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Vicino a te: Harmony Collezione
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E-book149 pagine1 ora

Vicino a te: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Non aveva ancora sofferto abbastanza?

La vedovanza, l’adorata figliastra che soffre d’asma, il nonno materno che vuole toglierle l’affidamento. Tracy Meyer è talmente presa dai problemi da non rendersi quasi conto che stanno rapinando la banca dove lei ha appena implorato un prestito.

Quando i poliziotti fanno irruzione...
LinguaItaliano
Data di uscita10 feb 2017
ISBN9788858961032
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    Anteprima del libro

    Vicino a te - Patricia Werner

    successivo.

    Prologo

    Tracy Meyer detestava stare sulla difensiva, perciò si sforzò di tenere le mani in grembo per non continuare a giocherellare con i riccioli biondo rame.

    Quell'appuntamento alla sede centrale della Banca del Colorado, alle nove di mattina del mese di luglio, era snervante. D'altra parte la sua vita e quella della sua figliastra Jennifer dipendevano dall'esito di quell'incontro.

    Non riusciva a capire come Amanda Fielding, direttore della banca e madre di una bambina di nove anni, potesse essere tanto insensibile. Tracy aveva presentato richiesta di poter accedere al fondo fiduciario di Jennifer. Era la somma raccolta un anno prima, alla morte del padre di Jennifer, suo marito. Scott Meyer era un poliziotto rimasto ucciso nell'esercizio delle sue funzioni, e il fondo fiduciario era stato voluto dalla polizia di Denver.

    Dopo la morte di Scott, Tracy aveva dovuto scegliere un'assicurazione sanitaria costosa disposta a coprire le ingenti spese per l'asma di Jennifer.

    Il suo lavoro di direttrice di una piccola società di pubblicità era molto impegnativo e difficilmente conciliabile col ruolo di genitore single. Le attenzioni particolari di cui necessitava la bambina, l'obbligavano a restare a casa per la maggior parte del tempo. I risparmi erano finiti e solo quell'incontro poteva modificare la loro situazione.

    Accanto a lei era seduta la tutrice di Jennifer, Carrie Lamb. Tracy sapeva che Carrie adorava la piccola, tuttavia temeva che, essendo un'impiegata della banca, si sarebbe sentita in soggezione di fronte ad Amanda Fielding.

    Tracy aprì la cassetta di sicurezza che era appoggiata sul tavolo davanti a lei. Sollevò il pesante revolver che le era stato consegnato dopo la morte del marito e lo posò in modo da prendere le carte che erano sistemate sotto.

    «Oh, mio Dio, Tracy! Ha una pistola?» esclamò Amanda.

    «Era il revolver d'ordinanza di Scott.»

    «Spero non sia carico!»

    Tracy spalancò gli occhi e sollevò lo sguardo.

    «Non lo so, io detesto le armi!»

    Carrie prese la pistola e con un rapido movimento aprì il tamburo per controllare. Estrasse cinque pallottole e le lasciò cadere nella cassetta. «Adesso è scarica! Non c'è più da preoccuparsi.»

    Tracy si stupì. Dove aveva imparato a maneggiare le armi? Prese i documenti riguardanti il fondo e li porse ad Amanda.

    Lei li guardò a malapena. «Ho le copie. Legalmente lei ha tutti i diritti ad accedere ai soldi, ma come supervisore e responsabile, io sono contraria. Questo denaro è stato stanziato per gli studi al college di Jennifer, non può usarlo per le spese ordinarie.»

    Tracy si sentì stringere lo stomaco. «Ma non capisce? Io e Jennifer non abbiamo più soldi!»

    La casa era di proprietà, però c'erano ancora le rate del mutuo da pagare e lei non poteva lavorare a tempo pieno se doveva occuparsi della salute della bambina. Strinse i pugni per paura che l'argomento slittasse sulla causa per la custodia di Jennifer, fatta dal nonno materno, Andrew Leigh. La madre di Jenny era morta un anno prima del suo matrimonio con Scott.

    «Mi rendo conto della situazione» continuò Amanda, «deve capire, però, che il nonno di Jennifer la accuserà di irresponsabilità.»

    «Andrew Leigh conosce appena sua nipote» ribatté Tracy con veemenza. «In questi quattro anni che mi sono occupata di lei, l'ha vista solo sei volte.»

    «Certo non ha possibilità di vincere la causa per la custodia, vero?» s'intromise Carrie.

    «Mi dispiace, invece temo proprio di sì! È un parente stretto e per di più si può permettere i migliori avvocati» spiegò Amanda.

    Qualcosa urtò contro la porta, interrompendole. Amanda si accigliò a quell'interruzione. «Stiamo lavorando!»

    Un uomo vestito di nero con un passamontagna sul volto, fece irruzione nella stanza. Puntò su di loro un fucile semi automatico. «In piedi! Svelte» ordinò.

    Tracy trattenne il fiato.

    «Che cosa sta succedendo?»

    «Un... una rapina» disse Amanda impallidendo.

    L'uomo l'afferrò per un braccio. «Conosci la combinazione della cassaforte?»

    Amanda annuì, tremando.

    Tracy vide Carrie che allungava la mano verso il revolver che era nella cassetta di sicurezza, ma il rapinatore la precedette e si infilò l'arma nella cintura. «Fuori, muovetevi!»

    Carrie bisbigliò: «Facciamo come dice».

    Tracy seguì Amanda per le scale. Prima di uscire dalla stanza, notò che la cassetta di sicurezza era aperta, il contenuto sparso sul tavolo. Udì Carrie che parlava a bassa voce col rapinatore ma non riuscì a decifrare le parole.

    Al piano superiore li aspettavano altri due rapinatori armati che tenevano sotto tiro clienti e impiegati, sdraiati a terra. Uno dei malviventi era enorme, mentre l'altro era più esile ma con uno sguardo di ghiaccio. La guardia giurata era stesa con la faccia sul pavimento e una ferita al capo.

    Il più corpulento dei malviventi si stava spazientendo. «Basta giochetti! Apri quella dannata cassaforte, subito!»

    Tracy vide Carrie ed Amanda incamminarsi verso il caveau e poi tornare accanto a lei. Udiva distinta mente il terzo complice che stava riempiendo una borsa con i soldi.

    Dalla finestra, vide arrivare alcune volanti della polizia nel parcheggio antistante la banca. Grazie a Dio!

    «Ehi» sibilò un rapinatore, «abbiamo compagnia.»

    Un ostaggio steso sul pavimento, estrasse una pistola e sparò alcuni colpi verso i malviventi. In un attimo si scatenò una violenta sparatoria e Tracy si rannicchiò sotto un tavolo per cercare di ripararsi.

    Sul pavimento, l'uomo coi capelli grigi che aveva estratto l'arma, era immobile.

    Un rapinatore era intento a parlare al cellulare.

    La vista delle volanti nel parcheggio avrebbe dovuto rassicurare Tracy, ma nella sua mente si formò un penoso ricordo. Un'altra rapina in banca, un anno prima e un altro intervento della polizia. Poi una telefonata. Scott aveva agito da solo, senza nessuno che gli coprisse le spalle perché il resto del gruppo della SWAT era impegnato in un'altra operazione.

    Il rapinatore parlava di ostaggi e di un'ambulanza. Un altro gridò: «Voi trasportate fuori il ferito e lasciatelo sul prato. Muovetevi lentamente e non cercate di scappare!».

    Tre impiegati della banca eseguirono in silenzio.

    «Ci lasceranno andare» disse Tracy speranzosa.

    «Forse» ribatté Carrie, senza convinzione, «dobbiamo comunque stare in guardia.»

    Il primo rapinatore continuava a organizzare l'uscita dei clienti, ma quando toccò a Carrie, Tracy e Amanda, le bloccò. «Voi no! Abbiamo bisogno di ostaggi.»

    «Lasciatele andare, sono io la responsabile qui» propose Amanda facendo un passo avanti.

    «Mi spiace tesoro, ma non ci basti.»

    Amanda si avvicinò a lui. «Lasciatele andare! Sapete chi sono?»

    «Certo! Sei un ostaggio»

    «Dovete rilasciare le altre donne.»

    «Allontanati o sei morta!»

    Amanda si voltò verso Tracy. «Mi spiace...» Poi si rivolse di nuovo al bandito. «Insisto...»

    La montagna di muscoli le sferrò un colpo alla tempia col calcio della pistola. Tracy lanciò un grido mentre Amanda cadeva ferita sul pavimento.

    1

    La squadra della SWAT di Denver, protetta da un camion blindato, superò lo sbarramento delle volanti posizionate attorno alla banca. Matthew Forrest ascoltava attentamente il capitano, che intanto mostrava una piantina dell'edificio. Tutti i componenti del gruppo stavano ricontrollando le loro nove millimetri automatiche. Un'irruzione violenta era l'ultima scelta e loro dovevano essere sempre pronti a rischiare la vita in questi assalti.

    Fortunatamente, si trovavano in città quella mattina. In pochi minuti erano saliti sul furgone dotati di tutti gli equipaggiamenti e delle ricetrasmittenti, pronti a recarsi sul luogo. Un anno prima la squadra era impegnata a sventare un crimine fuori Denver e quando era arrivata la chiamata per la rapina alla banca di Crestmoor, Scott, il compagno di Matt, era stato il primo a rispondere alla richiesta di aiuto. Senza il supporto del resto del gruppo, però, era rimasto ucciso da una calibro 38. Un colpo alla testa ed era morto all'istante! I rapinatori erano riusciti a fuggire.

    «Non sappiamo con precisione quanti rapinatori ci siano all'interno della banca» li ragguagliò il comandante John Udal, un uomo atletico dai lineamenti marcati. Matt si fidava ciecamente di lui. Grazie ai suoi vent'anni di carriera e di esperienza, era stimato da tutti.

    Udal continuò a esporre gli elementi che erano in loro possesso. «Non c'è tempo per provare l'irruzione. Le macchine di pattuglia coprono il perimetro esterno. Il capitano McAllister si è già messo al lavoro, sta parlando col responsabile delle operazioni.»

    Il comandante lanciò un'occhiata a Juergen Biggs, il negoziatore della SWAT. «Forse abbiamo ancora un'opportunità di convincerli a rilasciare gli ostaggi e ad arrendersi.»

    «Quanti sono bloccati dentro?» domandò Matt.

    «Tre donne. C'è già stata una sparatoria e non sappiamo se qualcuno è rimasto ferito.»

    Matt infilò nella fondina la pistola e ne nascose un'altra nella tasca del giubbotto antiproiettile. Era stato scelto per quel lavoro così impegnativo grazie alle sue doti di agilità e prontezza.

    «Forrest» continuò il comandante Udal, «tu e Hobbs sarete i primi a entrare se non avranno ancora rilasciato gli ostaggi prima dell'irruzione.»

    «Sissignore.»

    «Dato che non conosciamo la posizione né il numero dei rapinatori, utilizzeremo i lacrimogeni» li avvertì Udal.

    Matt annuì. Purtroppo quel mezzo era l'unico adatto a creare un diversivo e a permettere agli agenti di entrare senza essere visti. I malviventi, disorientati dal fumo e dal rumore, avrebbero avuto tempi di reazione più lunghi e la SWAT, istanti preziosi per aiutare gli ostaggi.

    «Immagino che entreremo dalla porta laterale» suggerì Matt.

    «Esattamente. Nel frattempo McAllister li terrà impegnati sul davanti.» Udal fissò Roland Baker, il loro tiratore scelto. Roland era un uomo alto, con un temperamento calmo e riflessivo, il miglior amico di Matt.

    «Ti posizionerai sul tetto dell'edificio, in modo da coprire ogni tentativo di fuga. Non ti darò l'ordine di far fuoco se ci saranno dei civili di mezzo!»

    Roland annuì. Il tiratore scelto doveva essere l'uomo più equilibrato di tutto il team, pronto a sparare solo dopo aver ricevuto l'okay dal suo comandante.

    Il furgone si fermò all'angolo

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