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La moglie dei miei sogni: Harmony Jolly
La moglie dei miei sogni: Harmony Jolly
La moglie dei miei sogni: Harmony Jolly
E-book152 pagine2 ore

La moglie dei miei sogni: Harmony Jolly

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Info su questo ebook

Quando il dovere si mischia con il piacere, il risultato finale è sempre romanticamente imprevedibile



Amy Carson ha ottenuto il suo primo incarico come cuoca professionista. Deve preparare un pranzo di nozze in una bella tenuta di campagna. Lo sposo, Tate Darnley, è l'uomo che ogni donna vorrebbe avere al proprio fianco, peccato che sia già promesso a un'altra. Ma ora non è il momento per perdersi in sogni a occhi aperti, la cucina l'attende, certo se lui fosse il suo secondo chef tutto sarebbe più eccitante.



Tate sta per sposarsi con Victoria, bella, posata, algida, la donna che, è certo, non ti fa sfigurare in società. Ma la passione e la complicità non fanno parte di lei. Amy, invece, appena conosciuta, l'ha colpito, è un vulcano pronto a esplodere e lui sente di non riuscire a starle lontano. È il caso di sposarsi ancora?
LinguaItaliano
Data di uscita10 nov 2017
ISBN9788858975114
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    Anteprima del libro

    La moglie dei miei sogni - Patricia Kay

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Wrong Groom, Right Bride

    Silhouette Special Edition

    © 2010 Patricia A. Kay

    Traduzione di Paola Picasso

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2011 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5897-511-4

    1

    Chloe Patterson si passò un velo di rossetto sulle labbra e sorrise.

    Dopo sei mesi non riusciva ancora a credere alla svolta che aveva preso la sua vita. Si pizzicò le guance e fissò la sua immagine nello specchio. Non stava sognando, era tutto vero. Si era fidanzata con Todd Hopewell, uno degli scapoli più ambiti di Riverton e presto avrebbe avuto un bambino.

    Continuando a sorridere, ammirò lo splendido anello di brillanti da due carati che scintillava sull’anulare della sua mano sinistra. Emozionata e felice, si ripeté che i giorni bui erano ormai lontani e che il futuro si annunciava radioso.

    Impaziente di rivedere il suo fidanzato, si spruzzò il profumo dietro le orecchie, sulla gola e sui polsi, poi cercò i suoi orecchini preferiti nella scatola dei gioielli.

    Lei e Todd non si vedevano da circa un mese e tra meno di sei settimane si sarebbe sposati. Non vedeva l’ora di riabbracciarlo e di dargli la lieta notizia. Quella separazione forzata era stata sin troppo lunga.

    Todd aveva ricevuto un incarico molto importante a San Francisco dal quale sarebbe dipeso il loro futuro e quello dell’azienda di famiglia.

    Chloe aveva incrociato le dita perché tutto andasse per il verso giusto e adesso che era scaduto il mandato, non vedeva l’ora di stare di nuovo con lui.

    Todd sta tornando da me, pensò.

    Si accarezzò l’addome ancora piatto che nascondeva uno splendido segreto. Aveva fatto due test di gravidanza ed entrambi avevano confermato il suo stato interessante. Convinta di aver concepito il bambino il mese precedente la partenza del suo fidanzato, aveva deciso di aspettare ancora qualche giorno prima di rivolgersi a un medico specialista.

    La mattina provava sempre una leggera nausea, ma quel malessere non la disturbava affatto. Era così felice di essere incinta che stentava a crederci. In pochi mesi tutti i suoi sogni si erano avverati: avere un marito, una casa e... un figlio.

    D’un tratto si chiese quale reazione avrebbe avuto Todd e se sarebbe stato contento quanto lei di avere un bambino. Allargare la famiglia era tra i suoi progetti?

    Scosse la testa. Non erano più ragazzini. Lui aveva trentadue anni e lei trenta. Perché aspettare se comunque avevano deciso di sposarsi? Todd sarebbe stato felice della lieta notizia, si disse.

    Il suo ottimismo scemò, ricordando lo sguardo scrutatore che la raffinata e algida Larissa Lenore Hopewell le aveva rivolto la prima volta in cui si erano conosciute. I suoi occhi l’avevano soppesata e a giudicare dalla sua occhiata, non l’avevano ritenuta all’altezza del figlio.

    La presenza di Larissa la intimidiva, la faceva sentire inadeguata e piena d’insicurezze. Bastava un suo commento per metterla a tacere, un suo gesto per farla arrossire. Eppure era sempre stata una ragazza spigliata, indipendente e sicura di sé.

    «Coraggio! Smettila di pensare a lei!» brontolò. «Quella donna non deve diventare un problema.»

    Ma lo era. Aveva capito di non piacerle nel primo istante in cui si erano viste e quando lo aveva confessato a Todd, lui non aveva fatto niente per rassicurarla. Sembrava che anche lui fosse in soggezione di fronte a sua madre e mai una volta lo aveva sentito contraddirla. L’ascoltava, la rispettava e seguiva i suoi consigli.

    Una volta sposato, considererà altrettanto importanti le parole della moglie, pensò Chloe. Doveva solo essere paziente.

    Tuttavia desiderava ottenere l’approvazione della suocera e avrebbe fatto di tutto per conquistare la sua fiducia e il suo rispetto. Avendo perso la mamma anni prima, l’unica nonna dei suoi figli sarebbe stata Larissa, perciò era importante che lei fosse presente nella vita dei nipoti.

    Il rumore del campanello la fece sobbalzare. Doveva essere Todd.

    Con il cuore in tumulto uscì dalla camera da letto e si precipitò giù per le scale, inciampando sugli scatoloni che aveva accatastato contro la parete e che avrebbe utilizzato per imballare le sue cose.

    «Todd!» gridò, spalancando il portone.

    La delusione l’ammutolì. Di fronte a lei c’era un giovane corriere della FedEx.

    «La signorina Patterson?»

    «Sì, sono io.»

    «C’è una busta per lei. Potrebbe firmare la ricevuta, per favore? Grazie» aggiunse il ragazzo, porgendole la lettera per poi risalire in fretta sul suo furgoncino ancora con il motore acceso.

    Chloe la rigirò tra le mani, poi chiuse piano la porta. L’indirizzo del mittente era di San Francisco. Che fosse successo qualcosa a Todd?

    Con le mani tremanti e il cuore in gola, aprì la busta. All’interno trovò un singolo foglio di carta.

    Cara Chloe,

    immagino avrai uno shock leggendo queste parole, ma non so in quale altro modo dirtelo.

    Ieri mi sono sposato. Con Meredith. Quando leggerai questa lettera, sarò già alle Fiji, in luna di miele. Abbiamo tentato di resistere, ma alla fine abbiamo capito di non poter stare lontani, di essere fatti l’uno per l’altra. Spero che un giorno riuscirai a perdonarmi. L’anello che ti ho regalato è tuo, ti appartiene. Tienilo, oppure vendilo, come preferisci.

    Scusa, mi dispiace

    Todd

    Scioccata e incredula, Chloe fissò quelle righe d’inchiostro come se da un momento all’altro potessero cancellarsi.

    Todd si era sposato con Meredith. Non poteva essere vero. Si prese la testa tra le mani e soffocò un grido disperato.

    Meredith Belson era l’assistente di Todd, una sua vecchia amica d’infanzia che si era sempre comportata con gentilezza nei suoi confronti. Le aveva suggerito un wedding planner perché si occupasse dei preparativi del matrimonio e le aveva offerto la sua amicizia e Chloe le aveva creduto, si era fidata di lei.

    Tremando per lo shock, salì le scale un gradino alla volta e si lasciò cadere sul divano come un peso morto. Samson, il gatto, percependo il suo stato d’animo, le saltò sulle ginocchia e si acciambellò sul suo grembo, cominciando a fare le fusa.

    Gli occhi fissi su quelle parole crudeli scritte in modo ordinato, Chloe si morse la labbra per non piangere. Ieri mi sono sposato con Meredith.

    Come è potuto succedere?

    Non è colpa di Meredith. È stato Todd a tradirmi.

    In un attimo tutti i suoi sogni erano sfumati, si erano disintegrati e il suo futuro era stato cancellato con un rapido colpo di spugna.

    Todd si era sposato con un’altra.

    L’anello che ti ho regalato è tuo, ti appartiene. Tienilo, oppure vendilo, come preferisci.

    Annichilita, si prese il viso tra le mani e un gemito le uscì dalle labbra, prima sommesso, poi sempre più forte. Cominciò a piangere, ma i suoi singhiozzi erano di rabbia, di ribellione, non di dolore. Si sfilò l’anello e lo lanciò con furia contro la parete, spaventando Samson che si nascose sotto la poltrona.

    Quel cerchietto di platino e brillanti, simbolo di amore eterno, ormai non era altro che un oggetto senza alcun valore.

    Di colpo Chloe si portò le mani al ventre. Il bambino. Come aveva potuto dimenticarlo? Forse se avesse detto a Todd di aspettare un figlio, lui si sarebbe reso conto di aver commesso uno sbaglio sposando Meredith e sarebbe tornato da lei. Da loro. Doveva dirglielo, immediatamente. Anche se aveva già raggiunto le isole Fiji, gli avrebbe telefonato, o gli avrebbe scritto un messaggio.

    Alzandosi per cercare il cellulare, si rese conto di quanto fosse folle e insensata la sua idea. Come poteva desiderare un uomo che non la voleva? Non poteva fare leva sul senso di colpa di Todd perché sarebbe stato meschino e inutile e non avrebbe risolto i suoi problemi. Non si sarebbe mai imposta a un uomo, tantomeno all’uomo che amava e da cui aspettava un figlio.

    Sconsolata, si lasciò cadere sui gradini delle scale e cominciò a piangere in silenzio mentre copiose lacrime le inondavano le guance e un dolore simile a un colpo secco tra il cuore e lo sterno le spezzò il respiro.

    Le prime avvisaglie del mal di testa costrinsero Simon Foster Hopewell III a interrompere per qualche minuto la revisione del bilancio della sua azienda che avrebbe dovuto presentare il prossimo primo giugno davanti al Consiglio di Amministrazione. Era la terza volta che lo controllava e ancora stentava a credere alle cifre che aveva letto. Indispettito, afferrò un pennarello e analizzò le voci una a una. Non si poteva gestire la Hopewell Enterprises come se fosse una società a conduzione familiare, almeno non finché lui fosse stato in carica.

    Sospirando, alzò gli occhi e osservò il ritratto del bisnonno, Simon Hopewell I. Uomo austero e tutto d’un pezzo, non aveva mai preso in prestito un centesimo nella sua vita, e quando aveva lasciato in mano ai suoi discendenti le redini della società, era inorridito di fronte ai metodi con cui si conducevano gli affari. Conservatore e tradizionalista, non era mai riuscito a comprendere che occorreva adeguarsi alle nuove esigenze del mercato se si voleva restare competitivi, e che per farlo a volte occorreva raggiungere dei compromessi.

    Tutto cambia, pensò Simon, stanco. Da quando due anni prima era morto suo padre in seguito a un improvviso attacco di cuore, tutto il peso degli affari e della famiglia era ricaduto sulle sue spalle.

    Suo fratello Noah non aveva alcun interesse per gli affari e non gli era di nessun aiuto. Di giorno aiutava i poveri, lavorando in una di quelle case che davano ospitalità ai senza tetto e di notte suonava in giro per la città insieme alla sua band rock. Simon lo ammirava per il suo modo di vivere fuori dagli schemi e per il suo disinteresse nei confronti del denaro, ma purtroppo non avrebbe mai potuto contare su di lui.

    Todd, l’altro fratello, benché lavorasse nell’azienda di famiglia, era ancora sotto esame. Se avesse svolto un buon lavoro a San Francisco, gli avrebbe concesso maggiore fiducia e più responsabilità, ma dubitava

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