Segreti scottanti: Harmony Destiny
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Info su questo ebook
La ragione gli ordina di lasciar perdere, ma l'istinto gli dice di portarla a casa sua e di starle accanto. Ed è sempre l'istinto a suggerirgli di lasciarsi andare al fuoco della passione che ancora divampa tra loro. E a insegnargli che i segreti che li avevano divisi un tempo adesso potrebbero unirli per tutta la vita.
Annette Broadrick
Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.
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Anteprima del libro
Segreti scottanti - Annette Broadrick
Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:
Married or Not?
Silhouette Desire
© 2007 Annette Broadrick
Traduzione di Carlotta Picasso
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
Harmony è un marchio registrato di proprietà
HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.
© 2009 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-5899-736-9
1
Un venerdì mattina di maggio la sveglia squillò alla solita ora. Se Sherri Masterson avesse avuto una sfera di cristallo, si sarebbe rigirata su un fianco e avrebbe continuato a dormire. Invece si alzò, come sempre.
Fece una doccia, poi, ancora in accappatoio, andò in cucina, si versò una tazza di caffè e cominciò a sfogliare il giornale. Non avendo appetito, assaggiò il toast che si era preparata e poi lo lasciò a metà.
Divideva l’appartamento con Joan Price, una sua amica insegnante, ma non sapeva se quella mattina fosse già uscita, o stesse ancora dormendo.
Esitò un attimo, incerta se bussare alla sua stanza, poi decise di prepararsi altrimenti sarebbe arrivata tardi in ufficio.
Lavorava da tre anni per una società informatica, la New Ideas Inc., con un gruppo di giovani entusiasti che sognavano d’inventare qualcosa di nuovo e di sbalorditivo da proporre ai propri clienti. Sherri amava il suo lavoro. Era specializzata nel tradurre in un linguaggio fruibile per i consumatori i programmi elaborati dai tecnici e si divertiva a rendere semplici le cose più complesse.
Arrivata in ufficio, ascoltò i suoi colleghi parlare animatamente dei loro programmi per il fine settimana. Il venerdì erano quasi sempre tutti euforici al pensiero dei due giorni di pausa che li attendevano.
Lei invece si riduceva al sabato e alla domenica per fare le solite commissioni: spesa, lavanderia, bucato e la sera, in compagnia del suo gatto, si concedeva un film che noleggiava al negozio Netflix sotto casa.
Non aveva voglia di uscire con dei ragazzi che non destavano il suo interesse e faticava ad arginare le continue proposte di Joan che le fissava degli appuntamenti. Il papabile poteva essere un amico di amici, o un insegnate della sua scuola, oppure un allenatore. Ma Sherri rifiutava con determinazione di conoscere degli uomini, per quanto attraenti e simpatici potessero essere. La possibilità d’innamorarsi di nuovo e di trovarsi ancora con il cuore spezzato la terrorizzava.
Non voleva correre rischi.
Era sopravvissuta con grande difficoltà a una separazione, ma ce l’aveva fatta e non voleva tentare la sorte una seconda volta. Sembrava che il suo destino fosse quello di perdere le persone amate. Da tempo aveva capito che era meglio non amare affatto che amare per poi dover soffrire. Aveva imparato a sue spese che la vita poteva essere crudele e che bastava un momento per sconvolgerla.
Tre giorni prima del suo quattordicesimo compleanno aveva ricevuto una notizia terribile che l’aveva segnata per sempre. L’aeroplano sul quale viaggiavano i suoi genitori di ritorno dalla Grecia si era inabissato.
Lei era rimasta a casa con sua zia Melanie, in trepida attesa di rivedere i suoi genitori, ascoltare i loro racconti, vedere le fotografie del viaggio e ricevere i regali che le avevano promesso.
Tutti i giorni aveva parlato al telefono con sua madre, curiosa di sapere ogni dettaglio del loro viaggio. Su suggerimento di zia Melanie, che li aveva spinti a organizzare una seconda luna di miele, visto che da quando si erano sposati non avevano più viaggiato, il papà e la mamma erano partiti da soli, lasciando per la prima volta la loro adorata figlia.
Sherri non aveva voluto credere alla terribile notizia del disastro aereo. Aveva parlato con i suoi genitori la mattina stessa dell’incidente, dicendo loro quanto le mancassero e che non vedeva l’ora di riabbracciarli.
Non poteva essere successo davvero, non a lei. I suoi genitori non potevano essere morti.
Non aveva voluto credere alla parole della zia, ma tutti i giornali e i telegiornali avevano parlato di quella tragedia che aveva coinvolto un gran numero di persone. La maggior parte dei passeggeri erano americani e nessuno era sopravvissuto.
Sconvolta, Sherri avevapartecipato al funerale con negli occhi le immagini dei suoi genitori ancora vivi. La migliore amica di sua madre l’aveva abbracciata con forza, senza riuscire a trattenere le lacrime e il capo di suo padre aveva comunicato a zia Melanie che c’erano un’assicurazione sulla vita e una pensione che avrebbero consentito a lei e alla ragazza di non avere preoccupazioni economiche.
Oltre al dolore profondo e lacerante, Sherri si era sentita invadere da una rabbia feroce contro tutto e tutti, persino contro sua madre e suo padre che erano morti, lasciandola sola. Avrebbe voluto essere insieme a loro, su quel maledetto aereo, invece era viva, costretta ad affrontare la realtà di quella terribile perdita.
Dopo la loro morte, aveva preferito vendere i mobili e le due macchine dei suoi genitori. Non aveva voluto conservare niente, come se fossero gli oggetti a farti ricordare delle persone care, ma la zia aveva messo da parte qualche cosa, sapendo che prima o poi la nipote si sarebbe pentita di quella scelta drastica. Il ricordo dei suoi genitori sarebbe sempre vissuto nel suo cuore.
Sherri aveva reagito a modo suo, ma le era costato molta fatica. Adolescente al momento della tragedia, nell’età in cui si cerca un’identità, si era chiusa in se stessa, rifiutando qualsiasi aiuto e tenendo lontane le persone che cercavano di avvicinarla. Non voleva più dipendere da nessuno, perché aveva imparato che il dolore della perdita era troppo grande da sopportare. Non voleva legami forti e profondi per non rischiare di subire di nuovo una simile devastazione.
Aveva imparato ad accettare la vita senza lamentarsi, facendo delle scelte difficili, spesso pagandole a caro prezzo. L’unica volta che aveva fatto un’eccezione, legandosi a qualcuno, era finita nel modo peggiore.
Così si era buttata a capofitto nel lavoro, per evitare dolorose relazioni sentimentali.
Assorbita dal progetto che stava seguendo e che sarebbe andato in stampa la settimana seguente, sollevò la testa di scatto quando udì il suo capo, Brad Horton, annunciare che ci sarebbe stata una riunione alle dieci.
Sembrava che nessuno conoscesse il motivo di quell’incontro improvviso. Di solito si riunivano il lunedì mattina. Sospirando, Sherri osservò il testo a cui stava lavorando. Le mancava poco per concluderlo. Se la riunione fosse stata breve, avrebbe potuto concedersi il resto della giornata per portarlo a termine.
Si stupì di trovare la sala riunioni semivuota. Era presente solo una quindicina d’impiegati e non tutto lo staff come al solito. Forse Brad voleva comunicare loro un nuovo progetto, o congratularsi per gli obiettivi raggiunti.
Sherri si guardò intorno perplessa. Alcune persone provenivano dal suo ufficio, altre erano di un altro settore, ma nessuno sapeva il motivo per cui erano stati convocati.
Quando Brad entrò nella stanza, il brusio di sottofondo cessò di colpo.
«Grazie per essere venuti» esordì, le mani intrecciate dietro la schiena. «Come sapete, stiamo attraversando un momento difficile. In quest’ultimo trimestre le vendite hanno subito un grosso calo. I dirigenti hanno lavorato sodo per trovare una soluzione e fare fronte a questa contingenza negativa, ma purtroppo dobbiamo guardare in faccia la realtà e operare per il bene dell’azienda. Sono spiacente di comunicarvi che dovremmo effettuare dei tagli al personale.»
Un gemito collettivo seguì quelle parole.
Il cuore di Sherri smise di battere. Guardò i suoi colleghi, improvvisamente pallidi e sgomenti.
«Voglio che sappiate che tutto questo non ha niente a che fare con il vostro operato» continuò Brad. «Siete tutti dei lavoratori eccellenti ed è un vero peccato perdervi, ma siamo costretti a diminuire le spese e sfortunatamente ridurre il personale è l’unico modo possibile.»
Inutile tentare d’indorare la pillola. Brad Horton li stava licenziando.
Scioccata, Sherri cercò di riprendere fiato. Era stata in apnea per diversi secondi senza nemmeno rendersene conto. Era la prima volta che le succedeva una cosa simile e non se ne capacitava. Era sempre stata lodata per il suo lavoro. Perché allora la stavano licenziando? Si rendeva conto che l’azienda aveva una politica da seguire, degli obiettivi da perseguire, un bilancio da rispettare, ma perché lei?
Adesso era sola e senza lavoro. Che cosa avrebbe fatto? Come dire a Joan che aveva perso il posto? La sua amica le aveva chiesto di dividere l’appartamento con lei perché l’affitto era troppo alto. Non si sarebbe più potuta permettere quella spesa.
«Per venirvi incontro in questo momento di transizione...» proseguì Brad. «Riceverete il salario per altre due settimane e avrete le ferie pagate.»
Sherri cercò di concentrarsi sulle parole del suo capo, o meglio, ex capo. Non voleva avere una crisi di nervi proprio in quel momento.
«Siete tutti pieni di talento. Tenetelo a mente. Questa decisione è dettata unicamente da scelte economiche.» Il capo si guardò intorno. «Qualche domanda?»
Nessuno osò aprire bocca e alla fine Sherri alzò la mano.
«Sì, Sherri?»
«Volevo dirle che il manuale sul quale sto lavorando da giorni è quasi pronto e la settimana prossima andrà in stampa. Vorrei sapere se vuole che lo porti a termine prima che me ne vada.»
Brad scosse la testa. «La ringrazio, ma non importa. Ce la caveremo anche senza di lei. Altre domande?» continuò, rivolgendo un’occhiata interrogativa ai presenti.
Scese il silenzio.
«In questo caso...» mormorò, prendendo in mano delle buste. «Quando vi chiamerò verrete uno alla volta a ritirare l’assegno. Poi sarete liberi di sgomberare la vostra scrivania. Ci sarà qualcuno ad aiutarvi.»
Anche questa umiliazione!
Dover radunare le proprie cose sotto gli occhi vigili di un altro impiegato era davvero troppo.
Con la maggior dignità possibile, Sherri si avvicinò a Brad quando la chiamò, prese l’assegno, poi si recò nella sua postazione.
Nell’ufficio era calato un silenzio inquietante. Nessuno osava fiatare. Coloro che non erano stati licenziati, tenevano il capo chino, ma Sherri non li biasimava. Si sarebbe comportata allo stesso modo.
Trovato uno scatolone, lo riempì di tutto il materiale che aveva raccolto e prodotto nei tre anni in cui aveva lavorato lì, poi fu pronta a uscire per sempre da quell’edificio.
Qualcuno