La Guardia Notturna: Serie Rosso Sangue
Di W.J. May
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Info su questo ebook
E se il coraggio fosse la tua unica opzione?
Dopo essere stata buttata in un nuovo mondo, Kallie si ritrova circondata da vampiri. Mentre suo padre è la vittima di continui attacchi brutali dalla sua stessa gente, lei è in disperato bisogno di aiuto.
Liam, il detective migliore della città, e membro dei Sangue Blu, si rifiuta, la situazione non è più ufficialmente in mano sua e non lo riguarda.
Un vampiro dei Sangue Rosso, Caleb, si offre e giura di proteggerla, ma non riesce a fermare la violenza della sua gente.
Quando la faida furiosa tra i Sangue Rosso e i Sangue Blu si riversa nella sua casa, Kallie ci si ritrova nel mezzo. Combattuta tra amore e lealtà per la famiglia, deve trovare il coraggio di combattere ciò che la spaventa di più e rischiare tutto, anche se significa perdere sé stessa in questo processo.
W.J. May
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Anteprima del libro
La Guardia Notturna - W.J. May
La Guardia Notturna
Prologo
––––––––
La scena che si svolgeva davanti ai suoi occhi era quasi troppo da sopportare. Kallie lanciò un’occhiata a suo padre, svenuto a terra. La sua discussione
con Liam non aveva portato a niente. Era come se i Sangue Rosso e i Sangue Blu non avessero nessun controllo sul desiderio innato di uccidersi tra loro. Ansimando piano, sentì la paura avvolgerla stretta. Suo padre si stava trasformando in una di quelle bestie senza cervello come il resto del suo clan di vampiri?
Lanciò un’occhiata a Caleb e ringhiò: Perché ti importava così tanto che vivessi o morissi quella notte?
Non lo conosceva abbastanza per sapere se fosse suo amico o nemico, ma di una cosa era certa, lui si trovava lì la notte dell’incidente. Lui era lì. Liam era lì. Ma quale dei due aveva causato l’incidente? Chi aveva trasformato suo padre e perché non aveva fatto la stessa cosa con lei? Che accidenti era successo quella notte?
Non che volesse anche lei la maledizione, ma le domande iniziavano a diventare troppe.
Mi importa.
Gli occhi di Caleb erano rossi come il fuoco, la passione nella sua voce sembrò bruciarla. Più di quanto saprai mai.
Si girò avviandosi verso Liam, buttato contro la grande quercia che giaceva distrutta intorno a lui. Il colpo che aveva subito avrebbe ucciso un umano, ma non lui. Era venuto per aiutarla, per proteggerla come meglio potesse, e l’aveva fatto a suo discapito.
No! No, Caleb. Lascialo stare. Non è lui il colpevole, qui.
Kallie zoppicò verso Caleb e lui si girò, inchiodandola con uno sguardo. La sua caviglia sembrò urlare dal dolore quando si alzò il vento e per poco lei non perse l’equilibrio. I cieli erano consapevoli di tutto ciò che possedeva la terra? Alzò lo sguardo giusto in tempo per vedere un temporale mostruoso che si avvicinava.
E allora chi lo è, Kallie? Lui è un Sangue Blu! Il loro unico obiettivo è distruggerci perché per loro non siamo altro che bestie selvagge. Io sono un Sangue Rosso, come tuo padre. Chi è il cattivo qui? Dimmelo!
All’inizio la sua voce suonò forte e accusatoria, ma si addolcì davanti a lei.
Qualcosa si mosse dietro di lui. Era Liam. Kallie tenne lo sguardo fisso su Caleb, sperando che il bel poliziotto riuscisse ad andarsene. Non aveva fatto niente di sbagliato, aveva solo subito l’attacco di suo padre.
Non lo so. Sono confusa. So solo che non lo ucciderai.
Sì, invece.
Liam si trovava ai margini del bosco, lo sguardo di Kallie si mosse involontariamente verso di lui. Avrebbe voluto urlargli di scappare, ma le parole le si fermarono in gola. Sapeva che lui era lì la notte dell’incidente, erano tutti lì. Suo padre gemette e lei, voltandosi, lo vide rotolarsi su un fianco e vomitare sangue.
Oddio no
farfugliò Kallie ed accorse al suo fianco. Colpì il terreno con le ginocchia e si lasciò sfuggire un urlo acuto, un’ondata di dolore partì dalla sua caviglia e si diramò per tutta la gamba.
Dannate scale.
Resta con tuo padre. Io devo...
la voce di Caleb si affievolì. Kallie alzò gli occhi e vide il bel ragazzo biondo scattare verso la foresta. Liam non si vedeva più da nessuna parte, ma Caleb l’avrebbe rintracciato senza ombra di dubbio. Era ferito gravemente?
Caleb. Ti prego. Solo per questa volta. Ho bisogno di scoprire la verità prima che tu faccia del male all’unica persona che abbia cercato di aiutarmi
. Massaggiò la schiena di suo padre e poi riuscì a farlo girare sull’altro fianco. Aiutami a portare mio padre dentro casa.
Mani forti la presero per le spalle e la sollevarono. Lui si piegò e la prese in braccio, i suoi avambracci posizionati sotto le sue gambe. Ti porterò dentro casa ma poi andrò a cercarlo. Non mi importa chi tu credi che sia Liam, Kallie. Lui non è uno di noi e quindi è un nemico. Dobbiamo proteggerci ed è stato ignorante da parte tua portarlo qui.
Lei si agitò e per poco non cadde a terra. Lui si raddrizzò e le ringhiò contro, il suo bellissimo volto spaventoso e allo stesso tempo mozzafiato. Era maestoso da così vicino, la sua pelle immacolata, i suoi occhi pieni di luce.
Kallie si strinse in se stessa e gli sbuffò contro, ma lui sembrò non farci neanche caso, non fosse stato per un sorrisetto che gli stirava le labbra. Non sono una bambina, quindi smettila di trattarmi come tale.
No, non lo sei. Sei un’umana con pochissima conoscenza della nostra razza. Ciò che hai fatto era dettato dall’ignoranza. Tuo padre poteva rimanere ucciso. E’ il mio compito proteggerti, ma tu non puoi proteggere tutti quelli che ti circondano e poi combattere per la tua salvezza.
Non mi importa
disse a denti stretti. La sua voce autoritaria le dava sui nervi. Sono stata io a chiedergli aiuto e lui me l’ha offerto.
Arrivarono dentro la casa e lui si piegò, posandola sul divano. Il suo stomaco si contrasse a causa della loro vicinanza. Lei lo spinse via e lui sorrise.
Piace anche a me.
Caleb si voltò e si avviò verso la porta posteriore.
A me non piace niente...hai capito male per colpa della tua ignoranza.
Sorrise, orgogliosa della sua risposta.
Continua a ripetertelo, bellezza. Fammi sapere quando ne sarai convinta e non ti disturberò più.
Lui rise e lei si sistemò sul divano, le gambe sollevate, odiando il fatto che lui avesse ragione.
La mano fredda di Caleb toccò il rigonfiamento sulla sua gamba. Domattina sarà tutto passato.
. Le baciò la caviglia e le strizzò l’occhio prima di scomparire attraverso la porta.
Kallie lo sentì portare suo padre al piano di sotto e poi la porta sul retro si chiuse un’ultima volta.
Non aveva la più pallida idea di chi fosse il cattivo, ma comunque uno dei due uomini nella sua vita era colpevole e l’altro era un protettore. Di quale poteva fidarsi fino a che non avesse capito tutto? Era semplice, in realtà.
Di nessuno dei due.
Capitolo 1
Fuori il vento soffiava ferocemente. Era quasi come se Madre Natura capisse la furia di Kallie. I rami ritorti dell’albero all’esterno artigliarono e grattarono contro la finestra della sua camera. Avrebbe voluto essere quell’albero, agitandosi rabbiosamente per via dei tragici eventi accaduti prima quella sera stessa. L’uomo di cui si fidava l’aveva abbandonata. Ma d’altronde, lui non era un uomo, no?
No, Liam è un vampiro.
Ultimamente era come se lei fosse circondata da vampiri, e nessuno di loro si comportava come facevano i personaggi dei film o dei libri che aveva letto sotto le coperte facendosi luce con una torcia, quando era più piccola. No, non erano le creature romanticizzate che si era immaginata. Non erano neanche come gli esseri orripilanti dei vecchi film in bianco e nero con cui erano cresciuti i suoi nonni.
Kallie avrebbe dato qualunque cosa per un vampiro focoso e malinconico che voleva soltanto essere capito
. Ma quella era solo una fantasia, non la sua realtà. Questi vampiri erano più...calcolatori. Non si trattava solo di succhiare e nutrirsi. No, questi vampiri sapevano esattamente quello che volevano: catturare, rivendicare e sottomettere innocenti alla guerra.
Almeno era così che sembrava stessero le cose, ora.
Si era trasformato tutto in un grande mal di testa – più simile ad un’emicrania – e Kallie sperava di poter spegnere il proprio cervello con la stessa facilità con cui si spegneva una televisione. Non voleva più vedere immagini di occhi rossi brillanti o di suo padre brutalmente picchiato apparirle davanti ogni volta che tentava di addormentarsi. Non poteva neanche godersi il ricordo delle labbra di Liam premute contro le sue, perché ora temeva che Liam fosse il vero nemico.
Doveva esserlo.
Se davvero avesse voluto salvaguardarla, come aveva detto, non sarebbe mai scappato. Pensa al ragazzo numero due. Kallie alzò gli occhi al cielo al dialogo che avveniva nella sua testa. Ovviamente c’era Caleb. Aveva giurato di essere lì per proteggerla, ma poteva davvero fidarsi? Kallie si rigirò nel letto, sperando che il sonno prendesse il sopravvento. Conoscendo la sua fortuna, non appena si fosse addormentata avrebbe sognato vampiri. Incubi, non sogni!
Entrambi i ragazzi l’avevano sconvolta e poi se n’erano andati. Prima Liam, prendendo Kallie alla sprovvista. Non l’avrebbe mai immaginato come il tipo che fugge. Poi Caleb se n’era andato durante la notte del combattimento
, come l’aveva rinominata adesso lei, col suo modo di fare spavaldo.
Solo che aveva sganciato un carico di domande senza risposta prima di andarsene. Avrebbe voluto ucciderli entrambi, ed innamorarsi di loro al tempo stesso.
Uff!
. Lanciando via le coperte, buttò le gambe fuori dal letto e infilò i piedi in un paio di pantofole rosse pelose. Si infilò l’accappatoio blu polvere e scese al piano di sotto. Di solito uno spuntino di mezzanotte riusciva ad aiutarla. Diceva spesso scherzando con sua madre che gli spuntini di mezzanotte non contenessero calorie... Come posso essere sicura di aver mangiato? Magari era un sogno.
ribatteva. Sua madre non era d’accordo, ma rideva sempre al modo stravagante di Kallie di pensare. Almeno cerca di prendere qualcosa di sano...carote, magari?
Scese le scale in punta di piedi e vagò per la cucina, le carote erano decisamente l’ultima cosa che avrebbe voluto in questo momento. Quando accese la luce, per poco non lanciò un urlo. Suo padre sedeva al buio, guardando fuori dalla finestra. Papà!
Si portò una mano al petto. Mi hai spaventata a morte!
Scusa.
Sospirò. C’è abbastanza di cui aver paura là fuori.
Con una mano indicò all’esterno i rami che si agitavano e il cortile deserto. Non dovrei spaventarti anche qui dentro.
Non mi fai paura.
Sentiva come se dovesse sempre cercare di rassicurare suo padre da quando si era trasformato. Come Caleb, anche suo padre era un vampiro dal sangue rosso. Pensavo solo fossi di sotto, magari.
Ormai sembrava passare tutto il suo tempo là sotto, non volendo mai né lei né sua madre in quella stanza.
Vuoi che vada di sotto? Posso darti un po’ di privacy, se è ciò di cui hai bisogno.
Si alzò, ma Kallie lo bloccò, facendogli segno di sedersi.
Non essere sciocco, papà.
Fece un sorriso forzato. E’ solo stata una settimana folle e una notte d’inferno.
Attenta a come parli.
la redarguì suo padre.
Scusa. Mi è sfuggito.
Si appoggiò al frigo, lanciando un’occhiata al soffitto. Non riesco a smettere di pensare. Non so più a cosa credere. Continuo a chiedermi cosa succederà. Mi vengono in mente solo gli scenari peggiori.
Dalla notte dell’incidente, anche io non riesco a pensare ad altro. Solo che gli scenari peggiori continuano a peggiorare. Per quanto ci piaccia fingere che le cose torneranno alla normalità, non è così.
Suo padre aveva l’aria distrutta, e questo lacerava il cuore di Kallie. Erano passati ormai due anni dall’incidente in macchina, ma lui aveva ragione. Era cambiato tutto da quel momento. Quella notte lui era stato trasformato, lei aveva smesso di essere una bambina ed aveva iniziato a vedere il mondo con occhi diversi. A vedere le creature che si nascondevano nella notte. Avrebbe voluto far tornare indietro il tempo fino a quando Dracula era l’unico vampiro a cui pensava. Invidiava i suoi amici e la loro ignoranza. Per loro i vampiri erano solo dei costumi per Halloween. Anche lei prima era come loro, e avrebbe dato tutto per tornare a quel momento.
C’è libertà nel non sapere. Tutto ciò che fa la verità è incatenarti a terra con il peso della responsabilità che contiene.
Senza pensarci, Kallie aprì la porta del frigorifero e controllò ciò che conteneva. Stava cercando della cioccolata...o magari del burro d’arachidi...
Cosa ne pensi di Caleb?
le chiese il padre.
La domanda la colse di sorpresa e fu felice di essere rivolta verso l’interno del frigorifero, e non verso di lui. Penso che non se ne andrà tanto facilmente.
Prese il barattolo della marmellata e, voltandosi, chiuse lo sportello con l’anca.
E’ questo che vorresti? Che lui se ne andasse?
C’era così tanta disperazione nella voce di suo padre, come se avesse bisogno di risposte, ma Kallie non ne aveva. Avrebbe solo potuto preparargli un panino con burro d’arachidi e marmellata, ma sapeva anche che era l’ultima cosa che desiderasse. Bramava qualcosa di caldo, e in forma liquida. Si avvicinò al cestino del pane e prese la pagnotta integrale, l’unica cosa salutare per quella notte. Il silenzio della cucina era rotto solo dal ronzio di una mosca vicino alla lampadina, e dal rumore che fece estraendo un coltello dal cassetto. Spalmando lo spesso burro d’arachidi sulla fetta di pane iniziò a canticchiare.
Suo padre ridacchiò dal posto a cui sedeva al tavolo della cucina.
Cosa?
Lei lo guardò con espressione interrogativa, spalmando la marmellata sull’altra fetta di pane.
Niente.
Lui sorrise. Mi piace quando hai questi semplici momenti da umana.
Lei cercò di sorridergli ma gli angoli della sua bocca preferirono rivolgersi verso il basso. Avrebbe tanto voluto che a suo padre fosse stata data una scelta. Una cosa era scegliere una vita immortale e le sue regole; esserci forzato era tutt’altro. Gli era stata data la scelta? Scosse la testa. Sapeva già la risposta a quella domanda. Quello che la infastidiva di più era pensare a come sarebbero stati i suoi ultimi momenti da umano. Sarebbe vissuto fino a ottant’anni? Novanta? Non avrebbe mai saputo come fosse invecchiare.
Un pensiero fastidioso si fece strada nel suo cervello. E se le avessero dato la possibilità di scegliere? Kallie avrebbe scelto questa vita selvaggia? Non