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Passione in riva al lago: Harmony Destiny
Passione in riva al lago: Harmony Destiny
Passione in riva al lago: Harmony Destiny
E-book159 pagine2 ore

Passione in riva al lago: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Milionari e potenti 2/3
Tre fratelli senza scrupoli a capo dell'impero del bourbon

Sloane Sutton stenta a credere che l'affascinante e sensuale uomo che ha di fronte sia proprio Benji Bennett, il timido ragazzo che tanti anni prima aveva una cotta per lei. Tra loro scatta un'inaspettata attrazione che porta la donna ad accettare la scandalosa proposta di Benji: un fine settimana nel suo cottage al lago. Quei due giorni di passione li legano indissolubilmente: tra sospetti, fraintendimenti e segreti la loro vita non sarà più la stessa.
LinguaItaliano
Data di uscita20 nov 2019
ISBN9788830507654
Passione in riva al lago: Harmony Destiny

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    Anteprima del libro

    Passione in riva al lago - Reese Ryan

    successivo.

    Prologo

    «Benji? Oh, mio Dio, sei proprio tu?»

    Benjamin Bennett rivolse l'attenzione a quella voce femminile.

    «Sloane.» Non vedeva Sloane Sutton da una decina d'anni, eppure la riconobbe all'istante. Gli anni trascorsi erano stati generosi con lei: era ancora più bella di come la ricordasse. «Non ero sicuro che saresti venuta al matrimonio.»

    Sloane lo strinse in un abbraccio che gli provocò una scarica elettrica lungo la schiena. La lasciò andare con una certa riluttanza.

    «Mi sono decisa solo un paio di giorni fa.» Sloane si lisciò la lunga gonna dell'abito blu. Le fasciava le curve mozzafiato mettendo in risalto la pelle scura. «Non ho nemmeno avvertito Delia del mio arrivo.»

    Ecco perché la sorella non ne aveva fatto parola.

    «Be', è un piacere vederti, Sloane. Hai un aspetto... magnifico» mormorò lui. Il tempo non aveva attutito l'effetto che Sloane aveva su di lui. In sua presenza, sentiva la lingua annodata come quando aveva quindici anni.

    L'infatuazione era iniziata nell'istante in cui aveva posato gli occhi su di lei per la prima volta. Lui aveva cinque anni e Sloane dieci.

    «Grazie. Anche tu sei piuttosto affascinante.»

    «Blake dev'essere stato contento di vederti.» Benji fece un cenno per indicare lo sposo. Si slacciò il colletto della camicia, che d'un tratto sembrava troppo stretto.

    «È bello vedere Blake così felice.» Lo sguardo di Sloane si intenerì, ma un velo di tristezza le permeava la voce e le offuscava gli occhi marroni. «Savannah sembra una persona squisita. E il loro bimbo, Davis, è adorabile.»

    «È un bel bambino» convenne Benji, infilando le mani in tasca e spostando il peso da un piede all'altro. «E Savannah è davvero dolce. Ti piacerà.»

    Non era stato facile per suo cugino e Savannah arrivare all'altare, ma dopo un inizio turbolento avevano finalmente trovato l'amore e la felicità.

    Sloane incrociò lo sguardo di qualcuno dall'altro lato della sala e fece un cenno d'assenso. «Sarà meglio che vada, ma ci vediamo dopo.»

    «Ci conto.» Benji la osservò allontanarsi.

    Sloane Sutton.

    Da bambino, adorava Sloane. Lei e sua sorella Delia erano inseparabili. Aveva passato un'infinità di notti insonni per via delle loro risatine, che sentiva attraverso la parete che divideva la sua stanza da quella di Delia.

    Era stata una bella ragazza, ma adesso era diventata una donna stupenda. Il fisico tonico da ragazza aveva lasciato il posto a curve più morbide, più accentuate. I capelli, che aveva sempre portato legati in una lunga treccia nera, adesso erano corti sui lati e con folti ricci in cima alla testa.

    Un minuscolo brillante le adornava la narice sinistra. E, quando si era allontanata, Benji aveva notato delle stelle tatuate sulla sua nuca, in parte nascoste dalla stoffa dell'abito che indossava.

    «Sarà meglio che chiuda la bocca e la pianti di sbavare, altrimenti tutti capiranno che hai ancora una cotta per Sloane Sutton» gli disse il suo migliore amico e cugino, Parker Abbott.

    «Non avevo una cotta per Sloane Sutton.»

    Ma certo che aveva avuto una cotta per Sloane.

    A quei tempi era un adolescente in preda agli ormoni e lei era... be', era Sloane Sutton. Sicura di sé, bellissima, spiritosa e vagamente insolente.

    Non lo aveva mai considerato strano perché preferiva le maratone di Star Trek e i libri di fantascienza invece di uscire a giocare. Né lo aveva mai preso in giro per la sua passione per i computer e l'astronomia. Invece, non aveva fatto altro che ripetergli quanto fosse intelligente, e che un giorno avrebbe cambiato il mondo. Lo aveva detto con una convinzione tale che lo aveva spinto a crederci.

    Come avrebbe potuto non avere una cotta per lei?

    Il fotografo li chiamò con un cenno perché era il momento delle foto di gruppo.

    Benji fu sollevato per quella distrazione. Tuttavia non poté fare a meno di cercare Sloane tra la folla.

    Sloane osservava Benji dall'altro lato della sala. Lui bevve un altro sorso di birra, poi rise per qualcosa che gli aveva detto Parker.

    Sloane non riusciva quasi a credere che quell'uomo incredibilmente sexy e dal fisico muscoloso fosse il bambino dolce, timido di un tempo.

    Quando i loro sguardi si incontrarono di nuovo, un calore inesplicabile le si diffuse nell'addome e lei rimase senza fiato.

    «Ti senti bene?» le chiese la sua migliore amica, Delia. «Se non ti conoscessi, direi che stavi fissando qualcuno laggiù al bar.»

    Delia si voltò, ma fu distratta dal padre che le venne incontro con Evie in braccio. Sua figlia, di due anni, era bella come lei e in genere altrettanto dolce. Al momento, però, piangeva a dirotto, chiedendo della mamma.

    «Evie, che succede, tesoro?» Delia si alzò e prese in braccio la figlia.

    «Tua madre dice che è calda» riferì Richard Bennett. «Volevamo portarla a casa con noi, ma lei insiste che vuole la mamma.»

    «Va tutto bene. Grazie, papà.» Delia baciò il visetto della piccola e lei parve calmarsi all'istante. Diede un bacio sulla guancia a Sloane. «Mi dispiace, cara. Riprenderemo la conversazione in un altro momento. Quanto ti fermi in città?»

    «Probabilmente tornerò a Nashville domani, ma non preoccuparti. Ne riparleremo. Pensa solo a Evie adesso.»

    Sloane osservò Delia e il signor Bennett che si allontanavano tra la folla. Sospirò, con lo sguardo fisso sul proprio bicchiere mezzo vuoto.

    Senza Delia, si sentiva sola... anche in una stanza piena di gente che conosceva da una vita. La sua famiglia e gli Abbott non facevano parte dello stesso giro di conoscenze. Per caso era diventata amica di Blake Abbott e di sua cugina Delia Bennett alle elementari. Blake al momento aveva da fare e Delia stava andando a casa con la figlia.

    Non c'era motivo di restare.

    Sloane vuotò il bicchiere, posandolo poi sul tavolo. Si alzò, andando a sbattere contro una solida distesa di muscoli.

    Benji.

    Lui la afferrò per la vita per non farla cadere.

    «Scusa, non ti avevo visto.» Fece quello che sperò sembrasse un discreto passo indietro, per allontanarsi da lui.

    «Colpa mia.» Benji mostrò il sorriso timido che era stato il suo tratto caratteristico da bambino.

    «È stato bello rivederti, Benji.» Fece per andarsene, ma lui la trattenne per un braccio.

    «Non te ne andrai di già, eh? Ho atteso pazientemente di poter fare due chiacchiere con te. Mia sorella ti ha monopolizzata per tutta la sera.»

    «Lo sai come siamo fatte.» Sloane sorrise. «Non è cambiato granché. Siamo rimaste quelle due ragazzine chiacchierone.»

    «Io direi che sono cambiate molte cose.» Lo sguardo rovente di Benji la percorse dalla testa ai piedi.

    «Immagino tu abbia ragione.» Sloane si schiarì la voce.

    Alcune cose erano cambiate di sicuro.

    Benji aveva sempre avuto una cotta per lei. Non c'era nulla di insolito nel fatto che un ragazzino fosse affascinato dalla migliore amica della sorella più grande. Allora le era sembrata una cosa tenera. Benji Bennett, però, non era più un bambino. Era un uomo adulto. Bellissimo, per giunta.

    Quello che vide nei suoi intensi occhi scuri non era l'ammirazione di un ragazzino. Era desiderio, puro e semplice. La stessa emozione che serpeggiava in lei e le faceva accelerare il battito cardiaco.

    Riprenditi, sorella. Quello che stai guardando con la bocca a penzoloni è il piccolo Benji Bennett.

    Benji era andato a studiare a Seattle, dove viveva tuttora. Aveva fondato una start up al primo anno di college. E l'aveva appena venduta per un sacco di milioni di dollari, a sentire Delia.

    Benjamin Bennett era un ottimo partito per gli standard di chiunque... ancor prima di valutare la portata del conto in banca. Tuttavia era il fratello minore della sua migliore amica. E, benché adulto, era pur sempre un ragazzino in confronto a lei.

    Flirtare con Benji avrebbe messo in moto le malelingue di Magnolia Lake. Non che le importasse cosa pensavano di lei. Però sua madre e il nonno vivevano ancora lì. E anche Delia, per la maggior parte dell'anno. Se l'intera città avesse cominciato a spettegolare, questo avrebbe creato dei problemi alle persone che amava.

    Sloane distolse lo sguardo da lui e lo lasciò vagare per la sala.

    «Sarà meglio che vada.»

    «Non andartene. Per favore. Concedimi almeno un ballo.» Benji sollevò un dito, con occhi imploranti e un sorriso sexy e tenero. Poi le porse la mano.

    Sloane guardò lui, poi l'intera sala mentre si mordicchiava il labbro inferiore, il cuore che accelerava. Nessuno faceva caso a loro. Gli altri invitati erano presi dalle conversazioni e si godevano gli alcolici, per gentile concessione degli Abbott, proprietari della King's Finest Distillery.

    «Che male può fare un ballo?» Posò la mano nella sua e si lasciò condurre sulla pista.

    Benji raggiunse proprio il centro e la prese tra le braccia. Cominciò a muoversi al suono della voce vellutata del solista degli L.T.D., Jeffrey Osborne, che cantava Love Ballad.

    «Dio, i tuoi genitori adoravano questa canzone. La mettevano tanto spesso che io e tua sorella abbiamo cominciato a odiarla. Ed è un peccato, perché è una canzone praticamente perfetta.»

    «È vero» convenne lui. «Lavori ancora per quella etichetta discografica di Nashville?»

    «Sì. Adoro quello che faccio, ma ho messo gli occhi su un posto nel team amministrativo.»

    «Sei la ragazza più determinata che abbia mai conosciuto.» Benji sorrise. «Se ci hai messo gli occhi, è già cosa fatta.»

    «È un modo gentile per dirmi che sono testarda?» Era quello che dicevano di lei gli abitanti più anziani della città.

    «No. Odiavo quando la gente ti dava della testarda.» Sospirò lievemente. «Mi è sempre piaciuta la tua determinazione. Volevi trasferirti a Nashville e lavorare nell'industria discografica, ed è esattamente quello che hai fatto.»

    Un'ondata di calore riempì il petto di Sloane. Benji era diventato un uomo estremamente ricco e incredibilmente affascinante, tuttavia era rimasto il ragazzino dolce e premuroso di una volta.

    «Grazie, Benji. Significa molto per me.» Sloane era leggermente intimidita dal suo sguardo intenso. «A proposito, non mi sono congratulata per il tuo successo.» Era ansiosa di distogliere la conversazione da sé. «Dovrei chiederti l'autografo. Non ho mai conosciuto un multimilionario prima d'ora.»

    I muscoli della schiena di Benji si tesero sotto le sue dita e la luce negli occhi si offuscò. «Sono la stessa persona che ero prima di firmare quel contratto, Sloane. La stessa persona che sono sempre stato.»

    «Non intendevo dire il contrario.» Il suo intento era di scherzare, e invece aveva colpito un nervo scoperto.

    «Lo so.» Benji sospirò. «È solo che sono stufo di essere trattato in modo diverso. Non crederesti a quante idee assurde mi hanno proposto stasera.»

    Sloane non aveva immaginato che potesse esserci qualche svantaggio nel diventare ricchissimo. Per lei non doversi preoccupare di come pagare una seconda ipoteca sulla casa e sulla fattoria di famiglia avrebbe compensato tutti i lati negativi. «Mi dispiace.»

    «Non scusarti. Sei l'unica donna single qui presente che non mi consideri un biglietto della lotteria.» Indicò il gruppo di donne in fondo alla sala che parlottavano e lo fissavano. «Nessuna di loro mi avrebbe degnato di uno sguardo qualche anno fa. Il loro unico interesse per me era che potevo presentarle

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