L'uomo perfetto

Di Manuela Chiarottino

RACCONTO LUNGO (39 pagine) - ROMANCE - Il fidanzato di Giulia è bello, atletico, affermato, insomma... perfetto. Ma è proprio così? Allora perché si sente insoddisfatta e inadeguata? Tra bignè al cioccolato, lezioni di yoga e i consigli della stralunata zia Betta, Giulia scoprirà come conquistare la propria felicità...

Giulia ha ipotecato il suo futuro per Enrico, ha abbandonato il sogno di aprire una pasticceria e cerca di adattarsi a un mondo che non le appartiene. Come non farlo? Lui è perfetto, non ha nulla che non va, tra molte spasimanti ha scelto proprio lei...  allora perché Giulia non riesce a sentirsi felice? Quando è assalita dalla tristezza, l'unico rifugio è la casa di zia Betta, tra colonie di gatti, fiori e squisite torte. Sarà lei a trascinarla a una lezione di yoga dove, tra cadute e imbarazzi, Giulia scoprirà il suo mantra personale del "ce la puoi fare" e un nuovo incredibile amore. Ma avrà la forza di troncare con il passato?

Finalista in vari concorsi con racconti pubblicati in diverse antologie, Manuela Chiarottino ha da poco pubblicato il suo primo romanzo "Arriveranno le farfalle", una storia che parla dell'amore in tutte le sue sfaccettature. Ne ha curato anche la cover, un suo quadro di sabbia, altra grande passione. Nella collana "Chic & Chick" ha già pubblicato il racconto "Non ditelo a Ella".

• Lingua: Italiano
• Editore: Delos Digital
• Data di uscita: 22 set 2015
• ISBN: 9788867758890

Anteprima del libro

9788867758296

1

– Allora, non ti piace?

Enrico mi sta osservando con quella sua solita aria tra il rimprovero e la rassegnazione, mentre osservo la povera aragosta disposta nel piatto su un letto d’insalata, suo ultimo e triste giaciglio.

– Tu sai che le bloccano le chele con degli elastici e poi le immergono vive nell’acqua bollente?

– Possibile che devi sempre essere diversa dagli altri? Guarda le persone qui intorno, sono tutte felici di essere in questo ristorante! Sai la fortuna di aver trovato un tavolo proprio qui? E sai quanto costerà questa cena? E soprattutto, sai che siamo qui per festeggiare, e mi aspetto che la mia ragazza sia felice per me?

Io sono felice per te, e molto, ma, Enrico… se penso a questa poverina…

– Ci rinuncio. Cameriere?

Con fare stizzito richiama l’uomo in giacca bianca e gli chiede di portare via le spoglie del crostaceo, non prima di aver scambiato con lui uno sguardo di disapprovazione che pare rasentare il disprezzo.

Uomini… possibile non s’impietosiscano di fronte a nulla?

Mi viene portato un nuovo piatto dove, su una salsina non ben identificata, è posato un cestino di pasta sfoglia su cui si erge verticale una strana composizione di verdure. Ma non è finita qui: sulla sommità è disposto un cappelletto, forse di fonduta, che cola lungo l’obelisco vegetale come rivoli di lava su un vulcano.

Non sono mai stata più a disagio di così.

Come posso fare per addentare quest’opera d’arte senza rischiare di farla crollare miseramente, o, ancor peggio, schizzare pezzi di verdura e salsa su questa tovaglia immacolata? E poi dico, non si poteva andare nella solita pizzeria per festeggiare, oppure in quel ristorantino romantico dalle luci soffuse, invece che in questa bomboniera di cristallo dove ogni cosa è illuminata a giorno e sembra che tutti mi stiano fissando?

Mi perdo per qualche istante a osservare il piatto finemente decorato e le posate di argento cesellato: è tutto troppo per me. Eppure Enrico qui si sente perfettamente a suo agio, e io lo amo anche per questo.

Lui è perfetto. In tutto e per tutto.

Si è laureato col massimo dei voti, ha intrapreso la carriera di avvocato in un importante studio e ora gli è stato offerto di diventarne addirittura socio, motivo del festeggiamento. Sa tenere una conversazione, non è mai intimidito o a disagio, ha pure un fisico perfetto, senza un filo di pancia, mentre io ultimamente mi sono un po’ lasciata andare, lo ammetto, e lui non perde occasione per farmelo notare.

– Allora, amore, non mangi? Com’è che da Pino la pizza la divori in cinque secondi e ti prendi pure quei dolci super calorici, e qui che tutto è salutare, raffinato, dietetico, non tocchi nulla?

Ecco, ti pareva.

– È che non mi sento a mio agio, qui. E poi non è vero che divoro una pizza in cinque secondi. Anzi, oggi volevo iniziare una nuova dieta ma tu sei voluto uscire per cena…

E adesso perché scuote la testa?

– Io lo dico per te, amore. Per me sei ancora bellissima, ma ti trascuri e non capisco perché.

Cosa vuol dire per me? Io sono senz’altro una donna piacente, non sa quanti uomini mi guardano ancora! Certo, fino a qualche mese fa avrei potuto iscrivermi a un corso per modelle e ora sono in perenne lotta con la bilancia e soprattutto con il guardaroba, ma è per questo che mi ha portato in un ristorante dove non riesco a mangiare nulla? Cos’è, una punizione? Possibile che non possano servire un piatto semplice, tipo una triglia al forno, o due spaghetti alla carbonara, o una porzione di quelle lasagne di Pino così buone e…

– Allora, amore, non tocchi nulla?

– Sì, certo, ora assaggio.

Guardo di sottecchi il cameriere, vigile e attento dall’altro lato della sala.

Aspetto che sia distratto da un commensale e con gesto rapito affondo le posate nell’obelisco vegetale che si erge davanti a me. La composizione si affloscia triste nel piatto, annegando in quella