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La figlia del rivale: Harmony Collezione
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La figlia del rivale: Harmony Collezione
E-book165 pagine1 ora

La figlia del rivale: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Quando il tenebroso scapolo Gabe Arantini scopre che la dolce sconosciuta con cui ha trascorso una notte di passione sfrenata non è altri che la figlia del suo rivale in affari, va su tutte le furie. Come ha potuto essere così ingenuo da permetterle di infilarsi tra le sue lenzuola... e nel suo cuore?

Quando il Natale successivo Abby si rifà viva per comunicargli di aver dato alla luce suo figlio, Gabe non ha alcun dubbio: dovrà sposarla per legittimare il proprio erede, ma questa volta i sentimenti sono banditi! Saranno in grado, lui e Abby, di portare avanti questa finzione nonostante la passione che li consuma?
LinguaItaliano
Data di uscita21 dic 2020
ISBN9788830522824
La figlia del rivale: Harmony Collezione

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    Anteprima del libro

    La figlia del rivale - Clare Connelly

    successivo.

    1

    Gabe si annoiava. Gli capitava sempre alle cene di lavoro, ma ormai facevano parte della sua vita, della sua attività. E lui non era uomo da rifuggire le sfide.

    Noah, suo migliore amico e partner in affari, non si sarebbe mai presentato a una cena con gli investitori. Quel genere di impegni ricadeva sempre sulle sue spalle. Rivolse lo sguardo ai commensali seduti a tavola, domandandosi quanto ancora dovesse aspettare per inventare una scusa e andarsene.

    Ci sono mille modi migliori di passare la serata!

    Mancava da New York da un anno e l'ultima volta era stato un vero disastro.

    Il problema è che il periodo natalizio trasuda malinconia. Si era sentito solo, ecco perché era finito in quella trappola.

    «Calypso cambierà il mondo» commentò Bertram Fines.

    Da quando lui e Noah avevano portato ai vertici la società, le persone non perdevano occasione di lusingarli. I primi durissimi anni, invece, ce l'avevano fatta solo grazie a perseveranza e determinazione.

    Notò il bicchiere vuoto e senza alzare gli occhi fece un cenno a una cameriera.

    «Questo è il risultato di capacità innovativa e ricerca mirata. Calypso non è soltanto uno smartphone, è un modo di vivere» rispose con un'alzata di spalle. Era il frutto di un'idea sua e di Noah, sulla quale avevano lavorato senza sosta per anni, culminata con il lancio sul mercato. Calypso era diverso dai normali smartphone, perché era ancora più smart. E più sicuro, perché tutelava la privacy degli utenti.

    Si raddrizzò, ripensando a quanto l'anno prima fosse stato vicino a vedere il suo più temibile concorrente impossessarsi dei segreti di Calypso.

    Per fortuna non è successo. I suoi occhi scintillarono risentiti, nonostante il sorriso.

    «Posso aiutarla?» Alla sua sinistra si palesò una donna dai capelli rossi, figura attraente e il sorriso di chi sapeva. Solo qualche tempo prima, Gabe avrebbe ricambiato quel sorriso e sfoderato il suo fascino, offrendole qualcosa da bere prima di farla salire sulla sua limousine per terminare la serata in albergo.

    Sennonché l'ultima volta che era successo si era portato a letto un lupo con sembianze di agnello. Prima di conoscere Abigail Howard, non avrebbe neanche potuto immaginare di trascorrere un mese senza la compagnia di una bella donna. Invece era già trascorso un anno, un anno senza donne, e non gli importava.

    Chiese del vino, uno dei più costosi, poi tornò a fingersi interessato alla conversazione dei suoi ospiti.

    Buona parte dei clienti aveva già lasciato il ristorante. Era quasi mezzanotte e la gente che affollava il locale era sul punto di concludere la serata.

    Gabe esaminò pigramente la sala. Era proprio come se la aspettava, visto il genere: dai lampadari scintillanti alle tende di velluto bordeaux, al menu e alla lista dei vini: tutto a cinque stelle.

    Al ritorno della cameriera, lui le fece cenno di riempire i bicchieri dei commensali. Non era un gran bevitore, e a maggior ragione in compagnia di chi non conosceva bene. La discrezione era un'altra lezione imparata l'anno prima. Anche se è qualcosa che ho sempre saputo, ma lei me lo aveva fatto dimenticare...

    Fece scorrere lo sguardo nella sala, in direzione delle cucine, nascoste dietro porte bianche che si chiudevano silenziosamente ogni volta che il personale andava avanti e indietro. Quando si aprirono di nuovo, per un istante Gabe fu certo di averla vista.

    Capelli biondi, figura sottile, incarnato pallido...

    Afferrò il calice vuoto, teso come un predatore. Non poteva essere lei, non in cucina e non con un canovaccio tra le mani... Impossibile.

    Riportò l'attenzione alla conversazione che si svolgeva a tavola, ma ogni pochi secondi il suo sguardo tornava alle porte della cucina, nel tentativo di rivedere il fantasma dell'ultimo Natale.

    Non avrebbe mai più permesso alla vita di sorprenderlo, non dopo quella notte dell'anno prima. Quella donna lo aveva colto alla sprovvista. Che cosa aveva per essergli entrata dentro in quel modo? Certo, era molto bella, ma lui non era il genere di uomo che si lasciava abbindolare dalla bellezza, anzi, riteneva di essere interessato più alla mente che al corpo di una donna.

    Eppure, quando lei aveva fatto il suo ingresso nel bar del suo hotel a Manhattan, i loro sguardi si erano incrociati. Ed erano state scintille. Aveva aspettato che fosse lei a parlare, ansioso di conoscere la sua voce.

    Che follia mi ha preso quella notte? E sapere che il loro incontro era stato programmato nei dettagli...

    Si sforzò di tornare al presente, ma la mente correva alla notte che cercava inutilmente di dimenticare.

    Non perché fosse stata meravigliosa, anche se lo era stata, ma a causa della lezione che ne aveva tratto: non fidarti di nessuno, a parte Noah.

    Eppure non riusciva a non pensare a quella visione di Abby, perciò, mentre la sala lentamente si vuotava, decise di chiamare il maître.

    «Com'è andata la serata, signor Arantini?» domandò l'uomo in tono ossequioso. Gabe era cresciuto in un ambiente povero ma era ricco ormai da molti anni, e quei segni di deferenza non lo stupivano più, anzi, in un certo senso lo divertivano.

    Senza rispondere, andò dritto al punto: «Vorrei parlare con Remy».

    «Il cuoco?»

    Gabe corrugò le sopracciglia. «A meno che lei non abbia due Remy al lavoro stasera...»

    L'uomo rise, imbarazzato. «Assolutamente no.»

    «Farò un salto in cucina.» Si alzò in piedi, senza dargli il tempo di ribattere.

    Esitò un attimo sulla porta, raccogliendo le forze di fronte alla prospettiva di trovarsela davanti. Oppure, più probabilmente, di scoprire di essersi sbagliato.

    E allora? Che cosa importa? Se volessi rivedere Abigail Howard avrei tutte le possibilità di farlo.

    Lei lo aveva chiamato molte volte per scusarsi della parte avuta nel raggiro, ma l'aveva sempre evitata.

    Non si rendeva conto che era inutile? Come se potessi perdonarla! Quando si era presentata nel suo ufficio di Roma chiedendo di vederlo, aveva fatto sì che non avesse più dubbi su ciò che pensava di lei.

    Era successo sei mesi prima. Sei mesi dopo aver barattato la sua innocenza pur di dare un'occhiata ai file segretissimi di Calypso per conto di suo padre. Gli gelava il sangue pensando a quella notte, a quello cui lei era stata disposta a rinunciare per ottenere un successo commerciale. Aveva conosciuto molti manipolatori, ma nessuno come lei...

    La soddisfazione provata nel farla allontanare dagli addetti alla sicurezza era stata immensa. Era arrivata a Roma per vederlo e lui le aveva dato la prova di non volerla incontrare mai più.

    E allora? Che cosa ci faccio qui adesso? Fuori dalla porta della cucina di un ristorante solo perché mi è sembrato di vederla? Non è possibile, si ripeté, pur essendo certo di averla riconosciuta: la grazia dei suoi movimenti, il collo elegante, i capelli come nuvole dorate al tramonto... Perfetto, sto diventando poetico per la donna che mi ha sedotto con l'intenzione di rovinarmi.

    Si infilò in cucina. Trovò un ambiente rilassato: il momento topico era passato e i cuochi si stavano preparando per il servizio del giorno dopo. Qualcuno puliva, qualcun altro chiacchierava. Si guardò intorno e provò una stretta allo stomaco.

    Al momento c'erano soltanto uomini, nonostante lui e Noah si vantassero di pretendere sempre uguale presenza di uomini e donne alle loro serate e investissero in progetti per la parità tra i sessi nelle scuole.

    «Remy» chiamò dirigendosi verso il capocuoco.

    «Arantini!» esclamò l'altro. «Gradita la cena?»

    «Moltissimo» annuì Gabe, irritato all'idea di essere entrato in cucina senza trovare chi cercava.

    «Ha assaggiato l'aragosta?»

    «Certo.»

    «Sempre il suo piatto preferito» rise Remy.

    Gabe annuì, proprio mentre si apriva la porta della cella frigorifera e ne usciva la donna. Aveva la testa chinata, ma avrebbe riconosciuto il suo corpo in qualunque momento e sotto qualunque abito.

    La notte in cui si erano conosciuti indossava un abito all'ultima moda, ma in quel momento portava dei jeans e una maglietta sotto un grembiule bianco allacciato intorno alla vita sottile, i capelli raccolti in uno chignon.

    Quella donna era stata nel suo letto, e non solo per spiare i suoi progetti su Calypso. Lo desiderava. Era ancora vergine, ma lo aveva pregato di prenderla, e lui l'aveva vissuto come un regalo, un momento bellissimo e speciale. Non era mai stato con una donna alla sua prima volta.

    Lei posò sul bancone i contenitori che reggeva, poi alzò lo sguardo verso l'orologio sopra la porta. Non lo aveva visto e Gabe ne fu ben felice, perché ciò gli permetteva di osservarla indisturbato, ripensando a tutte le ragioni che aveva per odiarla e ritrovare la calma necessaria per dimostrarle quanto poco gli importasse di lei.

    Quando l'aveva cacciata dal suo ufficio di Roma, si era ripetuto di avere fatto la scelta giusta ed era certo di non volerla vedere mai più. Ma in quel momento comprese di avere mentito a se stesso.

    Aveva desiderato spesso di rivederla. La osservò, sapendo di potersi concedere solo quell'istante di debolezza.

    Per lui la Bright Spark Inc. non era solo una questione d'affari, ma costituiva la vita sua e di Noah. Li aveva salvati quando il futuro appariva nero e avrebbero fatto qualunque cosa per proteggerla.

    E lei invece aveva cercato di distruggerla. Era andata da lui solo per rubargli i segreti di Calypso, un crimine per cui non esisteva perdono.

    «Remy» pronunciò a voce alta perché lei lo sentisse, compiaciuto di vederle voltare la testa di scatto e impallidire, negli occhi verdi un'espressione scioccata, «c'è un traditore tra i suoi collaboratori.»

    Remy aggrottò la fronte, seguendo il suo sguardo.

    «Un traditore?»

    «Sì.» Gabe attraversò il locale, avvicinandosi. La donna tremava terrorizzata. Lui invece nascondeva un cuore impazzito dietro un'espressione distaccata.

    «Di chi sta parlando?»

    «Quella donna non è ciò che sembra» insistette lui. «È una bugiarda e un'imbrogliona. Di sicuro lavora qui per carpire segreti ai suoi clienti. Se tiene alla sua reputazione, dovrebbe licenziarla.»

    Remy si avvicinò. «Abby lavora qui da più di un mese...»

    «Abby...» Gabe aggrottò un sopracciglio con espressione sarcastica. Anche a lui si era presentata così, suonava meglio di Abigail Howard, ereditiera. «Penso che Abby si stia prendendo gioco di lei.»

    La donna deglutì. «Non è vero, Remy, te lo giuro» dichiarò, portandosi una mano alla tempia. Sembrava stanca, come se fosse in piedi da ore.

    «Oh, lo giuri?» domandò in tono sarcastico, avvicinandosi e posando le mani sul bancone. «Abbiamo la tua parola che stai dicendo la verità?» Il suo tono trasudava sarcasmo.

    «Per favore, non farlo» sussurrò lei, con un'aria così angosciata che avrebbe potuto crederle... se non avesse saputo di che cosa era capace.

    «Sa che questa donna vale un milione di dollari, Remy? E qui lavora nella ghiacciaia?»

    L'uomo si mostrò sorpreso. «Credo che si sia fatto un'idea sbagliata di Abby» ribatté scuotendo la testa.

    La risata di Gabe fu come una doccia gelida. «So meglio di chiunque di cosa sia capace. E le assicuro che non la vorrebbe vicino ai suoi clienti.»

    «Abby, perché non dici niente?»

    Lei aprì la bocca per parlare ma la richiuse subito.

    Remy insistette. «Conosci il signor Arantini?»

    Lo sguardo di Abby incontrò quello di Gabe e il ricordo di come stava a cavalcioni sopra di lui, fissandolo

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