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Alla corte dei sensi: Harmony Destiny
Alla corte dei sensi: Harmony Destiny
Alla corte dei sensi: Harmony Destiny
E-book150 pagine1 ora

Alla corte dei sensi: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Essere il più ricco proprietario terriero di Thomas Isle non è sufficiente per Garrett Sutherland. Ha passato la vita ad ammassare una vasta fortuna e a costruirsi una solida fama. Tuttavia ciò che lo renderà leggenda sarà sedurre l'innocente principessa Louisa. Garrett ha pianificato in ogni dettaglio le sue mosse. Prima si insinuerà nel cuore di Louisa, poi nel suo letto. Infine farà l'unica cosa possibile per preservare l'onore di entrambi: chiederà la sua mano. Ma il cinico magnate dovrà stare molto attento, perché la dolce preda non si accontenterà mai di un matrimonio di facciata. Pretenderà l'amore, a ogni costo.
LinguaItaliano
Data di uscita10 ago 2017
ISBN9788858970959
Alla corte dei sensi: Harmony Destiny
Autore

Michelle Celmer

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Alla corte dei sensi - Michelle Celmer

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Virgin Princess, Tycoon’s Temptation

    Silhouette Desire

    © 2010 Michelle Celmer

    Traduzione di Rita Pierangeli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2010 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    Capitolo 1

    AVENDO UNA FIDUCIA illimitata nel destino e nelle favole a lieto fine, la principessa Louisa Josephine Elisabeth Alexander sapeva che, se fosse stata paziente, alla fine avrebbe incontrato l’uomo dei suoi sogni. E quando i loro sguardi si erano incrociati attraverso la sala da ballo affollata, sotto un baldacchino di scintillanti luci rosse e bianche e di palloncini a forma di cuore, avrebbe potuto giurare di aver sentito tremare la terra.

    Aveva capito che lui era l’uomo giusto.

    Era probabile che la sua famiglia le avrebbe ricordato di essersi già espressa così in passato riguardo ad altri uomini. Aaron l’avrebbe presa in giro, dandole della romantica irrecuperabile. Chris, il fratello maggiore, si sarebbe limitato a sospirare scuotendo la testa, come per dire: ci risiamo. Anne, la sua gemella, avrebbe sogghignato dandole dell’ingenua. Ma quella volta era diverso. Louisa ne era convinta. Lo sentiva.

    Tra tutti i presenti alla festa di beneficenza, lui era l’uomo più affascinante, più bello, e più alto, il primo particolare che aveva attirato la sua attenzione. Con capelli corvini, la carnagione di una calda tonalità olivastra e un volto dai lineamenti eccezionali, era impossibile non notarlo.

    Era un uomo d’affari italiano, o un principe di qualche paese del Mediterraneo? Chiunque fosse, era ricco e potente. Lo si capiva dalla qualità dei vestiti e dal portamento. In genere, la gente si guardava bene dal fissare apertamente un membro della famiglia reale, ma quell’uomo la osservava con i suoi intensi occhi scuri, come se si conoscessero già da tempo. In quel caso, Louisa se ne sarebbe ricordata. Forse lui non si rendeva conto di essere al cospetto di una principessa, anche se supponeva che avrebbe dovuto intuirlo dalla tiara di diamanti che portava tra i capelli.

    Un’altra donna avrebbe aspettato che fosse lui a fare la prima mossa, o avrebbe fatto in modo che le loro strade si incontrassero casualmente, ma a Louisa non piacevano sotterfugi e intrighi. Particolare che preoccupava i suoi iperprotettivi fratelli. Membro più giovane della famiglia reale per cinque soli minuti, ed etichettata come troppo fiduciosa, Louisa era trattata come una bambina. Ma, al contrario di quello che credeva la sua famiglia, non tutti erano interessati al suo denaro e al suo titolo, e quelli che lo erano, apparivano facilmente identificabili.

    Posò la coppa vuota di champagne sul vassoio di un cameriere di passaggio e si avviò verso di lui, accompagnata dal fruscio della lunga gonna dell’abito, della consueta sfumatura rosa. Mai una volta lui le staccò gli occhi di dosso. Quando gli fu vicino, finalmente abbassò lo sguardo e disse, con un tono di voce profondo: «Sua Altezza è incantevole stasera».

    Niente male come frase di esordio, per di più pronunciata con un accento molto simile al suo. Quasi decisamente di Thomas Isle, ma allora perché non riusciva a dargli un nome? «A quanto pare, è in vantaggio su di me. È ovvio che lei mi conosce, ma io non ricordo di averla mai incontrata.»

    La maggior parte della gente, soprattutto uno sconosciuto, si sarebbe scusata per averla fissata, quell’uomo tuttavia non sembrava tipo da chiedere scusa, per niente. «Per il semplice motivo che non ci siamo mai incontrati» rispose.

    «Immagino che sia la spiegazione giusta» commentò Louisa con un sorriso.

    Faccia a faccia, lui era un po’ più vecchio di quanto le era sembrato. Sui trentacinque anni – all’incirca dieci più di lei – ma lei preferiva gli uomini più maturi e con più esperienza. Era anche molto più imponente. Con la testa, gli arrivava a malapena al mento. Pur vestito, sembrava avere il fisico scultoreo di un gladiatore, senza nemmeno un grammo di grasso. Non poté fare a meno di notare che non portava fede nuziale.

    Quella era, senza ombra di dubbio, opera del destino.

    Gli tese la mano e si presentò. «Principessa Louisa Josephine Elisabeth Alexander.»

    Lui gliela prese, avvolgendola nel palmo della sua, tanto più grande, se la portò alla bocca e la sfiorò con un bacio molto delicato. Il terreno sotto i suoi piedi aveva tremato, oppure era stato il suo cuore?

    «E lei è...»

    «Sono onorato di fare la sua conoscenza, Altezza.»

    O non conosceva l’etichetta, oppure si mostrava ottuso di proposito. «Lei ha un nome?»

    Dal modo ironico in cui sorrideva era chiaro che la stava prendendo in giro, di nuovo, e il cuore di Louisa sussultò. «Garrett Sutherland.»

    Sutherland? Perché quel nome le suonava familiare? Subito dopo se ne ricordò. Aveva udito suo fratello che ne parlava come di un proprietario terriero i cui possedimenti erano vasti quasi quanto quelli della famiglia reale. Il signor Sutherland non era soltanto uno degli uomini più ricchi del paese, ma anche uno dei più misteriosi. Non partecipava mai a eventi sociali e, a parte qualche riunione di affari, conduceva vita appartata.

    Non era decisamente il tipo di uomo che avesse bisogno del suo denaro.

    «Signor Sutherland, la sua fama la precede. È un piacere fare finalmente la sua conoscenza.»

    «Il piacere è tutto mio, Altezza. Come probabilmente sa, di solito non partecipo a eventi di questo tipo, ma quando ho sentito che il ricavato sarebbe andato a sostegno della ricerca sul cancro, ho ritenuto di dover fare atto di presenza.»

    Una prova che doveva essere un uomo di animo gentile e premuroso, pensò Louisa. Uno che le sarebbe piaciuto conoscere meglio.

    Lui si voltò a ispezionare la sala con lo sguardo. «Non ho visto il re stasera. Sta bene?»

    «Molto bene, date le circostanze. Voleva venire, ma il suo medico gli ha proibito in modo categorico di apparire in pubblico.»

    Il padre di Louisa, il re di Thomas Isle, era malato di cuore e nove mesi prima gli era stato applicato un bypass. Louisa era orgogliosa di avere avuto lei l’idea di un ballo di beneficenza in suo onore. Di solito, la famiglia respingeva le sue proposte come sciocche e idealistiche ma, per la prima volta, sembrava che l’avessero presa sul serio. Anche se, quando aveva chiesto che le venisse affidata l’organizzazione, avevano invece assunto una squadra di professionisti.

    L’orchestra intonò il suo valzer preferito. «Vuole ballare, signor Sutherland?»

    Lui inarcò un sopracciglio scuro, incuriosito. In genere, le donne aspettavano che fosse l’uomo a prendere l’iniziativa, ma quella donna in particolare non rientrava nella norma. Inoltre, era il destino. Che male c’era ad approfittarne?

    «Ne sarei onorato, Altezza.»

    Le porse il braccio e lei vi infilò il proprio. Mentre la conduceva verso la pista da ballo, Louisa si aspettava quasi che uno dei suoi iperprotettivi fratelli intervenisse per bloccarli, ma Chris e sua moglie Melissa, incinta di tre gemelli, erano impegnati a fare gli onori di casa. Aaron era incollato al fianco di Olivia, la donna che aveva appena sposato, una scienziata che, a parte quando si seppelliva nel suo amato laboratorio, si sentiva come un pesce fuor d’acqua.

    Louisa cercò la sorella Anne, e rimase sorpresa nello scoprire che stava parlando con il figlio del Primo Ministro, Samuel Baldwin, che lei sapeva non essere in cima alla lista delle persone che preferiva.

    Non uno dei membri della sua famiglia le prestava attenzione.

    Louisa stentava a credere di essere sul punto di ballare con un uomo senza che qualcuno lo sottoponesse prima a un interrogatorio di terzo grado. Quando lui la prese tra le braccia e la fece volteggiare, ebbe la sensazione che loro due fossero soli, anche se erano circondati da un centinaio di altre coppie.

    Lui la teneva stretta in modo quasi scandaloso, per essere il loro primo ballo, ma la perfezione con cui i loro corpi aderivano aveva qualcosa di ultraterreno. Non staccava gli occhi dai suoi, come se fossero una finestra che si affacciava sulla sua anima. Quelli di lui erano neri, insondabili, e tanto misteriosi quanto l’uomo stesso. Aveva anche un profumo delizioso, un miscuglio di spezie e di acqua e sapone. I capelli erano una massa così morbida che lei avrebbe voluto infilarvi le dita, e moriva dalla voglia di scoprire quale sapore avessero le sue labbra.

    Quando il valzer terminò e iniziò un lento, lui la strinse ancor più forte, facendole avvertire il calore del proprio corpo. Due balli divennero tre, quindi quattro.

    Nessuno dei due parlava. Le parole erano superflue. Il suo sguardo e il suo sorriso le facevano capire che cosa stava pensando e provando. Soltanto quando l’orchestra si interruppe per fare una pausa, lui la lasciò andare con riluttanza. Mentre lasciavano la pista da ballo, Louisa si rese vagamente conto che la gente la osservava. Li osservava. Probabilmente si chiedevano chi fosse il tenebroso sconosciuto che aveva ballato con la principessa. Erano una coppia? Era pronta a scommettere che alla gente bastasse guardarli per capire che erano destinati a stare insieme.

    «Le va di uscire a passeggiare sul patio?» gli propose di getto.

    Garrett le indicò la portafinestra. «Dopo di lei, Altezza.»

    L’aria era rinfrescata con il calare del sole, e dal mare soffiava una brezza salmastra. A parte le due guardie ai lati del cancello, erano soli.

    «Nottata stupenda» commentò Garrett, sollevando lo sguardo al cielo stellato.

    «Lo è» convenne Louisa. Giugno era stato sempre il suo mese preferito. C’era forse un momento migliore per incontrare l’uomo dei sogni? L’anima gemella?

    «Mi parli di lei, signor Sutherland.»

    «Che

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