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Una proposta scandalosa: Harmony Collezione
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Una proposta scandalosa: Harmony Collezione
E-book160 pagine2 ore

Una proposta scandalosa: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Gli scandali dei Ravensdale 4/4
Lo scopo principale di Flynn Carlyon, avvocato di grido, è quello di convincere Kat Winwood a rivendicare il proprio ruolo all'interno della famiglia Ravensdale. Bello e determinato, Flynn non sa resistere alla tentazione di una sfida e userà qualsiasi mezzo a sua disposizione, seduzione compresa, pur di piegare Kat al proprio volere.

Le circostanze della sua nascita le hanno causato solo problemi, il più fastidioso dei quali ha il nome e le sembianze di Flynn Carlyon, l'uomo più arrogante - e seducente - che abbia mai incontrato. Ma ora che sono vicini di casa, Kat è consapevole del fatto che cedere alle lusinghe del suo sguardo magnetico è solo questione di tempo.
LinguaItaliano
Data di uscita20 ago 2019
ISBN9788830501690
Una proposta scandalosa: Harmony Collezione
Autore

Melanie Milburne

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Una proposta scandalosa - Melanie Milburne

    successivo.

    1

    «Non ho alcuna intenzione di servire l'uomo seduto al tavolo nove» disse Kat Winwood rivolta alla sua collega Meg mentre entrava nella cucina della caffetteria. Vero, era un'aspirante attrice, ma essere gentile con quel tizio in giacca e cravatta dalla lingua biforcuta non rientrava nel suo repertorio, però non poteva neanche permettersi di perdere il suo lavoro, non prima di aver ottenuto la parte che l'avrebbe aiutata ad affermarsi nel mondo del teatro londinese. Quella parte che avrebbe dato un impulso decisivo alla sua carriera, così che non sarebbe più stata costretta a fare la cameriera, e nemmeno a girare spot per scadenti marche di carta igienica.

    «Ma non è Flynn Carlyon?» chiese Meg dopo aver lanciato uno sguardo al cliente in questione. «L'avvocato dei due famosi attori Richard ed Elisabetta Ravensdale?»

    Kat vuotò il suo vassoio e infilò coltelli e forchette nel cestino della lavastoviglie. «Proprio lui» borbottò.

    Come aveva fatto a rintracciarla di nuovo?, si domandò. Non voleva che i suoi colleghi o il suo datore di lavoro scoprissero che lei era lo scandaloso segreto di Richard Ravensdale, la figlia illegittima nata dalla breve tresca di quest'ultimo con una cameriera di albergo.

    Figlia illegittima.

    Una definizione che le dava la nausea.

    Due parole che erano apparse su tutte le riviste di cronaca rosa negli ultimi tre mesi, bollandola come quel prodotto della lussuria che Richard aveva tentato di eliminare elargendo a sua madre una generosa somma di denaro.

    Sino ad allora nessuno l'aveva riconosciuta alla caffetteria. Aveva adottato una nuova pettinatura in modo d'apparire diversa dalle foto pubblicate. Si era spinta fino a modificare il suo nome pur di essere lasciata in pace dalla stampa.

    Flynn, nelle vesti di avvocato di Richard, le aveva dato il tormento pur di convincerla a giocare alla famiglia felice, ma lei non avrebbe gettato le braccia al collo del suo padre biologico dichiarandosi elettrizzata per averlo finalmente trovato, almeno non tanto presto. Per la precisione non in quel secolo e nemmeno nel successivo.

    E se Flynn s'illudeva di poterla persuadere sventolandole sotto il naso assegni con cifre stratosferiche, o di sfiancarla presentandosi sul suo posto di lavoro, si sbagliava, e di grosso.

    «Lo conosci?» domandò Meg, gli occhi sgranati.

    «Abbastanza per sapere che ordina sempre un espresso doppio e un bicchier d'acqua senza ghiaccio.»

    «Sei davvero sicura di non...»

    «Sicurissima» intervenne Kat, poi richiuse con forza lo sportello della lavastoviglie. «Servilo tu.»

    Meg si avvicinò al tavolo dove Flynn sedeva da solo, assorto nella lettura di un quotidiano, scambiò qualche parola con lui, poi tornò sui suoi passi. «Ha detto che se non lo servirai entro i prossimi due minuti, parlerà con il proprietario del locale» affermò.

    Kat si voltò verso Joe, il suo capo, che era accanto alla macchina per il caffè, intento a preparare gli ordini. Se avesse perso quel lavoro avrebbe avuto seri problemi persino per pagarsi un alloggio, ragionò.

    Almeno da quella sera avrebbe iniziato a badare alla casa in Notting Hill. Lo stipendio era buono, ma erano solo quattro settimane. A partire dal primo di febbraio, non avrebbe più avuto un tetto sulla testa, a meno che non fosse riuscita a trovare un altro monolocale in affitto a prezzo stracciato. Preferibilmente non abitato da pulci o cimici.

    O da qualsiasi altro tipo di insetti.

    Prese un profondo respiro e in qualche modo riuscì ad atteggiare le labbra in un sorriso cortese. «Come posso aiutarla?» esordì, dopo aver raggiunto il tavolo nove.

    Gli occhi scuri di Flynn la squadrarono da capo a piedi prima di soffermarsi sulla targhetta appuntata al di sopra del seno destro. «Ora sei Kathy?» commentò, il tono ironico.

    «Le porto il solito, signore?» domandò Kat, sforzandosi d'ignorare quei piccoli brividi che le increspavano la pelle in replica agli sguardi che lui le stava lanciando.

    Flynn annuì. «Possibilmente però servito in una tazza. Ha un sapore diverso quando è versato sulle mie gambe.»

    La stava provocando, ovvio, ma lei non avrebbe abboccato. «Desidera qualcosa insieme al caffè, signore?» chiese ancora Kat. «Un croissant? Un toast? Uova e pancetta?»

    «A che ora finisce il tuo turno?» domandò Flynn a sua volta, un pigro sorriso che gli incurvava gli angoli della bocca.

    «Sono qui per servirle il caffè, o una colazione completa se preferisce» affermò Kat. «Di certo non per confidarle dettagli sulla mia vita privata.»

    Flynn accennò con il capo in direzione del banco del bar.

    «Il tuo capo sa chi sei?»

    «No, e preferirei che continuasse a non saperlo» precisò Kat, stringendo con forza la penna in mano per impedirsi di puntargliela alla gola ed estorcergli così la promessa di tacere. «Ora, se vuole ordinare...»

    «L'agente di Richard ha organizzato per lui una grande festa alla fine del mese, in occasione del suo sessantesimo compleanno» la interruppe lui. «Voglio che tu ci sia.»

    La determinazione che traspariva dalla sua voce suggeriva che era abituato a ottenere sempre quello che desiderava. Lei però ai tempi della scuola elementare era stata scelta per interpretare la parte dell'asino nella scena della Natività per un motivo ben preciso. Vale a dire che era più testarda di un mulo. «Mi dica, perché mai dovrei intervenire a una ridicola festa di vecchi attori alcolizzati per celebrare la carriera di un uomo che ha offerto del denaro a mia madre per sbarazzarsi di me ancor prima che io venissi al mondo?» borbottò.

    Assurdo poi che quello stesso avvocato le avesse offerto a sua volta del denaro per indurla al silenzio quando la notizia della sua esistenza era diventata di dominio pubblico.

    Ma dov'era stato il grande Richard Ravensdale quando aveva avuto bisogno di un padre? Quante volte da bambina aveva pregato per averne uno? Per avere qualcuno che badasse a lei, che la proteggesse, che l'amasse.

    Richard non aveva avuto nemmeno la decenza di affrontarla a viso aperto. Aveva mandato quel presuntuoso, arrogante Flynn Carlyon a perorare la sua causa.

    «Stai opponendo una resistenza inutile» sentenziò quest'ultimo.

    Inutile? Non lo era. Il suo orgoglio lo meritava. Il suo orgoglio era tutto quello che le restava ora che sua madre era morta.

    «Sa leggere il labiale?» chiese Kat, chinandosi in modo che gli altri avventori non potessero sentire. «No.»

    Lo sguardo di lui indugiò sulla sua bocca, i loro visi talmente vicini che percepì l'aroma del suo dopobarba, agrumi insieme a qualcos'altro, qualcosa che la spingeva a pensare a una foresta di pini, dove le fronde degli alberi nascondevano misteriosi segreti.

    Flynn spostò lo sguardo sulla scollatura della maglietta che indossava, una scollatura che rivelava solo la base del collo, ma lei sarebbe anche potuta essere a seno nudo a giudicare dall'espressione avida dipinta sul suo volto. Si rialzò di scatto, quasi qualcuno l'avesse afferrata per i capelli per indurla a raddrizzarsi.

    Non fissarlo, si disse Kat, ma quasi i suoi occhi fossero stati animati da una volontà del tutto indipendente, continuarono a soffermarsi sul contorno delle sue labbra.

    Com'era possibile che un individuo così detestabile possedesse una bocca così sensuale?, si chiese. Quel tipo di bocca che era possibile definire soltanto peccaminosa. Peccaminosa come fare sesso sulla scrivania o all'aperto.

    L'unico motivo però per cui continuava ad ammirare la sua bocca era il patto con Maddie Evans, la sua migliore amica. Avevano fatto insieme un temporaneo voto di castità a novembre e ora, a solo un mese dalla sua scadenza, era sempre più determinata ad arrivare fino in fondo. Doveva dimostrare un punto, non solo a Maddie, ma principalmente a se stessa. Non aveva alcuna intenzione di ripercorrere le orme di sua madre, che era passata da un uomo all'altro, mero sesso con l'unico scopo di togliersi un prurito, che però non aveva mai mancato di imprimere una sporca impronta sulla sua anima.

    Lei poteva resistere tre mesi senza sesso.

    Poteva, e lo avrebbe fatto.

    Un avventore le passò accanto, spingendola involontariamente contro il tavolo. Il suo ginocchio sfiorò quello di Flynn, e a quel lieve contatto qualcosa di molto simile a una scossa elettrica le risalì lungo la gamba, lasciando sulla sua pelle una scia infuocata.

    Arretrò non appena ebbe lo spazio per farlo. «Un espresso?» domandò, la penna posata sul taccuino per gli ordini. «Acqua senza ghiaccio?»

    «È il tuo unico genitore ancora in vita» le rammentò Flynn.

    «E allora?» replicò Kat, scoccandogli un'occhiata gelida. «Piuttosto che riconoscerlo come padre, preferisco essere orfana.»

    Il pigro sorriso sulle sue labbra non vacillò. «Hai intenzione di portarmi il caffè?» s'informò Flynn.

    «E lei ha intenzione di accettare un no come risposta?»

    Gli occhi dell'avvocato ripresero ad accarezzarle le labbra. Avvertiva anche lui quella tensione sensuale che vibrava nell'aria ogni volta che erano vicini?, si chiese Kat. Lei la percepiva distintamente: il cuore le martellava nel petto mentre il sangue si trasformava in lava liquida che le scorreva tumultuosa nelle vene.

    «Hai impegni per cena, questa sera?»

    «Suppongo che sia una novità per lei» commentò Kat, appoggiandosi le mani sui fianchi, «una donna che rifiuta un suo invito?»

    «Non c'è nulla che mi piaccia più di una sfida» puntualizzò Flynn, uno scintillio malizioso negli occhi.

    Joe si avvicinò portando un vassoio sul quale erano posate diverse tazze di caffè. «Kathy, stai lavorando o socializzando con i clienti?» domandò.

    «Mi scusi, signor Petruzzi. Questo signore è piuttosto esigente» borbottò Kat.

    «I tavoli sette e dieci stanno aspettando il conto» la informò Joe, «e bisogna sparecchiare il due. Sai, io gestisco una caffetteria, non un'agenzia di appuntamenti.»

    «Non c'è un solo uomo in questo locale al quale darei un appuntamento» precisò Kat a denti stretti.

    «Ma ce n'è qualcuno al quale serviresti un caffè?» chiese Flynn quando Joe si allontanò.

    «Non vincerà questa partita, signor Carlyon» lo ammonì lei. «Non importa quante volte riuscirà a farmi licenziare, non le permetterò di dirmi cosa devo o non devo fare.»

    Flynn si appoggiò allo schienale della sedia, il suo l'atteggiamento di chi ha a disposizione tutto il tempo del mondo. «A proposito, sei stata brava in quello spot per la carta igienica» affermò. «Molto convincente.»

    Di nuovo Kat serrò i denti. Continuando così, avrebbe dovuto sottoporsi al più presto a una visita odontoiatrica, pensò. L'unica cosa peggiore del recitare in uno spot che pubblicizzava la carta igienica era sapere che quello spot era stato visto dal suo acerrimo nemico, si disse. «Dunque solo caffè o una colazione completa, di quelle che danneggiano le arterie?» chiese con tono melenso.

    «Prenderò una fetta di torta.»

    Una ruga di perplessità solcò la fronte di Kat. Erano le sette e trenta del mattino, chi mangiava torte a quell'ora? «Una fetta di torta?» ripeté.

    «È quello che ho detto.»

    «Che cos'è successo?» domandò Meg quando Kat rientrò in cucina. «Sei così rossa che potrei cucinare i dolcetti sul tuo viso.»

    «Giuro che esploderò se sarò costretta ad avvicinarmi di nuovo a quel tizio!» esclamò Kat. «Seriamente, non capisco cosa ci trovino le donne in lui. D'accordo, è attraente, ma è anche arrogante e presuntuoso.»

    «Io penso che sia bellissimo» commentò Meg, l'aria sognante. «Ha degli occhi stupendi, scuri come la notte.»

    Kat tagliò una grande fetta di torta al cioccolato e vi cosparse sopra un'abbondante dose di panna montata. «Ecco, questo dovrebbe sistemarlo»

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