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Riposo e dolci coccole (eLit): eLit
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E-book158 pagine1 ora

Riposo e dolci coccole (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Il ristorante Bella Rosa è aperto. Prendete posto e godetevi un menu dove le pietanze sono condite con i segreti e gli amori dei protagonisti di questa avvincente saga familiare.



Elizabeth Green ha deciso di prendersi un po' di riposo dalla vita politica che l'assorbe completamente; e cosa c'è di meglio di un'accogliente tenuta di campagna? Ma Elizabeth ad attenderla trova anche Jack Lewis, l'affascinante e tenebroso proprietario. La permanenza lì sarà più interessante del previsto.
LinguaItaliano
Data di uscita30 ott 2017
ISBN9788858978030
Riposo e dolci coccole (eLit): eLit
Autore

Barbara Hannay

Vive nel Queensland. Dopo anni d'insegnamento, ha deciso di coltivare la sua passione: scrivere.

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    Anteprima del libro

    Riposo e dolci coccole (eLit) - Barbara Hannay

    successivo.

    1

    Era vestita tutta di bianco.

    Jack Lewis sorrise mentre l'elegante figura scendeva dal piccolo aereo. Nuvole di polvere rossa si posavano lentamente sulla pista d'atterraggio; la stessa sabbia ricopriva il suo fuoristrada, gli stivali da cowboy che indossava e, praticamente, ogni cosa lì attorno, eppure la senatrice Elizabeth Green aveva scelto di arrivare a Savannah abbigliata da capo a piedi di un candore immacolato.

    Gli eleganti sandali ai suoi piedi erano bianchi, come i pantaloni inamidati, la camicia di lino e il cappello dalla tesa floscia. Uniche eccezioni gli occhiali neri, all'ultima moda, e la valigetta a tracolla in pelle color verde chiaro che conteneva un computer portatile.

    Quella donna pensava forse di essere arrivata nell'elegante riviera italiana?

    Jack non riuscì a contenere una debole imprecazione, udita solo da Cobber, il cane da mandria accucciato ai suoi piedi. «Credo sia meglio andare a salutare.»

    Ignorando la fastidiosa sensazione di martirio che lo accompagnava, attraversò la striscia di polvere, muovendosi con evidente disinvoltura, seguito dal suo fedele amico a quattro zampe.

    Jack era arrabbiato con se stesso per avere permesso al suo capo, un'anziana signora vedova da otto anni, di averlo costretto a ospitare quella persona. Kate Burton aveva l'abitudine di testare la pazienza di Jack, organizzando i propri affari attraverso telefonate a lunga distanza dalla sua lussuosa casa di riposo a Melbourne.

    «Devo un favore a Lizzie» gli aveva annunciato candidamente. «Non ti darà alcun problema, Jack. Vuole solo riposarsi e respirare aria di campagna e poi ha bisogno anche di stare lontana dai media per un po'. Capisci, vero?»

    Abituata ormai da qualche anno a non essere contraddetta, Kate non aveva nemmeno dato la possibilità a Jack di protestare e di dirle di no, che non capiva, che gestiva un'azienda d'allevamento non un albergo e, adesso che era il periodo di transumanza delle mandrie, aveva programmato di unirsi alla squadra.

    Da parte sua, Kate si era risparmiata lo sforzo di spiegare perché una senatrice di alto profilo, personaggio di punta dei giornalisti di Canberra, avesse all'improvviso scelto di rifugiarsi in un luogo così lontano, nell'estremo nord del Queensland.

    Kate non aveva lasciato a Jake altra scelta se non quella di rinunciare ai suoi impegni in fattoria per occuparsi della sua ospite. Quella mattina aveva radunato i cavalli che pascolavano in quel recinto e spianato il formicaio che era spuntato sulla pista d'atterraggio dall'ultima volta che vi aveva atterrato un aereo leggero.

    E adesso, mentre si avvicinava, lei aveva raddrizzato le spalle e sollevato il mento, in una posa che denotava autorità e determinazione.

    Il cappello bianco e gli occhiali scuri nascondevano parte del volto della donna, ma Jack percepì la sua sorpresa, come se lei si aspettasse di vedere una persona diversa.

    Stessa sensazione per Jack. Da vicino, la senatrice Elizabeth Green era una donna di una bellezza straordinaria.

    Certo, aveva visto alcune sue fotografie sui giornali e aveva ammirato l'avvenenza fisica, ma la versione reale lo aveva davvero colpito. Di sicuro, la senatrice Green appariva troppo dolce e seducente per essere un'autorità del governo federale.

    Notò le sue generose curve sotto l'abbigliamento di lino bianco.

    I capelli scuri erano raccolti nel cappello e alcune ciocche setose che le scendevano sulla nuca, guidarono la sua attenzione sulla pelle liscia, luminosa, leggermente ambrata, tipica della bellezza mediterranea.

    E la bocca...

    Diamine! Era piena, carnosa, tumida. La più sensuale che Jack avesse mai visto.

    Poi le labbra si mossero. «Signor Lewis?»

    Ci volle qualche secondo prima che lui riuscisse a rimettere in funzione il cervello.

    «Buongiorno, senatrice.» Scandì le parole ad alta voce. «Benvenuta a Savannah.»

    Si chiese se gli avrebbe offerto la mano. Il grande cappello e gli occhiali nascondevano così tanto del volto di quella donna che gli risultò difficile raccogliere indizi, ma percepì che lo stava ancora studiando nel tentativo di formulare supposizioni il più corrette possibile.

    Alla fine lei gli porse una mano fredda, magra, ma dalla stretta ben ferma.

    «Ho dei bagagli.» A dispetto delle sue origini italiane, la senatrice rivelò un inconfondibile accento americano.

    Jack fece un cenno al pilota. «Prendo io i bagagli, Jim.»

    Nella stiva, trovò due valigie uguali, Louis Vuitton naturalmente, e una borsa della stessa griffe colma di libri. Quando lui issò la tracolla sulla spalla, notò che i volumi pesavano una tonnellata.

    «Vedo che ha intenzione di leggere molto» osservò regalandole un sorriso.

    La senatrice scrollò leggermente le spalle, come se fosse scontato che avrebbe avuto ben poco da fare lì, eccetto tenere in allenamento la mente.

    Riducendo il sorriso a un'espressione rassegnata, Jack salutò con la mano il pilota, poi sollevò le valigie. A giudicare dal loro volume, sembrava che la donna avesse programmato di restare a Savannah per sei mesi. O anche più a lungo. Kate Burton era stata vaga sulla durata della sua permanenza.

    «Sarà meglio andare prima che Jim decolli e ci investa con un'altra nube di polvere.» Jack annuì in direzione del fuoristrada. «La limousine è là.»

    Di nuovo la senatrice Green ignorò l'umorismo di Jack. Al contrario, osservò il veicolo ricoperto di sottilissima sabbia, poi si guardò addosso, notando le macchie rosse miste a fili d'erba e, in ultimo, alzò gli occhi verso il cielo, terso e limpido. Sconfinato.

    Solo il grido di una cornacchia rompeva il silenzio.

    Guardando con attenzione la sua ospite, Jack la vide emettere un sospiro, come se si cimentasse a sostenere una dura prova. A lui non interessavano i problemi di quella donna o perché fosse venuta lì eppure, suo malgrado, provò una punta di compassione per lei.

    Incominciarono a camminare e, dopo avere percorso la breve distanza che li separava dal fuoristrada, non più di una sessantina di metri, i sandali della senatrice Green si ricoprirono di sabbia, la stessa che andò a depositarsi sull'orlo dei suoi pantaloni immacolati, formando una striscia rossa.

    Lei strinse le labbra in un'espressione di disappunto mentre Jack sistemava i bagagli accanto ai grossi rotoli di filo spinato per la recinzione, nel vano posteriore del suo vecchio SUV.

    «Spero che non si aspetti niente di lussuoso.» Aprì la portiera del passeggero, notò i peli del cane sul sedile e, a dispetto del desiderio di lasciarli lì, sbatté la tesa del cappello per rimuoverli.

    «Grazie» disse la senatrice in un tono altezzoso che gli ricordò quello di una principessa rivolta al proprio lacchè.

    Jack si sforzò di ignorare il fastidio che provò.

    «È lontana la fattoria?» chiese poi.

    «Non molto. Un paio di chilometri.»

    «Salta dietro, Cobber» ordinò Jack e il cane obbedì, prendendo posto accanto alle valigie. «È meglio che si allacci la cintura» suggerì poi sistemandosi dietro al volante. «La strada è abbastanza sconnessa.»

    Lizzie sedeva in un mesto silenzio mentre il fuoristrada percorreva l'impervio tragitto. Era grata che lui non cercasse di intavolare una conversazione. In tal caso avrebbe dovuto usare un tono alto di voce per sovrastare il rumore del motore. Sembrava abbastanza rilassato alla guida, mentre lei stringeva la maniglia di sostegno al di sopra della sua testa, più nel tentativo di calmare i nervi che per contrastare gli scossoni.

    Aveva bisogno di allontanare la fastidiosa agitazione da scolaretta che l'aveva pervasa da quando aveva posato gli occhi su Jack Lewis.

    Santo cielo! Era ridicolo. Non aveva quella reazione a un uomo da quasi dieci anni e la trovava assolutamente ingiustificata.

    Era assurdo e stressante, alla soglia dei quarant'anni, sentire il sangue esploderle nelle vene come dei fuochi d'artificio. Ma forse tutto ciò era imputabile alla sorpresa, cercò di convincersi. Si aspettava che Jack Lewis fosse più vecchio di parecchi anni.

    Dopo la conversazione con Kate Burton, si era costruita un'immagine dell'allevatore di Savannah che corrispondeva a quella di un fattore di mezz'età, dall'aria paterna e gentile e i capelli brizzolati. Una figura po' schiva e riservata, come possono esserlo le persone di campagna.

    Lizzie non poteva essersi allontanata di più dalla realtà.

    Jack era giovane, di sicuro più di lei, ed era uno stupendo esemplare di maschio: fisico atletico, alto, muscoloso e sembrava scoppiare di salute. Quell'uomo dalle ciocche schiarite dal sole, luminosi occhi verdi e un sorriso che avrebbe sciolto il ghiaccio, era maledettamente bello e pericoloso.

    La cosa scioccante era che Lizzie aveva conosciuto una gran quantità di uomini affascinanti senza sentire le ginocchia molli, ma c'era qualcosa di diverso in lui, qualcosa di indefinibile.

    Forse era il modo lento e disinvolto in cui si muoveva. Ripensò al passo sciolto e tranquillo quando le si era avvicinato e al modo in cui aveva sollevato senza sforzo le valigie, come se contenessero fazzoletti di carta. Anche il suo atteggiamento alla guida era rilassato e naturale; teneva il volante con una mano e l'altra sulla leva del cambio.

    Jack Lewis aveva sex appeal da vendere.

    E lei era sicura che tutte le giovani donne della zona fossero innamorate di lui.

    Santo cielo! Doveva smetterla di pensare a quelle cose. Subito!

    Jack Lewis non era il suo tipo. Nemmeno lontanamente. Lei era una senatrice federale, un personaggio importante, impegnato, molto impegnato. Tutto in Jack, il sorriso conturbante, il linguaggio disinvolto del suo corpo, dimostravano che il suo stile di vita era diverso da quello di Lizzie.

    Certo, lei sapeva bene che non avrebbe dovuto reagire a una superficiale apparenza. La carriera le aveva insegnato che conoscere le persone significava andare oltre le apparenze. L'immagine spesso inganna; la verità è sempre nascosta.

    Era cosciente anche di avere la pessima abitudine di innamorarsi dell'uomo sbagliato. Due volte nella vita aveva incontrato qualcuno che, al primo impatto, aveva trovato attraente e, tutte e due le volte, era rimasta scottata, ridotta quasi in cenere.

    Mai più. Quei due buoni motivi, erano stati sufficienti a farle prendere la saggia decisione di tenere gli uomini alla larga.

    Ma era contenta di evitare le relazioni finalizzate al matrimonio e stentava a credere che avesse perso tanti anni a cercare disperatamente la sua anima gemella. Aveva assaporato la libertà di essere sola, come sua madre.

    Il fuoristrada sobbalzò su un fossato e Lizzie si portò d'istinto una mano sul ventre, in un gesto di protezione.

    Il suo bambino.

    Suo, soltanto suo.

    Gli ultimi tre mesi erano trascorsi velocemente e, secondo i libri sulla gravidanza che aveva studiato a fondo, la sua creatura doveva avere la grandezza di una mezza banana.

    «Tutto bene?» Jack le rivolse una fugace occhiata di preoccupazione.

    «Sì, grazie.» La sua voce risuonò brusca. La tensione la rendeva nervosa e si affrettò a sollevare la mano per infilare una ciocca di capelli sotto al cappello.

    L'ultima cosa che voleva era attirare l'attenzione sul bambino che le stava crescendo in grembo. Kate Burton le aveva promesso di tacere la sua gravidanza a Jack e

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