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Love is forever
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E-book60 pagine48 minuti

Love is forever

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Info su questo ebook

Hearts Series 1.5

Mia e Jensen, aspirante scrittore lui, esuberante fotografa in erba lei, sono inseparabili durante gli anni del college. Quando Jensen deve lasciare la California per frequentare l’Università a New York, entrambi decidono di prendersi una pausa, con la promessa di ritrovarsi di nuovo insieme alla fine del cammino. Ma le cose non vanno esattamente come avevano sperato.

Cinque anni dopo, vita e carriere ormai avviate, Mia e Jensen si rivedono al matrimonio di Elle e Oliver. E se Mia è ancora intenta a detestarlo ed evitarlo, Jensen ha ben altri piani…

Claire Contreras

Inizialmente autopubblicata, è entrata nella classifica dei bestseller del «New York Times» e di «USA Today» con la sua serie Hearts. Vive a Miami con il marito, due figli adorabili, tre cani e due gatti randagi (che afferma non siano suoi anche se vivono sul suo portico e aspettano che lei li nutra tutti i giorni). Quando non scrive, ha sempre lo sguardo tra le pagine di un libro.
LinguaItaliano
Data di uscita15 nov 2016
ISBN9788822703149
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    Anteprima del libro

    Love is forever - Claire Contreras

    C

    apitolo uno

    «Un appuntamento?», chiese mia madre quando entrai in cucina.

    «Sì, un appuntamento». Raccolsi i miei lunghi capelli umidi e li avvolsi in uno chignon, dirigendomi zigzagando verso il cesto della frutta.

    «Uhm», rispose, attirando la mia attenzione con il suo commento evasivo. Mia madre rimase comodamente seduta su una delle sedie in legno del tinello, con un giornale tra le mani, e mi osservò come se avessi indosso un bikini, anziché i jeans attillati e un top a fiori.

    «Che c’è?»

    «Nulla. Sei bellissima», mi rispose, rivolgendo di nuovo l’attenzione al giornale.

    Mia madre aveva sempre un’aria da insegnante sexy. Me lo dicevano tutti i miei amici d’infanzia: sembrava una milf, ma con uno stile più da insegnante sexy, con lunghi capelli biondi ondulati e gli occhiali da bibliotecaria.

    «Sputa il rospo Bettina, sappiamo bene che non vedi l’ora», le dissi, e mi voltai per prendere una bottiglia d’acqua. Sorrisi sentendola borbottare. Non sopportava quando la chiamavo col nome di battesimo. Mi girai sentendo il rumore del giornale che si accartocciava e andai a sedermi di fronte a lei. Avevo comunque quindici minuti di tempo da ammazzare.

    «Non ti ho mai vista uscire con nessuno; se è per questo, non ti ho nemmeno mai sentita menzionare qualcuno da quando Jensen è partito», mi rispose andando dritta al punto. Mia madre è una persona schietta.

    Mi cadde lo sguardo sul quotidiano sul tavolo, lontano dai suoi occhi blu inquisitori. In prima pagina c’era un articolo sulla Clark Estate… di nuovo.

    «Forse non avevo incontrato nessuno che valesse la pena menzionare fino ad ora», le risposi alzando di nuovo lo sguardo su di lei.

    Mia madre aggrottò la fronte. «Davvero? Dunque chi è questo ragazzo che vale la pena menzionare?».

    Mi irrigidii sentendomi colta in fallo. Avevo avuto altri ragazzi da quando Jensen era partito. Il precedente era decisamente più serio di quello attuale, non che facesse differenza per lei o per gli altri. «Che importa? A voi non andava giù che io e Jensen stessimo insieme».

    «Nessuno ha mai detto che non vi vedevamo bene insieme», mi rispose.

    «Non ce n’era bisogno. Era piuttosto ovvio. A papà non piaceva perché non aveva un soldo e a te non piaceva perché sapevi che non sarebbe mai diventato un dottore o un avvocato, o chissà quale altro ideale di uomo mi volevi far sposare».

    «Mia, non è affatto vero!».

    «Sul serio? Perché ricordo chiaramente di averti sentita dire: Non va bene per te Mia. Puoi avere di meglio», ribattei.

    Mia madre mi osservò a lungo, lasciando uscire un sospiro. «Ti veniva a prendere in moto, sembrava un personaggio appena uscito da un film su Sin City. Cosa volevi che ti dicessi? Inoltre, conosco la sua reputazione, sento i discorsi che fa con Victor quando vado a trovare Hannah».

    Arricciai il naso e distolsi lo sguardo perché non volevo sapere cosa si dicevano in quelle conversazioni. Sapevo della reputazione di Jensen. Lo conoscevo da sempre. Non gli facevo una colpa per l’uomo che era o per il passato che aveva. Era una bella persona e aveva un gran cuore, malgrado ogni tanto facesse lo stronzo e avesse il sex appeal del cattivo ragazzo.

    «È un bravo ragazzo», le dissi sentendo la necessità di difenderlo, come sempre.

    «Sono d’accordo. È un bravo ragazzo e ammetto di averlo giudicato male in passato. Ma se è un bravo ragazzo, allora perché lo hai lasciato?», mi chiese. Mi sentii andare a fuoco sotto il suo sguardo.

    «Perché, mamma, se n’è andato all’università a New York e io detesto le relazioni a distanza».

    «Sono le relazioni a distanza che non ti piacciono, oppure l’idea che sia circondato da donne e che tu non abbia il controllo della situazione?», mi chiese mentre mi alzai per prendere la borsa.

    «Io…». Mi trattenni appena in tempo. Aveva proprio fatto centro ed ero furiosa. «Non mi serve di essere psicoanalizzata, grazie tante. Se fare la casalinga ti annoia, forse dovresti riprendere a lavorare», le risposi andando verso la porta. «Grazie per il

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