Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Se non la trovi disegna la tua strada: Guida per generazioni smarrite
Se non la trovi disegna la tua strada: Guida per generazioni smarrite
Se non la trovi disegna la tua strada: Guida per generazioni smarrite
E-book184 pagine2 ore

Se non la trovi disegna la tua strada: Guida per generazioni smarrite

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Scegliere “cosa fare da grande” non è solo questione di capire che percorso scolastico intraprendere o per quale posizione lavorativa applicare. Scegliere “cosa fare da grande” vuol dire innanzitutto rispondere a una domanda: “Sto facendo la scelta giusta per il mio domani?”. Questo libro è frutto del lavoro collettivo della redazione di CNC Media, un tentativo di accompagnare le “generazioni smarrite” verso scelte più consapevoli attraverso spunti, strumenti e testimonianze. Affrontare l’incertezza non è un compito facile, ma è un passaggio cruciale per qualsiasi generazione che voglia trovare il proprio posto nel mondo. Se non la trovi, disegna la tua strada, spera di contribuire a rendere questo passaggio non solo più semplice, ma anche più significativo per le nuove generazioni, illuminando il percorso verso un futuro in cui ogni giovane possa dire con fiducia: “So cosa voglio fare da grande”.

Scuola e mondo del lavoro continuano a viaggiare su binari paralleli, scontando due approcci non in sintonia l’uno con l’altro, se non addirittura contrastanti.
LinguaItaliano
Data di uscita24 mag 2024
ISBN9791254843499
Se non la trovi disegna la tua strada: Guida per generazioni smarrite

Leggi altro di Aa.Vv.

Correlato a Se non la trovi disegna la tua strada

Ebook correlati

Metodi e materiali didattici per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Recensioni su Se non la trovi disegna la tua strada

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Se non la trovi disegna la tua strada - AA.VV.

    Capitolo 1

    I giovani e la transizione scuola-lavoro: un quadro d’insieme

    Per cercare di dare conto di quali sono stati gli effetti sui giovani del mutamento in corso nel mondo del lavoro occorre fare chiarezza, dati alla mano, sulla situazione attuale che caratterizza uno dei momenti fondamentali nella vita di tutti i giovani: la transizione dalla scuola al lavoro.

    Il percorso attraverso il quale si giunge a questo snodo cruciale della vita sconta, in parte, le precedenti scelte fatte in relazione al tipo di diploma acquisito, alla carriera universitaria appena conclusa, o agli insuccessi scolastici che portano molti giovani all’abbandono degli studi. Tuttavia, non si stratta solo di scelte più o meno fortunate. La realtà è che esiste un disallineamento tra il capitale umano, che si forma ai vari livelli del sistema educativo italiano, e le opportunità di lavoro offerte dal sistema produttivo.

    Nel nostro Paese, la transizione scuola-lavoro è ostacolata, più che negli altri Paesi competitor, da tre fattori chiave: scarsità di profili in alcuni ambiti, competenze non adeguate ai bisogni del sistema produttivo e inadeguatezza dei canali di supporto lavorativi.

    Questi fattori mettono in luce la mancanza di coordinamento tra la realtà della scuola e il mondo del lavoro. Da un lato, il sistema scolastico ritiene di fornire una preparazione adeguata ai propri studenti, e, dall’altro, le imprese imputano ai giovani carenze, non solo tecniche, ma anche in termini di soft skills, quali la motivazione, la flessibilità e la capacità di leadership e di lavorare in gruppo. La carenza di competenza viene aggravata da questa differenza di percezione da parte degli attori coinvolti, come se ciascuno, convinto di avere ragione, viaggiasse su binari paralleli.

    In ogni caso, qualunque sia il percorso attraverso il quale si giunge al momento della transizione dalla scuola al lavoro, i giovani si scoprono impreparati ad affrontare il cammino.

    L’inadeguatezza dei canali di supporto per l’avviamento al lavoro lascia i giovani senza risposte alle domande più semplici: quali sono i tempi necessari per trovare lavoro? A chi rivolgersi? Quali sono i settori lavorativi dove è più facile trovare lavoro?

    Poiché scuole e università non rappresentano un canale efficace per la ricerca di un lavoro, i giovani prediligono affidarsi a parenti e amici oppure ricorrono a massivi invii di curriculum ai potenziali datori di lavoro. Non a caso, attraverso i canonici canali pubblici dei Centri per l’Impiego passa solo una parte esigua delle assunzioni dei giovani italiani (9%)¹. E, ancora, i meccanismi di passaggio da un lavoro precario a un’occupazione stabile sono spesso lunghi e farraginosi.

    Inoltre, le imprese fanno largo uso di tipologie contrattuali a tempo determinato utilizzate anche al fine di ridurre i costi aziendali. Si crea un circolo vizioso, nel quale le aziende chiedono ai giovani competenze che non possono avere per mancanza di esperienza.

    Nei paragrafi successivi viene chiarito questo quadro d’insieme, volto a fare chiarezza su alcune tematiche riguardanti:

    la dimensione e le caratteristiche dell’occupazione giovanile in Italia (tempi medi di ricerca di un’occupazione, la dinamica salariale in ingresso, i settori dove si incrociano domanda e offerta di lavoro e il fenomeno della sovra educazione);

    la dimensione del fenomeno della disoccupazione giovanile e la tragica realtà dei Neet.

    Uno degli scopi di questa illustrazione è cercare di contribuire a rendere i giovani più consapevoli circa le loro scelte alla luce delle attuali esigenze di mercato.

    1.1 Statistiche e realtà: la transizione dalla scuola al lavoro

    1.1.1 L’occupazione giovanile: Italia fanalino di coda in Europa

    Sulla base delle rilevazioni statistiche fornite dall’Eurostat², nel 2002, solo il 32% dei giovani italiani, di età compresa tra 15 e i 24 anni, risulta occupata. Si tratta di un valore notevolmente inferiore alla media dei Paesi europei, pari al 45,2%, nonché sideralmente distante dalla percentuale di occupazione giovanile dei Paesi del Nord Europa, stabilmente superiore al 60% (in Olanda è il 79,6%).

    Se allarghiamo l’analisi alla fascia di età 15-29 anni – per tener conto del fatto che in Italia ci si laurea in ritardo rispetto alla media europea – la percentuale dei giovani occupati sale al 43,5%, risultando, tuttavia, ben lontana dalla media europea del 56,4%. Si tratta certamente di numeri sconfortanti che, da soli, paiono sufficienti a giustificare, almeno in parte, le scelte di coloro che cercano lavoro in altri Paesi europei.

    Figura 1.1 - Giovani occupati per sesso e fascia di età (valori perc. - anno 2022)

    Figura 1.1 - Giovani occupati per sesso e fascia di età (valori perc. - anno 2022)

    Fonte: Eurostat, Employment by educational attainment level – annual data

    Non solo, ma esiste in Italia un gender gap notevolmente più significativo di quello che si manifesta negli altri Paesi Ue. Infatti, sempre nella fascia di età tra i 15 e i 24 anni, il gender gap medio dei 27 Paesi Ue è di 10,5 punti percentuali (61,4% uomini e 50,9% donne), mentre in Italia sale a 14,2 p.p. (50,2 uomini e 36% donne).

    Sei soddisfatto del tuo inserimento nel mondo del lavoro?

    Sei soddisfatto del tuo inserimento nel mondo del lavoro?

    Solamente 1 intervistato su 3 afferma di aver trovato stabilità e benessere economico con il proprio impiego, mentre per la maggior parte dei votanti l’inserimento nel mondo del lavoro è caratterizzato da instabilità economica (per il 54,8%), e per il 7,9% da precarietà contrattuale³.

    1.1.2 Il premio occupazionale: un titolo di studio aiuta

    La domanda che i giovani neodiplomati si pongono frequentemente riguarda la prosecuzione dei propri studi per conseguire una laurea.

    A un anno dal conseguimento del titolo⁴, il 69,4% dei diplomati prosegue la propria formazione iscrivendosi a un corso di laurea; di questi, oltre la metà (50,1%) si dedica esclusivamente agli studi universitari, mentre il 20% circa sceglie di coniugare studio e lavoro. Il 19,6% si è invece già inserito nel mercato del lavoro (stage, tirocinio o praticantato), mentre la restante quota si divide tra chi è alla ricerca attiva di un impiego (5,8%) e chi invece non cerca un lavoro (5,2%).

    Figura 1.2 - Diplomati degli anni 2021 e 2019 intervistati a uno e tre anni dal conseguimento del titolo

    Figura 1.2 - Diplomati degli anni 2021 e 2019 intervistati a uno e tre anni dal conseguimento del titolo

    Fonte: AlmaLaurea, XVII indagine esiti a distanza dei diplomati. A uno e tre anni dal diploma. Rapporto 2023.

    Come prevedibile, a un anno dal conseguimento del titolo di studio la quota di diplomati dediti esclusivamente allo studio universitario è nettamente più elevata tra i liceali (65,7%) rispetto ai diplomati tecnici (33,5%) e professionali (19,4%). Al contrario, i diplomati che esclusivamente lavorano sono poco diffusi tra i liceali (6,4%), rispetto ai diplomati tecnici (34,1%) e ai professionali (43,2%). Inoltre, la quota di chi dichiara di non aver mai avuto esperienze lavorative post-diploma è apprezzabilmente più consistente tra i liceali (46%) rispetto ai diplomati tecnici (26,8%) e ai professionali

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1