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Un estate col dottore: Harmony Bianca
Un estate col dottore: Harmony Bianca
Un estate col dottore: Harmony Bianca
E-book154 pagine2 ore

Un estate col dottore: Harmony Bianca

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Info su questo ebook

Dottori in crociera. Per loro il viaggio deve ancora cominciare.
La vita della dottoressa Annalise Walcott è tranquilla e ripetitiva come lei ha sempre desiderato che fosse: nessun legame, nessuna complicazione inutile. Annalise non è mai stata interessata ai rapporti a lungo termine e lavorare su una nave da crociera le dà l'opportunità di conoscere uomini che, dopo qualche settimana, può salutare senza rimpianti. Ma quando incrocia lo sguardo malizioso del dottor Niko Christopoulos sa già che le cose andranno diversamente e che la attende un'estate di fuoco.
LinguaItaliano
Data di uscita12 ago 2019
ISBN9788830502550
Un estate col dottore: Harmony Bianca

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    Anteprima del libro

    Un estate col dottore - Connie Cox

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    His Hidden American Beauty

    Harlequin Mills & Boon Medical Romance

    © 2013 Connie Cox

    Traduzione di Katia Perosini

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2014 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3050-255-0

    1

    La dottoressa Annalise Walcott sistemò sul carrello i due enormi bauli pieni di farmaci prima di iniziare la ripida salita sulla passerella della lussuosa nave da crociera Neptune’s Fantasy.

    Il resto della fornitura medica era stato consegnato direttamente a bordo, ma lei preferiva portare personalmente il materiale che necessitava di refrigerazione per essere sicura di mantenerlo alla temperatura corretta.

    Non poteva negare di essere un tantino maniaca del controllo. Aveva imparato parecchio tempo addietro che l’unica persona su cui poteva realmente contare era se stessa.

    Si mise in coda dietro agli ultimi membri dell’equipaggio che si godevano i restanti secondi di licenza a terra prima di imbarcarsi sul transatlantico.

    Erano riluttanti poiché li attendeva un periodo piuttosto duro: non avrebbero fatto scalo per i successivi dieci giorni, di conseguenza, a causa dei turni, la maggior parte dell’equipaggio non avrebbe potuto scendere a terra per almeno quattro settimane.

    Uno per volta, passarono attraverso i controlli della sicurezza, una procedura eterna ma che, bisognava ammetterlo, era una necessità.

    La brezza del Golfo rendeva il pomeriggio piacevole nonostante il forte sole subtropicale che Annalise percepiva attraverso la sua ampia T-shirt a mezze maniche. Per fortuna si era spalmata braccia e gambe con la crema solare ad alta protezione prima di indossare gli shorts e i sandali, così da non doversi preoccupare per la sua pelle chiara.

    Esibire una pelle arrossata non sarebbe stato certo un buon esempio mentre metteva in guardia le persone contro le scottature solari!

    «Hai bisogno di aiuto con quelle, doc?» Brandy, la barista, indicava le casse. Sfoggiava un nuovo tatuaggio ancora rosso e leggermente gonfio.

    Annalise si augurò che l’avesse fatto in un negozio autorizzato: questo tipo di pratiche illegali nei retrobottega poteva avere serie conseguenze.

    Ne aveva avuto esperienza diretta.

    Se solo la sua fosse stata innocua come un tatuaggio!

    «Ce la faccio, grazie comunque.» Si mosse in avanti di altri sei centimetri nella coda, facendo una smorfia quando lo spigolo del carrello le finì contro la caviglia.

    «Com’è andata la licenza?» I baristi sono chiacchieroni per loro natura e Brandy non faceva eccezione.

    Al di là di alcune frasi standard che utilizzava per mettere i pazienti a proprio agio, Annalise non aveva mai imparato l’arte della chiacchiera. «È stata abbastanza lunga da farmi capire di essere pronta per tornare in mare.»

    Trovarsi a terra a New Orleans, sua città natale, la faceva sempre sentire a disagio, anche se le minacce nei suoi confronti erano ormai svanite da tempo.

    «Mi sembra di averti visto con qualcuno sul patio della Crescent City Brew House questo pomeriggio, o mi sbaglio?»

    «Si tratta di un mio compagno di studi.»

    Erano stati molto più che compagni di studio, ma non era necessario che la barista sapesse quanto lui l’avesse aiutata a superare il dolore all’epoca. «È il mio amante platonico.»

    «Niente di più? Nemmeno un amico con benefici di letto

    Annalise rise e trasalì nel sentire la propria risata così vuota e inconsistente. «Non è il mio tipo.»

    Non che lei avesse un tipo particolare, del resto.

    «Che tipo di uomo ti piace, doc? Scommetti che indovino? Sono molto brava in queste cose!»

    Annalise sperava che fosse così facile. «Voi baristi siete dei cupido travestiti, vero? Ma ci sono delle regole in questo tipo di cose, ricordi?»

    «Non so tu, ma quando si è in mare per un periodo lungo, le regole sui rapporti con i colleghi o con i clienti diventano obsolete. Non è sano restare senza sesso troppo a lungo.»

    Sesso a bordo significava una relazione... o almeno un flirt. In nessun modo avrebbe messo a rischio la propria carriera, o la propria pace mentale, per un’avventura.

    Per prevenire altre chiacchiere, Annalise abbassò la visiera del cappello da baseball e guardò in alto con ostentazione.

    Da dove stava, a metà strada sul fianco della nave con il mare laggiù in basso e il ponte superiore molto più in alto, percepì il peso dell’enorme numero di persone, tra passeggeri ed equipaggio, che si appoggiavano all’ambulatorio medico della nave.

    Come sempre era l’unico medico a bordo, anche se aveva diversi infermieri professionisti ad aiutarla, incluso una nuova assistente medico che non vedeva l’ora di conoscere.

    La sua sola preoccupazione era una bambina di sei anni, Sophie Christopoulos, affetta da diabete infantile. Per fortuna i suoi genitori erano stati sufficientemente saggi da metterla in contatto con l’endocrinologo della bambina e Sophie aveva già un appuntamento fissato per quella sera prima di cena.

    L’insulina di Sophie era in uno dei bauli sul carrello, e con le precauzioni del caso la bambina sarebbe stata in grado di godersi tranquillamente il suo viaggio.

    D’un tratto una stella filante cadde dal ponte superiore e si appoggiò sulle spalle di Annalise come un boa. L’improvvisato accessorio la fece sorridere.

    Guardò in alto e vide i passeggeri sul ponte di prua già agghindati a festa benché la nave non avesse ancora nemmeno lasciato la banchina.

    Ogni crociera aveva la propria personalità e lei poteva già dire che quella sarebbe stata molto movimentata. Da quella folla, infatti, non sentiva alcuna vibrazione pacifica o rilassante.

    Brandy guardò in alto schermandosi gli occhi. «Sarà una crociera festaiola.»

    «Il tipo che preferisco.» Di solito Annalise non prendeva parte ai festeggiamenti, però amava godersi l’energia che ne scaturiva.

    «A patto di ricevere buone mance...» Brandy indicò il cielo. «Sembra che sia in arrivo un temporale.»

    «Tipico di New Orleans in questa stagione, ma come arriva passa.» commentò lei.

    Uno spesso banco di nuvole temporalesche nascose il sole mentre una forte folata di vento le fece venire la pelle d’oca sulle gambe nude. Le ciocche di capelli biondo ramato le colpirono il viso malgrado il berretto da baseball calcato in testa.

    Il taglio scalato era stato un capriccio che si era concessa mentre era a terra, un premio di consolazione dopo aver fatto visita alla madre e averla trovata la stessa di sempre.

    Aveva pensato che i capelli corti sarebbero stati più comodi, ma ora rimpiangeva la comodità della coda di cavallo. Lei non aveva certo tempo e pazienza da dedicare allo styling.

    La sua vita era votata a curare le persone e a mantenerle in salute durante il viaggio. Il tempo sottratto al lavoro era molto prezioso e lei voleva fare in modo che i passeggeri potessero beneficiarne al massimo.

    Annalise conosceva bene il valore di questa fuga dal mondo reale, anzi era il motivo per cui aveva scelto di essere il medico di bordo della Fantasy.

    Uno stridio di gomme dal parcheggio sottostante attirò la sua attenzione.

    Un’auto sportiva nera e con la capote abbassata si infilò in uno spazio vuoto. Annalise strizzò gli occhi per vedere l’uomo bruno con gli occhiali da sole uscire dall’auto, afferrare un porta abiti, un grosso zaino, un’enorme valigia con le rotelle e fare una corsa verso il check-in sul molo della compagnia.

    Guardò l’orologio. Un quarto alle cinque.

    La chiusura dell’imbarco era stata alle quattro a causa dei meticolosi controlli di sicurezza che però erano tra i più importanti.

    Brandy scosse la testa. «C’è sempre qualcuno che crede che le regole siano state scritte per gli altri, vero?»

    «Eh già. Ne dovrà fare di moine all’impiegata del check-in per convincerla a farlo salire a bordo.»

    «Per alcuni uomini vale la pena infrangere le regole.»

    Per nessun uomo che lei avesse mai conosciuto, pensò Annalise.

    Le nuvole temporalesche si posizionarono proprio sopra di loro, bloccando l’intensità del sole e aumentando di un paio di punti il tasso di umidità dell’aria.«Il prossimo!» si sentì all’inizio della coda.

    Come si mosse in avanti, Annalise dette un’occhiata dietro di sé per vedere il moro ritardatario mentre sistemava il bagaglio per aprire la porta del check-in.

    Doveva ammettere che aveva un viso e un fisico che potevano convincere una santa a modificare un poco le regole a suo favore.

    Lo sconosciuto le sorrise non appena si accorse che lo stava fissando e lei sentì le guance infiammarsi mentre distoglieva lo sguardo.

    Non era una santa, ma l’uomo che poteva tentarla non l’aveva ancora incontrato.

    Sempre che esistesse davvero!

    Il dottor Niko Christopoulos si appoggiò al banco e si allungò oltre il cartello con scritto chiuso regalando alla receptionist di mezza età un meraviglioso sorriso corredato di fossette.

    Sperava che lei apprezzasse il look trasandato e con la barba di due giorni perché a quello non c’era rimedio. «Mi dispiace disturbarla, ma per arrivare qui ho passato in viaggio le ultime trentadue ore e il mio ultimo volo è atterrato in ritardo.»

    La receptionist, che gli ricordava sua zia Phyllis, digerì l’informazione.

    «Lei è l’ospite che ha in carico il gruppo di dodici persone, vero? La nonna che pensa di aver vinto la crociera per l’intera famiglia?»

    Niko si guardò intorno nel locale deserto come se qualcuno della sua famiglia potesse sentire. «Esatto. Deve verificare la mia carta di credito?»

    «Già fatto, ma ho bisogno del suo passaporto per favore.» Allungò la mano.

    Lui le diede una busta di pelle consunta.

    «Congo, dottore? E prima Haiti? Lei è un gran viaggiatore.»

    Niko non parlava mai del proprio lavoro, ma se ora poteva aiutarlo a imbarcarsi su quella benedetta nave... «Medici Senza Frontiere. Un’avventura per ogni viaggio.»

    La donna addolcì lo sguardo e afferrò subito la cornetta. «Ritardate la partenza. Il dottor Niko Christopoulos purtroppo è stato trattenuto, sarà lì tra un momento.»

    «Grazie!»

    «Sono sicura che ne sarà valsa la pena.»

    «È quello che mi dicono sempre.»

    «Ha bisogno di aiuto con i bagagli?»

    «Non ho altro, grazie.» Indicò il proprio zaino militare pieno di shorts, costumi da bagno e articoli da toeletta, il porta abiti con lo smoking e la valigia

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