molta gente in città. I miliardari non erano una rarità lì a Star Valley, fantastica stazione sciistica sulle montagne dell'Idaho e paese dei balocchi per ricchi e famosi. I periodi più impegnativi erano Natale, quando la gente ricca portava le proprie famiglie a sciare, e il mese di luglio, quando la famosa conferenza degli amministratori delegati della McFallon and Company faceva arrivare nella valle una flotta di jet privati. Tuttavia, Ruby sapeva bene che il principe azzurro non esisteva e che più ricco e ambizioso era un uomo, più oscura la sua anima. Un'altra cameriera si affrettò al bar. «Tre mojito, uno senza zucchero, uno al melograno e uno extra lime. La tipa ha detto che se la menta non è mescolata, lo rimanderà indietro.»

    Ruby sospirò e, rapidamente, preparò i cocktail. Mentre li posava sul vassoio, vide una giovane bionda in un abito rosso troppo corto e attillato, che cercava di passare senza farsi notare davanti al bar.

    «Ivy?» esclamò incredula.

    La sua sorellina diciannovenne sussultò, poi si voltò. «Ehm... Ciao, Ruby.»

    «Tu non puoi stare qua dentro! Sei minorenne! Come hai fatto a entrare?»

    «Ehm... ho detto ad Alonzo che si trattava di un'emergenza con la mamma e che dovevo per forza parlarti.»

    Ruby si sentì afferrare dal panico. «Mamma è...»

    «Sta bene, lo giuro! Quando sono uscita dormiva. Ho sentito che Ares Kourakis è qui.»

    Oh, no! Anche sua sorella! «Non parlerai sul serio?»

    «So che mi reputi solo una ragazzina, ma ho un piano. Ho intenzione di sedurlo. Non dovrò fare altro che bucare il preservativo e rimanere incinta! Lui mi sposerà e tutti i nostri problemi saranno terminati.»

    Ruby fissò scioccata sua sorella. Non riusciva a credere a quello che sentiva. «No! Sei pazza?»

    «Funzionerà, fidati!»

    «Tu veramente rischieresti di farti mettere incinta da un uomo che nemmeno conosci?» chiese in un soffio.

    «Finalmente ho la possibilità di realizzare tutto ciò che desidero e non me la lascerò sfuggire, a differenza tua che parli tanto dei tuoi sogni, ma non fai nulla!» Ruby ansimò come se fosse stata appena colpita. «Io ho tutte le intenzioni di vivere la vita che voglio» continuò Ivy. «Niente più preoccupazioni per i conti, avrò gioielli e abiti alla moda.» Guardò la sorella con disprezzo. «Se tu hai rinunciato a vivere, io no!»

    Di cinque anni più giovane di Ruby, Ivy era sempre stata la bambina viziata di famiglia. Ora guardandola con indosso quello striminzito abito rosso e i tacchi a spillo, lei si rese conto che era cresciuta, divenendo incredibilmente bella. In effetti c'era davvero la possibilità che il suo mostruoso piano andasse a buon fine. «No, Ivy» sibilò. «Non posso permetterti di fare una cosa del genere!»

    «Prova a impedirmelo se ci riesci.» E sparì nella folla. Per un momento Ruby non riuscì a muoversi. Stanchezza, shock e paura, per un attimo le offuscarono la visuale. Sicuramente, il folle piano di Ivy di indurre con l'inganno Ares Kourakis al matrimonio era solo uno scherzo. La sua sorellina era sempre stata allergica al duro lavoro, ma nemmeno lei avrebbe venduto il proprio corpo e la propria anima a un uomo che non amava solo perché era ricco!

    «Aspetta» gridò e iniziò a seguirla, ma andò a sbattere contro una cameriera, facendo cadere a terra una bottiglia di vodka che si fracassò sul pavimento.

    «Ma che ti prende?» sibilò Monty, l'altro cameriere.

    Ruby non rispose e raccolse i vetri. Poi gli sussurrò, senza dargli il tempo di ribattere: «Coprimi!».

    Corse verso l'angolo più in penombra del bar. Un brivido le serpeggiò lungo la schiena al ricordo della voce di Ivy. Non devo fare altro che bucare un preservativo, rimanere incinta e lui mi sposerà. Più agitata che mai, proseguì verso la zona VIP, un po' più sopraelevata rispetto al resto del club. Alle spalle di una guardia del corpo, Ruby vide sua sorella già sistemata comodamente a un tavolo, accanto a un uomo davvero affascinante dai capelli scuri: Ares Kourakis. Come se il miliardario greco avesse avvertito il suo sguardo, si voltò. Un paio di scuri occhi beffardi luccicarono nell'oscurità, fissandola. Ruby avvertì un moto di calore e rabbrividì. Perfino il nome dell'uomo era pericolosamente sexy, iniziava con il dio greco della guerra e finiva con un bacio. Si riscosse. Cosa non andava in lei? Derise l'assurda reazione del proprio corpo. Quel tipo era davvero affascinante, e allora? Significava soltanto che sarebbe stato ancora più egoista e senza cuore. Lei non gli avrebbe permesso di rovinare la vita di Ivy. Avanzò con espressione truce.

    Ares Kourakis, miliardario trentaseienne e unico erede del patrimonio della Kourakis Enterprises, incallito e famoso playboy, era più annoiato che mai. Ispezionò la discoteca. Perfino lì, nelle remote montagne dell'America occidentale, non ne poteva più dello stesso vecchio costoso scotch e la solita musica martellante. Anche le donne erano sempre le stesse. Certo, viaggiando attorno al mondo, il loro aspetto variava, ma nei nightclub il genere non cambiava: fisici da modella, trucco perfetto, gonne corte e tacchi altissimi. Che i loro occhi fossero castani o azzurri, neri o verdi, brillavano inevitabilmente della stessa smania: erano disposte a tutto pur di possedere il suo denaro, il suo potere e il suo corpo. Quest'ultima parte, in genere, non gli dispiaceva poi tanto. Di solito Ares approfittava di ciò che gli veniva offerto con la stessa naturalezza con cui si gustava un dessert dopo cena e non si sentiva nemmeno in colpa. Le cacciatrici di dote sapevano bene ciò che stavano facendo. Speravano di adescarlo tramite il sesso e di indurlo alla miseria permanente del matrimonio, ma lui sapeva come stare al gioco. Godeva apaticamente di quelle delizie per poi dimenticarle prontamente quando non erano più tali. Ares era sempre stato molto abile in quel genere di gioco fino a poco tempo prima. Quell'inverno era stato così occupato a controllare una nuova azienda appena acquisita che non era riuscito nemmeno a fare un salto nel lussuoso chalet sulle piste da sci che aveva acquistato a Star Valley mesi prima. Aveva pensato che gli sarebbe piaciuto avere un luogo dove potersi rilassare, lontano dalla frenesia di New York, ma, come al solito, dopo averlo comprato, era sempre stato troppo occupato per usarlo. Poi la sua amante, Poppy Spencer, lo aveva pregato di accompagnarla al Film Festival di Star Valley, dove era riuscita ad accaparrarsi la proiezione del suo primo film. Poppy era bella ed esile, bionda e affascinante, sulla trentina. Una figlia di papà che viveva di rendita, non aveva mai dovuto lavorare e passava da una potenziale carriera all'altra, sempre annoiata. L'anno prima, durante la stagione delle premiazioni a Hollywood, aveva deciso che avrebbe dovuto essere una star del cinema. Definendo le audizioni noiose e imbarazzanti, aveva finanziato lei stessa un film lungo tre ore in bianco e nero, come scrittrice, produttrice, regista e unica attrice. Secondo Poppy era una pellicola estremamente impegnata e, mentre volavano a Star Valley sul suo jet privato, si era perfino lamentata che quel piccolo festival cinematografico non fosse abbastanza importante per quel suo traguardo artistico. Tuttavia, la sera prima, il suo film era stato pesantemente stroncato dalla critica e perfino fischiato dal pubblico. Poppy era rimasta sconvolta e, tornati allo chalet, dopo aver versato un fiume di lacrime, aveva chiesto ad Ares di portarla in Nepal con il suo jet privato, in modo che potesse sparire per sempre. Si era bloccata a metà di un singhiozzo, illuminandosi mentre ponderava la possibilità di fare un'escursione fino alla cima del Monte Everest da sola, divenendo in tal modo una famosa scalatrice. Quando lui si era rifiutato, lei lo aveva accusato di tarpare le ali ai suoi sogni e aveva lasciato Star Valley indignata. Ma Ares aveva deciso di rimanere, visto che aveva trascorso ben poco tempo nella sua casa nuova. Sebbene la neve di fine marzo si stesse rapidamente sciogliendo, era deciso a trascorrere almeno qualche ora sulla montagna, prima di ripartire per Sydney l'indomani. Perché mai sarebbe dovuto andare in Nepal? Con la certezza poi che, entro qualche mese, Poppy avrebbe di certo annunciato che detestava scalare e voleva invece essere magari un'antropologa forense, come aveva visto in qualche show televisivo. Lei poteva essere divertente e a letto ci sapeva fare. Inoltre, non aveva mai avanzato pretese sentimentali. Era una ragazza totalmente superficiale, il che gli andava alla perfezione, ma di colpo Ares realizzò di essere felice che se ne fosse andata. Da tempo era annoiato, non solo di lei, ma di tutto e tutti. Aveva trascorso gli ultimi quattordici anni trasformando l'impero marittimo ereditato a ventidue, in un colosso mondiale che vendeva e spediva qualunque cosa dai minerali all'olio per motori. La Kourakis Enterprises era il vero amore della sua vita, ma ultimamente, in qualche modo, anche lei era divenuta... noiosa. Turbato, cercò di scacciare via quella sensazione. Aveva trascorso quel giorno sulle montagne come aveva voluto, con il sole splendente, la neve che si scioglieva e il vento gelido, ma non era stato piacevole come aveva pensato. Ovunque andasse sentiva sussurrare il proprio nome, le donne gli sciavano davanti lanciandogli sguardi seducenti, tagliandogli la strada e costringendolo a cambiare traiettoria per non scontrarsi con loro. Ares aveva terminato la giornata ancora più irritato di come l'aveva iniziata. Così quella sera, la sua ultima a Star Valley, aveva deciso di uscire. Forse il suo umore sarebbe migliorato dopo un incontro appassionato con qualche ragazza attraente che poi non avrebbe dovuto rivedere mai più. Ma ora, mentre guardava annoiato quella biondina che continuava a blaterare, seppe di essersi sbagliato. Era stato un errore. Sarebbe dovuto partire per Sydney quella sera stessa. L'indomani avrebbe detto a Dorothy di rimettere lo chalet di nuovo sul mercato.

    «Mi scusi» esordì brusco, interrompendo la bionda a metà di una frase. Gettò del denaro sul tavolo per pagare il bicchiere di scotch e fece per alzarsi, ma di colpo si paralizzò. La vide lì in mezzo al club e il tempo sembrò rallentare attorno a lui, mentre una scossa di elettricità lo attraversava in tutto il corpo. Le luci lampeggianti, la musica ritmata, i ballerini agitati divennero tutti un solo rumore, semplici sbavature di colore. Solo lei era a fuoco. Quella donna. Non una donna, una dea. Lucenti capelli scuri le ricadevano folti sulle spalle, i suoi occhi erano neri ed enormi, orlati da ciglia folte. Le labbra voluttuose a forma di cuore erano di un rosso scuro. Era vestita in modo diverso dalle altre e indossava un semplice top di cotone con una cintura in vita, che accarezzava le curve del suo corpo, dai seni pieni alla vita sottile, ai jeans leggeri che le aderivano ai fianchi. La dea si stava dirigendo dritta verso il suo tavolo. La gola di Ares divenne riarsa. Dritta verso di lui. La sua guardia del corpo la fermò in fondo alle scale e fu solo quando si voltò

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