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Una donna, un sogno: Harmony Collezione
Una donna, un sogno: Harmony Collezione
Una donna, un sogno: Harmony Collezione
E-book144 pagine2 ore

Una donna, un sogno: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Non è cambiato niente, ogni sguardo è la scintilla di un incendio che arroventa ogni centimetro della pelle. Dovendo rivedere il marito per motivi di lavoro, Amber Hollingworth sperava di non provare più nulla, invece Ben Sinclair riesce ancora a congelarle ogni pensiero. Adesso lui ha anche escogitato un piano per cui lei dovrebbe...
LinguaItaliano
Data di uscita9 giu 2017
ISBN9788858967478
Una donna, un sogno: Harmony Collezione
Autore

Miranda Lee

Scrittrice romantica, e moglie fortunata di un uomo molto, generoso!

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    Anteprima del libro

    Una donna, un sogno - Miranda Lee

    successivo.

    1

    Amber cercò le chiavi di casa, preoccupata. Tanto per cambiare, stava pensando al lavoro. Era davvero incredibile che le piacesse gestire l'azienda di famiglia e ancora più sorprendente che ci riuscisse così bene.

    Certo, non aveva ancora sostituito completamente suo padre, ma proprio quel giorno il commercialista le aveva annunciato che adesso la Hollingsworth godeva di ottima salute.

    Aprendo la porta, Amber non si accorse che la sua matrigna la stava aspettando nell'ingresso.

    «Santo cielo, Beverly!» esclamò un attimo dopo. «Mi hai fatto spaventare! Non ti avevo vista.»

    «Tuo padre vuole parlarti subito» annunciò la donna in tono secco.

    «Di che cosa?» chiese Amber.

    «Non ne ho idea.» Beverly la fissò con occhi gelidi, sbatté le palpebre lentamente, si girò e se ne andò.

    Amber resistette all'impulso di mostrarle la lingua. Attraversò sospirando l'ampio corridoio che separava le due ali della villa e si fermò davanti alla prima porta sulla destra.

    Quella stanza una volta era lo studio di suo padre. Imponente e dall'impronta decisamente maschile, rispecchiava la personalità del suo padrone. Ma un anno prima, quando l'uomo era stato colpito da un ictus, lo studio era stato trasformato in camera da letto con bagno, mentre l'attigua sala del biliardo era diventata il quartiere generale del fisioterapista.

    Amber bussò esitante, ma la voce che le rispose era decisa. L'ictus non aveva danneggiato la capacità di parola di suo padre, né la sua voce profonda, e a volte Amber non sapeva se esserne contenta.

    Aprì la porta ed entrò.

    «Ciao, papà!» salutò allegramente, «volevi parlarmi, per caso?»

    Non si sarebbe mai abituata a vedere quel viso, un tempo forte e abbronzato, così pallido e tirato, la sedia a rotelle ai piedi del letto e la gamba sottile che Bill stava massaggiando vigorosamente.

    «Salve, Bill.» Il fisioterapista era un uomo robusto e calvo sulla quarantina, e per fortuna aveva un carattere mite. «Come sta il paziente?» gli chiese. «Mi sembra un po' nervoso.»

    «Il paziente ne ha piene le tasche» tagliò corto suo padre, mentre Bill si limitò ad alzare le spalle. «Quindi non menare il can per l'aia, con me non funziona. Basta, Bill!» ordinò l'uomo irritato, spostando bruscamente la gamba con la mano. «Vai a bere qualcosa. Ho una questione seria da discutere con la donna d'affari dell'anno di Sunrise Point.»

    Bill se ne andò, ormai abituato al carattere irascibile del paziente. Edward Hollingsworth non era certo il tipo in grado di accettare l'immobilità. Era sempre stato attivo e dinamico, fino a sessantadue anni. Il fatto di essere parzialmente paralizzato e costretto a letto non aiutava certo il suo umore.

    «Non hai visto il giornale?» urlò sbattendo sul letto un quotidiano. «Direi proprio di no, altrimenti non avresti quell'aria compiaciuta. Fra poco tutti gli abitanti di Sunrise sapranno che Edward Hollingsworth è un bastardo avido e senza scrupoli e che sua figlia è esattamente come lui!»

    «Che... che cosa?» balbettò Amber.

    «Leggi!» insistette il padre. Lei prese il giornale e si sedette di schianto sul letto. Vedova dichiara guerra alla Hollingsworth, diceva il titolo, seguito da un lungo articolo.

    La signora Pearl Sinclair, settantanove anni, della Fattoria Sinclair, Potts Road, ha raccontato questa settimana alla Sunrise Gazette che la Hollingsworth sta cercando di costringerla a vendere la sua casa e la sua terra. «È una vergogna» ha dichiarato, «uno scandalo! Io non voglio vendere. Sono vedova di guerra, e sono venuta a vivere qui appena sposata, sessant'anni fa. Qui sono nati i miei figli, e qui ho tutti i miei ricordi. Questa è la mia casa, e per me i ricordi non hanno prezzo. La Hollingsworth vuole la mia terra per costruire un nuovo centro commerciale con tanto di cinema, e secondo loro questo è l'unico posto in grado di ospitare il parcheggio. Sciocchezze! Edward Hollingsworth è proprietario di metà costa, che scelga un altro terreno! Io non mi farò certo intimidire da lui.

    Quanto a sua figlia... dite da parte mia ad Amber Hollingsworth che non cederò ai suoi ricatti emotivi. Ora capisco che cosa tentava di fare quando è venuta qui l'altro giorno, si è seduta in cucina e ha bevuto il tè con me, fingendo di essere gentile. Stava soltanto cercando di ammorbidirmi, raccontandomi un sacco di sciocchezze sul bene della città e cose simili. Quando mai un Hollingsworth ha fatto il bene della sua città? Edward è sempre stato un grande egoista, e non credo che sua figlia sia migliore di lui.

    Adesso di sicuro alzeranno l'offerta, ma potrebbero anche propormi tutti i soldi del mondo e la mia risposta sarebbe sempre un bel no! Lo dica alla famiglia Hollingsworth da parte mia. E se Amber torna qui, tutta sorrisi e buone maniere, le aizzerò contro il cane. Rocky è stato bandito dalle corse dei levrieri perché aveva un brutto carattere, ed è un feroce cane da guardia.»

    L'articolo era corredato da una fotografia della vecchia signora, in piedi con aria bellicosa nella veranda della sua casa malandata, con un levriero decisamente sovrappeso che la proteggeva.

    Amber non poté trattenere una risata. «Aizzarmi contro il cane? Ma se si è innamorato di me a prima vista!»

    «Non c'è niente da ridere» la rimproverò Edward. «Lunedì sera mi hai detto che la vendita era ormai cosa fatta, e quarantott'ore dopo leggo questa roba! Sai anche tu che non c'è un altro posto per il parcheggio, non esistendo nei dintorni una zona altrettanto ampia e pianeggiante. Non si possono costruire centri commerciali sulle pendici di una montagna, e neppure troppo lontano dalla città. Se i Sinclair non ci vendono la proprietà possiamo dire addio al progetto.»

    Era vero: per ragioni logistiche, Sunrise Point non poteva espandersi a suo piacimento, come tante altre città sulla costa settentrionale del Nuovo Galles del Sud. Non solo le spiagge circostanti erano zona protetta, c'erano limiti naturali ben precisi che impedivano un ulteriore sviluppo. La maggior parte delle case erano state costruite sulla collina.

    «Non so che cosa voglia quella diabolica vecchietta» sospirò Amber, «ma lunedì è stata gentile e arrendevole. Ha giudicato la nostra offerta molto generosa, ma si è presa un paio di giorni per pensarci. Mi ha chiesto di tornare lunedì, ma io ho avuto l'impressione che fosse soltanto una formalità, e che avrebbe firmato senza problemi.»

    «Invece a quanto pare è successo qualcosa che le ha fatto cambiare idea! Avrà parlato con qualche parente che l'ha convinta ad alzare la posta. Dammi pure del cinico bastardo, ma per me l'articolo mira solo a quello!»

    Amber sentì un nodo allo stomaco. «Forse hai ragione, papà, e credo di sapere con chi ha parlato la signora Sinclair: con Ben, suo nipote, che non esiterebbe a spremere la Hollingsworth come un limone.»

    «A quanto pare tu lo conosci bene, ma io non ricordo nessun nipote.»

    «Ma sì, Ben!» scattò Amber irritata. «Era mio compagno di scuola, era venuto a vivere da sua nonna quando aveva sedici anni, come fai a non ricordarlo? È diventato subito il primo della classe, ha avuto uno dei voti di maturità più alti di tutto il paese, hanno persino pubblicato la sua foto su questo giornale.»

    «Com'era fisicamente?»

    «Bruno, con gli occhi scuri. Un bel ragazzo, peccato che fosse perennemente imbronciato.»

    «Non ce l'ho presente. L'unico tuo compagno che ricordo era Chris Johnson, e avresti fatto bene a sposare lui invece di quel playboy americano che hai preso al laccio quando io sono stato così fesso da regalarti un viaggio per la maturità.»

    «In ogni caso allora ero troppo giovane per sposare chiunque, e tu avresti dovuto fermarmi.»

    Suo padre rise. «Sarebbe come cercare di fermare la pioggia! Sei testarda come me quando ti metti in mente qualcosa. Nessuno avrebbe potuto impedirti di sposare Chad, e meno male che alla fine hai avuto il buonsenso di divorziare. Peccato che ci abbia messo tanto.

    «Ma torniamo a noi. Come la mettiamo con Pearl Sinclair? So che il centro commerciale ti sta molto a cuore, ma vale la pena di sollevare uno scandalo? Mi piace godere del rispetto dei miei concittadini, anche se ho impiegato tanto a guadagnarmelo. Anzi, penso di candidarmi a sindaco.»

    «Allora facciamo il possibile per realizzare il progetto. Sunrise ha bisogno del centro commerciale.»

    «Sì, ma per costruirlo ci serve la fattoria dei Sinclair. Come pensi di ottenerla? Offrendo a quella donna più soldi, come ha detto lei?»

    «Credo di sì.»

    «E che somma pensi di proporle?»

    «Non saprei.»

    In realtà in quel momento Amber non aveva molte certezze, perché quella novità era inaspettata. Pochi giorni prima Pearl Sinclair non sembrava molto interessata ai soldi, e non le era parsa il tipo che cedeva alle pressioni, neppure a quelle di Ben. Era dura come il marmo.

    Forse era davvero affezionata a quella baracca, anche se era difficile crederci. La casa cadeva letteralmente a pezzi, e della fattoria restavano un pollaio e un granaio fatiscente. Commercialmente la terra non aveva un grande valore, quindi Pearl non avrebbe guadagnato molto vendendola ad altri.

    «Forse ci sbagliamo, e quella donna è troppo vecchia per traslocare. Magari cercare un altro posto in cui vivere per lei è uno stress troppo grande» rifletté Amber.

    «Tesoro» replicò suo padre esasperato, «come ti spieghi allora quell'attacco al vetriolo contro di noi? Di sicuro è tutta opera di suo nipote.»

    Amber cercò di scacciare pensieri sgradevoli e ricordi che preferiva evitare.

    «E i figli citati nell'articolo?» continuò Edward. «Dove diavolo sono?»

    Amber alzò le spalle. «Non so. Forse non hanno più rapporti con lei, oppure sono morti. Credo che Ben sia il suo unico parente, e in ogni caso non viene a trovarla molto spesso. Pearl se n'è lamentata l'altro giorno, dicendo che non era tornato nemmeno a Natale. Adesso vive a Sydney, ed era andato in vacanza con la sua ragazza. Lei era piuttosto turbata.»

    «Capisco, ma immagino che il caro nipotino tornerà presto, e sarà sul piede di guerra. Che cosa fa a Sydney?»

    «È avvocato, lavora per un grosso studio legale.»

    «Ci mancava anche questa! Sicuramente l'avvocato avrà sentito profumo di soldi.»

    «Non è solo quello» borbottò Amber.

    Edward la guardò con gli occhi stretti. «Che cosa diavolo vuoi dire? C'è mai stato qualcosa fra te e

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