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Verità a sei zeri: Harmony Destiny
Verità a sei zeri: Harmony Destiny
Verità a sei zeri: Harmony Destiny
E-book176 pagine2 ore

Verità a sei zeri: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Quando Hannah Armstrong apre la porta di casa e si trova davanti il più bell'uomo che abbia mai visto rimane senza fiato. E per più di un motivo. L'aitante sconosciuto, infatti, altri non è che Logan Wihttacker, l'avvocato della potente famiglia Lassiter che ha da poco perso il suo patriarca, J.D. Logan è lì per comunicare a Hannah una strabiliante notizia: in quanto presunta figlia biologica del capostipite, lei avrebbe diritto a una parte della favolosa eredità. Seppur incredula, decide di seguirlo per appurare la verità e Logan si dimostra ansioso di starle vicino. Forse anche troppo...
LinguaItaliano
Data di uscita10 gen 2021
ISBN9788830523845
Verità a sei zeri: Harmony Destiny
Autore

Kristi Gold

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Verità a sei zeri - Kristi Gold

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    From Single Mom to Secret Heiress

    Harlequin Desire

    © 2014 Harlequin Books S.A.

    Traduzione di Rita Pierangeli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3052-384-5

    1

    Che bel modo di iniziare la fine di aprile, con fondi limitati e una perdita all’impianto idraulico.

    Ciononostante, Hannah Armstrong non riusciva ancora a credere che la sua fortuna fosse cambiata. Venti minuti dopo aver chiamato la manutenzione, e aver udito l’operatore dichiarare che avrebbero tentato di mandare qualcuno in giornata, il campanello squillò.

    Lasciò la cucina allagata e attraversò con cautela il pavimento della sala da pranzo disseminato di asciugamani. Entrata nel soggiorno, affrontò un altro percorso a ostacoli compreso una decappottabile giocattolo di plastica rosa shocking, e una serie di abiti in miniatura da fare invidia al mondo della moda per bambole. «Cassie, tesoro, devi raccogliere i tuoi giochi prima di poter passare la notte con Michaela» gridò andando ad aprire la porta.

    Ricevette subito il consueto: «Tra un minuto, mamma», che arrivò dal corridoio alla sua destra.

    Hannah era sul punto di sgridare la figlia per quel tipico temporeggiare, ma era troppo ansiosa di dare il benvenuto al suo cavaliere con l’attrezzatura scintillante. Tuttavia, quando spalancò la porta, fu colta alla sprovvista dall’uomo che si trovò davanti. Quel tizio doveva essere l’idraulico più bello di Boulder. Rettifica. Di tutto il Colorado.

    Fece un rapido catalogo dei particolari: uno splendido esemplare maschile di oltre un metro e ottanta, con capelli scuri dal taglio impeccabile e occhi che le ricordarono un cappuccino. Indossava una giacca sportiva blu sopra una camicia bianca, jeans e stivali da cowboy, a indicare che, probabilmente, l’aveva strappato a una riunione di famiglia. Oppure a un appuntamento, dal momento che non c’erano tracce di una fede.

    «La signora Armstrong?» le chiese con un leggero accento strascicato appena lei uscì sul portico.

    Sapendo di avere un aspetto orribile - jeans umidi e pieni di buchi, niente scarpe, capelli raccolti in una coda di cavallo spettinata e una T-shirt di un azzurro sbiadito - Hannah fu tentata di negarlo.

    «Sono io, e sono felice di vederla.»

    «Mi stava aspettando?» Sia il tono sia l’espressione tradivano la sua confusione.

    Stava sicuramente scherzando. «Certo che sì, anche se mi stupisce che sia arrivato così in fretta. E dal momento che ho ovviamente mandato all’aria i suoi piani per il venerdì sera, sappia che apprezzo sinceramente la sua rapidità. Una sola domanda prima che inizi. Quanto fa pagare per le chiamate fuori orario?»

    Lui sembrava decisamente a disagio.

    «Da duecentocinquanta a quattrocento, a prescindere dall’ora.»

    «Dollari?»

    «Sì.»

    Ridicolo. «Non è un po’ esorbitante per un idraulico?»

    La sorpresa iniziale dell’uomo si sciolse in un sorriso, rivelando fossette che avrebbero fatto svenire la più cinica delle donne.

    «È probabile, ma io non sono un idraulico.»

    Hannah avvampò in viso per la stupida deduzione. Se avesse riflettuto, si sarebbe resa conto che non era un tipo da classe operaia. «Allora, lei cos’è? Chi è?»

    Lui estrasse un biglietto da visita dalla tasca della giacca e glielo porse. «Logan Whittaker, avvocato.»

    Un lieve senso di timore impedì a Hannah di rispondere, prima di rendersi conto che non aveva motivo di aver paura di un avvocato. Recuperò abbastanza presenza di spirito da prendere il biglietto e leggerlo. Purtroppo, i suoi dubbi sul motivo della presenza di quell’uomo rimasero senza risposta. Non aveva mai sentito parlare dello studio legale Drake, Alcott e Whittaker, e non conosceva nessuno a Cheyenne, Wyoming.

    Alzò la testa e scoprì che lui la stava studiando. «Di cosa si tratta?»

    «Sto aiutando a sistemare le proprietà del defunto J.D. Lassiter» le rispose, quindi fece una pausa come se la ritenesse una spiegazione sufficiente.

    «Mi dispiace, ma non conosco nessun Lassiter, perciò deve esserci un errore.»

    Lui si accigliò. «Lei è Hannah Lovell Armstrong, giusto?»

    «Sì.»

    «E il nome di sua madre è Ruth Lovell?»

    La conversazione stava prendendo una piega sempre più bizzarra. «Era. È morta due anni fa. Perché?»

    «Perché era nominata come seconda beneficiaria se a lei fosse successo qualcosa prima di reclamare la sua eredità.»

    Eredità. Non poteva essere vero. Non dopo tutti gli anni passati a chiedersi e a sperare che un giorno...

    Poi la realtà cominciò a fare breccia, come anche il ricordo dell’ammonimento della madre: Non c’è niente che tu debba sapere di quell’indegno di tuo padre o della sua spietata famiglia. Non ne ha mai voluto sapere di te dal momento in cui sei nata. Per te è molto meglio ignorare chi sia...

    Traumatizzata dalla possibilità che tutto quello potesse avere a che fare con l’uomo che l’aveva generata, Hannah non riuscì a spiccicare parola. Si limitava a fissare turbata e sconcertata il biglietto che stringeva nella mano.

    «Tutto bene, signora Armstrong?»

    La domanda dell’avvocato la strappò finalmente dal suo stato di stupore. «Al momento sono un po’ confusa.» A dir poco.

    «Capisco. Prima di tutto, non spetta a me interrogarla sui suoi rapporti con J.D. Lassiter, ma sono incaricato di spiegarle i termini della sua eredità e la procedura per reclamarla. Tutto quello che mi rivelerà sarà strettamente confidenziale.»

    Quando si rese conto a cosa poteva alludere, Hannah decise di fare subito chiarezza. «Signor Whittaker, non ho, né ho mai avuto, rapporti con nessuno di nome Lassiter. E se sta insinuando che io potrei essere un’amante segreta, non potrebbe sbagliarsi di più.»

    «Ripeto, non sto supponendo niente, signora Armstrong. Sono qui solo per onorare gli ultimi desideri del signor Lassiter.» Prima di riportare l’attenzione su Hannah, Whittaker lanciò un’occhiata al di sopra della spalla a Nancy, occhi e orecchie del quartiere, che aveva smesso di innaffiare la siepe per ascoltare a bocca aperta. «A causa di problemi di riservatezza, preferirei illustrarle i termini del lascito in un luogo che non sia il suo portico.»

    Anche se sembrava in regola, Hannah non si sentiva tranquilla a invitare uno sconosciuto a entrare in casa, non solo per il proprio bene ma anche per quello di sua figlia. «Ascolti, mi occorre un po’ di tempo per digerire questa informazione.» E anche per indagare sul conto di Logan Whittaker e stabilire che non si trattasse di un subdolo truffatore di professione. «Potremmo vederci stasera per discuterne?» Sempre che non avesse scoperto niente di sospetto su di lui.

    «Posso tornare verso le sette e mezzo.»

    «Preferirei che ci incontrassimo in un luogo pubblico. Ho una figlia e non voglio che ascolti la nostra conversazione.»

    «Nessun problema. E nel frattempo, si senta libera di fare una ricerca su Internet o chiami il mio ufficio e chieda di Becky. Avrà tutte le informazioni del caso e la prova che sono quello che dico di essere.»

    Quell’uomo doveva saper leggere nel pensiero. «Grazie per aver compreso le mie preoccupazioni.»

    «È ragionevole che lei voglia proteggere non solo se stessa ma anche sua figlia.» Parlava come se capisse davvero, soprattutto la parte riguardante Cassie.

    Hannah si appoggiò con una spalla allo stipite. «Suppongo che, nella sua carriera, lei abbia visto una quantità di cose inimmaginabili che coinvolgevano bambini.»

    «Per mia fortuna, mi occupo di diritto societario, così ho a che fare solo con transazioni di affari, proprietà e persone con troppo denaro da sperperare.»

    «Le mie preferite.» Il sarcasmo nel tono di Hannah era inconfondibile.

    «Non le vanno a genio i ricchi e malfamati?» chiese Logan, divertito.

    «Può ben dirlo. È una lunga storia.» Una che non l’avrebbe interessato.

    «Sono sceso al Crest Lodge, non lontano da qui. Hanno un ristorante decente, dove possiamo parlare in privato. Conosce il posto?»

    «Ci sono stata una volta.» Sei anni addietro, con suo marito per il loro anniversario, non molto prima che lui le fosse strappato a causa di un assurdo incidente sul lavoro. «È alquanto costoso.»

    Logan sorrise. «È per questo che hanno inventato il conto spese.»

    «Purtroppo, io non ne ho uno.»

    «Ma io sì, e offro io.»

    E che razza di proposta, stare seduta di fronte a un uomo che era molto piacevole guardare. Una persona di cui non sapeva niente. Naturalmente, si trattava di un incontro d’affari. «D’accordo, se ne è sicuro.»

    «Sicurissimo. Sul biglietto c’è il numero del mio cellulare. Se cambiasse idea, me lo faccia sapere per favore. Altrimenti, l’aspetterò là alle sette e mezzo.»

    Ciò dava a Hannah poco più di due ore per farsi una doccia e vestirsi, sempre che l’idraulico non si facesse vivo, cosa che sembrava altamente improbabile. «A proposito di cellulari, perché non ha risolto la questione per telefono?»

    Logan ridivenne serio. «Prima di tutto, avevo degli affari da sbrigare a Denver, così ho deciso di fermarmi qui mentre tornavo a Cheyenne. In secondo luogo, appena avrà udito i particolari, capirà perché ho ritenuto fosse meglio illustrarle i termini di persona. A stasera.»

    Così dicendo, si avviò lungo il sentiero, salì a bordo di un’elegante Mercedes nera e si allontanò, lasciando Hannah in uno stato di incertezza.

    Dopo aver dedicato qualche altro momento a riflettere sulla situazione, rientrò in casa e si recò subito al suo computer in camera da letto. Iniziò la ricerca su Logan Whittaker e si imbatté in una quantità di informazioni, comprese diverse foto e numerosi elogi. Si era laureato in giurisprudenza all’università del Texas, aveva aperto uno studio dodici anni prima a Dallas, quindi si era trasferito a Cheyenne da sei anni. Era anche descritto come single, non che a Hannah importasse... molto.

    Poi, d’un tratto, le venne l’idea di controllare J.D. Lassiter. Trovò un articolo che esaltava il suo acume negli affari e la sua sterminata ricchezza. Subì un nuovo shock quando riconobbe il volto nella foto che corredava la sua storia... il volto che apparteneva allo stesso uomo che si era recato a casa sua più di venti anni prima.

    Quel particolare giorno, lei era tornata a casa da scuola e aveva sorpreso lui e sua madre sul portico, impegnati in un’accesa discussione. Allora era troppo giovane per capire l’argomento di quella conversazione, e quando aveva interrogato la madre sul conto di quell’uomo, Ruth si era limitata a dire che non era nessuno di cui preoccuparsi. Ma lei si era tormentata... e adesso si chiedeva...

    Hannah fu colta da una strana eccitazione mista a rimpianto. Anche se avesse avuto prove concrete che J.D. Lassiter era in realtà suo padre, non avrebbe mai avuto l’occasione di incontrarlo. Era come se qualcuno le avesse fatto un regalo speciale per poi strapparglielo via. Non aveva importanza. Era chiaro che quell’uomo possedeva più denaro della maggior parte delle persone, e non aveva speso un solo centesimo per il suo mantenimento. Si imponeva una domanda... perché lasciarle adesso parte dei suoi beni? Forse per senso di colpa. Un tentativo di fare ammenda. Ma era ormai troppo tardi.

    Avrebbe incontrato Logan Whittaker a cena, l’avrebbe ascoltato e poi aggiunto che non aveva intenzione di accettare un solo dollaro del patrimonio dei Lassiter.

    Alle otto meno un quarto, Logan cominciò a credere che Hannah Armstrong avesse cambiato idea. Poi, dal suo posto a un tavolo d’angolo, alzò lo sguardo dopo aver controllato l’orologio e la vide sulla porta del ristorante.

    Doveva ammettere di averla trovata dannatamente attraente, dall’apice della coda di cavallo castano ramato alla punta dei piedi nudi. Era il tipo di bellezza acqua e sapone e aveva gli occhi più verdi che avesse mai visto nei suoi trentotto anni di vita.

    Ma adesso...

    Aveva un trucco leggero, che faceva risaltare i suoi lineamenti. I capelli le scendevano dritti sulle spalle e indossava un abito nero senza maniche, che le arrivava appena sopra il ginocchio e modellava le sue curve. Curve assassine che ricordavano a Logan una versione moderna di quelle attrici di altri tempi, prima che la magrezza diventasse l’ultima moda.

    Quando i loro sguardi si incontrarono, Hannah si diresse verso il tavolo, concedendo a Logan una buona visione delle sue lunghe gambe. Riteneva che fosse al di sopra del peso medio per una donna, d’altronde era anche piuttosto alta. Forse era solo merito dei tacchi, anche se non potevano essere più di cinque centimetri. Forse era l’aria di sicurezza che emanava mentre attraversava il locale. O forse lui avrebbe dovuto smetterla di fissarla; si sarebbe cacciato in un grosso guaio se avesse ignorato

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