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Terre lontane (eLit): eLit
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E-book186 pagine3 ore

Terre lontane (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Nuovo Galles del Sud, 1812 - La dinastia dei Dilhorne è iniziata in modo singolare... L'uomo più ricco e più odiato della colonia, un ex galeotto, necessita di una donna altolocata al suo fianco per acquistare una certa rispettabilità. Nessuno si spiega perché, con i suoi mezzi, abbia scelto proprio Hester Waring, una maestrina timida e insignificante. Il loro non è certo un matrimonio d'amore, quanto piuttosto un contratto d'affari vantaggiosi per entrambi...



Volumi della saga:

Terre lontane - I Dilhorne vol. 1

L'australiano - I Dilhorne vol. 2

Corsa all'oro - I Dilhorne vol. 3

La guerra del cuore - I Dilhorne vol. 4

Una moglie per Cobie - I Dilhorne vol. 5

L'uomo dai mille volti - I Dilhorne vol. 6
LinguaItaliano
Data di uscita28 feb 2017
ISBN9788858966518
Terre lontane (eLit): eLit
Autore

Paula Marshall

Nata e cresciuta in Inghilterra, a dieci anni leggeva già Dickens e Tackeray. La passione per la storia e per l'epoca della Reggenza in particolare ha ispirato in seguito i suoi deliziosi romanzi, avventurosi e ricchi di umorismo.

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    Terre lontane (eLit) - Paula Marshall

    successivo.

    1

    Nuovo Galles del Sud, Sydney, 1812

    Tom Dilhorne scosse la testa con un'espressione divertita. «Una cosa è certa. Nessuno potrà accusarmi di aver fatto i miei interessi sostenendo la nomina di Hester Waring come nuova istitutrice nella scuola del governatore Macquarie» commentò. «L'avete vista ultimamente? Robert Jardine me l'ha indicata proprio ieri. Assomiglia a un topino grigio, con quell'aria smunta e spaventata.»

    «Sappiamo tutti che la tua preferenza va alle rosse prosperose, Tom» osservò il dottor Alan Kerr, ammiccando a sua moglie Sarah. «Hester Waring non è rossa ed è tutt'altro che prosperosa!»

    Come ogni settimana, Tom era a cena a casa dei Kerr, una splendida villa nuova con vista sul porto. Mentre chiacchieravano, aveva sollevato la questione che lo angustiava in quei giorni per chiedere consiglio agli amici.

    «Il problema è che nessun membro del consiglio vuole nominarla, malgrado sia l'unica candidata» continuò.

    «Nessuno tranne te» concluse Sarah, alzandosi da tavola e porgendogli l'ultimo arrivato a casa Kerr, il piccolo John.

    «Esattamente» assentì Tom, cercando di sistemare il frugoletto in braccio con delicatezza in modo da non rovinarsi la bella giacca nuova. Da poco si era elevato al rango di persona rispettabile e non indossava più gli abiti dozzinali degli Emancipisti.

    Gli Emancipisti erano chiamati così perché erano ex galeotti che, deportati dall'Inghilterra, avevano ormai scontato la loro condanna. Quelli che, invece, erano giunti nel Nuovo Galles del Sud da uomini liberi venivano in genere definiti Esclusivi. Erano funzionari del governo, soldati, marinai e semplici cittadini che, per un motivo o per l'altro, erano emigrati di loro spontanea volontà per stabilirsi nell'ultima colonia britannica.

    Gli Esclusivi disprezzavano gli Emancipisti e li ignoravano apertamente, rifiutandosi di dar loro un riconoscimento a livello sociale. Il governatore Macquarie in quel periodo li infastidiva non poco perché stava tentando di far partecipare gli Emancipisti alla vita ufficiale della colonia. Benché fosse uno degli uomini più ricchi di Sydney, Tom restava pur sempre un emarginato, anche se Macquarie l'aveva incluso tra i membri del consiglio scolastico. La netta divisione tra i due gruppi sociali era così profonda che il successo di Tom non faceva altro che accrescere il risentimento contro di lui.

    «Credo che abbia veramente bisogno di quel posto» disse Sarah, pensosa, continuando a parlare di Hester Waring. «Suo padre Fred era un debosciato, nonostante fosse uno degli Esclusivi più in vista per i suoi nobili natali. Non ha fatto altro che bere e giocare d'azzardo fino alla morte. Le ha lasciato qualcosa, che tu sappia?»

    «Solo debiti» rispose Tom succintamente, pulendo la bocca del suo figlioccio con il tovagliolo. Proprio in quell'istante il piccolo pensò bene di fargli dono di una bella macchia sui pantaloni, con gran divertimento del dottor Kerr nel vedere il suo risoluto amico a mal partito alle prese con un poppante.

    Hester Waring venne momentaneamente dimenticata nel trambusto che ne seguì e la conversazione riprese solo dopo che Sarah ebbe portato a letto John. Nel frattempo Tom aveva pulito alla bell'e meglio i calzoni, commentando che uno dei vantaggi della sua precedente condizione, prima di salire di un gradino nella scala sociale, era proprio quello di non dover badare al proprio aspetto né alla pulizia dei propri abiti.

    «Mi dispiace che mio figlio ti abbia rovinato i pantaloni. Oggi il tuo abbigliamento è davvero elegante» commentò Alan.

    «Sto cercando di fare pratica» rispose Tom, lasciandosi sfuggire un sospiro.

    «Di cosa?»

    «Tento di assumere l'aspetto di una persona rispettabile. Adesso che sono entrato a far parte del consiglio scolastico, il governatore sta pensando di nominarmi magistrato» gli spiegò Tom. «Vuole nominare anche te, Alan. Anzi, mi ha chiesto di parlartene.»

    «Che bello!» esclamò Sarah, tornando a sedersi. «Sareste i primi giudici emancipisti di Sydney.»

    «È proprio questo il problema» commentò Tom, incupendosi. «C'è chi ritiene che ex galeotti come me e Alan non abbiano il diritto di amministrare la giustizia.»

    «Se il governatore vuole che siamo magistrati, lo saremo in men che non si dica» obiettò Alan, riferendosi al fatto che i poteri del governatore erano praticamente illimitati a causa della distanza della colonia dall'Inghilterra. Il governo avrebbe potuto opporsi ai suoi editti, ma solo dopo parecchi mesi.

    «Se devo dire la verità, per me è meglio che le cose avvengano in tempi più lunghi. Ho abbastanza grattacapi con il consiglio scolastico per il momento. Voglio dare una buona impressione e farmi apprezzare per il mio operato prima di avanzare di grado.»

    «Sicuramente Fred Waring si rivolterebbe nella tomba se tu diventassi magistrato» scherzò Sarah ridendo.

    Tom annuì. «A proposito, per tornare a sua figlia Hester, quali sono secondo te le qualità che devo cercare in un'istitutrice per assicurarmi che svolga bene il suo compito con i bambini?»

    «Pazienza, innanzitutto» rispose Sarah. «Come programma scolastico vero e proprio, non dovrà fare altro che insegnare loro a scrivere e fare qualche semplice calcolo, oltre a un po' di storia inglese perché familiarizzino con la madrepatria.»

    Tom annuì. «È proprio ciò che penso anch'io. Se potesse dimostrare di possedere tali doti per svolgere il suo incarico in modo soddisfacente potrebbe essere nominata insegnante. Però Fred Waring si è fatto così tanti nemici che non so se il consiglio la esaminerà in maniera obiettiva.»

    «Non è colpa sua, povera ragazza» sospirò Alan.

    «Oltretutto credo che abbia bisogno di guadagnare» aggiunse Sarah. «Perché sono riluttanti ad assumerla, oltre che per Fred?»

    «Credo che la considerino troppo altezzosa e riservata, oltre che fisicamente debole» rispose Tom. «Però io non voglio che quella poveretta sia scartata ingiustamente, nonostante sappia che Fred non mi vedeva di buon occhio.»

    Diciamo pure che ti odiava, rettificò Alan mentalmente.

    «Jardine mi ha rivelato in confidenza che le condizioni di vita di Hester Waring sono tutt'altro che dignitosamente povere» continuò Tom. «Non sempre può permettersi di fare un pasto decente, però è così orgogliosa che preferisce morire di fame piuttosto che chiedere aiuto. Fred non le ha lasciato praticamente niente.»

    «Non credevo che se la passasse così male» commentò Alan, perplesso. «È per questo che vuoi a tutti i costi che venga nominata?»

    Tom annuì. Alan pensò ancora una volta a quanto fosse ingannevole la prima impressione che un estraneo poteva farsi conoscendo il suo amico Tom. Dietro il suo aspetto mite, con i capelli biondi e gli occhi azzurri che ispiravano fiducia, nascondeva una volontà ferrea e una furbizia senza pari. Era grazie a queste doti che Tom riusciva quasi sempre a raggiungere la meta che si era prefissato e Alan sapeva quanto fosse pericoloso per chiunque opporsi al suo volere.

    «Non hai pensato a quale potrebbe essere la reazione di Hester quando saprà che fai parte del consiglio?»

    Tom scrollò le spalle. «Non credo che sarà un problema» borbottò, senza sapere che il suo proverbiale intuito lo stava per una volta ingannando. Non era il tipo da serbare rancore per questioni che considerava di poco conto, come l'avversione che Fred Waring aveva nutrito nei suoi confronti. Ai suoi occhi, il padre di Hester non era stato altro che una persona scarsamente influente che aveva perso il suo posto in società per colpa dei suoi vizi ed era stato tanto sciocco da mostrare pubblicamente il disprezzo che provava per lui.

    «Sicuramente Fred avrà detto peste e corna di te a Hester» intervenne Sarah. «Sai che aveva un'opinione esageratamente positiva di sé. In effetti proveniva da un'ottima famiglia. Hester non è stata allevata diversamente dagli altri nobili anche se, dopo essere andato in rovina, Fred non aveva più i soldi necessari per mantenere uno stile di vita adeguato al suo rango. Comunque è una brava ragazza e spero davvero che tu possa fare qualcosa per aiutarla.»

    «Lo spero anch'io, però temo che non sarà una cosa facile. Dipende un po' anche da Hester, dopotutto. È difficile cercare di fare del bene a chi non può o non vuole mettercela tutta per tirarsi fuori dai guai. In ogni caso farò il possibile per lei, perché non mi piace sapere che vive di stenti.»

    Con questo ultimo commento Tom considerò chiuso l'argomento. Tutti e tre provavano un vago senso di colpa nel pensare alla povera Hester Waring che moriva di fame e soffriva per le privazioni mentre loro mangiavano bene e vivevano negli agi, se non addirittura nel lusso. Benché ricchi, i Kerr e Tom Dilhorne non erano certo persone senza cuore.

    Il sole di metà ottobre cominciava già a diventare cocente; l'estate era alle porte, visto che le stagioni erano rovesciate rispetto all'altro emisfero. In quella bella giornata di festa Sydney era tranquilla; la domenica era l'unico giorno della settimana in cui il trambusto frenetico si fermava e tutto si svolgeva con un ritmo più placido.

    Da un lato della città si stendeva a perdita d'occhio l'oceano infinito che tutti gli abitanti di Sydney, volenti o nolenti, avevano traversato per approdare sulle sue rive. Dall'altro lato cominciava la vasta distesa brulla e inesplorata, coperta dalla vegetazione e abitata solo dagli aborigeni che giravano nudi tra i canguri e gli altri animali selvatici. Dietro la città, invece, si ergevano in lontananza i monti che tagliavano la colonia dal resto del vasto continente. Chi era partito da Sydney per addentrarvisi non era mai tornato per riferire cosa si trovasse oltre la barriera montuosa, se la libertà o la morte.

    In quella domenica di sole, Hester Waring uscì dalla chiesa. Le piaceva assistere alla messa, anche perché era uno dei pochi momenti in cui le sembrava di tornare a far parte della società da cui era stata esclusa. Durante la funzione poteva dimenticare, seppure per poco, la sua drammatica situazione e la fame che le attanagliava costantemente lo stomaco in quel periodo.

    Mentre pregava, aveva implorato il cielo perché la lettera che aveva inviato a Robert Jardine, il segretario della scuola, ricevesse una risposta favorevole, alleviando le sue pene. L'aveva incontrato per strada proprio il giorno prima e lui, pur rivolgendosi a lei con gentilezza formale, le aveva dato ben poche speranze. Hester si era sforzata di non fargli capire quanto facesse affidamento sul fatto che la sua domanda d'impiego potesse essere accolta e si era allontanata a testa alta, ignorando il brontolio cupo del suo stomaco immancabilmente vuoto.

    Tuttavia il suo atteggiamento dignitoso non aveva ingannato Jardine, che aveva seguito con lo sguardo la sua figura patetica mentre si allontanava. La ragazza era visibilmente denutrita, ma Jardine poteva fare ben poco per aiutarla, oltre a ciò che aveva già fatto. Stava tentando d'influenzare Godfrey Burrell, il direttore della scuola, perché intercedesse in suo favore, ma non osava insistere troppo per timore che Godfrey avesse la reazione esattamente opposta e condannasse la ragazza a una vita di stenti.

    Robert Jardine aveva anche informato Hester che Tom Dilhorne avrebbe fatto parte del consiglio scolastico a cui spettava esaminare la sua candidatura. Per rassicurarla, le aveva ricordato che Tom aveva annullato i debiti di Fred Waring alla sua morte, invece di pretendere che sua figlia li pagasse, come avevano fatto altri. Jardine non condivideva l'opinione negativa che Fred Waring aveva avuto di Tom; influenzata da suo padre, Hester diffidava di Dilhorne ed era convinta che fosse un individuo subdolo e senza scrupoli.

    Mentre si allontanava, Hester incrociò la sua amica Lucy, che la salutò con calore. Sensibile e premurosa com'era, Lucy si guardò bene dal far capire a Hester quanto fosse colpita negativamente dal suo aspetto. Contrariamente alla sua amica, che era agghindata a festa e sprizzava salute da tutti i pori, Hester sembrava uno spaventapasseri con il suo striminzito abituccio nero. Solo il matrimonio con un buon partito avrebbe potuto salvarla dalla miseria, pensò Lucy; il problema era che, secondo lei, nessuno avrebbe voluto sposare una ragazza così visibilmente priva di attrattive. Hester Waring non aveva né una ricca dote né un aspetto gradevole e inoltre ostentava un atteggiamento orgogliosamente sprezzante che la rendeva poco appetibile per qualunque scapolo. Persino il marito di Lucy, il tenente Frank Wright, sbuffava con impazienza ogni volta che lei si fermava a chiacchierare con Hester.

    Anche il capitano Jack Cameron, che era in compagnia di Frank Wright, sembrava irrequieto e dimostrava la sua insofferenza spostando il peso del corpo da un piede all'altro mentre Lucy continuava a intrattenersi con quella ragazza bruttina. Accortasi del disagio dei due uomini, Hester preferì salutare l'amica e andarsene, cercando di non far capire quanto fosse disperata la sua situazione. Soffriva acutamente per la mancanza di cibo e di compagnia, ma con la povertà aveva acquisito una fierezza che le impediva di far trapelare il suo tormento. Oltre alla vita di stenti che doveva sopportare, non aveva la forza di sostenere anche la pietà e la derisione altrui.

    Affrettando il passo, si diresse verso la dimora della signora Cooke, dove abitava. Suo padre aveva preso in affitto il piano superiore della casetta a due piani della signora Cooke, una vedova che aveva preferito restare a Sydney invece di tornare in Inghilterra da sola. Dopo la morte di suo padre, oppressa dai debiti che lui le aveva lasciato in eredità, Hester aveva conservato un'unica stanza e si manteneva con il ricavato della vendita di quei pochi gioielli che erano appartenuti a sua madre e che era riuscita a mettere in salvo dalle grinfie avide di Fred Waring. Suo padre aveva venduto tutto ciò che possedeva per poter continuare a bere e giocare d'azzardo nella vana speranza di poter recuperare la fortuna che aveva sperperato.

    Quando entrò in casa, salutò la signora Cooke, cercando d'ignorare il proprio stomaco che si era messo a brontolare appena l'odore delle pietanze cucinate le era giunto alle narici. Si diresse stancamente verso le scale e si chiuse in camera, dove si gettò sul letto pensando allo stufato della signora Cooke. Per un attimo aveva sospettato che stesse per invitarla a mangiare con lei ed era quasi grata alla padrona di casa per averle risparmiato il disagio di dover rifiutare per orgoglio, malgrado la fame che l'attanagliava. Anche per quel giorno il suo pranzo sarebbe stato composto da un pezzo di pane secco con un po' di burro e una mela avvizzita che il padrone dell'emporio le aveva regalato, il tutto annaffiato da un bel bicchiere d'acqua. Quando ebbe finito il suo misero pasto, si sdraiò di nuovo e cercò vanamente di dormire, anche

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