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Agli ordini della passione: Harmony Destiny
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E-book164 pagine2 ore

Agli ordini della passione: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

È da anni che non si vedono, da quando, cioè, si erano giurati odio eterno. Ma quando Alexander Cobb rivede la bella Jodie Clayburn non crede ai propri occhi. Un viso delicato e un corpo mozzafiato hanno preso il posto della faccia da scolaretta e della goffaggine. I sensi di Alexander sembrano impazzire. Oltretutto ha bisogno di lei per scovare i responsabili di un losco traffico che minaccia la cittadina di Jacobsville. Lui non riesce a starle lontano, ha bisogno in ogni momento del suo “uomo infiltrato”, anche se nel caso specifico si tratta di una splendida donna. Riuscirà Alexander a non rimanere impigliato nella ragnatela fatta di tensione e desiderio?
LinguaItaliano
Data di uscita10 giu 2016
ISBN9788858950807
Agli ordini della passione: Harmony Destiny
Autore

Diana Palmer

Stella indiscussa nel firmamento degli "autori rosa", Diana Palmer ha al suo attivo un centinaio di romanzi e la presenza, da qualche anno a questa parte, nella prestigiosa New York Times Bestselling List, una certificazione di eccellenza in ambito editoriale!Le sue storie toccano il cuore delle lettrici con atmosfere intriganti e sensuali, e con personaggi a tutto tondo, delineati con maestria e grande intensità.Alle spalle di Diana, un passato di giornalista, lavoro che ha svolto per sedici anni, prima del passaggio al mondo dei romanzi rosa. Le sue passioni, tuttavia, non si esauriscono con la scrittura; donna dai mille interessi, si dedica alla famiglia, non trascura l'impegno nelle associazioni assistenziali ed è riuscita a ritagliarsi del tempo per lo studio, arrivando alla soglia dei quarantanove anni alla laurea con lode. Non avere il tempo per annoiarsi: questo sembra essere il motto di Diana Palmer.

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    Anteprima del libro

    Agli ordini della passione - Diana Palmer

    risolvere.

    1

    Non c'era modo di uscirne. Margie Cobb l'aveva invitata alla festa al ranch, quel sabato, e Jodie aveva già esaurito il proprio repertorio di scuse. A nulla sarebbe valso continuare a ripetere che la sua presenza non era indispensabile, anzi... se non si fosse presentata, avrebbe solo fatto piacere a qualcuno. Nello specifico, Alexander, il fratello maggiore di Margie.

    «Mi odia, Margie» protestò al telefono dal proprio appartamento di Houston. «Lo sai che è così. Sarebbe al culmine della gioia se rimanessi lontana da lui per il resto della mia vita e non mi trovasse più davanti al suo naso.»

    «Non è vero» lo difese però Margie. «Lex ti apprezza, davvero» aggiunse con forzata convinzione, usando il soprannome che solo una manciata di persone al mondo era autorizzata a utilizzare. Jodie non era una di queste.

    «Giusto. Solo preferisce nascondere il suo affetto per me dietro a scatti di collera venati di sarcasmo» fu l'acida risposta.

    «Appunto.» Il tentativo di suscitare una risata, tuttavia, fallì miseramente.

    Jodie si rilassò sul divano, raccogliendo in una mano i lunghi capelli biondi; avrebbe dovuto tagliarli, ma le piaceva poterci giocare, e poi a Brody Vance piacevano i capelli lunghi. Al ricordo, il sorriso le raggiunse anche gli occhi grigi. Brody era il suo superiore alla Ritter Oil Corporation, ed era in aria di promozione. Come Jodie. Da sua assistente, se Brody fosse stato avanzato di grado, lei avrebbe preso il suo posto come addetta alle Risorse Umane. Lei piaceva a Brody. E anche a lei piaceva lui. Naturalmente, Brody aveva una fidanzata mozzafiato che era anche responsabile del marketing di un'azienda consociata, ma era sempre in viaggio per lavoro e lui era solo. Così avevano pranzato spesso insieme, e Jodie si era resa conto di provare un certo affetto per lui. Brody aveva incominciato a notarla. E Alexander l'aveva accusata di cercare di arrivare al Consiglio di Amministrazione andando a letto con i superiori...

    «Non è vero!» negò di botto, ricordando la sua visita inaspettata in compagnia di un amico dirigente.

    «Scusa?» ribatté Margie, stupita.

    Jodie si irrigidì di scatto. «Niente» replicò. «Scusa, stavo solo pensando. Sapevi che Alexander ha un amico che lavora per la mia società?»

    Ci fu una lunga pausa. «Davvero?»

    «Jasper Duncan, il manager delle Risorse Umane della nostra divisione.»

    «Ma certo, Jasper! Come lo sai?»

    «Il signor Duncan lo ha portato da me mentre stavo parlando con... be', un mio caro amico, il mio capo.»

    «Ah, quello con cui mio fratello pensa che tu vada a letto.»

    «Margie!»

    Perlomeno la sua risata risultò imbarazzata. «Scusa, lo so che non c'è niente di vero. Alexander tende sempre a pensare il peggio delle persone. Sai di Rachel, no?»

    «Tutti sanno di Rachel» borbottò Jodie. «È successo sei anni fa e ce lo rinfaccia ancora adesso.»

    «Siamo state noi a presentarli» le ricordò Margie sulla difensiva.

    «D'accordo, ma come potevamo sapere che Rachel era un'arrampicatrice in cerca solo di un uomo ricco da sposare? E comunque avrebbe dovuto intuire che Alexander non sarebbe stato al gioco!»

    «Lo conosci piuttosto bene, eh?» osservò Margie.

    «Ti sei scordata che siamo cresciuti tutti insieme a Jacobsville?» le ricordò Jodie. «Più o meno» aggiunse poi soprappensiero. «Fin quando lui non si è trasferito a Houston per entrare nella DEA.»

    «E se non si tiene conto del fatto che ha sempre otto anni più di noi» ridacchiò l'amica. «Andiamo, lo sai che te ne pentirai, se non parteciperai alla festa. Ci saranno molte persone, e verrà anche Derek» sottolineò l'amica per persuaderla.

    Derek era un lontano cugino di Margie, un uomo da sogno con qualche abitudine particolare e un senso dell'umorismo davvero bizzarro.

    «Lo sai che cosa è successo l'ultima volta che Derek e io ci siamo visti» esitò Jodie con uno strano presentimento.

    Margie non poté che rassicurarla. «Oh, sono sicura che Alexander ormai lo ha dimenticato.»

    «Ha la memoria lunga. E Derek riesce sempre a convincermi a fare qualunque cosa.»

    «Vorrà dire che vi starò attaccata e vi proteggerò da impulsi pericolosi. Andiamo, di' di sì. Ho l'opportunità di mostrare i miei disegni, ma al party deve filare tutto liscio. E poi ho creato questo modello che voglio provare su di te: per qualcuno con un corpo da indossatrice, ora non hai stile!»

    «Tu ne hai a sufficienza per entrambe. Sei una stilista, io solo un'impiegata: devo vestirmi di conseguenza.»

    «Storie. Quand'è stata l'ultima volta che il tuo capo ha indossato un abito da sera a una festa?»

    A Jodie balenò in mente una pubblicità vista in televisione, dove gli uomini indossavano abiti da sera da donna. Scoppiò a ridere, pensando alle gambe pelose di Alexander in mostra sotto una minigonna, e poi cercò di immaginare dove avrebbe tenuto la pistola di ordinanza, e rise ancora più forte.

    Quando ebbe raccontato a Margie che cosa stava pensando, entrambe risero fragorosamente.

    «Okay» capitolò infine. «Verrò. Ma se spacco un ramo sul cranio di quel testone di tuo fratello, non dire poi che non eri stata avvertita.»

    «Giuro, non dirò una parola.»

    «Allora ci vediamo venerdì pomeriggio verso le quattro» disse Jodie, rassegnata. «Noleggerò un'auto all'aeroporto.»

    «Ehm, Jodie...»

    Lei grugnì. «Va bene, Margie, va bene! Aspetterò che tu mi venga a prendere all'aeroporto.»

    «Grandioso!»

    «Solo perché ho ammaccato il paraurti un paio di volte» borbottò.

    «Hai distrutto due macchine, Jodie, e Alexander ha dovuto tirarti fuori di prigione dopo l'ultimo incidente...»

    «Be', quello stupido barbaro ignorante meritava di essere colpito! Mi ha chiamato... bah, non importa, ma se l'è proprio voluto quel pugno sul naso!» sbraitò.

    Margie cercò di non ridere. Di nuovo.

    «Comunque, è stata solo una piccola multa e il giudice ha preso le mie parti quando ha sentito l'intera storia» proseguì, trascurando di dar peso al fatto che Alexander avesse parlato prima con il giudice stesso. «Non che tuo fratello mi permetta di dimenticarlo. Solo perché lavora per il Dipartimento di Giustizia non ha il diritto di farmi la predica sulla Legge!»

    «Vogliamo solo che arrivi sana e salva, Jodie» cercò di tranquillizzarla Margie. «Ora metti qualcosa in valigia, di' al tuo capo che hai un cugino malato di cui ti devi occupare e verremo... ehm, verrò a prenderti all'aeroporto venerdì pomeriggio. Chiamami quando sai il numero del volo, okay?»

    «Okay» rispose Jodie, senza notare il lapsus.

    «Ci vediamo, allora! Ci divertiremo un sacco!»

    «Certo che sì» rispose lei. Ma, quando riappese la cornetta, cominciò a imprecare a denti stretti e a maledire la propria debolezza. Alexander le avrebbe reso la vita un inferno, senza dubbio; non gli piaceva, non gli era mai piaciuta. E da quando si era trasferita a Houston, lui era diventato ancora più antagonistico. Tra l'altro, per Jodie, la festa avrebbe probabilmente comportato un weekend estenuante, perché avrebbe dovuto occuparsi della cucina. La cuoca governante, Jessie, non sopportava Alexander, per cui si dava alla macchia tutte le volte che il signor Cobb era al ranch; e Margie sapeva a malapena fare due uova al tegamino. Così la responsabilità dei pasti sarebbe ricaduta su di lei, come sempre. Non che le dispiacesse, solo che ogni tanto si sentiva sfruttata.

    Il fatto era che non poteva negare niente a Margie. Doveva così tanto ai Cobb!

    Quando i suoi genitori erano morti annegati durante una vacanza in Florida, lei aveva solo diciassette anni e Alexander l'aveva raggiunta per confortarla e occuparsi di tutto. Quando si era iscritta al college, Alexander l'aveva accompagnata e aveva pagato l'iscrizione. E inoltre, da quando Margie e Alexander, alla morte del padre, avevano ereditato il ranch, Jodie aveva sempre trascorso l'estate con l'amica del cuore. Le loro vite erano così intrecciate che non riusciva a immaginare un'esistenza senza di loro.

    Ma Alexander aveva un rapporto molto ambiguo con Jodie. Ogni tanto era affettuoso, pur nel suo modo brusco, ma spesso sembrava risentirsi della sua presenza e non perdeva occasione per stuzzicarla. Non aveva fatto altro, nell'ultimo anno.

    Jodie si alzò e andò a preparare la valigia, cercando di non pensarci. Non aveva senso rimuginare sull'antagonismo di Alexander: era come una forza della natura che poteva solo essere accettata, dato che non poteva essere controllata.

    Perlomeno Margie non aveva citato Kirry Dane tra gli invitati. Un finesettimana con la pseudofidanzata di Cobb sarebbe stato davvero troppo.

    L'aeroporto di Jacobsville era affollato per un venerdì pomeriggio. Jodie quasi si curvò sotto il peso dell'ingombrante bagaglio a mano, dovendo lottare a ogni passo con il trolley le cui ruote sembravano proprio non voler funzionare. Si guardò intorno alla ricerca di Margie: non avrebbe dovuto essere difficile da individuare, data la statura più alta della media e l'abitudine di indossare sempre qualcosa di sgargiante, spesso una propria creazione esclusiva.

    Ma Jodie non scorse alcuna ragazza alta e mora. Quello che vide, e la vista la fece rimanere impietrita, fu un uomo alto e affascinante in abito grigio, con spalle larghe, fianchi stretti e piedi fasciati da stivaletti in pelle fatti su misura. Lui si voltò, guardandosi intorno, e la individuò. Persino in lontananza, quegli occhi verdi e profondi erano freddi e duri come il ghiaccio. Tanto quanto era lui: sembrava assolutamente furioso.

    Jodie rimase immobile, come davanti a un cobra, e attese mentre lui si avvicinava con falcate lunghe e rapide. Sollevò il mento e socchiuse gli occhi, inspirando a fondo, preparandosi al combattimento.

    Alexander Tyrell Cobb aveva trentatré anni. Era un agente speciale della DEA, il dipartimento antidroga, e di solito lavorava fuori Houston, ma era in vacanza per una settimana. Il che significava che sarebbe stato al ranch di famiglia di Jacobsville. Vi era cresciuto, insieme a Margie, ma, dopo il divorzio, la madre aveva ottenuto la custodia dei figli, che si erano perciò trasferiti a Houston. Soltanto alla morte del padre era stato loro concesso di tornare al ranch. Il vecchio aveva voluto un gran bene ai figli, e il perderli gli aveva spezzato il cuore.

    Ora Alexander viveva in un appartamento a Houston e tornava al ranch di tanto in tanto; Margie, invece, vi abitava, prendendosi cura della proprietà mentre il fratello dava la caccia ai trafficanti di droga.

    Sembrava in grado di occuparsene con una mano sola. Era muscoloso, con mani e piedi grandi, che Jodie gli aveva visto usare una volta su un uomo che aveva schiaffeggiato la sorella. Sorrideva di rado, aveva il carattere di un serpente adirato e non c'era da scherzare nemmeno quando riponeva la P45 automatica nella fondina di pelle cucita a mano.

    Negli ultimi due anni, si era occupato del caso Manuel Lopez, un signore della droga di livello internazionale che era poi morto misteriosamente in un'esplosione alle Bahamas. Ora era alle calcagna del suo successore, che si riteneva intrattenesse loschi affari nella città-porto di Houston.

    Jodie si era presa una sonora sbandata per lui quando era un'adolescente. Gli aveva anche scritto una poesia d'amore. Alexander, con singolare efficienza, aveva cerchiato gli errori grammaticali e le aveva regalato un libro di linguistica. La sua autostima aveva avuto un crollo notevole e, da quel momento in poi, lei aveva sempre tenuto nascosto i propri sentimenti.

    Da quando si era trasferita a Houston, lo aveva visto poco. Un paio di settimane prima, però, era comparso nel suo ufficio in compagnia di Jasper. Era stato uno shock vederlo all'improvviso, e lei non era riuscita a trattenere

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