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Una candidata ideale: Harmony Collezione
Una candidata ideale: Harmony Collezione
Una candidata ideale: Harmony Collezione
E-book146 pagine2 ore

Una candidata ideale: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

L'ultima cosa che Gaetano Leonetti desidera è rimanere incastrato in un matrimonio, ma per diventare amministratore delegato della banca di famiglia suo nonno ha decretato che il ragazzo debba trovarsi una fidanzata normale, la classica donna da sposare. Convinto che il nonno sia impazzito, Gaetano decide di dimostrargli quanto si sbagli grazie a Poppy Arnold: normale fino al midollo, ma con la sua natura schietta e quell'insolito gusto in fatto di abbigliamento non potrà certo essere la candidata ideale. Invece, Poppy non impiega molto ad affascinare il nonno e a conquistare l'incredulo Gaetano.
LinguaItaliano
Data di uscita21 nov 2016
ISBN9788858957776
Una candidata ideale: Harmony Collezione
Autore

Lynne Graham

Lynne Graham vive in una bellissima villa nelle campagne dell'Irlanda del Nord.Lynne ama occuparsi della casa e del giardino, soprattutto nel periodo che lei considera il più magico dell'anno, il Natale.

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    Anteprima del libro

    Una candidata ideale - Lynne Graham

    successivo.

    1

    Gaetano Leonetti stava trascorrendo una pessima giornata. Era iniziata all'alba, quando dal telefono aveva incominciato a ricevere una serie di fotografie che lo avevano reso furioso, ma che sapeva avrebbero mandato ancor più in collera suo nonno e il consiglio di amministrazione della Banca Leonetti.

    Sfortunatamente, licenziare la donna responsabile dello scandalo sarebbe stata l'unica soddisfazione che potesse sperare di ottenere.

    «Non è colpa tua» disse Tom Sandyford, vecchio amico e consulente legale di Gaetano.

    «Certo che è colpa mia» ringhiò lui in risposta. «Era casa mia, la mia festa, e la donna che l'ha organizzata veniva a letto con me...»

    «Celia era solo un'attrice col vizio della cocaina, vizio di cui tu non sapevi nulla, peraltro» gli rammentò Tom. «Non è stata licenziata subito dopo che tu l'hai scaricata?»

    Gaetano annuì, i bianchi denti serrati con forza.

    «Si tratta solo di sfortuna... nient'altro. Non puoi chiedere agli ospiti di presentare le proprie credenziali in anticipo, per cui non avresti avuto modo di sapere che alcuni di loro non sarebbero stati i benvenuti.»

    «Che non sarebbero stati i benvenuti?» ripeté Gaetano accigliandosi. «Che cosa intendi dire?»

    «Nel mondo rarefatto e privilegiato in cui ti muovi, come avresti potuto immaginare che alcune ospiti fossero delle prostitute?»

    «Be', la stampa l'ha scoperto» ribatté Gaetano con voce piatta.

    «Se ne dimenticheranno in cinque minuti... anche se la bionda che ballava nuda nella fontana davanti alla villa è davvero indimenticabile» sottolineò Tom osservando il giornale con lascivo intento.

    «Non ricordo nemmeno di averla vista. Ho lasciato la festa in anticipo per volare a Parigi, e tutti avevano ancora i vestiti addosso, a quel punto» puntualizzò Gaetano seccato. «In questo momento, un altro scandalo è davvero l'ultima cosa che mi ci voglia.»

    «Sembra quasi che ti perseguitino, e immagino che il vecchio e il consiglio siano indignati come al solito...»

    Gaetano serrò la bocca sensuale in un tacito assenso. In nome della lealtà e del rispetto per la famiglia stava ancora pagando per l'ultimo scandalo. Permettere al nonno settantaquattrenne, Rodolfo, di rimproverarlo come se fosse uno scolaretto maleducato si era dimostrata un'esperienza davvero umiliante per un milionario i cui consigli d'investimento venivano richiesti dai più importanti governi del mondo. E quando Rodolfo si era lanciato nell'ennesima predica sullo stile di vita libertino del nipote, Gaetano si era ritrovato a espirare profondamente diverse volte per poter resistere all'urgenza di puntualizzare che i valori in cui il nonno credeva erano cambiati ormai da più di mezzo secolo, sia per gli uomini che per le donne.

    Rodolfo Leonetti aveva sposato la figlia di un umile pescatore all'età di ventun anni e, durante i cinquant'anni di devoto matrimonio, mai guardato nessun'altra.

    Ironicamente, il suo unico figlio e padre di Gaetano, Rocco, non aveva seguito i consigli del padre riguardo ai benefici di un matrimonio in giovane età.

    Rocco era stato un noto playboy e un incorreggibile giocatore d'azzardo. Dopo aver sposato una donna abbastanza giovane da poter essere sua figlia quando aveva ormai cinquant'anni, aveva messo al mondo un figlio e trascorso i dieci anni successivi a divertirsi nel letto di un'altra.

    Gaetano supponeva stesse pagando per gli errori del padre dal giorno stesso in cui era nato.

    E adesso, a ventinove anni e con la reputazione di essere uno dei banchieri più importanti del mondo, era stufo di essere continuamente costretto a dimostrare il proprio valore e di confinare ogni progetto alle ristrette aspettative del consiglio.

    Aveva fatto guadagnare milioni alla Banca Leonetti; meritava di diventarne l'amministratore delegato.

    Inoltre, l'iroso ultimatum di Rodolfo quella stessa mattina lo aveva profondamente offeso. «Non diventerai amministratore delegato di questa banca fino a quando non cambierai vita e ti sistemerai come un rispettabile uomo di famiglia!» aveva giurato il nonno con rabbia. «Non sosterrò la tua leadership con il consiglio e, per quanto brillante tu sia, il consiglio mi ascolta sempre... Ricordano fin troppo bene come tuo padre ci abbia quasi mandati in rovina con i suoi investimenti azzardati!»

    Tuttavia, realisticamente, cosa c'entrava la vita sessuale di Gaetano con l'acume e l'esperienza di banchiere? Da quando una moglie e dei figli erano l'unica misura per giudicare la maturità di un uomo?

    Gaetano non aveva il minimo interesse a sposarsi. Piuttosto, la sola idea di rimanere legato a una donna per il resto della vita o, peggio, l'eventualità di un divorzio che potesse privarlo dei propri beni lo faceva rabbrividire.

    Aveva sempre lavorato duramente e guadagnato le proprie qualifiche accademiche con onore nelle più prestigiose istituzioni internazionali, e i suoi successi, da allora, erano stati immensi. Possibile che non fosse ancora abbastanza? Suo padre, a confronto, era sempre stato un ragazzino viziato che come Peter Pan si rifiutava di crescere. Il solo fatto di metterli a confronto era ingiusto.

    «Non hai ancora recepito la tiritera sulla necessità di trovare una ragazza ordinaria?» lo schernì amichevolmente Tom.

    «Una ragazza ordinaria, non una ragazza mondana, una che apprezzi le cose semplici della vita» citò Gaetano perché i discorsi del nonno arrivavano sempre alla medesima conclusione: sposarsi, sistemarsi, mettere al mondo dei figli con una moglie che si prendesse cura della casa e della famiglia... e Gaetano si sarebbe miracolosamente trovato con il mondo ai propri piedi.

    I lineamenti abbronzati si irrigidirono di cupo cinismo. Aveva visto fin troppi amici sposarsi e poi fallire, per credere ancora in una simile favola.

    «Forse potresti tornare negli anni Cinquanta e trovare la ragazza ordinaria di cui tanto parla Rodolfo» scherzò Tom, domandandosi come l'era dell'emancipazione femminile fosse riuscita a bypassare Rodolfo Leonetti tanto da fargli credere che simili donne esistessero ancora.

    «E il bello è che, se davvero trovassi una ragazza ordinaria e annunciassi di volerla sposare, Rodolfo ne rimarrebbe sconvolto» sospirò Gaetano con impazienza. «È così snob! Purtroppo è talmente ossessionato dalla convinzione che io abbia bisogno di sposarmi che sta bloccando la mia carriera in banca.»

    In quello stesso istante l'assistente personale entrò nella stanza e allungò a Gaetano due buste.

    «Il termine del contratto sulla base della clausola di riservatezza che è stata violata e l'avvertimento di lasciare la casa assegnata insieme al lavoro» specificò. «L'elicottero la aspetta sul tetto, signore.»

    «Cosa succede?» chiese Tom.

    «Sto andando a Woodfield Hall per cacciare la domestica che ha venduto le foto alla stampa.»

    «È stata la domestica?» echeggiò Tom sorpreso.

    «Il suo nome compare nell'articolo, il che dimostra che non è certo la più intelligente delle donne» puntualizzò Gaetano seccamente.

    Poppy balzò giù dalla bicicletta, la appoggiò al cavalletto ed entrò nel negozio del paese per comprare il latte. Come al solito era di fretta, ma non avrebbe potuto rinunciare al solito caffè macchiato e neppure si sarebbe sentita del tutto sveglia fino a quando non ne avesse bevute almeno due tazze.

    La chioma di ardenti riccioli rossi rimbalzò sulle spalle esili, e gli occhi verdi scintillarono.

    «Buongiorno, Frances!» esclamò sorridente all'anziana donna dietro il bancone del negozio.

    «Mi sorprende vederti così di buon umore, stamattina» osservò l'altra con un tono carico di allusivo significato.

    «Perché non dovrei esserlo?»

    La donna appoggiò un giornale sul bancone e lo girò perché Poppy potesse leggerne i titoli. Poi la vide impallidire, sgomenta davanti alla foto di una donna bionda che ballava in una fontana più che familiare.

    Suo fratello Damien aveva scattato quella foto la notte della festa. Lo sapeva perché l'aveva sorpreso a mostrarla agli amici.

    «Sembra proprio che tua mamma abbia parlato troppo» sottolineò Frances. «Dubito che il signor Leonetti potrà apprezzarlo.»

    Sollevando gli occhi per incontrare lo sguardo avidamente curioso dell'altra, Poppy si affrettò a pagare il giornale e uscì dal negozio. Com'era possibile che il giornale fosse venuto in possesso di quella fotografia? E che cosa ne era stato delle altre, con gli ondeggianti e fortunatamente non identificabili corpi in una delle camere da letto? Possibile che Damien avesse fatto degli altri scatti osé? E sua madre... quale follia l'aveva mai persuasa a mettere a rischio il posto vendendo il proprio datore di lavoro a un giornale scandalistico?

    Tornò in sella alla bici. Sfortunatamente sapeva bene perché la mamma fosse stata tanto folle: Jasmine Arnold era un'alcolista.

    Una volta l'aveva trascinata a una riunione degli alcolisti anonimi, e la cosa le era anche stata molto utile, ma non era mai più riuscita ad accompagnarla a un secondo incontro. Purtroppo Jasmine aveva continuato a bere ogni giorno, mentre Poppy lottava per portare a termine il lavoro della madre contemporaneamente al proprio. Cos'altro avrebbe potuto fare, quando il tetto sulle loro teste dipendeva totalmente dall'impiego di Jasmine? E dopotutto, non era forse colpa sua se la mamma era sprofondata così in basso? Avrebbe dovuto accorgersi prima di come la situazione stesse precipitando.

    Era già una fortuna che Gaetano visitasse la villa solo una o due volte all'anno. Se vi si fosse recato più spesso, difficilmente sarebbe riuscita a celare le condizioni della madre tanto a lungo.

    Pedalò con forza fino in cima alla collina per poi svoltare nel vialetto di accesso a Woodfield Hall.

    La splendida villa georgiana apparteneva alla dinastia Leonetti dal diciottesimo secolo, quando la famiglia era arrivata per la prima volta in Inghilterra da Venezia per poi affermarsi nel campo dell'intermediazione finanziaria.

    Lei e Gaetano erano virtualmente cresciuti nella stessa casa, ma sarebbe stata un'assurdità insinuare che fossero amici. Gaetano, sei anni più grande di lei, aveva trascorso la maggior parte del tempo in eleganti collegi.

    Ma Poppy sapeva quanto la pubblicazione di quelle foto l'avrebbe irritato, e la prospettiva dei guai che presto avrebbe dovuto affrontare le fece precipitare l'umore. Non aveva importanza quanto duramente lavorasse: la vita non sembrava mai renderle le cose semplici, e c'era sempre una crisi ad aspettarla dietro l'angolo. E tuttavia, come avrebbe potuto badare alla madre e al fratello quando i suoi stessi istinti di sopravvivenza apparivano tanto scarsi?

    La famiglia Arnold viveva in un appartamento dell'immensa tenuta originaria.

    Jasmine Arnold, un'alta e slanciata quarantenne dai capelli rossi, era seduta in cucina, quando la figlia entrò nella stanza.

    Poppy sbatté il giornale sul tavolo. «Mamma? Come ti è saltato in mente di parlare con un giornalista della festa?» chiese prima di spalancare la porta sul retro e chiamare a gran voce il fratello.

    Damien emerse da uno dei garage, strofinandosi con un panno sporco le mani macchiate d'olio.

    «Dov'è l'incendio?» chiese irritato mentre la sorella gli andava

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