Milionario in incognito: Harmony Destiny
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Anteprima del libro
Milionario in incognito - Jules Bennett
successivo.
1
La fragranza maschile. La forza delle sue braccia. La solidità del torace su cui poggiava la guancia. Conosceva tutto di quell'uomo. Lo aveva osservato attraverso le distese erbose, lo aveva sognato e... aveva fatto l'amore con lui.
Lily Beaumont sollevò a fatica le palpebre senza comprendere dove si trovasse, né come fosse finita lì.
La paglia frusciò sul pavimento di cemento e lei si rigirò tra le braccia di Nash James. Cosa diavolo era successo?
«Non ti agitare. Sei solo svenuta.»
La sua voce bassa e rassicurante l'avvolse come la sua stretta. Lily incontrò degli ipnotizzanti occhi azzurri. Due zaffiri esaltati da lunghe e folte ciglia scure che le provocarono sottili brividi in tutto il corpo. Nessun attore con cui avesse recitato in un film era stato tanto seducente e misterioso.
E lei era svenuta. Non le era mai capitato prima. Poi, rammentò. Si stava dirigendo alle scuderie da Nash. «Oh, no.» Si prese tra le mani la testa che non smetteva di girarle. «Non è possibile.»
Dita ruvide e callose le scostarono alcune ciocche che le erano ricadute sulla fronte. «Rilassati» la esortò lui. «Non c'è fretta. Se ne sono andati via tutti.»
Il cast e la troupe dovevano essersene tornati in albergo o nei camper. Lily ringraziò il cielo.
L'ultima cosa di cui aveva bisogno era il clamore per il suo svenimento e il dover dare spiegazioni imbarazzanti.
Pochi mesi prima, aveva iniziato le riprese di un film sulla vita di Damon Barrington, leggendario campione ippico e proprietario di una rinomata scuderia di cavalli. La tenuta era divenuta la sua temporanea residenza e il riservato quanto intrigante stalliere che la stava stringendo tra le braccia aveva subito catturato la sua attenzione.
Ancor prima di rendersene conto, si era lasciata coinvolgere in una relazione segreta, piena d'incontri furtivi, abiti strappati di dosso e fili di paglia fra i capelli, che l'aveva condotta al momento cruciale della sua esistenza in cui avrebbe gettato lo scompiglio nella pacifica vita di Nash. Ogni fatica che avevano sostenuto per mantenere nascosto il loro flirt era stata vana.
«Nash.» Gli carezzò il bel viso abbronzato e coperto da un filo di barba ispida. «Mi dispiace.»
Lui corrugò la fronte e scosse la testa.
«Non è colpa tua se hai perso i sensi. Però mi hai fatto morire di spavento.»
Lily deglutì a fatica e fissò quello splendido ragazzo che le aveva fatto perdere la testa e dal quale attendeva un figlio.
«Stai bene?» Nash la scrutò, preoccupato. «Vuoi qualcosa da mangiare?»
Il solo pensiero del cibo le procurò un violento senso di nausea. Tentò di rialzarsi, ma lui la trattenne per una spalla. «Aspetta, lascia che ti aiuti.»
Con delicatezza, la sostenne fino a consentirle di stare in piedi da sola. A Lily fu difficile staccarsi da quelle braccia rassicuranti che le cingevano la vita. Era il loro primo momento di tenerezza, dato che, ogni volta che lo raggiungeva di notte, si abbandonavano alla più travolgente passione.
Lui come avrebbe accolto ciò che stava per dirgli? Doveva ancora riprendersi lei stessa dallo shock, tuttavia si rifiutava di mantenere il segreto. Nash aveva diritto di sapere. Forse non l'avrebbe presa male. In fin dei conti, un figlio non avrebbe cambiato nulla nel suo lavoro. Per lei, invece, le cose sarebbero state tutt'altro che semplici. Era già rimasta scottata e aveva combattuto per superare lo scandalo che era venuto a crearsi. Nash come avrebbe affrontato le luci della ribalta?
Le sfuggì un gemito. Una volta che la cosa fosse divenuta pubblica, la stampa si sarebbe avventata come un avvoltoio, sbattendo la sua privacy in prima pagina. Il mondo era pieno di guerre, di attentati, di gente che moriva di fame e i media preferivano ficcare il naso nelle vite delle celebrità. Che assurdità.
Lily amava fare l'attrice, così come aveva amato ogni personaggio che aveva interpretato, ma detestava la totale mancanza di riservatezza. Si vantava della propria professionalità e di essere rimasta il più possibile alla larga dalle malevoli grinfie dei giornalisti.
Il respiro caldo di Nash le solleticò il viso. «Stai meglio adesso?»
Annuendo, Lily si scostò a malincuore. Per fortuna, la vertigine era passata.
Negli ultimi due mesi, il suo tocco, la sua vicinanza erano diventati quasi indispensabili. Avrebbe dovuto capire subito che stava perdendo la testa per quello sconosciuto. La loro passione l'aveva trasportata in un mondo nuovo. Non era possibile che una donna resistesse al fascino di un uomo in grado di leggerti dentro l'anima.
Un legame fisico sarebbe stato facile da gestire, tuttavia quelle notti d'incontri furtivi e appassionati erano tutt'altra cosa. A quel punto, avrebbero dovuto frenare i bollenti spiriti e parlare del futuro. Qualcosa che non avrebbe mai pensato di affrontare con Nash.
Volgendogli la schiena, Lily cercò di raccogliere i pensieri e trovare le parole giuste. «Nash...»
Prima che lei proseguisse, lui le afferrò le spalle per farla voltare e poi le prese il viso tra le mani. Ipnotizzata da quei vibranti occhi blu, non disse nulla e lasciò che lui reclamasse la sua bocca.
Ed era quello il loro problema. La passione, il bruciante desiderio. Certo, un flirt segreto consumato nelle scuderie sul set di un film, non era molto raffinato. A lei, però, non importava. Si era comportata come una signora per tutta la vita e adesso aveva voglia di trasgredire. Chi avrebbe mai immaginato che la famosa ragazza della porta accanto di Hollywood avesse un lato oscuro? Forse si era intravisto al tempo dello scandalo, poi aveva riacquisito il proprio stato di brava ragazza. Doveva ammettere di non essere mai stata così passionale prima e, di certo, non lo era stata con quel subdolo mascalzone che l'aveva usata e manipolata.
Prima di diventare una star del cinema, si era innamorata di un attorucolo esordiente. Il ragazzo, per cui la loro relazione non era stata che una farsa, l'aveva ripresa a sua insaputa durante i loro momenti intimi. Dopo lo scandalo, Lily aveva dovuto lottare duramente per raggiungere il successo.
L'abbraccio di Nash divenne più caldo e abbatté le sue ultime resistenze. Lei ricambiò la stretta e lui appoggiò la fronte contro la sua.
«Sei sicura di sentirti bene? Nessun altro capogiro?»
«Sto bene» lo rassicurò.
Lui le sforò di nuovo le labbra. «Mi sei mancata oggi. Continuavo a vederti tra le braccia di Max... che ti baciava.»
Un fremito la pervase completamente. Quell'accenno di gelosia da parte sua era qualcosa d'inatteso. «Stavamo recitando» gli mormorò vicino alla bocca. «Lo sai che il nostro ruolo è quello di una coppia innamorata.»
Lily aveva desiderato recitare la parte di Rose Barrington dal primo istante in cui era venuta a sapere del progetto e avere il celebre Max Ford, amico di sempre, al proprio fianco sarebbe stato fantastico.
Le agili mani di Nash s'insinuarono fra i loro corpi e iniziarono a sollevarle l'orlo del prendisole. «Se Max non fosse sposato e padre di un bambino, penserei che stia cercando di portarti via da me.»
Un bambino. Ed ecco che la realtà le veniva sbattuta in faccia con violenza.
Gli strinse i polsi. «Dobbiamo parlare.»
Il suo sguardo si fissò su di lei. «Vuoi rompere con me? So che non abbiamo mai parlato di rendere ufficiale la nostra storia comunque, per quanto riguarda Max, la mia era solo una battuta.»
Scuotendo la testa, lei prese un lungo respiro e mise da parte dubbi e timori. «Non mi sembri il tipo geloso e so cosa c'è tra noi.»
«Tesoro, io sono geloso.» L'attirò di nuovo a sé con uno strattone. «Ora che sei mia, non mi piace vedere altri uomini che ti girano intorno. D'altra parte, è il tuo lavoro e adoro guardarti recitare.»
«Non riesco a pensare con lucidità se mi tocchi.» Si fece di nuovo indietro, ponendo un po' di distanza fra la tentazione e la verità.
Un sorrisetto malizioso increspò le sue labbra. «Lo dici come se fosse qualcosa di brutto. Perché sto pensando di toccarti dappertutto.»
Passandosi una mano fra i capelli, Lily cercò le parole giuste, quelle che andava considerando da quando, quella mattina, le due linee azzurre sullo stick avevano confermato i suoi sospetti.
«Nash...»
Lui smise di scherzare e aggrottò la fronte. «Che c'è? Se sei preoccupata di cosa accadrà quando te ne andrai, sappi che non mi aspetto niente.»
«Se fosse così semplice» mormorò, abbassando lo sguardo sui suoi stivali infangati a poca distanza dai propri sandali che mettevano in mostra il brillante smalto rosa.
Nash era così diverso dai playboy di Hollywood che tentavano di attirare la sua attenzione. Lei possedeva denaro e fama a sufficienza per non esserne interessata. Preferiva un uomo impegnato e altruista. Un uomo come Nash.
Tutto questo non sarebbe dovuto accadere. Né i sentimenti sempre più profondi, né gli sguardi intensi che andavano oltre la passione, né di certo un figlio che li avrebbe legati per sempre.
«Coraggio, parla. Non sarà così terribile.»
Incrociò il suo sguardo. «Sono incinta.»
Era così terribile. Incinta? Questa volta fu lui a sentirsi mancare.
Fissò Lily, consapevole che non stesse mentendo. Dai suoi occhi spauriti, si percepiva quanto fosse sconvolta. Inoltre, lei non conosceva la sua vera identità e non poteva immaginare che quella bomba rappresentasse un ottimo materiale per un ricatto.
Per tutti quelli che si trovavano nella tenuta, lui non era che un semplice stalliere. Nessuno era al corrente del vero motivo per cui si era presentato alla porta dei Barrington.
Un bambino. Proprio adesso? A dir poco ironica la chiusura del cerchio.
«Ne sei sicura?» Domanda banale.
Lily annuì, strinse le braccia attorno all'addome e si mordicchiò il labbro inferiore. «Me lo sentivo da giorni, ma ho avuto la conferma solo stamattina.»
Quell'imprevisto imponeva una frenata d'arresto ai suoi piani per l'immediato futuro lì a Stony Ridge Acres. Per non parlare della sua vita in generale. Non era contrario ad avere un figlio, ma avrebbe preferito che accadesse più avanti, con una moglie accanto.
«Non so cosa dire» mormorò, ravviandosi nervosamente i capelli lunghi e spettinati. «Accidenti, non me lo aspettavo.»
Lily continuò a fissarlo con il fiato sospeso attendendo che esplodesse o negasse che il figlio fosse suo. Certo, si frequentavano solo da due mesi, tuttavia Nash la conosceva abbastanza da poter affermare che lei non fosse un tipo che passava da un letto all'altro. Tuttavia, non era neppure un ingenuo e si sarebbe salvaguardato.
«Il bambino è tuo» dichiarò lei, come se percepisse i suoi pensieri. «Non ero stata con nessun altro neppure nei mesi precedenti al mio arrivo qui.»
«Mi avevi assicurato che prendevi la pillola.»
«È così» replicò. «Ma nessun contraccettivo è infallibile. Credo che sia accaduto quella volta che...»
«Non abbiamo usato il profilattico.»
Per ogni eventualità di carattere sanitario, avevano deciso di proteggersi ulteriormente, una sera, però, Nash aveva terminato i preservativi e, colti dalla passione, erano comunque andati avanti.
Ed ecco il risultato.
Emozioni confuse, scenari strani e domande infinite turbinarono nella mente di Nash. Lui non sapeva nulla di bambini, né di come si facesse il padre. Rammentava solo quanto avesse lavorato duramente sua madre per permettersi il misero appartamento in cui vivevano. Non si era mai lamentata, né aveva mai mostrato preoccupazione. Era la donna più coraggiosa e determinata che avesse conosciuto. Tratti che lui aveva ereditato e che gli conferivano la forza per resistere e portare avanti i suoi piani, nonostante la scioccante