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Giochi pericolosi
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E-book85 pagine1 ora

Giochi pericolosi

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Info su questo ebook

Dall'autrice del bestseller Ho scelto te

Annalisa Verri si trova in uno degli studi della Role-Playing Games, un’azienda specializzata nella realizzazione di giochi di ruolo. La sua missione è raccogliere tutti i dati possibili riguardo alle segrete fantasie dei propri clienti, per poi realizzarle nel mondo reale, ricreando ambienti e ruoli il più dettagliatamente possibile. Annalisa desidera perdere un po' del suo autocontrollo. Vorrebbe una fuga da tutte le responsabilità ed essere controllata da qualcun altro. Amanda, una delle assistenti Role, diventa la sua game master e le promette di esaudire i suoi sogni. Il gioco durerà cinque giorni. Ogni giorno Annalisa riceverà istruzioni diverse. Il personaggio che interpreterà sarà quello di Marie, una serva perdutamente innamorata del suo padrone, disposta a ogni cosa per compiacerlo. Ma quando incontra il role player che interpreta il suo signore, Annalisa è sconvolta. È l’uomo che lei ha sempre visto nei suoi sogni…
Giulia Ross
è nata a Milano nel 1981. Si è laureata in Biotecnologie e ha proseguito i suoi studi con un dottorato di ricerca in Immunologia. Insieme al suo amore per la scienza coltiva da sempre le sue due grandi passioni: la musica e la scrittura. La Newton Compton ha pubblicato con successo Ho scelto te e Una notte per non dimenticarti.
LinguaItaliano
Data di uscita23 dic 2016
ISBN9788822704696
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    Anteprima del libro

    Giochi pericolosi - Giulia Ross

    Capitolo 1

    Giorno zero

    "La perdita di controllo coincide con l’acquisizione del vero potere".

    Rilessi quelle parole per la decima volta senza comprenderle davvero. Il biglietto di visita che stringevo tra le mani, quello per cui avevo appena fatto cinquanta chilometri in macchina da sola, recitava così. Le lettere argentate sul cartoncino nero e lucido sembravano gridare nella mia testa: Fallo, fallo, fallo!. Non potevo smettere di ascoltarle. Chiusi gli occhi per un istante e feci un lungo respiro. L’attesa si stava facendo snervante. Non sapevo nemmeno perché mi trovavo in quella stanza ormai da più di mezz’ora. Riaprii gli occhi e osservai il pavimento di marmo rosa sotto le mie scarpe, la scrivania in stile Luigi xv e le orchidee bianche che sembravano fissarmi a loro volta, spazientite. Lo studio profumava di cera e vaniglia e la luce entrava dalla grande finestra ad arco ribassato, illuminando le pareti e facendo risaltare la brillantezza di tutte le suppellettili.

    Mi aggiustai la gonna e la giacca del tailleur bianco e diedi una controllata al rossetto poco prima che la porta alle mie spalle finalmente si aprisse.

    «Buonasera signorina Verri», disse una voce femminile. Mi voltai di scatto e incrociai lo sguardo di una donna. I suoi occhi erano grigi, mi ricordavano il cielo carico di pioggia. Indossava un tailleur nero, così aderente da lasciar immaginare tutte le linee del suo corpo. Teneva i capelli rossi legati stretti in uno chignon e doveva essere poco più grande di me. Sorrise e mi allungò una mano. Gliela strinsi debolmente: era molto curata e aveva le dita adorne di anelli dorati.

    «Io sono Amanda, la sua assistente role. La prego di scusarmi del ritardo, purtroppo c’è stato un problema con l’ultima richiesta di una nostra affezionata cliente», esordì sedendosi dietro alla scrivania. Scossi il capo facendo ondeggiare i boccoli biondi. Sentivo il sapore dolce del rossetto in bocca ed ero tesa.

    «Che tipo di problema?», chiesi timidamente. La sua aria sicura e la sua bellezza mi stavano mettendo in soggezione.

    «Le informazioni sui nostri clienti sono riservate», rispose Amanda, arricciando le labbra color prugna, «ma stia tranquilla, in questo caso si trattava solo di capire meglio quali fossero i desideri nascosti tra le righe. A volte, i nostri clienti non ammettono quello che vogliono davvero».

    «Non capisco».

    «Noi non siamo solo degli organizzatori di role-playing games, signorina Verri», disse aprendo le mani in modo teatrale. «Noi entriamo nella mente dei nostri clienti, li guidiamo verso l’onestà nei confronti di loro stessi e solo così siamo in grado di ricreare perfettamente i loro sogni. Qualsiasi essi siano». Il suo sorriso era ammaliante, così come la sua voce, calda e profonda. «Lei sa perché si trova qui?»

    «No», rispondo con la mente ancora un po’ annebbiata. Non riesco a ricordarmi com’è iniziata tutta quella storia, con molta probabilità avevo di nuovo bevuto troppo. O forse era stata mia sorella Amelia. Era sua la voce nella mia testa che ripeteva le parole del biglietto da visita che tenevo intrappolato tra le mani.

    «Mi dica come si sente in questo momento», mi incitò Amanda, interrompendo quei pensieri.

    «Confusa, stordita... e curiosa», aggiunsi all’ultimo secondo. In fondo si parlava di realizzare dei sogni, era interessante. Lei si alzò, aprì il mobiletto di legno alle sue spalle e afferrò due calici da vino. Poi digitò un numero su un tablet e con grazia riprese posto.

    «Credo che dovremo partire da questo, allora. Mi parli di ciò che la incuriosisce». Cercai di riflettere. Ripercorsi i pochi ricordi che avevo di quel posto prima di essermi seduta nello studio di Amanda. Era come rimettere insieme dei frammenti disordinati. Dapprima vidi le molte persone in attesa nell’atrio della role-playing games inc. Indossavano abiti eleganti, molto costosi. L’aria era satura dei loro profumi sofisticati. Gli assistenti role andavano avanti e indietro, servendo champagne in flûte dagli steli argentati senza risparmiarsi in convenevoli e ricordando a ognuno di noi che quell’attesa sarebbe stata ampiamente ripagata.

    «Ho visto molte persone... qui intendo. Cosa crede che porti tutta questa gente a rivolgersi proprio a voi?». La porta si aprì prima che Amanda potesse rispondermi. Un altro assistente, un uomo questa volta, ci portò un vassoio con una bottiglia di vino e dei dolci.

    Non appena ci lasciò sole, Amanda ne versò due dita in entrambi i lunghi calici.

    «Questo è un Sauternes, le Château de Sainte-Hélène. È un vino le cui uve vengono vendemmiate tardivamente. Per questo motivo i grappoli sono attaccati da una muffa, la botrytis cinerea, grazie alla quale il succo degli acini si concentra, così come gli zuccheri, fino a modificarne la composizione. Poi matura dai quindici ai diciotto mesi in botti di quercia. Un lungo processo per arrivare al suo particolare gusto con note di albicocche mature, tiglio e miele». Il colore giallo oro intenso e l’elegante profumo risvegliò tutti i miei sensi. Assaggiai il vino e il suo sapore mi avvinse totalmente.

    «È delizioso», sussurrai. Amanda sorrise soddisfatta.

    «La sua risposta allora è proprio nelle sue mani, signorina Verri».

    «La prego mi chiami Annalisa». Sorseggiai ancora un po’ di vino, avida di informazioni.

    «Noi siamo dei veri specialisti nel comprendere quali sono i bisogni dei nostri clienti. Per esempio mi sono bastati pochi minuti per capire che lei è una donna bisognosa di stimoli nuovi, raffinati e allo stesso tempo, fuori dal suo controllo. Adesso è spaventata, quindi offrirle qualcosa di dolce era la scelta migliore. Lo zucchero è una carezza davvero rassicurante per lo spirito, non è così?».

    Mi sentii denudata. Non risposi. Come poteva un’estranea aver capito così tanto di me in soli pochi minuti? Amanda si accontentò del mio silenzio assenso e dopo aver assaggiato un po’ del suo vino mi consegnò un modulo.

    «Questo è quello che ha scritto nell’email con cui abbiamo preso appuntamento. Oltre ai suoi dati e alle domande di sicurezza, ha specificato: Voglio vivere un’esperienza forte, durante la quale niente deve più essere sotto il mio controllo». Guardai il foglio, ma continuavo a non ricordare il perché lo avessi compilato. Annuii e cercai di fare mente locale. Ero una persona estremamente riservata e tranquilla, all’apparenza. Nascondevo tutte le mie emozioni sotto la divisa del senso del dovere ed ero così impegnata a prendermi sempre cura degli

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