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Proposta senza veli: Harmony Destiny
Proposta senza veli: Harmony Destiny
Proposta senza veli: Harmony Destiny
E-book161 pagine2 ore

Proposta senza veli: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Sara Dobbs è una donna vulcanica, spontanea, a tratti infantile, e mai avrebbe immaginato di trovare l’anima gemella in un uomo riservato e scontroso come Jared Cameron. Eppure lui sembra proprio essere l’altra metà del cielo, la sua metà della mela, soprattutto quando si offre di prendersi cura di lei e di lenire ferite mai dimenticate. Ma non sempre è tutto oro quello che luccica e ben presto Sara si accorge che gli scopi di Jared sono tutt’altro che nobili e che l’attrazione che li lega si sta dimostrando un'arma a doppio taglio.
LinguaItaliano
Data di uscita10 giu 2016
ISBN9788858950845
Proposta senza veli: Harmony Destiny
Autore

Diana Palmer

Stella indiscussa nel firmamento degli "autori rosa", Diana Palmer ha al suo attivo un centinaio di romanzi e la presenza, da qualche anno a questa parte, nella prestigiosa New York Times Bestselling List, una certificazione di eccellenza in ambito editoriale!Le sue storie toccano il cuore delle lettrici con atmosfere intriganti e sensuali, e con personaggi a tutto tondo, delineati con maestria e grande intensità.Alle spalle di Diana, un passato di giornalista, lavoro che ha svolto per sedici anni, prima del passaggio al mondo dei romanzi rosa. Le sue passioni, tuttavia, non si esauriscono con la scrittura; donna dai mille interessi, si dedica alla famiglia, non trascura l'impegno nelle associazioni assistenziali ed è riuscita a ritagliarsi del tempo per lo studio, arrivando alla soglia dei quarantanove anni alla laurea con lode. Non avere il tempo per annoiarsi: questo sembra essere il motto di Diana Palmer.

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    Anteprima del libro

    Proposta senza veli - Diana Palmer

    successivo.

    1

    Era una splendida giornata di primavera, di quelle in cui i colori sgargianti della natura sembravano usciti da un dipinto. Sara Dobbs sbirciò fuori dalla vetrina, lo sguardo sull'aiuola di giunchiglie e ranuncoli. Quanto avrebbe voluto andare a raccoglierne un mazzetto da disporre sul bancone. I fiori erano sbocciati lungo la via che correva davanti alla Jacobsville Book Nook, la libreria dove Sara lavorava alle dipendenze di Dee Harrison, la proprietaria.

    Dee era una simpatica signora di mezza età, dal fisico minuto ma dalla vitalità travolgente, una di quelle persone che ovunque andava sapeva circondarsi di amici. Qualche mese prima Dee cercava qualcuno che l'aiutasse in negozio e Sara aveva appena perso il posto alla tipografia locale, che aveva chiuso per cessata attività. Il connubio era stato perfetto. Avida lettrice, Sara spendeva buona parte del suo modesto stipendio in libri. Il nonno, professore universitario, le aveva trasmesso l'amore per la lettura e nel periodo in cui Sara aveva vissuto in uno dei luoghi più pericolosi della terra insieme ai genitori, aveva avuto un sacco di tempo da dedicare al suo passatempo preferito.

    Il padre di Sara, con l'aiuto del suocero, aveva convinto la moglie a trasferirsi oltreoceano, dove lui aveva lavorato come medico missionario e dove era stato brutalmente assassinato. Da quel giorno, la madre di Sara non era più stata la stessa. Persa la fede, aveva trovato rifugio nell'alcol e abbandonata l'Africa era tornata con la figlia a Jacobsville, dove era andata a vivere con il padre. E gli scandali avevano iniziato a susseguirsi. La donna usava il proprio comportamento per punire il padre, incurante del prezzo che la figlia avrebbe dovuto pagare. Sara e il nonno avevano sofferto per la sua evidente dissolutezza. Soltanto quando Sara era tornata a casa in lacrime e con il corpo ricoperto da lividi, la madre si era trovata costretta ad affrontare le conseguenze delle proprie azioni. I figli di uno dei suoi amanti avevano sorpreso Sara da sola in palestra e l'avevano pestata a sangue. Il padre aveva abbandonato la loro madre, che di colpo si era ritrovata senza casa e senza soldi; l'uomo aveva sperperato tutti i suoi averi per comperare gioielli per la madre di Sara.

    La tragedia era scoppiata poco dopo. La madre di Sara aveva smesso di bere e sembrava finalmente tornata sulla retta via, fino a quando la figlia l'aveva trovata un mattino...

    Il rumore di un'auto che si fermava nel parcheggio antistante la libreria strappò Sara a quei penosi ricordi. Perlomeno, pensò la ragazza, aveva un buon lavoro e un tetto sotto il quale dormire.

    Aveva infatti ereditato la casetta del nonno subito fuori città, oltre a un piccolo gruzzolo.

    Le mancava il nonno. Anche in età avanzata, aveva saputo mantenere una mente e uno spirito giovani, avventurosi. Si sentiva sola senza di lui, anche perché non aveva altri parenti, un fratello o una sorella, uno zio o una zia, un cugino o una cugina. Era sola al mondo.

    Il trillo del campanello sopra la porta attirò la sua attenzione. Un uomo alto e dall'aspetto arcigno entrò nella piccola libreria. Lanciò a Sara un'occhiata torva. Indossava un elegante abito grigio e stivali neri chiaramente fatti a mano. Uno Stetson chiaro completava l'insieme e sotto il cappello s'intravedevano corti capelli neri. Il fisico era notevole; sembrava quello di un attore. Ma non apparteneva al mondo dello spettacolo; aveva più l'aspetto di un uomo d'affari. Sara lanciò un'occhiata fuori dalla porta e vide un enorme pick-up nero sulla cui portiera era stato dipinto un cavallo bianco circondato da un anello altrettanto bianco. Sara conosceva il ranch White Horse e quello doveva essere Jared Cameron, l'uomo che lo aveva rilevato di recente. In città girava voce che Cameron fosse andato a Jacobsville parecchi mesi prima per un funerale, ma nessuno sapeva chi fosse il defunto. Ormai anche da quelle parti erano in molti ad avere parenti sparsi in tutto il paese.

    Accanto al pick-up nero se ne stava un energumeno alto, con capelli mossi legati in una coda di cavallo, carnagione olivastra, abito scuro e occhiali da sole. Aveva l'aspetto di un lottatore professionista. Probabilmente era una specie di guardia del corpo. Forse il suo capo aveva dei nemici. Chissà perché.

    L'uomo dall'abito grigio, le mani affondate nelle tasche, era fermo davanti al bancone delle riviste e borbottava fra sé e sé.

    Sara si chiese che cosa stesse cercando. Non aveva chiesto aiuto o guardato verso di lei. Ma il borbottio aumentava sempre più. Non poteva permettersi di perdere un potenziale cliente. Non si poteva mai sapere ciò che avrebbe riservato il futuro.

    «Posso aiutarla?» domandò con un sorriso.

    Occhi verdi in un volto duro e abbronzato la squadrarono. Scivolarono sui suoi capelli biondi, sulla fronte spaziosa, sugli occhi verdi, sul naso dritto e gli zigomi alti, fino alla bocca e al mento rotondo. Dopo quell'attento esame, l'uomo emise uno strano gemito, quasi non fosse soddisfatto di ciò che aveva visto. Sara non osò fare un commento ma la tentazione di dirgli che se cercava ragazze carine doveva andarsene nella boutique di una grande città, era forte.

    «Non avete riviste finanziarie.» Il tono dell'uomo era accusatorio.

    «È un genere di lettura che da queste parti non va molto» si difese Sara.

    L'altro strinse gli occhi. «Ma io le leggo.»

    Talvolta le capitava di doversi mordere la lingua per mantenere il posto. Sembrava che quella fosse una di quelle volte. «Sono spiacente. Ma se vuole, potremmo ordinarle apposta per lei.»

    «Ma si figuri. Mi abbonerò.» Lanciò un'occhiata ai gialli e tornò ad accigliarsi. «Detesto le edizioni economiche. Perché non tenete romanzi con la copertina rigida?»

    Sara contò fino a dieci e si schiarì la gola. «Be', la maggior parte dei nostri clienti non se li può permettere.»

    L'uomo inarcò le folte sopracciglia nere. «Io non compro edizioni economiche.»

    «Possiamo ordinarle qualsiasi edizione lei desideri» affermò Sara. Il sorriso cominciava a vacillare e la ragazza dovette misurare le parole per non offendere il cliente.

    L'altro lanciò un'occhiata al bancone e al computer. «Potete collegarvi a internet?»

    «Ma certo.» Dove pensava di essere finito, in Borneo? Sara aggrottò la fronte. Ormai anche nella giungla dovevano avere i computer. Quell'uomo sembrava considerare Jacobsville un reperto del secolo scorso.

    «Mi piacciono i gialli» attaccò quest'ultimo, «le biografie e soprattutto, qualsiasi pubblicazione sulla campagna nordafricana nel corso della seconda guerra mondiale.»

    Nell'udire quelle parole, Sara sentì il cuore balzarle in gola. «Li vuole tutti insieme, allora?»

    L'uomo la fulminò. «Il cliente ha sempre ragione» le ricordò in tono brusco, quasi pensasse che lei stesse prendendolo in giro.

    «Ma certo» replicò Sara in tono mellifluo. Le labbra le facevano male per il sorriso forzato.

    «Mi dia un foglio e una penna. Le faccio un elenco.»

    Non doveva prenderlo a calci, non doveva prenderlo a calci, non doveva prenderlo a calci... Sara trovò carta e penna e glieli porse, il sorriso ancora stampato in viso.

    L'uomo preparò l'elenco mentre lei rispondeva al telefono. Quando riappese, le diede il foglio.

    Sara aggrottò la fronte nello scorrere i titoli.

    «E adesso che cosa c'è che non va?» domandò l'uomo seccato.

    «Non conosco il sanscrito» rispose Sara.

    L'altro borbottò qualcosa, riprese il foglio, apportò qualche correzione e tornò a darglielo. «Siamo nel ventunesimo secolo. Nessuno scrive più a mano» affermò l'uomo sulla difensiva. «Io ho due computer, un palmare e un lettore mp3.» Le lanciò una strana occhiata. «Lei sa che cos'è un lettore mp3?» le domandò per il gusto di irritarla.

    Sara infilò la mano nella tasca dei jeans ed estrasse un piccolo iPod. Lo sguardo che gli lanciò era di fuoco.

    «Quanto ci vorrà per avere i libri?»

    Sara tornò a dare un'occhiata al foglio, riuscendo a decifrare la maggior parte dei titoli. «Ordiniamo di lunedì» spiegò. «A meno che i libri non siano in ristampa, li riceveremo per giovedì o venerdì.»

    «La posta non viene più consegnata a cavallo» commentò l'uomo.

    Sara tornò a contare fino a dieci. «Se non le piacciono le cittadine, potrebbe sempre tornare da dove è venuto. Sempre che ci siano carrozze a disposizione...» accompagnò le parole con un sorrisino ironico.

    L'uomo non raccolse la provocazione. «Vorrei che i libri venissero consegnati a domicilio. Non ho tempo per venire apposta in città.»

    «Potrebbe mandare la sua guardia del corpo.»

    Lui si voltò a guardare l'energumeno appoggiato al pick-up, le braccia conserte. «Tony Danzetta non va in giro a fare shopping.»

    Sara sgranò gli occhi. «Tony Danzetta? Ma che razza di nome è? Sa di mafia. Lei è un mafioso?»

    «No, non sono un mafioso!» ringhiò l'uomo. «Allora, può farmi consegnare i libri a casa?»

    «Sì, ma le costerà dieci dollari. La benzina è cara.»

    «Ma che cosa guida?» domandò l'uomo. «Un autobus?»

    «Una Volkswagen. Il problema è che lei abita a dieci chilometri dalla città.»

    «Mi comunicherà la spesa complessiva quando mi chiamerà per avvisarmi dell'arrivo dei libri. Farò preparare l'assegno. Potrà ritirarlo alla consegna.»

    «Va bene.»

    «Le lascio il numero di telefono. Non c'è sull'elenco.»

    Sara girò il foglio con l'elenco dei libri e scrisse il numero che lui le dettò.

    «Vorrei ricevere anche due riviste finanziarie» aggiunse l'uomo, dandole i nomi delle testate.

    «Dovrò prima fare un controllo con il nostro distributore. Potrebbe non averle.»

    «Così imparo a venire a vivere fra le mucche» borbottò l'uomo a voce alta.

    «Be', mi spiace proprio tanto, ma non abbiamo centri commerciali a ogni angolo!» ribatté Sara in tono piccato.

    Lui la incenerì con lo sguardo. «Lei dovrebbe leggersi un libro sulle buone maniere.»

    La ragazza gli rivolse un sorriso sarcastico. «E già che ci sono ne cercherò uno per lei sugli orchi.»

    «Si limiti a procurarmi quelli dell'elenco» ordinò l'uomo in tono gelido. «Aspetto sue notizie entro il fine settimana.»

    «Sissignore.»

    L'uomo inclinò il capo. «Il suo datore di lavoro doveva essere disperato per lasciarla a dirigere la sua unica fonte di sopravvivenza.»

    «Innanzitutto è una lei e non un lui. E comunque mi stima molto.»

    «Be', meno male che a qualcuno lei piace.» Giunto alla porta, si girò. «Le sue calze non sono dello stesso colore e anche gli orecchini sono diversi.»

    Sara aveva dei problemi con gli abbinamenti. Chi la conosceva sapeva che cosa le era accaduto in passato ed evitava di farle notare i suoi piccoli errori. «Non sono una schiava della moda» ribatté con fare sdegnato.

    «Sì, l'ho notato.»

    L'uomo se ne andò prima che lei riuscisse a replicare. Fu fortunato che nel negozio non vi fosse niente che lei potesse sacrificare e tirargli dietro.

    Dee Harrison si piegò in due dal ridere nell'ascoltare la mordace descrizione di Sara del loro nuovo cliente.

    «Non è stato divertente» protestò Sara.

    «Forse hai ragione ma visto che ha ordinato un bel po' di libri, il tuo sacrificio non è stato inutile, mia cara.»

    «Ma devo consegnarglieli a casa» si lamentò Sara. «Scommetto che si circonda di cani mangia-uomini ed energumeni armati fino ai denti. Avresti dovuto vedere il tizio che era con lui! Sembrava un sicario!»

    «Sarà solo un tipo eccentrico» commentò Dee. «Come il vecchio Dorsey.»

    Sara lanciò

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