Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Weekend con seduzione: Harmony Collezione
Weekend con seduzione: Harmony Collezione
Weekend con seduzione: Harmony Collezione
E-book159 pagine2 ore

Weekend con seduzione: Harmony Collezione

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

L'irresistibile fascino di Connor Harrison è troppo per la sua timida e inesperta assistente personale. Il cuore di Andrea Buttonfield, infatti, corre all'impazzata ogni volta che si trova davanti a lui, e un weekend al fianco del suo capo, bloccati da una tempesta, è l'ultima cosa che lei vorrebbe sperimentare. Ma è proprio quello che accade durante un viaggio di lavoro, e per Andrea non sarà facile resistere alla seduzione di Connor.
LinguaItaliano
Data di uscita9 set 2018
ISBN9788858986523
Weekend con seduzione: Harmony Collezione
Autore

Carole Mortimer

Carole Mortimer was born in England, the youngest of three children. She began writing in 1978, and has now written over one hundred and seventy books for Harlequin Mills and Boon®. Carole has six sons, Matthew, Joshua, Timothy, Michael, David and Peter. She says, ‘I’m happily married to Peter senior; we’re best friends as well as lovers, which is probably the best recipe for a successful relationship. We live in a lovely part of England.’

Autori correlati

Correlato a Weekend con seduzione

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Weekend con seduzione

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Weekend con seduzione - Carole Mortimer

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Virgin Secretary’s Impossible Boss

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2009 Harlequin Books S.A.

    Traduzione di Cristina Ingiardi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2010 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5898-652-3

    Prologo

    «Allora, accetti la mia proposta?»

    Andrea fissò con espressione vacua l’uomo che, di recente, era entrato come un tornado nella sua vita e in quella di sua madre.

    «Coraggio, Andi» la incalzò Connor Harrison, misurando a grandi passi il soggiorno, impaziente. «Non credo che sia poi così difficile per te renderti conto di non avere scelta.»

    Era proprio quello, il problema! Andrea sapeva benissimo di non avere altre opzioni, ma quella non le piaceva nemmeno un po’.

    Quali potevano essere le ragioni che spingevano quell’uomo a offrire a sua madre un luogo in cui vivere in cambio della semplice accettazione da parte sua di andare a lavorare per lui come assistente personale?

    Un individuo del calibro di Harrison non faceva certo un’offerta del genere per pura bontà d’animo. Non era nemmeno sicura che ce l’avesse, un’anima!

    E la freddezza di quegli occhi verde chiaro, incastonati in un volto duro come la pietra, di certo non smentiva le sue convinzioni.

    No, non c’era niente di neanche lontanamente rassicurante in Connor Harrison, ricchissimo proprietario della Harrison Holdings, rifletté Andrea avvertendo una sensazione di disagio alla bocca dello stomaco al solo guardarlo.

    L’uomo, che con il suo metro e ottanta di altezza sovrastava il metro e sessantacinque scarso di Andi di quasi venti centimetri, portava i capelli bruni più lunghi della media, indomiti, e continuava ad allontanarseli impaziente dal viso severo, cesellato come quello di una statua, ogniqualvolta gli ricadevano sulla fronte. Il naso affilato e arrogante e la mascella squadrata e volitiva contribuivano a corroborare la sua fama di uomo spietato.

    L’abito cucito su misura, grigio scuro, riusciva solo a mettere ancora più in evidenza l’ampiezza delle spalle muscolose e la forma del torace che andava restringendosi verso i fianchi, sotto i quali spuntavano gambe lunghe e possenti.

    Quel corpo aitante era impregnato di un’energia irrequieta che, già da sola, incuteva timore.

    Mentre si raddrizzava in tutta l’altezza consentitale dal suo metro e settanta, compresi i cinque centimetri di tacco, Andrea non lasciò trapelare nemmeno l’ombra del proprio tormento interiore.

    «Il mio nome è signorina Buttonfield, o Andrea, se preferisce. Solo i familiari e gli amici intimi possono chiamarmi Andi» puntualizzò, guardandolo con i tranquilli occhi castani, le sopracciglia bionde inarcate, l’espressione di sfida.

    Nonostante l’aria beffarda, lui non poté celare la propria ammirazione mentre la accarezzava lentamente con lo sguardo. Andrea Buttonfield aveva classe, impossibile negarlo.

    Andi era di nove anni più giovane del trentacinquenne Connor. La cima della sua testolina bionda gli arrivava a malapena al mento. I capelli lisci, lunghi fino alle spalle, erano accuratamente acconciati. La frangetta ombreggiava delicatamente gli immensi occhi dall’intenso color cioccolato, bellissimi ma segnati da occhiaie scure e profonde. Le sue guance erano leggermente incavate, il nasino diritto, e le labbra si incurvavano in un arco perfetto sopra il mento dal profilo deciso.

    Il suo aspetto algido ed efficiente era enfatizzato da una gonna nera e una camicetta bianca di seta, entrambe d’alta sartoria.

    Negli ultimi tempi era stata colpita da una serie di tragedie, eppure Connor riusciva a cogliere solo una fredda determinazione in quegli occhi bruni e limpidi che continuavano a fissarlo senza battere ciglio.

    Sarcastico, chinò il capo. «In tal caso, vada per Andrea. Per ora» aggiunse in tono derisorio, strascicando le parole. «Devo avvertirti che non sono un uomo paziente, Andrea» la mise in guardia seccamente. «La mia offerta rimarrà valida solo fino alle cinque di stasera.»

    L’unica reazione visibile a quel suo ultimatum fu un leggero sgranarsi degli occhi castani. «Perché tutta questa fretta?»

    «La mia attuale assistente personale lascerà il suo posto alla fine del mese, e io ho bisogno di una sostituta, prima di quel giorno.»

    Harrison si abbandonò in una delle poltrone rivestite di broccato dorato che aggiungevano un ulteriore tocco alla perfezione dell’ampio salotto. Come già sapeva, ogni stanza a Tarrington Park era decorata e arredata in quel medesimo stile, raffinato ed elegante. Era uno stile che intendeva mantenere quando avrebbe preso possesso della residenza, di lì ad alcune settimane, per trasformarla in un altro dei suoi lussuosi hotel con annessi centro benessere e congressi. Ed era uno stile che, a sentire Marjorie Buttonfield, la madre di Andi, era interamente dovuto al lavoro della figlia.

    Stile. Quel termine era applicabile a tutto quello che riguardava Andrea Buttonfield. Non che ci fosse da sorprendersi, del resto. Figlia unica di Miles e Marjorie Buttonfield, cresciuta nella tenuta di Tarrington Park, aveva goduto di un’infanzia caratterizzata dall’agiatezza e dal benessere. Aveva frequentato le migliori scuole private dell’intera nazione, giungendo infine a laurearsi a Cambridge. A quel punto si era trasferita a Londra, dove era diventata l’assistente personale di Gerald Wickham, proprietario della Wickham International.

    Sì, Andrea Buttonfield aveva stile.

    L’infanzia e l’educazione di Connor erano l’esatto opposto di quelle di Andi, ed erano proprio lo stile e la classe le caratteristiche su cui aveva puntato gli occhi fin dal primo istante in cui l’aveva incontrata, otto settimane prima, allorché si era recato a Tarrington Park con l’intenzione di acquistare la tenuta.

    Tre mesi prima, il padre di lei era rimasto ucciso in un incidente automobilistico insieme al suo fidanzato, David Simmington-Browne. Durante le settimane successive era emerso che non solo la compagnia del padre era fallita, ma che aveva anche contratto debiti considerevoli, estinguibili solamente vendendo la residenza di famiglia.

    «Pensaci, Andrea» la incalzò, rivolgendole un sorriso amaro. «Diventando mia assistente percepiresti uno stipendio più alto. Inoltre, tu e tua madre potreste trasferirvi nella casa del custode, e questo non solo vi consentirebbe di risparmiare l’affitto, ma sarebbe anche meno traumatico per entrambe. Tu potresti continuare a tenere il tuo cavallo nelle scuderie. Per quanto ti riguarda, si tratta di una situazione conveniente sotto tutti i punti di vista.»

    Andi era perfettamente consapevole delle opportunità comprese nell’offerta di Connor Harrison. Erano gli svantaggi a preoccuparla. Non lo conosceva. Non si fidava di lui. E, soprattutto, quell’uomo non le piaceva!

    «E lei che cosa ci guadagna, signor Harrison?» lo provocò, scaltra.

    «A detta di Gerald Wickham, la migliore assistente personale dell’emisfero occidentale.»

    Incredula, lei spalancò gli occhi. «Ha già parlato di me con Gerald?» Ecco come faceva a sapere che il salario che le stava offrendo era più alto rispetto a quello che percepiva in quel momento.

    Lui si strinse nelle spalle. «Non avrei mai preso in considerazione l’idea di assumerti come mia assistente personale senza aver parlato prima con il tuo precedente datore di lavoro.»

    «Il mio attuale datore di lavoro» lo corresse lei, scrollando il capo con impazienza mentre gli lanciava uno sguardo truce. «Lei non aveva alcun diritto di rivolgersi a Gerald!»

    «Avevo tutti i diritti di questo mondo» la interruppe Connor con freddezza, lo sguardo tagliente. «Per quanto ne sapevo, poteva essere che tu fossi negata nel tuo lavoro e che, molto semplicemente, andassi a letto con Wickham per conservarti il posto.»

    In realtà, gli era bastato un solo incontro con Gerald per capire che il genere di sentimento che l’uomo nutriva per Andrea era l’affetto indulgente di un vecchio zio per la nipotina preferita, e non quello riservato a una costosa amante destinata al proprio piacere fisico.

    Non riusciva a spiegarsi perché quell’informazione fosse stata tanto importante, per lui. Sì, il suo personale codice deontologico gli imponeva di non stringere legami intimi con nessuna delle sue dipendenti, ma era perfettamente consapevole che molti uomini nella sua posizione si comportavano diversamente.

    Andi non sapeva se essere furibonda, o semplicemente indignata, per la familiarità con cui quell’individuo si permetteva di parlarle. Alla fine decise che l’atteggiamento migliore fosse esibire un’aria sprezzante. «Immagino che Gerald abbia soddisfatto la sua curiosità, in proposito.»

    «Del tutto» confermò il suo interlocutore.

    Lei lo fissò, irritata. «Sono pienamente soddisfatta del mio impiego attuale, signor Harrison. E a mia madre è stato offerto di affittare un cottage in paese. Per di più, una delle stalle del posto ha accettato di tenere il mio cavallo, per cui, come vede...»

    «Come ti ho detto, a me la casa del custode non serve, per cui non dovreste sostenere alcuna spesa. Anche il tuo cavallo verrebbe tenuto nelle scuderie a titolo gratuito. Inoltre» proseguì, prima che Andrea potesse interromperlo, «credi davvero che la salute mentale di tua madre, già così fragile, sarebbe in grado di sopportare il trasferimento in un cottage del villaggio nel quale la tua famiglia è stata a lungo considerata l’aristocrazia locale?»

    Andrea s’irrigidì. Sua madre non aveva reagito molto bene all’incidente. La morte del coniuge a cui era legata da trent’anni, seguita a ruota dalla scoperta che di lì a poco avrebbe perso anche la propria abitazione, l’aveva lasciata in un equilibrio mentale piuttosto precario. Era probabile che un’altra forte emozione l’avrebbe fatta precipitare nel baratro.

    Di fatto, quelle ultime settimane erano state un incubo per Andi, mentre cercava di barcamenarsi tra le visite alla madre durante i fine settimana e il suo impegnativo lavoro a Londra come assistente personale di Wickham, nei giorni feriali. Era uno sforzo che aveva già iniziato a segnarla pesantemente dopo soli tre mesi, esigendo un tributo sia emotivo che fisico.

    La verità era che sua madre sarebbe stata molto più felice se Andi fosse tornata a vivere con lei nell’Hampshire, a maggior ragione se le fosse stato concesso di rimanere a vivere nella casa del custode a Tarrington Park, e lei stessa sarebbe stata molto più serena sapendo che Marjorie si sentiva a casa.

    L’unico freno che la tratteneva dal cogliere al volo l’opportunità che il destino le stava offrendo era il pensiero di diventare l’assistente personale di Connor, la cui presenza la metteva decisamente a disagio. Aveva l’impressione che quell’uomo non avesse solo l’aspetto di un iceberg, ma che ne possedesse anche le caratteristiche.

    «Non sono sicura di voler lavorare per una persona che si serve delle debolezze altrui allo scopo di ottenere ciò che desidera» osservò, fissandolo con freddezza.

    Il suo interlocutore fece un sorrisetto ironico. «Il fatto che io ti piaccia non è contemplato nel contratto.»

    «Che fortuna!» commentò lei, ironica. «E potrebbe dirmi, invece, cosa è contemplato

    Lui scrollò sbrigativamente le spalle. «È ovvio, tutto ciò che ti compete anche nel tuo impiego attuale. Inoltre, una volta che inizieranno i lavori, trascorreremo la maggior parte del nostro tempo qui, almeno per il primo anno, lavorando alla trasformazione di Tarrington Park in uno degli alberghi più lussuosi della Harrison Holdings. Di tanto in tanto io mi dovrò recare nell’ufficio di Londra, così come dovrò dedicare un certo quantitativo di tempo

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1